Ebbene sì... quello che vedete è il conte Dracula, in persona. Beh, un ritratto... Per fortuna ora è in giro a cena. Giusto: ora che mi viene in mente, vediamo di fare le cose non male, ma con una certa fretta. Non so quanti di voi vorrebbero davvero incontrare Vlady dal vivo (circa). E' davvero un uomo raffinato, di classe, buon gusto. Però se tra di voi trovasse qualcuno di interessante, non so quanto le vostre croci riuscirebbero a fermarlo. Fu un uomo incredibilmente forte, talmente forte di carattere, che per primo riuscì appunto a diventare Vampiro. Ma chi sono io per parlarvi di queste cose. Vi lascio ad una gradevole analisi, tratta dalla “prefazione di “Dracula”, BUR editore, a cura di Vittorino Andreoli” :
Il conte Dracula: sintesi di simboli
La costruzione di questo personaggio è una miscela di ingredienti straordinaria: uno di quei cocktail che talvolta riescono e molte altre invece si trascinano dietro l'eccesso o il cattivo gusto. Il simbolo ha il vantaggio di contenere significati di cui manca la consapevolezza e dunque non comportano le emozioni che invece si attivano quando ogni simbolo venga tradotto in ciò che significa: significati impliciti, si direbbe, ma non espliciti. Li vogliamo richiamare.
1. Innanzitutto Dracula è un uomo anche se con caratteristiche che lo differenziano visibilmente. Non si tratta di un mostro, un nonuomo che spaventa solo alla vista e che dunque terrorizza alla sola percezione. Potremmo dire: è un quasi uomo.
2. Inoltre è un uomo che muta avendo due distinte personalità: quella malvagia e demoniaca, e quella del gentiluomo. E ciò appare in maniera chiara quando Jonathan Harker si trova nel castello di Dracula e nota una gentilezza e uno stile che sanno di nobiltà. Parla dei «suoi modi gentili, irresistibili». Dimostra «un'intelligenza e un acume straordinari». E d'altra parte proprio nel castello, ne vedrà anche la personalità antitetica e, dunque, il suo aspetto e comportamento demoniaci. Ha la possibilità di assumereforme di animali: pipistrelli, lupi in particolare. Il fascino delle metamorfosi che richiamano la fiaba, anche se qui il tono è quello dell'orrore.
3. E' assetato di sangue. Egli ne ha bisogno per vivere da morto. Il sangue assume qui tutti i significati simbolici che ancora persistono nella nostra cultura. Il sangue è vita, senza sangue si è sfiiti, prossimi alla fine: dopo aver succhiato sangue Dracula ha forza e diventa persino giovane. Senza non può vivere tra i morti. Anche nel tempo presente sono infiniti i riferimenti a questa simbologia e assumono espressioni religiose: Cristo trasforma il pane in corpo e sangue del Signore e così dà la vita agli uomini. Lo trasforma in sangue perché il corpo senza sangue non vive. Del resto, quando muore sulla Croce, dà tutto il suo sangue, tanto che l'evangelista nota: dal costato usciva acqua. Aveva dato tutto. Simbologia e cerimonia che Hernán Cortès trova in Messico:
si prendono corpi di bambini e vengono sacrificati alle divinità che solo attraverso il sangue restano in vita. Anche Dracula usa il sangua di bambino poiché è ancor più ricco di vita. E' impressionante il racconto là dove si riferisce che, dopo aver sentito il gemito di un bambino, si avverte «il grido straziante di una donna... «Mostro, dammi il mio bambino"». Un grido che scompare nella morte. «Erano passati pochi minuti, e già un branco di essi [di lupi] si precipitava nella corte, attraverso l'ampio ingresso, come erompe l'acqua di una diga improvvisamente aperta. La donna non ha gridato, e il latrare dei lupi è stato breve. Poco dopo essi si sono allontanati uno alla volta, leccandosi la bocca». Scena da Inferno di Dante. In altra parte «Mentre ci guardava, i suoi occhi brillavano di una luce malvagia, il viso si atteggiava a un voluttuoso sorriso (...) Con un gesto d'indifferenza, ha gettato per terra, insensibile come un demonio, il bambino che fino a quel momento aveva tenuto fortemente stretto al seno, ringhiando come farebbe un cane sul suo osso». In certe etnie africane si usa il sangue di uno straniero per dare vita agli dèi che così continuano a proteggere dal male. La trasfusione di sangue salva la vita ed è continuamente praticata anche nel romanzo. Il sangue si lega al cuore che lo butta nel circolo e quando il cuore si spegne e il sangue non circola, la vita si ferma. Certo esiste il sangue buono e quello cattivo. Il sangue da togliere poiché contiene il male e allora si passa al salasso, una pratica che ha dominato nella terapia della follia: i matti giravano per il manicomio con le sanguisughe attaccate alle vene della testa e del colto e talora delle braccia. E Dracula ha un sangue proprio cattivo e se lo immette in un altro mortale, come accade con Mina, è certo che ci sarà la trasformazione in un suddito e quindi in un vampiro. <
Qualche quadro. Ancora vanità e mistero, per questo popolo della notte...
-Atrio-
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