Luxor

 

 

 

Tempio di Amon
Tempio di Amon: 1, pilone di Ramses II; 2, cortile di Ramses II; 3, moschea di Abu el Haggag; 4, cappella delle barche di Thutmosi III; 5, pilone di Amenhotep III; 6, galleria di Amenhotep III; 7, grande cortile di Amenhotep III; 8, prima sala ipostila; 9, seconda sala ipostila; 10, cappella della barca sacra di Amon; 11, sala ipostila; 12, santuario.

La cittadina è la base turistica per la visita dell'antica Tebe. Nel tempio, che era "l'harem meridionale di amon", la sede del dio essendo il santuario di Karnak, sotto Diocleziano i romani installarono un accampamento militare; il nome arabo del luogo, el Uqsor, è il plurale di qasr, castello, derivante a sua volta dal latino castrum; esso ricorda quindi questa circostanza. La gloria di Luqsor, e uno dei luoghi più affascinanti di tutto l'Egitto, è il tempio di Amon, opera di Amenhotep III e probabilmente edificato dal suo "scriba delle reclute" e architetto Amenhotep figlio di Hapu. Si arrivava al tempio, che sta sulla riva del Nilo, per un viale di sfingi criocefale (a testa di ariete) proveniente da Karnak. Oggi le sfingi a testa umana che si incontrano allineate prima del pilone sono quelle di Nekhtnebef (Nectanebo I)(XXX dinastia). Il pilone e tutto il cortile retrostante sono opera di Ramses II, che anche qui volle lasciare il suo segno. Egli fece precedere al pilone due obelischi - uno solo è in sito, l'altro è quello di piazza della Concordia a Parigi - due sue statue colossali, ai lati della porta, nelle quali è raffigurato seduto in trono con accanto la regina Nefertari, e altre quattro statue in piedi di cui solo una, mutila, rimane. Essendo opera di Ramses II non sorprende trovare nei rilievi del pilone il racconto della sua campagna contro gli Ittiti e i loro alleati e della battaglia cruciale di Qadesh, accompagnato dal testo geroglifico del cosidetto "poema di Pentaur" che di quello scontro narra le vicende, esaltando il valore personale del re. Il cortile è cinto all'interno da un doppio colonnato ai quattro lati, ma sulla sinistra è occupato parzialmente e sovrastato dalla moschea di Abu el Haggag, il cui bianco minareto caratterizza, insieme alla "foresta di colonne" antiche, la classica veduta del sito. Sempre nel cortile di Ramses II, sulla destra, appoggiata alla faccia interna del pilone, vi è la preesistente cappella tripartita delle barche della triade tebana, Amon, Mut e Khonsu. E' opera di Thutmosi III ed è per rispettarla che il cortile di Ramses è stato disegnato sbieco rispetto al tempio retrostante. Fra i rilievi sulle pareti del cortile è da notare, nell'angolo destro in fondo, quello il cui la processione dell'inaugurazione si dirige verso il pilone di Ramses II, che vi è disegnato con i due obelischi, le sei statue e le quattro antenne portastendardo. Negli intercolumni di buona parte del portico del cortile vi sono undici statue stanti di Ramses II, che pose anche altre due sue state di granito nero ai lati della porta di fondo. Per tale porta che attraversa il pilone di Amenhotep III, si entra nella parte del tempio quale è stata concepita da questo re. Qui la prima struttura architettonica che si incontra è inusuale: due file di sette grandi colonne, con capitello a campana rovesciata, formavano una galleria di accesso. Sulle pareti che delimitano i lati vi è il ciclo di rilievi fatti eseguire da Tutankhamon - e quindi ancora permeati da gusto artistico amarniano - ma poi usurpati da Horemheb. Vi sono descritti i preparativi e lo svolgimento della processione della barca sacra del dio, portata a spalla dai sacerdoti durante la grande festa annuale del dio. Si passa quindi nel grande cortile: le colonne fascicolate, con capitello chiuso, in due file su tre lati ed in quattro file sul lato di fondo a formare una sorta di atrio, molte ancora collegate dai possenti architravi, emergono libere e suggestive per la caduta dei muri perimetrali: è la "foresta di colonne". La parte posteriore del tempio, secondo l'articolazione di Amenhotep III, vedeva sull'asse centrale, completato da ambienti laterali, la successione di due sale ipostile, una trasversale e una quadrata, e la cappella della barca sacra di Amon. Dietro il muro di fondo di quest'ultima vi è un'altra sala ipostila e infine il santuario contenente una statua colossale del dio. E' singolare il fatto che questi due ultimi ambienti non si potevano raggiungere con un percorso rettilineo, ma soltanto passando per le stanze alla destra della cappella della barca sacra. Non è facile spiegare le motivazioni, probabilmente liturgiche, di questa situazione architettonica. Successivamente, con tutta probabilità in età tolemaica, fu aperta la porta fra la cappella della barca e la successiva ipostila e nella cappella stessa costruito un naos con ingresso sia nella parete anteriore sia in quella posteriore, naos in cui è rappresentato Alessandro in cospetto della triade tebana. Particolare interessante del tempio di Luqsor è ancora una delle stanze laterali della parte posteriore, in cui è raffigurato il concepimento divino di Amenhotep III da parte di Amon e della madre Mutemuia, la gestazione e la nascita. Questo ciclo allegorico ripete quello di Hatshepsut nel suo tempio a Deir el Bahri e ha lo stesso significato ideologico.