Fiere di essere in Fiera

cronaca a due voci di un sabato tra lucchetti, rose e lillà

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Siamo noi! Siamo quelle là… Quelle del 1982 o giù di lì… quelle dei 25 anni, quelle che ormai sono cresciute, mogli, madri, donne in carriera, brave ragazze con la testa sulle spalle che ai figli e ai nipoti non dicono “se non fai il bravo viene l’uomo nero e ti mangia” ma “se non fai il bravo ti faccio adottare dal generale Jarjayes”. Quelle che sulla carta di identità alla voce “segni particolari” fanno scrivere con orgoglio “Vnb’s addicted”.

Ebbene, siamo noi… Qui, apposta per voi dal mondo dei sogni per raccontarvi un “pomeriggio in fiera”.

L’evento, come giustamente può definirsi, tiene banco durante il “Cartoomics”, fiera esposizione di fumettistica ed arti varie tenutasi a Milano il 25/26/27 marzo; in occasione dei 35 anni dalla creazione  di Lady Oscar e dei 25 anni dalla prima messa in onda italiana, Yamato Video srl, azienda leader del mercato audiovisivo dell’animazione giapponese (della quale le sottoscritte possono ben dirsi azioniste visti i copiosi acquisti) ha appositamente allestito presso il proprio stand una mostra permanente di immagini, oggetti, scritti e rarità in onore della beneamata opera che tante gioie ci regala.

Non “veniamo a voi con questa nostra a dirvi” di particolari “tecnici", per i quali rinviamo volentieri al sito Yamato – affinché rendiate il giusto tributo ai creatori e curatori. Noi veniamo per raccontarvi emozioni… Le emozioni di due "quasi" trentenni (Antigone quasi trenta io sto quasi per abbandonarli...), fiere di essere in fiera.

Organizzazione svizzera (decido alle 14 e alle 14.10 salto in macchina pregando la mia socia di aspettarmi o mi perderò nei meandri della metropolitana milanese), all'ora pattuita sbuchiamo alla fermata Amendola Fiera e ci accoglie immediatamente la pioggia, e noi ovvio non abbiamo l'ombrello. In pieno spirito berubariano ci mettiamo fiduciose ad attendere, sicure che tosto un bel giovane con gli occhi verdi galopperà verso di noi per scortarci sino alla meta munito di mantello o quanto meno impermeabilino di cellophane monouso, ma niente. Siccome siamo sagge ma toste, proprio come Madamigella, decidiamo di sfidare le intemperie e gettare il cuore oltre l'ostacolo e le pozzanghere, e in quattro salti finalmente arriviamo.

L’ingresso del sabato pomeriggio ci riserva subito una bella sorpresa... La coda, chiarissimo segno di:

- interesse dilagante, evviva!

- possibilità concreta di fare qualche incontro interessante

- organizzazione approssimativa (2 sportelli aperti).

Ma noi siamo pazienti come il Grandier e senza colpo ferire ci accodiamo e superiamo anche l'ostacolo della "cassiera che mentre fa i biglietti litiga con il fidanzato al cellulare", altro che cavaliere nero...

Fendiamo la folla verso la hostess e altra bellissima sorpresa, con il modico prezzo del biglietto di ingresso (5 euro per la cronaca) ci si aprono le porte di altre due fiere assolutamente in tema: la fiera del cioccolato e la fiera della birra; ora che ci sentiamo davvero sospese tra la cucina di palazzo Jarjayes e la Bonne Table possiamo procedere e puntiamo dritte verso l'obiettivo.

Manca, purtroppo, una mappa del percorso e quindi ci toccano due giri completi della fiera tra bancarelle e merchandasing che urlano il successo di manga e anime più recenti. Assumo immediatamente la mia espressione acidula da vecchia prozia, ovunque è un tripudio di chiavi e lucchetti, sono sbigottita, sto per gridare al miracolo, finalmente un po' di gloria anche per Luigi XVI. Tocca alla mia giovane paziente amica spiegarmi che si tratta dell'icona simbolo di "Nana", manga di Ai Yazawa che furoreggia tra le ultime generazioni, quelle per intenderci che non hanno mai visto Goldrake alla tv. All'improvviso mi sento vecchia.

Cammina cammina, doppiamo il palco sul quale si esibiscono variopinti cosplayers e alcuni giovani doppiatori che strappano applausi per quanto sono bravi e timidi di fronte alla folla  che giustamente li acclama, mentre improvvisano combattimenti ninja e dipingono scenari futuristici, direttamente dagli anime tv  "Naruto" e "Full Metal Alchemist"... Già, tutto bellissimo, ma il nostro stand dov'è?

