Per gentile
concessione
dell'autore
 
RUOLO E SIGNIFICATO DELL'ANIMAZIONE NELLA TERAPIA E NELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA


F. Della Pietra




Uno degli strumenti cui storicamente si è fatto ricorso nei programmi terapeutici e riabilitativi psichiatrici è l'animazione, intendendo tale termine l'insieme di iniziative e di interventi clinici mirati a favorire la ripresa di capacità espressive e comunicative in quei pazienti ai quali essi sono rivolti. Capacità strettamente collegate a quella componente emozionale ed affettiva che più comunemente è detta anche anima. È noto come sia la sfera degli affetti e delle emozioni a subire i danni più gravi nel corso del processo psicotico e schizofrenico; l'esperienza clinica ci porta a riconoscere nell'apatia , nell'appiattimento affettivo, nell'atteggiamento di estraneità, in quella sorta di indifferenza a tutto e a tutti, le caratteristiche più profonde, resistenti e difficili da trattare in un paziente psicotico. La comunicazione è tra le funzioni dell'Io, quella che subisce il black-out più severo e, a volte, difficilmente reversibile nello schizofrenico. Da qui la ragione per cui da sempre gli interventi cosiddetti animativi, diretti a stimolare manifestazioni espressive e comunicative, hanno importante riscontro e trovano uno spazio privilegiato nella pratica clinica fornendo un esempio di come due universi distanti quali sono la Scienza e l'Arte trovino dei punti di contatto. Attraverso la stimolazione proposta dal gioco animativo cerchiamo di dar vita ad un mondo sepolto, un mondo congelato, il mondo dello schizofrenico cronico; offriamo lo spunto ed il pretesto per un risveglio. Il processo di evoluzione della malattia psicotica, come ogni processo, segue delle fasi lungo il suo corso: in ogni fase vi è l'indicazione per determinati interventi terapeutici, privilegiando quelli che di volta in volta risultano più efficaci. In alcuni casi, nonostante gli sforzi terapeutici, il processo psicopatologico può evolvere verso le fasi di maggiore gravità e regressione fino a giungere a quella condizione in cui il paziente ha perso le acquisizioni più elementari, come il senso dello spazio, del susseguirsi del tempo, dell'immagine del proprio corpo, del significato dei gesti e delle parole, dell'uso dei movimenti. Quanto più il processo di regressione è avanzato, tanto più trova indicazione l'intervento terapeutico animativo: i farmaci e gli approcci psicoterapici hanno scarsa incidenza ed efficacia in questo stadio della malattia. L'intervento di animazione in tali situazioni cliniche assume inoltre significato psicoterapico in quanto comporta spesso l'unica possibilità di coinvolgimento emotivo e relazionale del paziente. In ogni psicotico, per quanto cronico, regredito e deteriorato , vi è un margine anche se esiguo di cambiamento, per il quale va mantenuto un atteggiamento terapeutico vitale. Vanno colti ed avvalorati piccoli segni che possono sembrare insignificanti, a volte uno sguardo più vivace del solito, un sorriso, un'attenzione inusuale. Desidero ora soffermarmi brevemente su un intervento animativo, la festa, che viene utilizzato in particolare in quelle strutture riabilitative residenziali e non, in cui è trattata la patologia psicotica cronica o stabilizzata. Cosa rappresenta la festa e che significato può avere in un paziente sottratto alla realtà della vita quotidiana da lunghi anni di istituzionalizzazione? È opportuno ricordare che gli eventi festivi fanno parte della memoria storica e del patrimonio di esperienze di tutti. Nel paziente psicotico o schizofrenico esiste un'epoca in cui egli è stato sano: l'epoca dell'infanzia e dell'adolescenza. Sono queste le età in cui , normalmente, i momenti festivi legati al Natale, alla Pasqua, ai compleanni, sono vissuti con notevoli aspettative e con una gioia particolare. Essi assumono un significato importante e lasciano tracce profonde. Riproporre contesti festivi che possono funzionare come occasioni favorenti il riemergere di parti sane, sepolte da anni di sofferenza, di vissuti di contentezza sopiti e dimenticati nel corso dei tempi, significa tentare di ridare vita ad un piccolo mondo di emozioni ancora localizzato da qualche parte, all'interno di ogni paziente. A tal proposito vorrei ricordare una manifestazione che in occasione delle festività natalizie viene allestita e proposta al pubblico dell'Ospedale dei Colli di Pd, ex-Ospedale Psichiatrico, manifestazione di cui sono stato l'ideatore ed il promotore nel 1992 e che è