I Siri
I Siri
sono aramei, discendenti dei Cristiani della Mesopotamia, distintisi nel
V secolo nella lotta cristologica o monosofismo.
Sono chiamati anche Giacobiti, dal nome del padre della
loro eresia, Giacomo Baradai, ordinatovescovo nel 543, fu
feroce oppositore del Concilio di Calcedonia.
Nel 1872 l'arcivescovo giacobita di Aleppo, Michele Jarwé, eletto
patriarca, passò al cattolicesimo e venne riconosciuto da Roma nel 1873.
La sua chiesa si oppose a lui, messo in carcere, fuggì con una parte dei
suoi seguaci in Libano, dove stabilì la sua sede sulla collina di
Charfeh, nel centro del Libano cristiano. Il convento di Charfeh divenne
da allora la residenza del patriarca Siro-Cattolico, ed i Siri si
distinsero in giacobiti e cattolici. |
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Assiro caldei
Con
questo nome, si indicano generalmente i Cristiani del vecchio Impero
persiano, conosciuti anche con il nome di Nestoriani. Questi cristiani
del regno dei Parti fanno risalire la loro origine all'apostolo Tommaso,
secondo una testimonianza di Origene (185-253), citato da Eusebio.
A causa della loro posizione geografica questi cristiani non hanno
avuto molti contatti con l'Impero occidentale e ancor meno con Roma.
Per opposizione all'Impero romano-bizantino si spinsero verso il
Nestorianesimo (da nestorio), che professava il Cristo Dio-Uomo e Maria
madre dell'uomo e non madre di Dio.
A partire dal XVI-XVII secolo, grazie all'opera dei
missionari Cappuccini e Domenicani, iniziarono il loro cammino
verso l'unità con Roma.
Solo all'inizio di questo secolo però la maggioranza dei Nestoriani
aderì all'unione con la Chiesa Cattolica e, mentre nasceva il numero dei
Cattolici, la Chiesa Assira veniva abbandonata dai suoi pastori: il
Patriarca emigrò negli Stati Uniti (1949) e i sacerdoti divennero più
rari. Oggi la chiesa Assira comprende due rami, uno Cattolico-Caldeo e
uno Nestoriano, presenti tutti e due nella configurazione sociale e
giuridica dello Stato libanese e riconosciuti come due comunità a
statuto. |
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Armeni
Gli
Armeni, cristiani di antichissima data, sono gli ex-abitanti della
grande Armenia. Nel XII secolo tutti gli Armeni formarono il loro primo
grande Regno, che durò fino al XIV secolo; da allora gli
Armeni cristiani non ebbero più uno Stato indipendente e oggi sono
disseminati in tutto il mondo.
Dispersi in tutto il mondo, ma soprattutto in Oriente, gli Armeni fanno
capo i due Patriarchi di Echimiadzin e Cilicia (Libano), distinti tra
Cattolici e Ortodossi o Gregoriani.
Nel 1740 il Patriarca armeno cattolico della Cilicia venne a Roma e fu
riconosciuto dal Papa Benedetto XIV. Non poté tornare alla sua sede di
Aleppo dove fu eletto un altro patriarca dissidente. Andò in Libano e vi
stabilì la sua sede patriarcale, nella località
di Bzoummasr e anche nel Kesrouan, non lontano dalla sede del
Patriarcato maronita e siro-cattolico. Anche il
Patriarca Armeno-Ortodosso, detto anche Gregoriano dal nome del
fondatore della nazione Armena, Gregorio l'Illuminatore (240-326), si
trasferì in Libano dopo la prima guerra mondiale. La
costituzione libanese li riconosce come due comunità a statuto personale
e giuridico distinto. |
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Greci
I Greci sono i fratelli mediani degli
Aramei e dei Siri, discendenti dei primi cristiani apostolici.
Dopo la conquista musulmana iniziata nell'VIII secolo, la lingua greca
cedette il passo all'arabo invasore e alla lingua
dell'occupante musulmano. I Greci della Fenicia, da Aleppo fino ad
Alessandria, si misero a parlare arabo, conservando però la stessa forma
di preghiera liturgica della capitale di Costantinopoli.
Con l'arrivo degli arabi i Greci del vicino oriente si fecero chiamare Melchiti,
dall'arabomalik (re o imperatore) per ricordare che erano i seguaci di
Malik, Imperatore di Bisanzio. Attualmente essi si trovano in Siria,
Egitto, Libano, Palestina e sono divisi in due rami, quello
degli Ortodossi, rimasti fedeli al Patriarcato di Costantinopoli e,
quello dei cattolici, chiamati anche Greci Melchiti.
L'origine del ramo cattolico risale al XVII secolo, quando il
Patriarca Eutimio II Karmé, dopo il Concilio di Firenze (1438) mandò a
Roma la sua professione di fede, ma morì prima di riceverne la conferma.
Il rapporto dei Melchiti con Roma rimase indefinito fino al 1701
quando il metropolita di Beirut e il vescovo di Baalbeck
dichiararono ufficialmente e pubblicamente la loro comunione con Roma.
Il patriarcato rimase però ufficialmente ortodosso e unito a
Costantinopoli fino a che, dopo la morte di Eutimio III Saifi,
cattolico di cuore ma ufficialmente rimasto costantinopolitano , il
movimento della Chiesa Greco-Melchita elesse il nipote del defunto come
Patriarca, col nome di Cirillo VI. Il partito di Costantinopoli a sua
volta elesse subito un altro Patriarca, Geremia III, e si accese così
una lotta accanita per l'occupazione del Patriarcato. Cirillo VI, da
Damasco, si rifugiò in Libano e l'unione con Roma da allora si poté
estendere facilmente, a partire dal Libano, in altre città. |
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Copti
I Copti
sono i Cristiani d'Egitto discendenti dagli antichi Egiziani (aigyptoi,
copti). Si dividono in due rami:etiopi ed egizi; dopo l'invasione araba
nel 640, l'arabo soppiantò lentamente ma definitivamente la lingua greca
e copta, che è rimasta solo nella liturgia, sotto il regime musulmano
conobbero periodi tranquilli.
L'epoca della dominazione Turca (1517-1804) fu relativamente tranquilla;
il periodo della "rinascita", iniziata con Mehemet Alì (1805-1848),
segnò l'inizio della libertà e della promozione culturale e umana
che culminò con la dichiarazione dei diritti della donna in Egitto, del
1910. Il periodo della presidenza di Gamal Abdel Nasser
(1952-1970), succeduto alla monarchia, mise i copti in una critica, che
causò la loro emigrazione e la loro presenza in Libano. |
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Maroniti
I Maroniti portano
questo nome dal monastero di S.Marone, edificato nel V secolo, sulla
tomba del monaco Marone (410), e sono il gruppo più numeroso e più
dinamico del Medio Oriente.
La loro origine risale al V secolo d.C., quando, a causa di una scisma,
parteggiarono per l'Imperatore di Bisanzio, che li colmò di favori. Nel
VII secolo, esattamente nel 636, rimase vacante la sede patriarcale di
Antiochia, i monaci di S.Marone ed alcuni vescovi vicini decisero di
eleggere un Patriarca; il Califfo omayade Marwan, divenuto intanto il
nuovo sovrano del paese, li riconobbe nel 746 come una comunità e se
stante. La loro storia è un susseguirsi di lotte, abbandonati
dall'Imperatore di Bisanzio, ormai debole e lontano, a partire dal IX
secolo iniziarono una migrazione di massa verso il Libano,
ancora coperto dai boschi e ricco di caverne che servirono loro
per rifugio, le grotte di Qannoubine, nel nord del Libano, servirono per
il Patriarca maronita da monastero, da curia e da cattedrale; e la valle
sottostante, da terra di rifugio, da fonte di sopravvivenza e da luogo
disantificazione, venne chiamata la santa, Qadisha. I Maroniti
mantennero lo stato di semi-indipendenza ed autonomia sia di fronte ai
califfi arabi, sia di fronte ai sultani ottomani.
Nel 1736 il Sinodo Libanese diede loro l'assetto completo e moderno
di una Chiesa gerarchica organizzata secondo le disposizioni e gli
orientamenti del Concilio di Trento. Essendo tutti di fede cattolica, i
Maroniti non ebbero difficoltà ad adattarsi e seguire l'evoluzione
culturale del mondo cristiano occidentale, la loro fede cattolica
li portava sempre verso l'occidente, dal tempo delle Crociate fino
all'epoca moderna. I re e sovrani dell'Europa, da Francesco I di
Francia, ai Duchi della Toscana, all'imperatore Francesco Giuseppe
d'Austria, resero la presenza dei Maroniti molto efficiente
negli istituti di cultura e nei campi della ricerca scientifica. In
seguito ad una prima ed ingiustificabile crisi con i Drusi, che finì con
il massacro del 1860 e la distruzione di villaggi e chiese, inizia per
loro il periodo moderno che culminerà con la dichiarazione, nel 1919
alla conferenza di Verailles, della Repubblica Libanese, fondata sul
diritto e sul lavoro. Allora erano presenti tutte
le condizioni favorevoli alla creazione di una Repubblica
cristiana in Libano, ma fu lo stesso Patriarca maronita ad opporsi
a questa idea, in quanto non adeguata all'essere e alla vocazione
cristiana. I Maroniti sono tutti cattolici e formano l'unica Chiesa
orientale interamente cattolica. Sono maggioritari in Libano, ma hanno
sedi vescovili ad Aleppo, Damasco, Gerusalemme e al Cairo; sono presenti
in tutti i paesi arabi e la maggioranza è emigrata in varie parti del
mondo, particolarmente in America, Australia ed Europa. Il Patriarca di
Antiochia e di tutto l'Oriente per i Maroniti risiede a Bkerké, a 30 Km
a nord di Beirut, al fianco delle montagne dove sorge dal 1922 la
gigantesca statua ed il Santuario di Nostra Signora. |
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Latini e Protestanti
In
Libano vivono anche delle piccole comunità di Latini e Protestanti di
varie denominazioni. Gli uni e gli altri son discendenti di insediamenti
culturali dei pionieri e di opere missionarie dei secoli passati. I
Latini sono concentrati soprattutto nelle città costiere.
Discendenti di navigatori, commercianti e, recentemente, di uomini
d'affari venuti ad aggiungersi a quelli antichi, presenti sulla costa
fenicia ai tempi delle Crociate ed anche prima. I Protestanti vivono in
diverse città dell'Oriente, anche nelle città libanesi, principalmente
Beirut e Tiro si trovano delle piccole comunità Protestanti. I
Protestanti del Libano sono in numero ridotto ma, provenienti da
missioni culturali, scientifiche e religiose, essi, nella loro diversità
dottrinale, formano una sola realtà culturale e sociale.
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