xicolo

PERICOLO!

Capitolo 009

Erano ben due mesi che Melania si trovava nell'accampamento dei ribelli. Oramai aveva ben appreso a combattere, sia nel corpo a corpo, sia con le armi. Nell'ultimo mese aveva appreso ad utilizzare le armi più svariate, dalla spada alla frusta, dai pugnali all'arco e alla balestra. Purtroppo non riusciva ancora ad utilizzare appieno il potere, anche se riusciva a crearne quantità minime. Drako non si perdeva d'animo, era già un miracolo che alla sua età avesse appreso così in fretta le capacità basilari. Era sempre più convinto che, al momento giusto, avrebbe sfoderato tutte le sue capacità.


Oramai restavano sempre più spesso nel bosco fino a tardi, e, alcune volte, ci si recavano solo di sera. Una sera di quelle, dopo aver concluso gli allenamenti con l'arco e la balestra, si sdraiarono vicino al fiume per riposarsi un po’. Anche quella sera Drako si era tolto l'ingombrante mantello scuro. Melany aveva notato che non se l'era mai tolto nell'accampamento, o se qualcuno li accompagnava per aiutarli; se lo toglieva solo se erano soli. Così, prese il coraggio a due mani e ne chiese il motivo. Drako, un po’ imbarazzato le rispose:

-Non c'è un motivo preciso, solo che mi sono abituato così. Ma non credo potrò continuare a lungo perché…

Si bloccò di colpo. Melania intuì l'imbarazzo del giovane. Aveva parlato troppo, ma ora l'aveva incuriosita. Si voltò con la pancia sotto, e puntellandosi con i gomiti, appoggiò il viso sui pugni, osservandolo. Con voce indagatrice chiese:

-Perché?

-No, niente. - Drako era fortemente imbarazzato, tanto che voltò il viso per non guardarla negli occhi, e dopo pochi istanti si alzò a sedere. Melania l'imitò e continuò a fissarlo, attendendo una risposta esauriente.

-Bugiardo. - lo prese in giro con un tono un po’ derisorio, ma sempre con molta dolcezza. Era impossibile arrabbiarsi con lei, faceva tutto con una tale spontaneità e dolcezza che per qualsiasi errore non le si poteva fare una colpa.


Drako era imbarazzatissimo, si era lasciato sfuggire troppo. Avevano deciso di non informare Melania per il momento, non volevano metterla in ansia. Adesso, però, lei aveva capito che le nascondeva qualcosa, e, conoscendola, non lo avrebbe lasciato in pace finché non gli avesse rivelato tutto.


Alla fine si decise, e, con tono sconsolato, cominciò a raccontare.

-La settimana scorsa è arrivato un messaggero dal nord. Ci ha riferito che l'esercito dei vampiri sta arruolando nuovi adepti. Non abbiamo ancora deciso nulla, ma probabilmente tra meno di due settimane dovremo partire. Se non fermiamo ora l'avanzata di quell'esercito, ci saranno molte perdite tra gli innocenti. Troppe perdite. I vampiri sono terribili anche quando li trovi da soli, ma se si riuniscono in eserciti sono devastanti.


Melania impiegò qualche istante ad assimilare la notizia. Aveva sempre vissuto allenandosi e studiando, la prospettiva di una battaglia era sempre stata abbastanza lontana. Ora, di punto in bianco, si ritrovava a dover combattere sul serio. Uccidere o morire sul campo di battaglia.


Comunque non si scoraggiò. Certo, era stravolta, ma non aveva paura. Aveva lavorato bene, anche dal punto di vista psicologico, in quelle settimane. Era pronta ad affrontare le battaglie, le uccisioni e le ingiustizie. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, poi li riaprì, sorrise a Drako, che la fissava preoccupato, si alzò e disse allegramente:

-Visto che non era così difficile? Avanti, ci aspetta Gror per la cena.

Si avviò allegramente verso l'accampamento. Drako si alzò, prese il suo mantello e se lo mise. Mentre lo allacciava Melany tornò indietro e gli disse, con un sorriso malizioso stampato sul viso:

-Tanto vale che tu cominci ad abituarti a non usarlo, no? Avanti, non sei un mostro, anzi, e non hai nessun motivo per nasconderti in un mantello nero. Per altro fai impressione a chi non ti consce. Io la prima volta che ti ho visto credevo fossi la morte!

-Credevi che fossi chi?- Drako era incredulo; non tanto per quello che aveva detto, ma per come stava reagendo all'annuncio di un'imminente battaglia. Era davvero una ragazza eccezionale.

-Sai cosa fa Clelia nel negozietto dove ci siamo incontrati?

-Si, mi ha spiegato sommariamente cosa sono i tarocchi, la lettura della mano e tutte queste cose, ma non capisco dove vuoi arrivare.

