partenza

PARTENZA

Capitolo 011

Come al solito, Melany si svegliò all'alba. Questa volta, però, c'era qualcosa di diverso nell'aria. Avvertiva che qualcosa era cambiato rispetto agli altri giorni, e, forse, aveva anche capito cosa…

Si avvicinò alla finestra che si affacciava sull'accampamento, e alzò la pesante tenda marrone. Tutto l'accampamento era in subbuglio, c'erano donne e bambini che si dirigevano verso la mensa, mentre tutti i guerrieri e i messaggeri si affannavano da una capanna ad un'altra.

Allora, pensò, la partenza era stata decisa! In fretta si rassettò gli abiti sgualciti, visto che la sera prima si era addormentata senza avere il tempo di cambiarsi, si rifece la coda ed uscì.

Il primo impulso fu quello di recarsi da Drako per sapere con precisione il momento della partenza, ma, ripensandoci, era meglio chiedere a Lex o a Pharsalos. Fu proprio quest'ultimo che incontrò poco distante dalla sua capanna.

-Ciao Pharsy! Allora si parte, eh?

-Buongiorno Melly! Dormito bene? - rispose il ragazzo sempre gentile e premuroso, una dote rara tra i diciannovenni, almeno nel suo mondo - Si, ieri sera i grandi capi hanno deciso che si parte domani mattina all'alba, ti conviene cominciare a prepararti, non rimane molto tempo.

Dopo averlo salutato in fretta, Melany si diresse alla cascata, aveva proprio bisogno di una bella doccia. Il ricordo di Alex che entrava furtivamente in casa di Drako la tormentava, non riusciva a immaginare niente di buono su quella faccenda.

A mezzogiorno aveva finito di fare le valigie. In fondo non aveva molte cosa: gli abiti che si era portata dietro dal suo mondo, i vestiti che le avevano regalato Lex ed Elb e alcune armi fabbricate per lei dai nani.

Si recò alla mensa, ma passo dalla porta sul retro, come al solito, per salutare il vecchio Gror.

-salve! - disse cordialmente, vedendo la rotonda figura del cuoco intenta sopra ad un tavolaccio di legno.

-Oh, buongiorno Melany! Come stai, cara? - voltandosi l'uomo le mostrò la faccia dura e la testa quasi calva, e un gran coltellaccio intriso di sangue. Probabilmente stava macellando qualche animale, e, infatti, avvicinandosi, Melania scorse delle piume bluastre, tipiche del Bygod, un uccello acquatico molto gustoso.

-Bene, grazie - rispose allegramente - sono solo un po’ in ansia per questa partenza. E tu?

-Bhe, io non ho questo problema - il vecchio si girò e ricominciò con il suo lavoro, parlando allegramente

-Cosa vuoi dire? - chiese Melany dubbiosa - non partirai con l'esercito?

-No, cara - l'uomo era sempre così gentile - sono troppo vecchio per queste cose. Resterò qui, in fondo, questo posto mi piace. Ma ora va', tra poco arriva la mia leggendaria zuppa di Bygod.

Salì lentamente la scala per il piano superiore, sperando di non incontrare ne Drako ne Alex. Quando vide il tavolo vuoto tirò un sospiro di sollievo, ma una voce calda e gentile alle sue spalle la fece trasalire.

-ciao Melany! Pronta per la partenza?

Sul momento la ragazza si sedette, e, tenendo gli occhi bassi, rispose evasivamente:

-si, ho preparato tutto.

Drako notò lo strano comportamento della giovane, ma preferì non indagare, sentendo gli altri che si avvicinavano.

Il pranzo trascorse in un clima abbastanza glaciale. Di solito la situazione era rallegrata dalle discussioni e dai battibecchi tra Melany. Pharsalos e Drako, ma quel giorno la ragazza mangiò in silenzio, rispondendo con monosillabi alle domande che le venivano poste. C'era qualcosa che non andava a se ne accorsero tutti, ma la maggior parte lo attribuì all'avvicinarsi della partenza.

Finito il pranzo Melany si defilò in fretta, con la scusa di avere delle cose da sistemare prima di partire, e si diresse velocemente alla sua capanna. Voleva restare da sola il più possibile. Purtroppo per i suoi programmi non rimase sola a lungo.

Erano solo alcuni minuti che era entrata con l'intenzione di farsi una bella dormita, e si era già sciolta la lunga coda quando qualcuno bussò alla fragile porta di legno. Melany non aveva intenzione di rispondere, e fece finta che in casa non ci fosse nessuno, ma una voce ben conosciuta dall'esterno la fece sobbalzare.

-Melany, sono Drako, lo so che ci sei. Aprimi.

Nessuna risposta dall'interno, Melania aveva la ferma intenzione di non parlare con nessuno, tantomeno con lui.

-allora se non apri tu… - riprese dopo un attimo il ragazzo - …entrerò io!

La porta non aveva la chiave, all'interno dell'accampamento non ce n'era bisogno, così il ragazzo aprì piano la porta ed entrò.

L'interno, seppur fosse mezzogiorno passato, era buio e intimo. Le tende scure erano calate ed era accesa una sola lampada, appesa nel mezzo del soffitto. Il letto era scomposto e Melania era seduta sull'unica sedia, vicino a un tavolino, con una spazzola rosa in mano. Lo guardava con astio dichiarato, perché era entrato?

Il giovane non si scoraggiò e cominciò a parlare con tono calmo e indagatore.

-Allora, perché sei in collera con me?

-Non sono arrabbiata, ho solo bisogno di un po’ di solitudine. Quindi, per favore, lasciami sola. - girò di scatto la testa, tornando a prestare attenzione ai suoi lunghi capelli biondi.

Ma Drako non si arrese.

Non è vero. C'è qualcosa che non va, e quel qualcosa riguarda me. ti prego, dimmi cosa c'è.

Aveva assunto un tono dolce e comprensivo, e si era avvicinato a lei, poggiandole le mani sulle morbide spalle. Melania, tuttavia, era ancora fermamente decisa a non parlarne con lui. Il giovane sembrò arrendersi, tolse delicatamente le mani dalle sue spalle e si diresse verso al porta. Poco prima di uscire si voltò e disse fingendosi ignaro:

-ah, scusa, un ultima cosa, poi me ne vado. Per caso ieri sera eri vicino a casa mia? No, te lo chiedo perché quando Alex e Lexiure sono venuti da me, per decidere la data della partenza mi è sembrato di sentire la tua presenza, ma non vedendoti ho lasciato perdere.

Melania spalancò gli occhi e si voltò lentamente, quasi non credendo che fosse realmente Drako a parlare. Invece il ragazzo era lì che la guardava e sorrideva maliziosamente. Aveva capito che era arrabbiata per quello, e le aveva spiegato la situazione senza metterla in imbarazzo. Era davvero un bravo ragazzo.

Improvvisamente Melany ritrovò il sorriso, ed esclamò gioiosamente

-Lo sai che potrei perfino darti un bacio!

Allora lui, maliziosamente, allargando le braccia e richiudendole, rispose:

Fallo - come se fosse un invito ad una sfida

La ragazza si alzò dalla sedia e si diresse verso di lui con fare sensuale. Quando gli fu vicino accostò le labbra all'orecchio di Drako e sussurrò:

-Ti piacerebbe! - e, tirando uno scappellotto scherzoso alla nuca del ragazzo, uscì dalla capanna, lasciandolo solo nel buio della stanza.

A sera erano tutti pronti, la partenza era fissata per l'alba del giorno seguente, e tutti erano in grande agitazione. Era stato deciso chi sarebbe rimasto all'accampamento per proteggere le donne, i vecchi e i bambini. La maggior parte dei giovani dai tredici ai sedici anni si erano rifiutati di rimanere all'accampamento e si era deciso che avrebbero seguito l'esercito, senza però, partecipare alle battaglie. L'esercito era diviso nelle classiche cinque parti, ognuna guidata dal proprio capo tribù. Solo Drako aveva avuto il comando di due parti, quella dell'ovest, sua di diritto, e quella dell'est, cedutagli di Ormuzd per il viaggio.

Il consiglio e tutto l'accampamento era riunito nella grande piazza centrale, intorno ad un grande fuoco, tutti troppo agitati per andare a dormire. Ma a poco a poco cedettero al sonno, e gli ultimi ad andare a dormire furono proprio Melany e Drako. Dopo il chiarimento sulla sera precedente avevano fatto pace e avevano passato tutto il pomeriggio insieme.

L'alba arrivò presto, troppo presto. I due ragazzi non erano riusciti a dormire, e avevano trascorso la breve nottata a parlare, e proprio quando erano riusciti ad addormentarsi, il corno d'argento di Omicron annunciò a tutti che la partenza era prossima.

In meno di mezzora tutti furono pronti a partire. Melany ebbe appena il tempo di salutare Gror.

Arrivò correndo al retro della grande mensa, che da quel giorno avrebbe ospitato meno di un quinto di tutte le persone che avevano mangiato lì.

-Gror! Gror sei qui?

L'uomo aveva una capanna proprio vicino alla mensa, ma stava quasi sempre nelle cucine.

-Melany! Cosa ci fai qui figliola? Dovresti essere già al tuo posto. È successo qualcosa, forse? - il cuoco era preoccupato

-No, no, non preoccupati. È solo che non potevo partire senza salutarti. - la giovane aveva il fiatone e gli occhi lucidi. Si era molto affezionata a quell'uomo, le ricordava il suo carissimo padre. Anche lui era un cuoco, ed era sempre gentile e disponibile con tutti.

Il volto dell'uomo passo dalla preoccupazione alla tenerezza, rivolse alla ragazza un sorriso così tenero da farle venire le lacrime agli occhi. Si abbracciarono con affetto.

All'improvviso, Gror le disse commosso:

-aspetta un attimo. Voglio darti una cosa, torno subito.

L'uomo uscì dalle cucine e rientrò poco dopo con qualcosa nella mano.

Si avvicinò a Melania e glielo porse. Era il fodero di un pugnale. Era ricurvi verso la punta, di un blu molto scuro, con decorazioni molto delicate in argento e oro bianco. Il manico del pugnale era altrettanto finemente decorato, sempre in blu scuro. Melania lo prese con mani tremanti, ed estrasse il pugnale. la lama era tanto lucida da abbagliarla. Anche sulla lama c'erano decorazioni in argento e oro bianco. Era un pugnale assolutamente sublime, mai ne aveva visti di tanto belli.

Era estremamente sorpresa, non si sarebbe mai aspettata un regalo simile proprio dal mite e gentile cuoco. Come se le avesse letto nel pensiero le disse pacatamente.

-Non sono sempre stato un cuoco, un tempo, quando ero giovane, sono stato un ottimo guerriero. Quello me lo ha regalato il re dell'est in persona, per ingraziarmi dell'ottimo servizio svolto. A quel tempo era re il grande Emyn. Lui sarebbe stato contento di saperlo in mano tua.

Melania era commossa.

-non…non so come ringraziarti. Sei grande!

Si abbracciarono ancora. Poi il corno di Omicron risuonò ancora nell'aria fredda dell'alba.

-vai ora - le disse con affetto il cuoco - È ora di partire.

La ragazza andò via senza aggiungere altro, altrimenti avrebbe pianto ancora. Infilò il pugnale nel fodero e se lo attaccò alla cintura che le aveva regalato Drako. Era doppia e di cuoio nero, con vari laccetti e buchi, ottima per portare le armi. Aveva perfino una piccola tasca interna

Avvicinandosi alla piazza Melany scorse il luccichio del corno d'argento. Il nano era salito su un carro dei più alti, in modo che tutti potessero sentire il suo richiamo. Lo strumento era bellissimo, non aveva mai veduto nulla di simile, ma non sembrava antico. Anzi dava l'impressione di non essere mai stato usato, forse Omicron o qualche fabbro dei nani lo avevano costruito per quella occasione.

La partenza avvenne ordinatamente e nei tempi previsti. Lexiure e Drako le avevano detto che per un uomo da solo e su un buon cavallo elfico sarebbero bastati sei giorni per giungere a destinazione, addirittura quattro se avesse avuto a disposizione il potere elfico di parlare con piante e animali. Loro, però, avrebbero impiegato molto più tempo.


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