diventata un appuntamento annuale: il Presepe Vivente. La rappresentazione del Presepe si svolge nel parco dell'Ospedale e coinvolge attivamente, sia nella preparazione che nella realizzazione, decine di pazienti ed operatori delle strutture residenziali a valenza riabilitativa, presenti nell'Ospedale dei Colli. È stato possibile osservare come i contenuti dell'iniziativa, così radicati nel patrimonio culturale ed emotivo comune a tutti i pazienti ed agli operatori, considerata la zona profondamente religiosa, siano stati motivo di forte stimolo, tanto da attivare anche quei pazienti che in altre occasioni mantenevano solitamente una distanza, per loro, di sicurezza. Ritornando alle feste e al momento festivo in particolare, esso ha la caratteristica di essere occasione di coinvolgimento esteso a tutti i pazienti, anche a quelli più regrediti. Un coinvolgimento non impegnativo, infatti il paziente vi può partecipare spontaneamente e con le modalità di approccio che gli sono più congeniali. Infine la festa comprende un periodo di preparazione e di avvicinamento alla giornata in cui verrà realizzata e vissuta: in questo periodo i pazienti possono essere coinvolti nei preparativi e partecipare così al clima festivo che si sviluppa. Ciò può favorire nel paziente il riappropriarsi della dimensione temporale, del senso del tempo e del susseguirsi delle stagioni. Il paziente comincia gradualmente a mentalizzare i vari appuntamenti festivi nello sviluppare delle aspettative nei confronti di essi. Diverso è il ruolo dell'Animazione all'interno di un Servizio Psichiatrico Ospedaliero. In esso la patologia trattata non è solo psicotica o schizofrenica. Riguarda principalmente le fasi acute e subacute e non vi è la condizione di residenzialità protratta. Qui gli interventi terapeutici sono mirati ad una risoluzione rapida della crisi e ad un rinvio della paziente alle strutture territoriali per il prosieguo del programma terapeutico. Un ricovero prolungato comporta il rischio di un eccessivo adattamento del paziente alle cure ed ai servizi offerti dal reparto, cosa che può ostacolare il suo reinserimento nel mondo esterno. In tale contesto il significato del mezzo terapeutico animativo è da individuare in particolare nella capacità di intervenire sull'ambiente ovvero sul "clima" o a "atmosfera di reparto". Pur non sottovalutando l'efficacia diretta nei confronti di alcuni pazienti, in generale quelli portatori di sintomatologia psicotica negativa, l'attività animativa all'interno di un reparto di diagnosi e cura assume, nel suo complesso, maggiore rilevanza clinica , considerata l'influenza che può esercitare sul clima di reparto. È da tutti riconosciuta l'importanza del clima che si avverte all'interno di un reparto, sul decorso della malattia e sull'efficacia stessa della terapia. Un cosiddetto "buon clima di reparto" favorisce un accoglimento rassicurante del paziente in crisi e pone i presupposto per la riuscita del trattamento terapeutico. Alcune condizioni patologiche acute, per la loro gravità e drammaticità, producono un innalzamento del livello di tensione emotiva all'interno del reparto che si ripercuote sui pazienti e sugli operatori. L'intervento animativo supportato in relazione alla presenza di queste situazioni cliniche, va visto come mezzo distensivo e sdrammatizzante. Un'attività di animazione, condotta da operatori tecnici specifici, costante e quotidiana in un servizio psichiatrico per acuti, funziona, in virtù degli aspetti giocosi che propone, come ammortizzatore che agisce gradualmente modificando l'atmosfera , allentando le tensioni e stemperando le conflittualità. Essa non si pone necessariamente obbiettivi mirati alla cura del sintomo, ma finalità indirette e collegate allo stabilirsi di un buon clima di reparto. Inoltre l'attività di animazione riempie dei tempi morti presenti nell'arco della giornata, permette di occupare degli spazi poco utilizzati e poco frequentati dai pazienti e favorisce una maggiore intesa tra gli operatori che vengono invitati a partecipare. Consente infine agli infermieri un contatto meno istituzionale con il paziente; un approccio che, mediato dal gioco animativo, può stimolare una maggiore alleanza terapeutica. Molte volte tutto questo si traduce in una più rapida risposta nel paziente alle stimolazioni terapeutiche, farmacologiche e psicoterapeutiche, che vengono normalmente fornite in un servizio di diagnosi e cura.





Estratto da: "UNA VIA ITALIANA ALLA RIABILITAZIONE?"
Atti del IV Congresso Nazionale SIRP, Luglio 1995.