Confronto tra Lady Oscar e Berserk

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E' interessante vedere come, confrontando Lady Oscar e Berserk, i rispettivi autori abbiano spesso fatto scelte simili - nella forma, nella caratterizzazione dei personaggi e nella struttura della storia- arrivando a risultati molto lontani tra loro. Vorrei soffermarmi specialmente sul confronto tra Oscar e i due personaggi femminili principali di Berserk: Caska e Farnese, che secondo me (e non solo ^^;) possiedono entrambe dei tratti dell'eroina creata da Riyoko Ikeda. C'è anche un riassunto della trama di Berserk per chi non lo conoscesse (anche perché suppongo che chi sta leggendo conosca già la storia di Oscar…), naturalmente se la conoscete già saltate direttamente a "Lady Oscar/Berserk: un confronto generale".

 

 

BERSERK

 

Premettendo che Berserk è un fumetto che andrebbe letto per intero in modo da apprezzarne pienamente il valore, ecco un riassunto di quelli che sono gli eventi principali, in modo da rendere più comprensibili i paragrafi seguenti.

Il protagonista è Gatsu, un guerriero che, nato dal cadavere di sua madre morta impiccata, viene raccolto da un gruppo di mercenari di passaggio. Cresciuto nel duro ambiente dell'esercito, impara fin da piccolo a combattere ma nonostante questo viene violentato da un commilitone, cui era stato venduto dal suo patrigno, Gambino. Questa esperienza lo traumatizza profondamente, e ancora più devastante per lui sarà il momento in cui, senza volerlo, ucciderà lo stesso Gambino. Dopo questo fatto, appena adolescente comincia il suo viaggio solitario di battaglia in battaglia, finché non incontra Grifis, giovanissimo capo di un gruppo di mercenari chiamato la Squadra dei Falchi. Perdendo un duello con lui, Gatsu ne diventa una "proprietà". A causa della predilezione che Grifis sembra avere per Gatsu, quest'ultimo si attira le antipatie di Caska, la vice comandante, innamorata di Grifis. Tuttavia i loro rapporti a poco a poco migliorano e nel frattempo i Falchi ottengono delle onorificenze dal re delle Midlands (la terra fittizia ma identificabile con l'Inghilterra in cui si svolge la storia) per il loro decisivo contributo nella guerra tra regni vicini che imperversa da anni. Grifis sembra ad un passo dalla realizzazione del suo sogno: avere un regno proprio, un'ambizione che coltiva fin dall'infanzia, uno scopo per il quale è disposto a tutto. Anche per questo corteggia la principessa Charlotte, figlia del re e prima in linea di successione per il trono. Ma è proprio a questo punto che Gatsu prende una decisione a lungo maturata: lasciare la squadra per trovare un suo sogno ed essere così davvero all'altezza dell'amicizia di Grifis. Per sciogliere il loro vecchio patto, Gatsu sconfigge Grifis a duello e quest'ultimo, sconvolto, cerca un vano conforto in una notte di passione con Charlotte; subito scoperto, viene imprigionato e condannato alla tortura dal re (che si scopre essere morbosamente attratto dalla figlia…). I Falchi passano così da eroi a fuorilegge e Caska si trova a dover trarre in salvo l'intera squadra, braccata dall'esercito reale. Dopo un anno in questa situazione precaria, il ritorno di Gatsu sembra poter cambiare le cose, e a questo punto lui e Caska capiscono di amarsi. Dopo un breve (e un po' sofferto) momento di intimità, i due riprendono in mano la situazione e, aiutati da Charlotte, vanno a liberare Grifis, rinchiuso nelle segrete del castello, ma lo trovano irrimediabilmente menomato dall'anno di torture. Tuttavia tentano di nascondere sia alla squadra sia allo stesso Grifis la gravità della sua situazione, contando sulla sicurezza che la sola presenza del comandante sembra infondere ai Falchi. Ma l'illusione dura poco e Grifis, dopo essere fuggito in preda alla disperazione, evoca inconsciamente, tramite un amuleto chiamato Bejelit, delle entità ultraterrene note come Mano di Dio. Si apre una dimensione infernale in cui viene risucchiato con tutta la squadra dei Falchi. Quello che segue è un'ecatombe: Grifis accetta l'opportunità di rinascere come quinto e ultimo membro della Mano di Dio, Phemt, ma il prezzo da pagare sono le vite di coloro che gli sono cari, e l'intera squadra viene sterminata da una moltitudine di demoni. Solo Caska e Gatsu sopravvivono, anche se condannati ad attirare il male. Come se non bastasse, Grifis, ora Phemt, violenta Caska davanti agli occhi di Gatsu. Lei e Gatsu vengono tratti in salvo da un altro essere soprannaturale -Gaisselick- che sembra essere ostile alla Mano di Dio, ma la ragazza ormai è impazzita mentre Gatsu ci ha rimesso un occhio e un braccio… Caska partorisce poco dopo un bambino demoniaco, figlio suo e di Gatsu ma contaminato da Phemt; Gatsu la lascia alle cure degli ultimi amici rimastigli e parte per combattere la sua battaglia contro gli apostoli della Mano di Dio e ritrovare Grifis per vendicarsi. Dopo due anni, torna da Caska, che però nel frattempo è fuggita, finendo in mezzo a una comunità di profughi dove un gruppo di prostitute la "adotta" e se ne prende cura. Intanto Gatsu, oltre ai soliti demoni, ha un nuovo inseguitore: l'inquisizione, rappresentato da Lady Farnese e dai suoi soldati. Imprigionato e torturato da Farnese, Gatsu fugge e la rapisce. La ragazza vede le entità maligne che perseguitano Gatsu e questo le fa avere una crisi di nervi; dopo una notte di terrore, in cui Farnese viene anche posseduta da una di queste entità, Gatsu la libera e ritrova Caska, che però nel frattempo viene imprigionata dall'inquisizione, accusata di stregoneria… Questo è quanto è accaduto fino al volume 38 italiano in Berserk e che dovrebbe essere sufficiente per dare un senso ai miei strampalati ragionamenti…

