Samira and Samir

di Tania

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“Aveva pregato con tutte le sue forze. Aveva pregato per nove mesi e poi durante le lunghe ore del travaglio. Pregato che fosse un bambino. Suo marito, il giovane e valoroso comandante, non avrebbe potuto sopportare l’affronto di una femmina”.

 

Queste poche righe, tratte dal risvolto di copertina de “la bambina che non esisteva” di Siba Shakib (edizioni Piemme), sono state fondamentali nella decisione di prendere e leggere il libro in questione. Non conoscevo l’autrice e nemmeno altri autori dell’Afghanistan - ad essere sinceri non andavo oltre al titolo: il cacciatore di aquiloni – ma l’idea di questa storia così vicina a quella che noi tutte conosciamo mi incuriosiva. La lettura è stata un’altra cosa. C’è un narratore fluido che entra ed esce dalla cose e dalla persone, si fa roccia, polvere, dolore, è pensiero, rancore, fiducia.

Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere” è un altro titolo di Siba, ed è vero. Leggendo quelle righe così agili e sciolte, nel cuore prendeva corpo quel titolo. Non voglio rovinare la lettura a nessuna. Confermo la presenza di punti di contatto con la storia di Oscar – la figura della donna guerriero, che si finge uomo, non è certo nuova alla letteratura – con tanto di amico e storia di amicizia. Poi c’è la forza dei libri, del leggere, di poter conoscere e conoscersi.

 

“Samira farà la cosa giusta.

Salta in groppa allo stallone del padre, lo sprona, si lascia l’Hindu Kush e Bashir alle spalle, non ingoia le lacrime, piange. Piange fin quando le lacrime si tramutano in una risata. Una risata che non scompare subito, una risata che l’accompagnerà a lungo. È la risata di una donna. Di una vera donna.

È la risata di Samira.”

 

Buona lettura

T

 

Tania, aprile 2009. Pubblicazione sul sito Little Corner dell'aprile 2009

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