-La morte è un tarocco, ed è raffigurata da uno scheletro con una lunga falce in mano, avvolto in un mantello scuro uguale al tuo. Per questo sono svenuta, mi è preso un colpo quando ti ho visto!

-E sei svenuta per questo? Non ci credo! - la discussione aveva oramai assunto toni più piacevoli. Era meglio così, pensò Drako.

-Non cambiare discorso! Togliti il mantello.

-E se non volessi farlo? - la domanda aveva un suono burlesco e di sfida. Melania finse d'indignarsi, mise le mani sui fianchi e cominciò a battere il piede sul soffice terreno erboso, ma aveva un'espressione troppo divertita per sembrare minacciosa.


Drako allora sorrise bonariamente e si tolse il manto, lo piegò accuratamente e lo ripose nella piccola sacca nera che portava con se. Poi, con tono divertito e di finto risentimento le disse:

-Contenta ora?

Melany rispose con altrettanta finta indignazione:

-Direi di si. Questa volta te la sei cavata.

Poi si voltò di scatto e si avviò a passo svelo verso l'accampamento.


Trascorse un'altra settimana prima che Melania e tutti i capi tribù si riunissero per decidere cosa fare. Non si era atteso tanto per pigrizia o per paura, ma perché si attendeva l'arrivo di altri messaggeri, con informazioni più dettagliate. Infatti, appena arrivarono, fu convocato d'urgenza il consiglio. Drako e Melania si trovavano nel bosco ad allenarsi, era mattino presto, e fu un ragazzo sui tredici anni della tribù dell'ovest ad andarli a chiamare. Era il giovane Crios. Il ragazzo aveva i capelli rossicci e gli occhi verdi. Era minuto e snello, ma molto forte e tenace, era uno dei cinque allievi di Pharsalos.


Quando arrivarono era già tutti nella sala del consiglio, aspettavano solo loro. Lexiure, con sorriso gentile li invitò a sedersi, mentre Alex li guardava con disprezzo. Melany sapeva perfettamente che quella occhiata era solo per lei, e aveva la grande impressione che Drako non fosse del tutto indifferente alla gelida nordica. Infondo, si disse, non è del tutto indifferente neppure a me.


Quando furono tutti seduti e attenti Ormuzd fece entrare un ragazzo nella sala, probabilmente il messaggero che attendevano. Il giovane doveva avere poco più di trent'anni, era altro, massiccio e muscoloso. La pelle era bianca, ma portava i segni di numerose battaglie. I capelli erano di un biondo evanescente, quasi bianchi, mentre gli occhi avevano il colore del ghiaccio. Dall'aspetto doveva essere un uomo del nord, ma il suo viso e il suo comportamento non esprimevano l'indifferenza e il disprezzo di quelli di Alex.


L'uomo si sedette, rivolgendo le spalle alla porta, affianco ad Alex ed Omicron, e cominciò a parlare. Aveva un tono deciso e maturo, ma si intravedeva che aveva paura di ciò che stava per raccontare.


-Come temevamo i vampiri si stanno riunendo in un esercito… - il tono era tesissimo e solenne, era come se stesse pronunciando una condanna -…e il peggio è che a comandarli ci sarà direttamente il re Wanax.


Quella notizia sembrò un fulmine, e la reazione nella camera del consigliò fu travolgente. Ormuzd e Omicron saltarono in piedi, Lexiure aveva lo sguardo perso nel vuoto e le labbra serrate nella preoccupazioni, Drako aveva gli occhi sbarrati, fissi sul messaggero e tutto questo presagiva ad un disastro immane. L'unica persona che sembrava tranquilla era Alex, era rimasta della sua solita espressione indifferente e sprezzante, ma sembrava quasi che tentasse di reprimere un sentimento forte e violento. La realtà, purtroppo, era ben diversa da come se la immaginò Melania.. Il messaggero, dopo lo sconvolgente annuncio aveva abbassato il volto, e fissava, sconsolato, il pavimento brillante della sala. Melania si era ormai abituata alla luminosità del legno fatato, ma il messaggero era stato costretto ad indossare gli occhiali scuri. Indossava una maglia a maniche corte, di tela rossa, che gli andava abbastanza larga, un pantalone blu scuro, sempre di tela, e un paio di sandali. Vicino alla porta aveva posato una grossa borsa verde scuro, che sembrava sul punto di scoppiare, tanto era piena. Probabilmente si era cambiato strada facendo, perché era impensabile che fosse vestito così nel nord.


Melania non comprese la ragione di tanto sconcerto, ma probabilmente, pensò, era dovuto a chi comandava l'esercito. Probabilmente il re Wanax era molto potente e abile in battaglia. Lexiure fu in primo a riprendersi. Cominciò a parlare, con voce tremante, ma man mano che andava a vanti riacquistava il suo tono abituale, calmo e riflessivo.