 

 

LADY OSCAR/BERSERK: UN CONFRONTO GENERALE

 

Non so dire se Miura si sia rifatto più o meno consciamente a LO oppure sia lui sia la Ikeda abbiano semplicemente attinto allo stesso terreno culturale (bisognerebbe chiederglielo...), ad ogni modo le similitudini ci sono e in parte sono già state ampiamente trattate in questo articolo http://digilander.iol.it/mampang/Planet-O/articoli/approfondimento/androgini/androgini1.html specialmente per quanto riguarda l'androginia dei personaggi e i sottotesti omosessuali. Vorrei aggiungere che LO e Berserk sono vicini anche per una certa crudeltà degli autori nei confronti dei loro personaggi - e quindi indirettamente di noi poveri lettori! Certo è un tratto comune a un po' tutti i manga drammatici, comunque sia in LO sia in Berserk i protagonisti vivono una felicità che è sempre, inesorabilmente, effimera. Oscar e André muoiono poco dopo aver dato libero sfogo ai propri sentimenti (allargando a un'altra opera della Ikeda, si pensi anche a Kaoru in Caro Fratello), Gatsu e Caska sopravvivono ma entrambi irrimediabilmente mutilati nel corpo e nell'anima. La saga della squadra dei Falchi (i capitoli noti come L'età d'oro) era quella che ha portato al successo Berserk, ma Miura non si è fatto scrupoli a sterminare tutti i compagni di Gatsu (tranne il piccolo Rickert).

 

