oscuro

IL CASTELLO OSCURO

Capitolo 013

Un'altra settimana era trascorsa. Era stata dura, ed erano tutti molto stanchi. Passata la città di Astrictus, di cui Melany ebbe solo una fuggevole visione da lontano, si diressero verso nord ovest, evitando la fredda pianura. Valicarono l'ingresso dei monti Arx, proseguendo verso nord est, lungo la costa. Drako le aveva spiegato che avevano voluto evitare di passare direttamente tra i Bloodtooth, i denti del sangue, che definivano il confine sud del dominio dei vampiri. Così avevano aggirato la pianura e si sarebbero introdotti nel dominio vampiro protetti dai monti della costa.


Ora erano a meno di50 chilometri dalla città di Wanax. Entro il giorno successivo sarebbero potuti arrivare sotto le sue mura, ma Lexiure e Alex avevano deciso di accamparsi per un giorno intero, per riprendere il viaggio quando tutti si fossero riposati. Sarebbe stata una dura battaglia, e non era conveniente arrivarci affaticati da un lungo viaggio.




Due occhi neri, profondi come la notte scrutavano una parete altrettanto scura. Sembrava un marmo nero, venato di grigio perla molto leggero. Wanax poggiò una delle sue splendide mani artigliate sulla superficie estremamente liscia della parete. Improvvisamente dal nero della pietra emersero delle immagini colorate all'inverosimile, rispetto allo sfondo. Un guizzo biondo si allargò, fino a comprendere un'intera figura femminile. La ragazza bionda aveva i lunghi capelli legati in una coda alta, indossava un maglione bianchissimo di lana e un pantalone aderente marroncino. Stava cavalcando una splendida cavalla nera, con una stella bianca sul muso. Sembrava che non portasse armi, a parte un bel pugnale legato ad una cintura.

Il re vampiro spostò la mano, accarezzando l'immagine che si rifletteva di fronte a lui, passando gli artigli grigio perla tra il dorato dei lunghi capelli.


Improvvisamente una voce, piccola ma maligna, lo richiamò.

-Padre! - Wanax perse la concentrazione e l'immagine della giovane scomparse. Serrando in un pugno la mano poco prima poggiata sul freddo materiale, si voltò a guardare chi l'aveva chiamato.

-Cosa vuoi Hellas? Non vedi che ho da fare? - domandò irritato.

-Perdonate padre… - disse la vampira con finta costernazione -…ma mio fratello ha chiesto di voi. Dice che gli avevate promesso…

-Lo so quello che ho promesso, piccola sciocca! - la rabbia per aver perso quella magnifica visione si riversava ora sulla vampira di appena quindici anni, un nulla per un vampiro.


Wanax si diresse furiosamente verso la porta dove si trovava la ragazza, la scostò bruscamente, e proseguì, lasciando svolazzare il suo scuro manto dietro di lui. La ragazza si spostò dal muro contro il quale era finita, e si voltò ad osservare la camera. Ora il muro dinanzi al quale il padre stava era solo una distesa oscura e solida, non c'era nient'altro all'interno. Alzò le spalle, non capendo cosa facesse mai il suo re chiuso per ore lì dentro, e richiuse la pesante porta in legno. Facendo ripiombare l'oscurità nella stanza.



-Melly, aspettami! - Pharsalos si stava dirigendo verso di lei, in groppa al suo stupendo stallone marrone. Ultimamente non lo aveva visto molto, e le fece piacere avere l'occasione di scambiare due chiacchiere con lui. Fermò la sua splendida cavalla, Tiche, e lo aspettò.


Erano ancora accampati ad una certa distanza da Wanax, me alcuni di loro si erano diretti in esplorazione nelle zone circostanti.


-Ciao Pharsy! Come stai? È da molto che non facciamo due chiacchiere.

-Io bene, grazie. E da quello che ho visto anche tu non te la cavi niente male. - disse il giovane rivolgendo un'occhiata maliziosa a Drako, che cavalcava su uno stupendo stallone completamente nero, poco più avanti

Vedendolo Melany non poté fare a meno di osservare quanto fosse bello avvolto in un maglione di lana blu notte e in pantaloni di pelle nera. Ma subito rispose stizzita verso il biondino

-E smettetela tutti quanti! Non è successo niente tra me e Drako, e tantomeno succederà. Chiaro?

-Si, si, non ti arrabbiare… - assicurò il ragazzo alzando le mani in segno di scherzosa arresa.


Tornarono all'accampamento prima del pranzo, ma né Melany né Drako riuscirono a mangiare. Appena tornati furono chiamati nella tenda di Alex, dove si trovavano anche Lexiure e Omicron.

-Buon giorno ragazzi… - esordì tranquillamente Lex, vedendoli arrivare insieme - com'è andata l'esplorazione?

-Bene, bene - rispose con tono professionale Drako, sedendosi sul comodo tappeto ricamato - non c'era nessun guardia in giro, e abbiamo trovato dei passaggi per velocizzare il viaggio.

-Si, ci saranno utili. Ma non è per questo che vi abbiamo chiamato.


Si alzò e andò a chiudere la tenda che fungeva da porta, intanto anche Melany si era seduta sul tappeto coperto di cuscini.

-Vi abbiamo chiamato perché Alex ha un piano da sottoporci, e non me la sono sentita di accettarlo e metterlo in pratica senza aver ascoltato anche voi.

Poi istanti di silenzio seguirono alle parole dell'elfo, mentre tutti spostavano lo sguardo da lui alla giovane guerriera del nord. Questa, dopo aver osservato tutti i presenti, si decise a parlare, con la solita, odiosa, voce glaciale:

-Benché Lexiure non sia pienamente d'accordo, il mio piano è l'unico modo intelligente per avvicinarsi al palazzo di Wanax senza cadere in qualche tranello, rimettendoci l'intera armata. Noi capi tribù dobbiamo partire adesso, raggiungendo il palazzo entro sera, e in questo modo potremmo studiare le difese del palazzo, e s e saremo fortunati, potremmo finire questa guerra prima che cominci.

-E in che modo? - domandò bruscamente Omicron.

-Uccidendo noi stessi Wanax.


L'ultima affermazione fece rimanere tutti sbalorditi. Certo, era molto rischioso, ma Alex non aveva tutti i torti, avvicinandosi di notte al palazzo con solo tre o quattro persone, c'era la possibilità di studiare il nemico, e se l'occasione propizia si fosse presentata avrebbero potuto coglierla al volo, essendo loro cinque i migliori guerrieri dell'esercito ribelle.


Ad interrompere quei momenti di riflessione fu Drako:

-Io… non sono pienamente d'accordo, sarebbe meglio recarsi lì con più uomini, lasciandoli nascosti a poca distanza, con l'ordine di intervenire se qualcosa andasse storto.

-E se fossero loro a far andare storto qualcosa? - rispose prontamente Alex - Andiamo, ragiona! Noi siamo i migliori guerrieri del mondo, non abbiamo bisogno dell'aiuto di qualche scalcinato combattente. E poi uno di noi cinque dovrebbe restare comunque qui, quindi nel remoto caso in cui qualcosa non andasse nel verso giusto, potremmo ricevere comunque soccorso.

-Si ma… - tentò di riprendere Lexiure polemico.

-Nessun ma! - lo interruppe la giovane - tu hai chiesto il loro parere, adesso ascoltalo. Omicron? - domandò rivolta verso il nano.

-Ecco io… - il capo tribù dei nani sembrava molto combattuto - io… io non me la sento di venire.

-Drako? - riprese Alex alquanto infastidita

-Io si, ma… - Alex stava per interromperlo, ma Drako alzò una mano, segnalandole di tacere - …ma avremo un tempo limite, dopodiché interverrà l'esercito. Un giorno e mezzo, non di più, altrimenti non vengo nemmeno io.

-Io sono d'accordo con Drako! - intervenne Melany, mentre Alex le rivolgeva un'occhiata di fuoco. Come aveva osato quella piccola sciocca intromettersi nei loro discorsi!

-Allora… - riprese Lexiure - …andremo io, Alex, Drako e Melany, mentre Omicron rimarrà qui, è farà intervenire l'armata se non avrà nostre notizie entro un giorno e mezzo. Se siamo tutti d'accordo direi di andare a prepararci, partiremo tra mezz'ora.


Lex, Omicron e Melany uscirono subito dalla tenda. Drako si stava apprestando a seguirli quando Alex lo bloccò, tenendogli un braccio.

-Cosa c'è?- chiese in tono abbastanza scostante, non gli piaceva molto il suo piano, e ancor meno gli piaceva lei.

-Ecco, volevo chiederti di fermarti un po' con me! - disse la giovane, tentando, malamente, di assumere un tono sensuale.

Drako rimase molto sorpreso. Sapeva da molto tempo che Alex era innamorata di lui, ma non credeva possibile che si rivelasse in modo tanto esplicito, ne tantomeno poteva immaginare che decidesse di farlo in un momento simile. Alex gli passò una mano sul petto, tentando di insinuarla nella camicia nera che indossava sopra degli splendidi pantaloni dello stesso colore. Il ragazzo la fermò immediatamente, afferrandole la mano e allontanandola da lui.

-Alex, non credo sia il momento adatto…

-Bugiardo! - urlò lei, come temeva Drako, era esplosa per il suo rifiuto. - non è il momento, è solo che tu sei troppo impegnato a correre dietro a quella stupida ragazzina. - era davvero infuriata - Come diavolo fa a piacerti, me lo spighi? Ha solo ventun anni. Ventuno, sette meno di te. Come diavolo fai ad amarla, io sono quella giusta, io ti sono stata affianco per tutto questo tempo, e… -

-Basta così, hai detto anche troppo. - Drako non aveva intenzione di sopportare altro. Le lasciò di scatto la mano e le si rivolse contro - Non ti permetto di parlare così. E adesso vattene, e ringrazia che non sia un tipo vendicativo!


Alex aveva lacrime di rabbia e di indignazione nei chiarissimi occhi, e, sputando l'ultima velenosa frase, lasciò la tenda:

-Te ne pentirai, ve ne pentirete entrambi!


La partenza avvenne nei tempi previsti e in tutta tranquillità. Drako si tenne sempre affianco a Melania. Dopo quello che era successo con Alex aveva paura che la ragazza potesse infierire sulla sua amica. Ma non accadde nulla durante il viaggio, anche se non gli sfuggì di notare uno strano sorrisino ironico sul volto della ragazza del nord.


Era sera inoltrata quando i quattro ribelli arrivarono vicino alla capitale del regno vampiro: Wanax. Quella città era stata, in passato, un ricco e fiorente centro portuale del regno del nord, finché i vampiri non vi si rifugiarono nel tentativo di sfuggire ai poteri della principessa Ailis. Gli umani avevano abbandonato da tempo quei luoghi, e così la principessa, non riuscendo a sconfiggere definitivamente Wanax e il suo esercito, decise di recluderli in quelle terre. Da allora la città venne ribattezzata con il nome del re vampiro, e numerosi villaggi sorsero in tutto il territorio, reso, ormai, sterile. I vampiri avevano imparato a sopravvivere anche senza dover bere sangue umano, ma non erano poche le incursioni nei villaggi situati sul confine. Si narrava che il re Wanax fosse il solo vampiro che si nutriva unicamente di sangue umano, ma le leggende in questo campo erano molte.


Ora la città poteva venir descritta in un solo modo: oscura. Tutto era di colore nero, o, al massimo, blu notte. L'unico altro colore che si poteva intravedere qui e là era il rosso porpora, che certo non alleggeriva l'ambiente. Le case sorgevano in una grossa vallata, ai piedi di una scogliera a picco sul mare. In cima a questa si trovava il temibile Castello Oscuro, roccaforte del re vampiro. Lugubri ombre si allargavano partendo da quell'enorme costruzione. Sembrava quasi che il male che si percepiva in quel luogo provenisse unicamente da quel punto.


-Ecco… - cominciò a parlare gelidamente Alex - …quella è la nostra meta! - disse indicando con il lungo indice il Castello Oscuro - nei suoi cortili interni e nelle sue sale si nasconde il più grande esercito vampiro mai visto dalla salita al trono della principessa Ailis. Dovremo arrivare lì dentro.

-Sei impazzita? - esclamò scandalizzato Lexiure. Melania rimase molto stupita di vederlo così sconvolto. - Come diamine credi che riusciremmo ad arrivarci? Dovremmo attraversare tutta la città e non credo che quattro vivi passerebbero inosservati in una città di morti!

-Non c'è nessun problema. Non vi avrei portato qui se non sapessi come arrivare nel palazzo, non credi? - la strana sicurezza della giovane spiazzo tutti. Di cosa stava parlando. Per arrivare al palazzo senza passare dalla città o si scalava la scogliera, cosa assolutamente impossibile tanto ripida e liscia, oppure bisognava volare!


Alex attese qualche attimo, poi estrasse dalla sacca sul suo cavallo, un bel cavallo chiazzato bianco e beige, un rotolo di carta. La distese sulla roccia ai loro piedi, e ci avvicinò la torci di fuoco che portava Lexiure. S'inginocchiò per farla leggere meglio.


-Questa… - esclamò trionfante -… è la cartina dei sotterranei della città di Elettrya, ossia questa città prima dell'insediamento dei vampiri. Questi sotterranei furono costruiti dall'ultimo re della città, Ishstar il potente, in vista degli scontri con i demoni. Durante l'attacco, però, non ci fu il tempo di utilizzarli, e la città cadde. Nessun vampiro ha la minima conoscenza di questi corridoi sotterranei che partono dalla periferia e risalgono la scogliera, fin dove sorgeva l'antico Castello del Mare Gelato. Il Castello Oscuro sorge esattamente dove prima sorgeva il Castello del Mare Gelato, e ha in comune con esso i sotterranei, mai andati distrutti. Quindi il passaggio dei corridoi sotterranei sono ancora intatti. Entreremo da lì.


Detto questo si alzò, e si diresse verso le mura esterne di sud est. Probabilmente da quel punto si apriva una porta d'ingresso segreta. I tre rimasti si guardarono per un attimo negli occhi. Incerti su cosa fare, ma, infondo, Alex era un capo tribù, non avrebbe mai potuto tradirli e mettere a rischio le loro vita. Senza di loro l'esercito ribelle non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo.


Si avviarono velocemente verso la giovane guerriera. Impiegarono solo pochi minuti a scovare, con il prezioso aiuto della cartina, l'ingresso del corridoio. Era realmente ben nascosto. Si trovava sotto una sporgenza di roccia, ben coperta da tutti i lati. Entrando, sembrava di trovarsi in una semplice, piccola grotta, ma se avanzava, superando una parete di roccia con una piccola apertura sulla destra, ci si trovava all'ingresso di un bel tunnel, in mattoni rossastri, ben costruito, e con torce di fuoco, orami spente da anni, disposti all'ingresso.


Avanzarono nel buio per un bel po', sempre seguendo le indicazioni della cartina. Era circa un quarto d'ora, quando Drako, che avanzava un po’ più avanti rispetto a Melania, che chiudeva la fila. Si bloccò, lasciando passare Lexiure e Alex, prima al suo fianco, e raggiungendo Melany.

Quando le fu affianco, le si avvicinò, stringendole la vita con il possente braccio destro, e le fece segno di fermarsi un attimo. Quando Alex e Lexiure furono ad una certa distanza, tanto da non poter udire ciò che dicevano, ripresero a camminare. Drako avvicinò il volto all'orecchio di Melany e sussurrò:

-stammi vicino, questa storia non mi piace.

-Cosa vuoi dire? - chiese la ragazza, anche lei sussurrando, abbastanza sconcertata.

-Ho notato una cosa strana sulla cartina di Alex, ma non ne sono sicuro. Ho paura sia una trappola. Stai attenta e non ti allontanare da me. - disse, stringendola ancora di più.


Melania rimase esterrefatta da ciò che le aveva appena rivelato Drako. Era davvero possibile che Alex li tradisse e li facesse cadere in una trappola? Oppure anche lei ne era inconsapevole?


L'attesa divenne straziante. Continuarono a camminare per un'altra mezzora buona, sempre con Lex e Alex davanti, con torcia e cartina, e Drako e Melania più arretrati, sempre su chi va' là. La strada era diventata in salita da parecchio tempo, e l'aria cominciava a farsi meno umida e afosa. L'uscita era vicina. Improvvisamente Lexiure e Alex si fermarono, facendo cenno ai due di avvicinarsi.


Quando li raggiunsero Lex lanciò un'occhiata interrogativa a Drako, che rispose indicando con gli occhi la cartina, ma Lex continuava a non capire. Alex interruppe il loro scambio di sguardi indicando la parete di fronte a loro, su cui si apriva una porticina in legno, con la chiusura in ottone.

-Quella è la porta d'ingresso ai sotterranei del palazzo. Vado avanti per controllare che sia tutto in regola. Voi non uscite finché non mi vedete riapparire. Se non torno entro cinque minuti andate a chiamare rinforzi.


Non diede agli altri nemmeno il tempo di replicare, e si fondò al di là della strana porta.

-cosa sta succedendo? - esclamò Lex rivolto a Drako.

-Sulla cartina di Alex c'è la firma di Wanax. - disse senza tanti preamboli.

-Cosa? - esclamò Lex accennando ad allontanarsi, subito seguito da Drako che stringeva la mano di Melany, assolutamente sconvolta dalle ultime rivelazioni.


Era troppo tardi. Qualcosa di oscuro e pauroso calò dinanzi a loro dal basso soffittò. La torcia si spense in seguito ad un'inspiegabile folata di vento. Melania avvertì il tonfo di qualcosa, e dopo Drako cedette e cadde a terra. Non ebbe il tempo di pensare, venne colpita anche lei alla nuca e svenne.


Erano prigionieri nel Castello Oscuro. Alex li aveva traditi!


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