-Dobbiamo mantenere la calma. Ormuzd, Omicron, per favore, sedetevi. - anche se molto contrariati i due capi tribù obbedirono all'invito dell'elfo. - credo sia giusto spiegare la situazione a Melany, Hireo, vuoi pensarci tu?


Il messaggero alzò la testa, e, con timore, cominciò a spiegare la situazione alla ragazza.

-La reazione dei nostri capi tribù è dovuta al comandante dell'esercito. Wanax è il re dei vampiri da molti anni. In molti hanno tentato di ucciderlo, ma egli è troppo potente. Utilizza una strana forma di potere, è molto potente e se lui assumesse il comando diretto dell'esercito dei vampiri, le conseguenze potrebbero essere disastrose.

Il messaggero aveva riassunto frettolosamente la questione, ma Melania ne aveva compreso la portata. Drako, prese la parola dopo il messaggero per spiegarle meglio la loro preoccupazione.


-Anni fa, prima che salisse al trono la principessa Ailis le terre di questo mondo erano in lotta tra loro, come saprai.- aveva assunto un tono saccente, ma solo per coprire l'inquietudine che traspariva chiaramente dai suoi occhi - in quel periodo, nelle terre del sud c'erano numerose cittadine che, armatesi di spade, fruste, archi e frecce, cominciarono a lottare per ottenere più territori e più ricchezze. Una di queste città era Persepoli…

Melania fece un'espressione strabiliata, e Drako s'interruppe, credendo di aver detto qualcosa di sbagliato.

-Melany…- riprese con tono timoroso - cosa c'è?

-Oh, sono solo sorpresa. Persepoli, nel mio mondo, era una città dell'impero Persiano. Mi sorprende che esista anche qui. Nel mio mondo fu distrutta e abbandonata millenni fa.

-Non è una rarità. Te ne parlai, a casa tua, anche la nostra capitale, Heraklion, esisteva nel tuo mondo.

-Si, hai ragione. Scusate, vai pure avanti.

Drako riprese a narrare le vicende di antiche guerre.

-Persepoli possedeva già un grandioso esercito, ma quando il vecchio sovrano, Usus, morì durante una battaglia, sia la città che l'esercito rimasero senza comandanti. Usus non aveva figli e quindi la successione divenne causa di discussione. Alla fine, un giovane di appena diciassette anni, riuscì a impressionare gli anziani della città, e ottenne l'incarico di comandante supremo dell'esercito, in modo provvisorio. Si chiamava Gyas. Egli fece in modo che la sua carica divenisse perenne, grazie a varie conquiste militari, e ottenne anche il governo della città. Persepoli, sotto il suo governo, continuò a vincere una battaglia dopo l'altra, e ad accumulare territori e ricchezze, fino a che non si trovò davanti il primo e unico, almeno fin ora, esercito di vampiri. A quel tempo si erano insediati nel sud, e avevano cominciato a combattere per ottenere il dominio su tutto il territorio. L'esercito di Persepoli incrociò i vampiri nella pianura di Othona, ad ovest della città tra le montagne di confine e i monti centrali. Fu una strage. Non sopravvisse nessun umano, furono tutti tramutati in vampiri o uccisi. Il giovane capitano Gyas divenne vampiro, cambiò nome, per battezzare la sua rinascita, diventando Wanax.


Drako aveva assunto un tono solenne nel pronunciare quell'ultima frase. Melania cominciava ad essere inquieta; il ragazzo aveva finito di parlare, ma lei presumeva che la storia non fosse ancora finita. Infatti fu Lexiure a continuare, dopo pochi minuti di silenzio. Era riuscito a riprendere il controllo di sé, e parlava con il solito tono musicale, fluido e pacato, come se stesse raccontando un avvenimento storico durante una loro lezione.