L'uso dei riferimenti storici

Una similitudine quasi banale è il fatto che entrambe le opere parlino del passato in occidente - quindi in realtà qualcosa di abbastanza esotico per un giapponese - e sebbene Berserk sia di fatto un fantasy, senza una collocazione temporale precisa, è abbastanza facile trovare riferimenti fondamentalmente a due epoche storiche: il basso Medioevo e il '600 controriformato, periodi in cui la caccia all'eresia fu feroce. Medievali sono le ambientazioni che si volevano più cupe, mentre la reggia di Windom e la chiesa sono barocche (ogni riferimento a Versailles non è puramente casuale, parola di Miura) così come seicenteschi sono gli abiti dei nobili e dei soldati in borghese, anche se spesso Miura torna spesso ad attingere a fonti basso medievali per quanto riguarda le acconciature femminili. Ma, specialmente dall'entrata in scena di Farnese, ci sono anche tracce di Rinascimento: confrontare la sua acconciatura con quella di Battista Sforza nel famoso dittico di Piero della Francesca che la ritrae col marito Federico da Montefeltro). Lo stesso nome Farnese - che Miura usa come un nome proprio, il cognome della ragazza è Vandimion- è quello di una famosa casata del Rinascimento italiano. Altri riferimenti a quell'epoca sono l'omaggio, quasi inevitabile, alle figure mostruose di Bosch, e le armature dell'Ordine della Sacra Catena (in particolare di Farnese) si rifanno alle armature da parata, finemente cesellate con figure allegoriche. Persino una sottigliezza come la scusa - la sifilide - che trova la prostituta Luka per giustificare le bende con cui nasconde Caska è perfettamente coerente, perché tale morbo esplose per la prima volta in Europa alla fine del '400, e con una virulenza mai più ripetutasi: e oltre ad essere sfigurati dalle piaghe, i malati nei casi peggiori potevano anche subire danni al sistema nervoso, il che giustificherebbe la pazzia di Caska. Quindi quello di Miura, pur non proponendosi come un racconto storico vero e proprio, è di fatto costruito su riferimenti più rigorosi di quanto potrebbe sembrare. Ma anche la Ikeda, nonostante trovi una collocazione storica definita, "riorganizza" epoche e stili, spesso giocando d'anticipo: le divise dei soldati (e spesso, specialmente nell'anime, anche gli abiti civili) sono in stile più napoleonico che proprio dell'ancien regime; i riferimenti artistici al neoclassico, che di fatto emerge di prepotenza dopo la Rivoluzione, apprezzato anche per la sua austerità da contrapporre alla decadenza morale dell'aristocrazia, identificabile col rococò. D'altronde, anche se il decorativismo del rococò si può sposare bene con lo stile elegante della Ikeda e degli shojo anni '70 in generale, non si accorda affatto con l'atmosfera dell'opera. Il rococò si può vedere come diretta espressione di una classe sociale gaudente e frivola, materialista, dedita ai piaceri sensuali. E questo è un aspetto che la Ikeda tende a lasciare da parte, la "fauna" della corte francese rimane sullo sfondo, con l'eccezione di pochi personaggi che comunque fanno storia a sé. Non c'è quasi traccia della filosofia di vita libertina che pure è stata una caratteristica non trascurabile del XVIII secolo se non, forse, con la velata proposta di "menage à trois" di Girodel nel manga. I sentimenti, in Lady Oscar, sono tesi verso un piano "alto" che non coincide con gli ammiccamenti e le mollezze del rococò. Questo si fa evidente verso la fine del manga, dove Oscar e André vengono raffigurati a più riprese come se fossero statue greche; e il classicismo è, appunto, astrazione, idealizzazione, per cui alla fine l'uso di una simile iconografia appare quasi obbligato (meritano una menzione, naturalmente, anche le contaminazioni con la moda degli anni '70…). Anche la scelta di proporre in anticipo protagonisti del Terrore come Robespierre e Saint-Just, che può apparire arbitraria, in realtà serve efficacemente a sintetizzare la Rivoluzione, che di fatto si vede solo iniziare, con tutte le sue speranze; ma la presenza di Robespierre e Saint-Just indica già quali saranno le conseguenze dei fatti narrati, mantenendo la presentazione mai unilaterale che fa la Ikeda degli eventi e delle categorie sociali. Un simile approccio, anche se improntato ad una maggiore e generalizzata sfiducia nei confronti dell'uomo, c'è anche in Berserk dove ugualmente si evita il facile dualismo popolo buono/aristocrazia cattiva o viceversa.

In entrambe le opere, in definitiva, il misto tra finzione e verosimiglianza è perfettamente funzionale allo svolgimento della storia e alla resa estetica complessiva, quindi anche il lettore occidentale non ha l'impressione di trovarsi davanti a delle incongruenze.

