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Anche Tuthmosi II ebbe dalla moglie soltanto figlie
femmine e un figlio maschio nato da una concubina. Alla sua morte questi fu
proclamato re con il nome di Tuthmosi III, ma, essendo ancora molto giovane, fu
Hatshepsut a tenere la reggenza. Questa reggenza si trasformò in un vero e
proprio regno e Hatshepsut, relegando suo nipote non si sa bene dove, rimase sul
trono per ventidue anni.
Mentre era vivo Tuthmosi II, Hatshepsut portava i
titoli di "figlia del re, sorella del re, sposa del dio e grande moglie del
re". In quel tempo essa non era che una regina di primo rango come le altre
che l'avevano preceduta, e non era neppure immaginabile per lei l'onore di una
tomba nella valle solitaria e maestosa che proprio allora incominciava a essere
riservata ai faraoni. Una sua tomba con la data di questo periodo, contenente un
sarcofago intatto, fu trovata a una vertiginosa altezza su di un dirupo circa
due chilometri a sud di Deir el-Bahri. Nei primi anni di governo ella dovette
accontentarsi della semplice condizione di regina, ed esiste persino
un'iscrizione datata nel secondo anno di regno del nipote, che però potrebbe
anche non essere contemporanea. In seguito tutti e due contarono i propri anni
di regno indipendentemente iniziando entrambi dal principio della correggenza.
Ma l'ambizione della regina non era appagata e dopo non
molti anni la spinse all'importante decisione di cingere lei stessa la Doppia
Corona. Già due volte nella storia dell'Egitto una regina aveva usurpato il
trono, ma era un fatto del tutto nuovo che una donna assumesse vesti e
atteggiamenti mascolini. Il cambiamento non avvenne all'improvviso e senza
esitazioni, perché esiste per lo meno un bassorilievo in cui ella compare come
re dell'Alto e Basso Egitto, ma ancora in abbigliamento femminile. Però, in
altri luoghi, particolarmente a Karnak, Hatshepsut è raffigurata in abiti
maschili e precede Tuthmosi III, a sua volta, invero, rappresentato come
sovrano, ma solo correggente. In molte iscrizioni ella ostenta tutti i titoli
faraonici, benché sui suoi monumenti e su quelli dei suoi cortigiani si usino
talvolta per lei pronomi femminili o nomi con la terminazione femminile.
Sarebbe interessante sapere quale fu l'atteggiamento
del clero del dio Amon durante questo periodo, visto che era stato lui a
proclamare re Tuthmosi III, ma è noto che, in seguito, il gran sacerdote di
Amon fu un fedele della regina, e lei stessa si dichiarò figlia del dio. Sembra
dunque che il clero abbia giocato un ruolo importante. Il regno di Hatshepsut fu
tranquillo dal punto di vista militare, o perché la regina non aveva fiducia
nell'esercito, o perché non avrebbe comunque potuto comandarlo, e le spedizioni
militari furono rimpiazzate da quelle commerciali nei paesi del Punt. Questo
periodo è anche molto importante sul piano artistico: il tempio funerario della
regina, a Deir-el-Bahri, costruito dal suo architetto favorito, Senmut, è un
capolavoro d'audacia e di misura.
A quanto pare, Senmut doveva essere di umile nascita,
perché nella tomba dei suoi genitori il padre non porta che il vago epiteto di
"il Degno", mentre la madre è semplicemente detta "Signora di
una Casa"; tuttavia, nel corso della sua breve carriera, egli si accaparrò
non meno di venti cariche diverse, molte delle quali, senza dubbio, altamente
remunerative.
Il suo titolo principale, "Cerimoniere di Amon",
gli dava, probabilmente, il controllo delle vaste ricchezze del tempio di Karnak.
Il grande favore goduto presso la regale padrona è attestato dal fatto che gli
fu affidata la tutela della principessa Ranofru, seconda erede al trono per il
matrimonio della madre con Tuthmosi II, ma pur se Ranofru visse certo ancora a
lungo dopo l'inizio della costruzione del magnifico tempio di Hatshepsut a Deir
el-Bahri, non si sa più niente di lei a partire dall'anno 11. Il tempio
funerario di Hatshepsut a Deir el-Bahri, situato entro il grande anfiteatro di
scoscesi dirupi, si ispirò in gran parte all'assai più modesto monumento di
Menthotpe I , che si erge al suo fianco verso sud.
Le ultime notizie di Senmut sono dell'anno 16, ma
Hatshepsut visse certo per altri cinque o sei anni. Una volta proclamatasi
"re" niente impediva che anche lei avesse una tomba a Biban el-Muluk,
e questa fu infatti ritrovata da Howard Carter negli scavi del 1903.
Evidentemente una galleria sotterranea avrebbe dovuto correre sotto la collina
in modo che la camera sepolcrale risultasse proprio sotto al tempio, ma la
roccia friabile impedì di effettuare il progetto. Furono trovati due sarcofagi,
uno dei quali modificato in un secondo tempo allo scopo di accogliere il corpo
di Tuthmosi I, che la regina evidentemente voleva togliere dalla sua tomba e
trasportare nella propria per poter stare insieme nel Mondo dei Morti.
Non si sa se il desiderio di Hatshepsut sia mai stato
realizzato, e neppure in che modo ella sia morta, certo non molto tempo prima
che Tuthmosi III incominciasse a cancellarne il nome dovunque lo trovasse. Lasciò
dietro di sé numerosi monumenti, ma nessuno nell'Egitto settentrionale tranne
che nel Sinai. Secondo una lunga iscrizione da lei fatta collocare sulla
facciata di un tempietto provinciale, detto Speos Artemidos dai Greci,
Hatshepsut si gloriava in special modo di aver restaurato i santuari del Medio
Egitto fino allora negletti.