Terzo giro, e finalmente eureka! La mostra era proprio sotto il nostro naso, in un padiglione attiguo allo stand Yamato che abbiamo già visitato due volte e presso il quale ho fornito una prova della mia leggendaria forza di volontà NON comprando il dvd del film di J. Demy, suscitando l'ammirazione dei presenti ^__^...

Esitiamo, prima di entrare... Sembra sciocco ma l'emozione è tanta, è un po' come dar fondo ai desideri covati per anni... Un po' come essere a casa.

Lo spazio è poco, si sgomita all'ingresso e chi riesce ad entrare non se ne va se non dopo una lunga e meditata permanenza. Subito all'ingresso il primo tuffo al cuore perché ci accoglie - rigorosamente protetta da una teca di vetro - una splendida riproduzione della celebre rosa di stoffa bianca che appare nell'ultimo episodio dell'anime e che ci ha fatto versare tante lacrime... con mezzi di fortuna rubiamo un'immagine e ci sentiamo come se ci fossimo riprese La Gioconda... Continuiamo, avide di particolari... le pareti dell'angusto cubicolo sono tappezzate di immagini tratte dall'anime, abbiamo la tentazione di organizzare sul momento un torneo di "indovina la puntata" ma per fortuna abbiamo una dignità anche noi. Non manca la parte animata, due monitor proiettano senza sosta immagini dell'anime di Versailles no Bara  e del nuovo "Le Chevalier d'Eon", prossima uscita firmata Yamato in un tentativo di parallelismo che produce qualche perplessità ma in fondo non stona eccessivamente, ma l'attenzione e gli occhi corrono al fondale su cui campeggia un poster di dimensioni eccezionali che riproduce un'immagine mitica e "non codificata", una sorta di versione compatta di Versailles no bara che riunisce i personaggi principali nella formazione tipo modello figurine Panini.. E' la "foto ricordo" che all'epoca delle prime messe in onda veniva utilizzata dalla stampa in ogni occasione, che risveglia nella sottoscritta tanti ricordi e credo a tutti i presenti un solo pensiero... "Come fare a trafugarla senza destare sospetti ed uscire indisturbati?"

Ci arrovelliamo anche noi, e intanto ammiriamo i costumi indossati da due manichini che riproducono fedelmente la divisa bianca di madamigella e l'abito classico di Maria Antonietta, rabbrividendo davanti alle misure da fotomodelle di entrambe. Proseguiamo la visita e lo sguardo si perde tra le teche in cui albergano vere chicche, pubblicazioni rare, la colonna sonora originale in versione long playing in vinile, una delle prime versioni dell'anime comics a colori e, udite udite, una copia della lettera che Maria Antonietta spedì nel 1793 al vero generale De Jarjayes chiedendogli di rinunciare al piano per farla fuggire dalla prigione, esposta per gentile concessione dell’Association Marie Antoinette di Parigi. Mamma mia... al solo veder scritto il nome dell'augusto padre sussultiamo ma l'occasione è delle più tristi... Nella lettera infatti la regina si rivolge direttamente al generale e gli comunica di aver deciso di rifiutare il piano di fuga da lui ideato, per non pregiudicare la sicurezza dei suoi figli.

Alla fine del tour (che per completezza di informazioni ripetiamo tre o quattro volte) non ci rimane che una cosa, forse la più importante... la firma sul guest book, l'occasione della vita, il modo per dire "io c'ero!!"... Mumble mumble, alla ricerca della frase ad effetto sfogliamo le pagine e notiamo un paio di bellissimi ritratti di Oscar lasciati da qualche visitatore, oltre a dediche "speciali" tipo "André sei libero stasera?" ed una nuova forma di orgoglio, l'"over thirty aged pride..." Ci sono una marea di dediche di fanciulle che dichiarano età assortite abbondantemente oltre i trenta, che mi fanno pensare che venticinque anni fa, quel I marzo del 1982 davanti alla tv eravamo veramente in tante, e a giudicare dai visi accesi ed euforici che vediamo intorno a noi, ad uscire dal tunnel non ci pensiamo minimamente!

Lasciamo anche noi una traccia sul gb e a malincuore, facendoci forza a vicenda decidiamo di mettere fine alla lenta e triste agonia... dopo "solo" tre ore di permanenza viriamo dritte verso l'uscita, dopotutto io tengo famiglia e Antigone tiene un sabato sera da consumare! Caracolliamo lente verso la metropolitana e ci godiamo le canzonacce di un gruppetto di ubriachi bardati di nero azzurro... Soldati della guardia in libera uscita? No, tifosi dell'Atalanta in pieno prepartita...

Mai che ce ne andasse bene una, ma noi non demordiamo e allegramente ci tuffiamo nel tunnel, pronte a scattare al prossimo appello. Per poter dire ancora una volta "io c'ero".

Alla prossima allora!!

pubblicazione sul sito Little Corner dell'aprile 2007

 

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