 

Gli stereotipi

Berserk appartiene alla categoria degli shonen manga più "tosti", è spietatamente crudo, il copioso spargimento di sangue (che personalmente non mi infastidisce) può apparire gratuito ad alcuni, e un antieroe solitario e "maledetto" come Gatsu non è certo una novità; mentre Lady Oscar presenta una vicenda che si evolve su un piano più idealizzato e "romantico" nel senso più ampio del termine, mettendo le emozioni in primo piano in puro stile shojo. La stessa figura della donna guerriera non è certo un'invenzione della Ikeda bensì ha radici notoriamente antiche. Anche se, visto il contesto in cui LO è stato scritto - gli anni '70, quindi la rivoluzione sessuale, il femminismo - è inevitabile che il personaggio di Oscar si carichi di nuove valenze rispetto, per esempio, alle amazzoni della tradizione classica. Il fatto che qualsiasi opera d'arte, anche quando conserva la sua freschezza negli anni (e questo ne conferma il valore) sia sempre figlia del proprio tempo è talmente banale che spesso si dimentica. Probabilmente tra una ventina d'anni (o anche meno…) ci si accorgerà che anche Berserk riflette a modo suo l'atmosfera di questo periodo… ma non è questa la sede per fare un lavoro di contestualizzazione.

Uno schema che invece è comune a Lady Oscar e Berserk, è l'uso dei personaggi secondari come elemento di "equilibrio". In entrambi i casi i protagonisti -Oscar e Gatsu- per quanto sfaccettati e "scavati" dagli autori finiscono, per un motivo o per l'altro, con l'apparire vagamente fuori dalla realtà, o almeno questa è la mia impressione. Gatsu col suo continuo avere a che fare con entità sovraumane e il carico di esperienze traumatiche che si porta dietro, Oscar con la sua particolarissima situazione di donna in un ruolo maschile e le sue emozioni controllate fino all'esasperazione, non sono certo persone "normali". Così vengono introdotti personaggi che hanno un legame più stretto con la realtà e che contribuiscono a riportare a un livello più "a misura d'uomo" sia la storia narrata sia i protagonisti stessi. In Lady Oscar, questo è compito soprattutto di Alain, che infatti è amato soprattutto per la sua franchezza, il suo senso pratico, la sua visione disincantata e ironica della vita. E' forse il personaggio con il punto di vista più obiettivo sugli eventi cui assiste. In Berserk, un simile ruolo è rivestito prima dai compagni di Gatsu nella Squadra dei Falchi (che ricalcano un altro stereotipo tipico dei manga, cioè la composizione del gruppo: lo smilzo Kolcas, il gigante buono Pipin, il bambino Rickert, il riflessivo Judo e ovviamente la ragazza, Caska), ora da Luka e dal suo spasimante Lord Jerom. E' interessante come il tenore del dialogo tra Jerom e Serpico nel volume 36 ricordi gli scambi di confidenze tra André e Alain - dove Serpico è André e Jerom Alain. Un'estremizzazione di questa tendenza al "bilanciamento" si può vedere nell'uso anche di siparietti comici (presenti nel manga ma assenti nell'anime di Lady Oscar) che in entrambe le opere hanno l'evidente scopo di alleggerire la tensione drammatica che permea il racconto. E' un espediente che alcuni trovano fuori luogo perché minerebbe l'unità del racconto; io non trovo nocivo qualche momento di sdrammatizzazione, comunque è un'opinione personale e quindi discutibilissima.

In conclusione, ciò che ancora una volta accomuna Lady Oscar e Berserk (e naturalmente non solo loro) è di riuscire ad essere inconfondibili pur non sradicando mai del tutto gli stereotipi caratteristici dei loro rispettivi generi, ma piuttosto rinnovandoli e proponendoli in una prospettiva originale.

 

 

 

OSCAR/CASKA

 

Caska si può accostare al lato "positivo" di Oscar, sia per quanto riguarda le capacità militari, sia per alcune fasi dell'evoluzione del suo carattere (naturalmente parlo di Caska prima dell'episodio dello stupro: sullo stato in cui versa ora, purtroppo c'è poco da dire).

