Casa cantoniera di Cadè: cosa fare?
La casa cantoniera di villa Cadè è stata occupata nel maggio del 2005
in maniera pubblica perché alcune famiglie senza casa potessero
viverci. Prima di allora la casa era in stato di totale abbandono
ormai da diversi anni ed è stata rimessa a posto proprio dai nuovi
abitanti. Oggi, a distanza di più di quattro anni, vivono in quella
casa due famiglie di cui una composta da una giovane madre con tre
figli piccoli. Sempre oggi ( ieri, ndr ) sei agenti della polizia di
stato si sono presentati alla casa, hanno aperto la porta di ingresso
con la forza e, dopo aver intimidito gli abitanti, hanno portato in
questura una persona e "sequestrato" i documenti di tutti.
All'arrivo degli attivisti del collettivo sottotetto gli agenti hanno
più volte cambiato versione in merito alle motivazioni della loro
presenza e dell'azione che stavano compiendo: prima hanno dichiarato
di essere stati mandati ad eseguire lo sgombero dai nuovi proprietari
della casa che hanno detto essere il corpo della polizia forestale,
cosa poi rivelatasi falsa; in un secondo momento hanno dichiarato di
essere intervenuti a causa di un presunto furto di corrente elettrica,
altra cosa totalmente falsa. Come ultima spiegazione gli agenti hanno
parlato di un semplice "controllo" su segnalazione di ignoti riguardo
alla presenza di "clandestini" che non hanno comunque trovato.
Il clima di odio e di caccia alle streghe che si è creato anche nella
nostra città è molto preoccupante: si chiudono locali pubblici, si
blindano quartieri con operazioni militari e si sfondano porte di case
per semplici segnalazioni riguardanti, ricordiamocelo, la semplice
presenza di esseri umani. La sola supposizione della presenza del
"clandestino" basta per provocare e giustificare operazioni di
polizia e leggi d'emergenza che immediatamente, con l'aiuto di
campagne mediatiche studiate appositamente, diventano spot
pubblicitari su efficienza e sicurezza ad uso dei politici di turno e
scuse per il varo di leggi vergognose come il recente pacchetto
sicurezza contro il quale manifesteremo, insieme a tanti altri, il 19
dicembre a Reggio Emilia.
Da questa storia nasce un'amara considerazione: qui tutti si adoperano
per farsi difensori di non si sa quale sicurezza sgomberando,
arrestando e deportando esseri umani ma nessuno pare preoccuparsi di
garantire la SICUREZZA di avere una casa dove abitare e la possibilità
di vivere in questa città nel rispetto dei diritti fondamentali. Le
persone che stanno abitando la casa cantoniera di Cadè ne sono una
dimostrazione: in quattro anni nessuno si è speso per risolvere la
loro situazione di emergenza abitativa così come quella di tante altre
famiglie che si trovano nella stessa situazione mentre gli interventi
delle forze dell'ordine non si fanno mai aspettare.
I problemi sociali, constatiamo nuovamente, continuano ad essere
affrontati come questioni di ordine pubblico, l'essere poveri è una
colpa grave ed un via-libera per soprusi di ogni genere.
Ci chiediamo se ora che la crisi avanza e la disoccupazione inizia a
dilagare queste siano le uniche "azioni concrete" che ci possiamo
aspettare e ci chiediamo se il nostro futuro sarà fatto di sfratti,
pignoramenti, sgomberi e migliaia di case vuote ad uso unicamente
speculativo. Ci chiediamo se quello che ci aspetta sarà un futuro di
baraccopoli e se poi non ci lasceranno neanche quelle perché turbative
del pubblico decoro.
Non siamo disposti ad accettare il futuro nero che altri hanno
programmato per noi e crediamo che le azioni concrete che seriamente
possano risolvere i problemi legati all'emergenza abitativa non
prevedano l'uso delle forze di polizia ma la messa in campo di risorse
sociali e, per una volta, di provvedimenti seri a scapito di rendite e
speculazioni come il blocco immediato di tutti gli sfratti, la
requisizione delle case sfitte dei grossi proprietari immobiliari e la
garanzia di un reddito per tutti coloro che hanno perso e perderanno
il lavoro.
La notizia, che non in tutti i media locali è
apparsa, mi è parsa degna di essere inserita in quanto riguarda Cadè;
ovviamente non tutte le cose riportate sono condivisibili ed a tutti è
aperta la discussione nelle sedi appropriate
Jurirosso
Articolo preso da "Globalprojet.info."
Martedì 17/11/2009
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