-Wanax assunse presto la carica di comandante di divisione nell'esercito dei vampiri, ma non era contento. La sua carriera fu molto rapida, ma si bloccò presto. Era sempre stato dotato di grandi poteri, e diventare vampiro li aveva amplificati. Per la verità i suoi poteri erano sempre stati molto strani, pochi riuscivano a capirne la fonte, e ancor meno erano mai riusciti a resistervi. Non era comunque molto pericoloso tra i vampiri, sebbene fosse distruttivo per gli umani, gli elfi e tutte le altre razze, altrimenti sarebbe stato eliminato subito. Le alte caste dei vampiri, composte dagli esseri nati come vampiri, non permettono che i soldati, per lo più umani vampirizati, abbiano un potere superiore al loro. Eliminano subito i vampiri delle caste inferiori se manifestano poteri particolari. Wanax lo sapeva, e per questo abbandonò l'esercito. Stava sviluppando rapidamente una nuova forma di potere, mai visto prima, e se fosse cresciuto troppo e troppo presto, i comandanti avrebbero potuto accorgersene ed eliminarlo. Non siamo sicuri di dove si sia recato, una volta fuggito dall'esercito, ma supponiamo che si sia recato ad est, dagli gnomi dei monti fatati, perché lo aiutassero a capire la vera origine dei suoi poteri e gli insegnassero a controllarli. Quelli gnomi sono molto famosi per la loro erudizione sulle varie tipologie di poteri e altrettanto conosciuti per la loro malvagità. Siamo quasi sicuri che si sia recato da loro perché nessuno, in nessuna parte del mondo , sembrò avvertire il crescere dei suoi poteri, che sarebbero stati percepibili da chiunque avesse una base di allenamento. I monti fatati furono utilizzati come rifugio dagli gnomi proprio perché da quelle montagne non esce nessun segno dei poteri che vi si esercitano. Fungono come una specie di barriera naturale, impedendo a chiunque di percepire cosa accada nelle loro valli. Non si seppe nulla di lui per i due successivi anni. Quando tornò i suoi poteri erano cresciuti a dismisura, nessuno fu in grado di fermarlo, ed egli uccise il re e tutti i suoi discendenti, prendendo per se il potere. Da allora i vampiri sono divagati in tutte le terre conosciute senza tregua. Solo la principessa Ailis è riuscita a fermarli, confinandoli nelle terre del nord. Da quando sono lì, sono notevolmente diminuiti e si sono indeboliti. Ora che lei è prigioniera, suppongo che vorranno riconquistare i territori caldi e fertili del sud, abbandonando il gelido inverno della loro prigione. E ci riusciranno, i poteri di Wanax, nonostante l'esilio, non sono per nulla diminuiti, e se si metterà in viaggio con l'esercito, sarà un disastro.


Un silenzio, quasi religioso, si diffuse in tutta la sala per alcuni minuti. Melania rimase ferma a pensare alle conseguenze, ma non conoscendo gli effettivi poteri dei vampiri non riuscì ad immaginarli. Nel suo mondo i vampiri erano personaggi fantastici che morivano con la luce del sole o con un paletto di legno nel cuore, ma aveva la vaga impressione che le cose, in realtà, fossero molto diverse. Si decise a chiederlo, e disse con curiosità:

-Scusate, nel mio mondo i vampiri si possono uccidere con un paletto di legno nel cuore o con la luce del sole, ma ho l'impressione che qui le cose siano diverse.

-Ma… - esclamò Pharsalos stupito -…anche nel tuo mondo esistono i vampiri?

-Effettivamente no… - mentre parlava Melany si sentì molto stupida per la sua domanda - … da noi sono personaggi fantastici e immaginari. Per questo volevo sapere come sono in realtà.


Pharsalos stava per rispondere, quando Omicron lo precedette con il suo tono rude ma comprensivo.

-Sui vampiri non hanno nessun effetto né la luce solare, né i paletti nel cuore. L'unico modo per farli fuori è tagliarli la testa o distruggergli il cervello con i poteri psichici. Ma è molto più sicuro decapitarli e poi bruciarli.


La discussione andò avanti per molte ore, perché non riuscivano a trovare un accordo su quello da fare. Lexiure, Drako e Omicron volevano partire subito e fermare l'esercito prima che partisse, e anche Melany era d'accordo con loro, sarebbe stato molto più sicuro. Ormuzd avrebbe preferito attendere altri messaggeri per avere più notizie, mentre Alex voleva attende e incontrare l'esercito nei territori dell'est, dove sembravano diretti, per sconfiggerli sul campo di battaglia. Le deliberazione del consiglio dovevano essere unanimi, perciò la riunione si protrasse fino a notte inoltrata.


Anche così la decisione non fu raggiunta e si rimandò la riunione alla mattina seguente, in modo da avere tempo di riposare e riflettere. Ma. Chissà perché, Melania aveva l'impressione che non avrebbero risolto nulla nemmeno la mattina seguente. Le opposizioni di Alex erano state troppo dure ed esplicite. Lei non voleva partire adesso, e preferiva enormemente incontrare gli avversari sul campo di battaglia, invece che prenderli di sorpresa. Secondo lei era un comportamento vergognoso, e i suoi guerrieri si sarebbero rifiutati di combattere a quelle condizioni.


Con quegli spiacevoli pensieri, andarono tutti a dormire, sperando che la ragazza fosse stata più ragionevole il giorno seguente, e che si potesse finalmente partire.


Capitolo Precedente
Capitolo Successivo