Caska, infatti, è nota anche come "capitano di mille soldati"... Grifis sembra riporre grande fiducia in lei e le affida un ruolo di rilievo nella Squadra dei Falchi, il gruppo di giovani mercenari di cui è a capo. Caska però ottiene la sua posizione guadagnandosela, non è imposta dall'alto ai suoi soldati che per questo la rispettano, riconoscendone il valore. Come Oscar, oltre a guadagnare il rispetto di una compagine di maschi dimostra notevoli doti tattiche e la capacità di mantenere il sangue freddo e prendere decisioni in situazioni difficili... e come Oscar coltiva a lungo un amore (più o meno segreto) per un "bello e impossibile", in questo caso Grifis; amore, naturalmente, non corrisposto se non con l'amicizia, in cui però entra anche in gioco la gratitudine. Grifis, infatti, aveva incontrato Caska da ragazzina quando questa stava per essere violentata da un nobile.

Le lanciò una spada... "Se hai qualcosa da proteggere, afferra questa spada"; Caska, senza quasi rendersene conto, uccise un uomo per la prima volta, e da allora decise di seguire il giovanissimo Grifis unendosi al suo piccolo esercito. Grifis è un personaggio molto diverso da Fersen, ma se proprio si vuole trovare un parallelismo, anche lui ha la sua "Maria Antonietta"; è Charlotte, principessa delle Midlands... ma la similitudine resta in superficie, poiché l'enigmatico comandante dei Falchi la corteggia fondamentalmente perché lui stesso mira al trono.

Tornando a Caska, è legata ad Oscar anche dal fatto che la sua femminilità esce veramente allo scoperto quando abbandona l'amore, di fatto tutto adolescenziale, per Grifis, e si rende conto di provare qualcosa di ben più concreto e profondo per l'amico Gatsu. Naturalmente questo non è indolore, Caska ha paura di tradire ciò in cui ha creduto fino ad allora, ma riesce, infine, ad essere abbastanza onesta con se stessa da accettare la realtà. Va anche detto, però, che Caska non rinnega mai del tutto la sua natura femminile, e questo la discosta da Oscar. Nell'episodio del ballo dice a Gatsu "Io mi vesto da uomo perché sono più libera nei movimenti, non perché mi piaccia l'abbigliamento maschile!". Anche lo stesso autore ribadisce la femminilità di Caska, ad esempio inserendo una sequenza dove lei combatte ma è notevolmente indebolita dalle mestruazioni, tanto da cadere svenuta.

Altri momenti oscarosi di Caska sono il passaggio dei Falchi in trionfo nella capitale delle Midlands, dove Caska è acclamata da una miriade di ragazzine urlanti; Charlotte che la scambia per un uomo; e la già citata

scena del ballo a corte, dove si veste da donna suscitando l'ammirazione di tutti (specialmente di Gatsu^__^)

 

 

OSCAR/FARNESE

 

E' un "acquisto" relativamente recente, ma per me è uno dei personaggi migliori finora apparsi in Berserk. Farnese può essere vista come il lato oscuro di Oscar: ne esaspera le debolezze e molti difetti... ma partiamo dalle somiglianze esteriori. Al contrario di Caska, con la carnagione scura, un fisico sodo, i capelli neri e -per la maggior parte del tempo- corti, Farnese è snella, quasi esile, con gli occhi e la pelle chiari e lunghi capelli biondi. Sempre in antitesi a Caska, popolana a capo di un gruppo (chiassoso ma pressoché imbattibile) di mercenari, Farnese guida l'Ordine della Sacra Catena: un esercito di giovani nobili inesperti, arruolatisi per motivi di prestigio (tanto da essere soprannominato "l'ordine dei damerini"...). La stessa Farnese ne è il comandante solo perché è tradizione che sia una donna a guidarlo; sappiamo anche che suo padre è un nobile molto stimato. Trovo questa situazione molto simile a quella di Oscar come comandante delle Guardie reali (che non vengono presentate esattamente come una truppa di sanguinari guerrieri, anzi, non vengono presentate per niente tanto la loro presenza è accessoria)... un ruolo cui era destinata fin dalla nascita, secondo i piani di suo padre; poiché, come Farnese, è nobile, il posto di comando è suo di diritto e in nome di questa logica i suoi sottoposti, cresciuti all'interno dello stesso sistema, accettano la sua autorità. Quando invece si trova ad avere a che fare con la Guardia cittadina, Oscar in pratica deve ripartire da zero, e come Caska si impone grazie alle proprie capacità e non grazie alla sua posizione.

Però Oscar passa la maggior parte della sua vita in una condizione più simile a quella di Farnese, un po' come la tessera di un puzzle infilato a forza in uno spazio che non è il suo: spazio che Oscar riesce a gestire, ma al prezzo di una repressione costante dei suoi sentimenti. Nonostante alcuni momenti di ribellione, Oscar per molto tempo dimostra assoluto rispetto per l'autorità, si tratti di suo padre o dell'istituzione monarchica. Trasforma ciò che le è stato imposto - la carriera militare, un'identità maschile, la fedeltà alla corona - in un "nido" di certezze. E' lì che si rifugia quando ritiene di aver fatto un passo falso esponendosi con Fersen; nega la realtà ribadendo invece il suo essere "maschio", vuole mettere alla prova le sue doti militari passando alla Guardia cittadina... Esattamente come Farnese, che anche quando appare sinceramente sconvolta dagli orrori cui assiste, non arriva mai a contestare l'autorità dell'Inquisizione da cui dipende il suo esercito. Cerca nella fede tutte le risposte, si aggrappa alla religione, anche lei negando la realtà. Dopo aver assistito alla comparsa di spiriti maligni ("spiriti" comunque perfettamente tangibili), dice "Non può esistere... Non dovrebbe esistere una cosa del genere!", una reazione normale ma che assume un diverso significato se si tiene conto che, precedentemente, entità simili le sono apparse come vera a propria incarnazione di quanto di più oscuro sia riposto nel suo animo. Cioè le pulsioni che per tutta la vita ha ostinatamente represso, a tal punto da pervertirle in una spiccata tendenza al sadomasochismo (lampante nei numeri 33 e 36... il famoso numero 36... :-þ). Oscar non arriva a tanto, ma è evidente come entrambe le donne temano i propri sentimenti, la loro vera natura, e passino molto tempo a cercare di convincersi che la loro condizione è giusta. Sappiamo che Oscar supera questa fase; Farnese, stando ad alcuni dettagli dell'ultimo numero italiano, ha qualche possibilità di riuscirci... ma direi con molto impegno...

 

 

ANDRE'/SERPICO(attenzione, contiene un piccolissimo spoiler)

 

Last but not least, c'è un vero e proprio André per Farnese: è Serpico, il suo attendente (no, non assomiglia per niente ad Al Pacino). Proprio come André Serpico appare inizialmente come un personaggio secondario, quasi una spalla comica di Farnese. Ma in poco tempo diventa chiaro che i due si conoscono bene e probabilmente condividono segreti che il lettore non conosce. Serpico sembra attratto da Farnese, ma, esattamente come André, non lo dà a vedere e si limita - grazie alla sua intelligenza e alla sua razionalità - a vegliare sulla ragazza, probabilmente anche perché incaricato di questo dalla famiglia di lei. Nei più recenti episodi apparsi in Giappone c'è un flashback dove si vedono le umili origini di Serpico, che una piccola Farnese letteralmente raccatta per strada... per poi portarlo a casa e farne il suo compagno di giochi, cui infligge vessazioni e dispetti, anche abbastanza comici, che ricordano molto da vicino il rapporto tra Oscar e André bambini. Il discorso su Farnese e Serpico è tuttora lontano dal concludersi ma, con quello che si è visto finora, non credo di fare un eccessivo azzardo affermando che Oscar è "Farnese" per la prima parte della sua vita, ed è spiccatamente "Caska" (di cui in ogni modo ha sempre dei tratti) nella parte finale, quella decisiva per la sua crescita interiore.

 

Un ringraziamento speciale a Gabry, "compagna di caccia all'oscarata", che si sorbisce i miei ragionamenti e mi ha fornito un sacco di elementi per quello che ho trasformato nel malloppone che avete appena letto; e grazie anche a Laura che mi ha subdolamente "istigato" a farlo… ^_^

 

Mail to pollock_italy@hotmail.com

 

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