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IL CONSIGLIO DEI CAPI TRIBU'

Capitolo 004

-Ora puoi aprire gli occhi!

La voce di Drako la riscosse dal torpore in cui era scivolata. In principio aveva avuto la spiacevolissima sensazione di sentirsi mancare il pavimento da sotto i piedi, ma poi il nulla, lo stesso nulla che aveva percepito guardando l'immenso portale, aveva invaso completamente la sua mente. Le sembrava che il tempo scorresse i modo differente, riteneva che fosse passato molto tempo da quando Drako l'aveva stretta a sé e accompagnata nel lungo viaggio, invece il tutto era durato appena pochi secondi. Appena il tempo di un battito del suo piccolo cuore.


Lentamente, quasi temendo ciò che avrebbe potuto vedere, Melania aprì gli occhi. Buio. Ancora il buio. Scorgeva solamente la debole fiammella che Drako aveva ancora in mano, e null'altro.


-Siamo…… siamo arrivati?

No! Non era possibile che fossero già arrivati! Forse si trovava ancora nel grande portale, e ciò che li avvolgeva non era il buio ma il molto più spaventoso nulla.

-Si! Benvenuta nel mio mondo, Melania!


La voce del ragazzo fu accompagnata dal movimento del suo braccio destro, che, lasciandola, aveva scostato qualcosa che lei non riusciva a vedere. Con quel semplice movimento le si era spalancato davanti un panorama stupefacente.


Dovevano, evidentemente, trovarsi su un rialzo del terreno che dominava la zona circostante. I campi, d'un verde acceso, spruzzati qua e la da colorati fiorellini primaverili, scendevano dolci e sinuosi fino ad una valle in cui scorreva placido un piccolo fiume azzurro. Sulla sua destra vi era una piccola radure di rigogliosi alberi verdone scuro; alla sua sinistra, invece, i campi continuavano nella loro stupefacente semplicità a perdita d'occhio.


Rimase incantata da tanta bellezza. Fu Drako a richiamarla.

-Melania! Coraggio dobbiamo andare!

-Dove?

-Al mio accampamento. Gli altri saranno ansiosi di conoscerti.


Già, dimenticava che era lì per combattere, che lei era stata, in qualche modo, prescelta. Seguì il ragazzo giù per la discesa, e si voltò indietro solo quando furono giunti nelle vicinanze del fiume. Un'esclamazione di sorpresa le sfuggì e richiamò l'attenzione di Drako.

-Cosa c'è?

-Ma noi da dove siamo venuti?

Infatti la cima della collinetta da cui erano scesi era piatta e sgombra di qualsiasi costruzione od oggetto che facesse pensare al portale varcato nella sua dimensione.

Il giovane sorrise, illuminando il bellissimo volto, e le rispose con voce compiaciuta.

-Non tutta la magia è dalla parte del male! Andiamo, ti spiegherò tutto meglio all'accampamento!


Melania cominciava a non capirci più nulla, e, pensò, se non capiva nulla adesso, che di cose ne sapeva ben poche, come se la sarebbe cavata dopo? Nel frattempo erano arrivati al principio della radura che aveva notato prima, sulla destra, e stavano cominciando ad addentrarcisi quando Drako si fermò, sotto un grande albero che sembrava un ulivo ma molto più alto e maestoso. Una mano del giovane si posò sulla dura corteccia del tronco e, con meraviglia di Melania, una luce abbagliante si sprigionò dal vecchio fusto. Quando i suoi occhi poterono guardare nuovamente ciò che le si prospettò le face rimanere senza parole. Un immenso accampamento, come ne aveva immaginato solo leggendo libri del medioevo inglese le si era parato dinanzi in tutto la sua febbrile attività.


Proprio difronte a lei, tra un cerchio di alberi alti e frondosi, si trovava uno spiazzo livellato circondato da capanne e tende. Dagli alberi cadevano, poi, corde e scale, che facevano immaginare che la vita continuasse anche lassù. Nel grande piazzale c'erano molti uomini che stava combattendo con spade in legno, probabilmente, pensò, si stavano allenando. Un gruppo di donne stava poco distante da lei, sulla sinistra, e stava cucendo una stoffa grezza marroncina e avana, parlottando allegramente tra di loro. Dei bambinetti di cinque, sei anni giocavano poco distante da esse, mentre dei giovincelli, dai dieci anni ai quindici circa, scherzavano allegramente difronte a lei, dalla parte opposta della piazza. Sulla sua destra, invece, era tutto alquanto silenzioso e calmo, e fu proprio li che si diresse Drako, prendendola per mano e accompagnandola.


Quando si mossero, i ragazzi dalla parte opposta del piazzale, li vi notarono e alzarono le loro voci per farsi notare.

-Drako è tornato! Il capo è ritornato! Il guerriero promesso è con lui! Evviva il nostro capo! Evviva!

Ma lui non ci fece caso e continuò a camminare.

-Drako, non ti fermi a salutarli?

-Avremo tempo dopo, ora è più importante che ti presenti al consiglio.


Continuarono a camminare, per un breve tratto, tra il clamore che aveva suscitato il loro ritorno, fino ad arrivare ad una di quelle scalette, appese agli alti alberi, che tanto avevano sorpreso e incuriosito Melania.

-coraggio! Tra poco ti sarà spiegato tutto con calma…

Drako era molto contento, glielo si leggeva in viso, aveva un sorriso stupendo e una luce vivissima gli brillava negli occhi. Lei al contrario era più impaurita di prima. Non capiva ancora perché avesse deciso di andare lì, e ora che lo aveva fatto tutti i dubbi e le incertezze erano riaffiorati nella sua mente, insieme ad un più totale senso di smarrimento e di paura. Paura di non poter tornare indietro, paura di non riuscire a fare ciò che tutti si aspettavano da lei, paura di morire. Si, aveva paura di morire, morire lontano da casa, morire durante un guerra, morire senza nessuno che le volesse bene davvero, morire come i suoi genitori……


Afferrò la scaletta di legno con entrambe le mani e si tirò su agilmente, seguendo Drako. Oramai era lì, e doveva restarci.


Dopo alcuni metri di salita la scala si inoltrava nelle fronde del colossale albero. Quella pianta era stranissima, non ne aveva mai viste di simili. Il tronco era completamente verde, rigato con scanalature oblique, come se fosse una colonna decorata; il tronco, poi, era enorme, non sarebbero bastati dodici uomini per cingerne tutto il tronco. Le foglie erano di un verde chiaro e molto intenso, ed erano biforcute, larghe alla base si dividevano in due parti perfettamente simmetriche.


Salendo notò che anche i rami erano enormi, e sembravano convergere tutti nello stesso punto, tre o quattro metri al di sopra della sua testa. Ed era proprio in quel punto che il ragazzo, che la precedeva, scomparve improvvisamente. Una volta giunta lì anche lei si trovò davanti una cosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.


Nel punto in cui confluivano tutti i rami dell'immensa pianta si trovava un enorme spazio libero e piatto su cui era stata costruita una specie di capanna. La costruzione occupava la metà opposta della piattaforma, mentre davanti a lei si trovava una veranda coperta da un tetto di foglie larghe e tondeggianti e sostenuta dai rami dello stesso albero. Nel centro della casupola, di fronte a lei, c'era un'apertura, ad arco, che fungeva da porta e veniva chiusa semplicemente da un panno marrone appeso dall'interno. Non c'erano finestre, o, almeno, lei non ne vedeva. Avanzando sulla piattaforma s'accorse che era ricoperta anch'essa di foglie piatte e tondeggianti, ma più piccole e più robuste.


Entrando nella capanna rimase accecata per un breve istante, lo stesso in cui Drako la presentava:

-signori, vi presento la guerriera che ero andato a cercate: Melania. Lei ha ricevuto la nostra principessa in sogno, e ha spiccate doti percettive… oh, scusami, dimentico che chi non è abituato può rimanere abbagliato nei nostri rifugi!

Dicendo questo le porse degli occhiali scuri, molto grezzi, ma che almeno le permisero di aprire gli occhi. Melania venne fatta accomodare su alcuni cuscini disposti sul pavimento e dalla su posizione osservò quelli che dovevano comporre il "consiglio". Non erano tutti umani, di questo ne era certa, ma ormai non più sorpresa. Aveva promesso a se stessa di non sorprendersi più di nulla in quel mondo. Il suo nuovo mondo.


Intorno a lei, seduti su cuscini, c'erano cinque persone compreso Drako, alla sua destra, che si era appena accomodato. Subito cominciò le presentazioni; nel silenzio più totale la sua voce parve ancora più possente.


-Quello alla tua sinistra è il capo della tribù degli elfi, Lexiure.

La persona appena indicata da Drako possedeva una bellezza assolutamente sublime e angelica. Aveva il viso chiaro e luminoso, un po’ allungato, con grandi occhi chiari e sottili labbra colorate. Lunghi capelli argentei gli scendevano fino alle spalle e da essi emergevano due lunghe orecchie appuntite. Sembrava alto e fiero, ma nessuna parola avrebbe potuto mai descrivere la sensazione che Melania provò in quel momento. Una strana pace la avvolse e la contagiò, e le sembrava quasi di sentire in sottofondo una dolce musica antica, lontana nel tempo, quasi mistica. Doveva essere abbastanza vecchio, ma Melania lo percepì solo dalla profondità dei suoi occhi, perché il suo corpo esprimeva solamente giovinezza e vigore. Il signore, quando incrociò il suo sguardo, le fece un gentile sorriso e inclinò la testa verso destra, socchiudendo gli occhi. Melania pensò si trattasse di una forma di saluto, e gli sorrise.


-Affianco a lui il capo della tribù dei nani, Omicron

Il cambiamento radicale dalla visione dell'elfo a quella del nano lasciò Melania molto sorpresa. Chissà come facevano razze così diverse a convivere. Il nano era basso e tarchiato, molto ben piazzato, con lo sguardo duro e pungente, sebbene tentasse di renderlo gentile verso la nuova arrivata. Il viso duro e invecchiato dalle difficoltà era abbronzato e dava l'impressione di una pelle molto dura. Gli occhi scuri e la barba, marrone e lunga fin sul petto, contribuivano ad indurirne l'immagine. I capelli erano arruffati e gli arrivavano poco al di sopra delle spalle larghe e abituate a portare carichi pesanti. Lui non sorrise, ma chinò il capo sulla destra socchiudendo anche lui, e la giovane ricambiò.


-Di fronte a te il mio aiutante nella tribù degli umani dell'ovest, Pharsalos

Finalmente un essere umano! Pensò Melania. Il giovane era più piccolo di lei, doveva avere tra i diciassette e i vent'anni, ma la sua espressione, seppur cordiale e felice, lasciava indovinare le sofferenze patite e le battaglie fatte. Una cicatrice lunga, che doveva essere stata profonda dato lo spessore, gli sfigurava tutto il braccio sinistro, dalla spalla fino alla mano. Ma la sua espressione era giovane e allegra. Due vivaci occhi verdi erano incorniciati da capelli biondo cenere tagliati corti che gli davano un'aria sbarazzina. Dopo il saluto di rito Drako passò avanti.


-Questo è il capo della tribù degli uomini dell'est, Ormuzd

stranamente Melania notò che assomigliava ai cinesi del suo mondo; con gli occhi a mandorla e la pelle giallastra. Ma era molto più alto e maestoso dei cinesini immigrati che popolavano la sua città, aveva spalle larghe e muscolose, gambe possenti, simili a quelle dei calciatori. I capelli erano rasati cortissimi e neri, come, almeno credeva, fossero anche gli occhi.


-Infine, laggiù in fondo, dietro la tenda, c'è Alex capo degli umani del nord.

Melania non aveva notato nessun altro nella stanza, così quando dal una porta laterale, sempre chiusa con una tenda di pelle, apparve qualcuno rimase sorpresa. Ma ancor più sorpresa restò nel vedere di chi si trattava.

"accidenti" pensò "mi ero ripromesso di non sorprendermi più! Ma come faccio?"

effettivamente la cosa avrebbe sorpreso chiunque. Tutti quelli che aveva conosciuto fin ora erano maschi, e dal nome, Alex, aveva creduto che anche l'ultima persona lo fosse. Invece dalla tenda apparve una giovane donna umana. Bionda, con i capelli in una lunga coda, con l'attaccatura alta, con occhi blu intenso con uno sguardo diffidente, labbra carnose e rosse serrate nel dubbio. Le braccia, candide e affusolate, incrociate sul petto, piuttosto piatto, a dir la verità. Si appoggiò allo stipite della porta, incrociando anche le lunghe gambe, avvolte in un pantaloncino corto e da lunghi stivali fino al ginocchio. Non doveva stargli molto simpatica, orami l'aveva capito, ma la ragazza le rivolse ugualmente il saluto, e lei dopo un attimo di esitazione, ricambiò.


-Se siete tutti d'accordo - riprese Drako - comincerei subito a spiegare i fatti!


Finalmente! Ora avrebbe saputo. Melania era impaziente, tanto impaziente da dimenticare per un attimo tutto il resto. