DUBBI
Capitolo 019
Il tatuaggio Bellatrix! Il tatuaggio!
Trix si svegliò di soprassalto. Aveva sognato, ma non ricordava cosa.
Era nel suo letto. Ricordava tutto della sera precedente, purtroppo. Ormai era decisa. Non poteva restare li, doveva metterli al sicuro; in oltre aveva bisogno dei suoi libri, qualcosa le era sfuggito, ma non capiva cosa.
Buongiorno……
Megrez! Che ci fai qui?
Sei svenuta ieri sera.
Lo so. Ma tu?
Non potevo lasciarti sola. Non io che so.
Grazie
Lo disse con un sorriso amaro sulle labbra. Avrebbe preferito trovare Hyoga, ma sapeva che Megrez ci sarebbe rimasto male. Con il fatto che lui conosceva la sua storia non era la sua compagnia preferita.
Bussarono alla porta.
Una vocina gentile chiese sottovoce il permesso d'entrare.
Entra pure Shun. Sono sveglia!
Ciao Rix. Come stai? Buongiorno Megrez.
Buongiorno
Sto meglio, grazie. Avete già fatto colazione?
No. Ma se vuoi restare a letto……
No, no figurati. Ho bisogno di alzarmi. Poi devo dirvi una cosa importante.
Devo preoccuparmi?
No, Megrez. No.
I ragazzi scesero, e lasciarono Trix sola, in modo che si potesse cambiare. Non fece in tempo ad uscire dalle coperte che bussarono.
Avanti!
Ciao Rilis. Come ti senti?
Meglio. Vieni qui…
Attirò Hyoga con le mani tese, lui non rifiutò l'offerta. Si stavano baciando quando dagli occhi di Rix sgorgò un'unica, piccola lacrima.
Che c'è? Rix!
Scusa, non è per te. Stavo pensando ai piccoli del tempio.
A chi?
Te lo spiego dopo. Adesso fammi vestire.
Scesero per la colazione. Trix aveva evitato fin ora di pensare a Mime, ma ora non ci riuscì più. Non pianse. Non poteva perdere altro tempo, sarebbe partita subito dopo colazione. Anche da sola.
Buongiorno Trix.
Freya l'accolse con un sorriso, che mal celava la sua tristezza.
Ciao Freya. Ragazzi ci siete tutti? Devo dirvi una cosa importante.
Siamo tutti qui. Che c'è?
Devo partire.
Cosa?
Ikki e Hyoga risposero nello stesso istante. Non se l'aspettavano minimamente.
Devo tornare a Ramnunte. I piccoli allievi che sono al tempio sono in pericolo, Mime conosce la loro funzione e ad Ares quello che fanno non andrà giù. Non posso assolutamente lasciarli soli, in oltre ho bisogno di consultare i mie libri. Ho il dubbio che mi sfugga un particolare…
Quando?
Questa mattina, Shun. Passerò prima a salutare Luxor dalla foresta e poi partirò.
Vengo con te.
Era stato Hyoga a parlare, ma quel pensiero aveva avvolto tutti.
Non posso chiedervelo. Asgard ha bisogno di difese. Potrebbero attaccare anche qui.
Non verremo tutti, ma tu non puoi andare da sola.
E perché? Torno a casa, al mio tempio, non sarò certo in pericolo.
Non è vero, e lo sai benissimo.
Hilde! Era entrata in silenzio, nessuno l'aveva sentita.
Megrez, Thor e Artax verranno con te. E non accetto discussioni.
Ma non possono combattere!
Ancora per pochi giorni. Da sabato potranno esserti d'aiuto.
Ma……
No. Verranno con te.
Disse questo ed uscì dalla camera per non darle modo di ulteriori repliche.
I Bronze saint si guardarono negli occhi e decisero.
Hyoga, Ikki e Shun verranno con te. Io resterò qui ad Asgard fino a sabato e poi vi raggiungerò.
Vi ringrazio.
A che ora si parte?
Alle due.
Non parlò più per tutta la mattina. Aveva altro per la testa. Come dire a quei piccoli tesori che era ora di partire? E poi Brizio sarebbe riuscito a superare l'ultima prova? Era davvero lui il destinato?
Preparò le valigie con questi pensieri. Sapeva che sarebbe stata una dura prova.
Mime. Un lampo. Le tornarono in mente tutti i bei momenti passati insieme, la gioia di avere trovato un amico, la tristezza di quando era partita, la disperazione di quando aveva scoperto la verità. Voleva piangere, ma non ci riuscì.
Uscì un'ora prima dal palazzo e diede appuntamento agli altri all'aeroporto. Doveva salutare Luxor. Glielo doveva.
Quando arrivò nel bosco, vicino ai luoghi del branco, l'ululato dei lupi l'accolse. Moonscar era morto da tempo, ma gli altri non si erano dimenticati di lei, del suo cuore, che la spinse a salvare i cuccioli in pericolo per colpa degli orsi, non avevano scordato della fiducia che il loro capo branco, Luxor, riponeva in lei.
L'accolsero e la portarono da lui.
Quando si videro non ci furono parole. Non ce n'era mai stato molto bisogno tra loro. Luxor sapeva, il vento gli aveva portato la storia della sera precedente. Appena lo vide Trix ebbe un nodo al cuore.
Si gettò tra le sue braccia e pianse tutte le lacrime che, fino ad allora, aveva chiuso nel suo cuore, per non soffrire, o, almeno, per sperare di farlo.
Luxor era troppo legato al ricordo di Mime per non ispirarle tristezza e malinconia. Tutti lo reputavano un selvaggio, senza cuore, senza sentimenti. Solo lei sapeva che non era così. Solo lei sapeva che Luxor aveva un cuore ben più profondo e generoso di molti uomini "civili".
Quando arrivò all'aeroporto gli altri la stavano aspettando da poco. Salirono sull'aereo privato messo a disposizione dalla fondazione Kido e partirono per Ramnunte.
I miei ragazzi! I miei allievi. Come farò a dir loro che è arrivato il tempo di lasciare tutto ciò che conoscono, tutti i loro amici, i loro, ormai pochi, parenti? Come? Mi si è spezzato il cuore quando ho dovuto lasciare mia madre e Hyoga, e la mia era una scelta. Loro saranno obbligati a farlo. Perché io? Perché sono io l'ultima rimasta? Tifi…Ball… Mentres!
Mentres. Come hai potuto tradire tutto ciò in cui credevi, tutto ciò in cui credi. Perché io lo so, tu credi ancora nella giustizia e nella verità delle parole di Nemesi, l'ho letto nel tuo cuore in quei pochi istanti con cui hai distrutto la mia vita. Perché hai preso lui? Perché continui a perseguitarmi?
E Brizio… come farò a dire a quel dolce ragazzo che deve partire per andare a studiare da un uomo di cui non conosce neanche il nome, per una carica che non vuole? Perché l'armatura del martello è sua di diritto, deve solo passare l'ultima prova, ma sono sicura che ce la farà. Ma partire per le isole Kiribati, di cui probabilmente non conosce neppure l'esistenza, per divenire maestro degli astri! Il mio povero Brizio!
No, è inutile pensarci sopra, tutto ciò deve essere fatto. Il tempio della dea Nemesi deve continuare a vivere, è l'unico modo è far partire i ragazzi. Devono salvarsi, e devono continuare a perpetuare l'ordine sacro. Devono. E io devo difenderlo, anche a costo della vita.
Questi erano i cupi pensieri che accompagnarono il ritorno a casa della somma sacerdotessa Bellatrix.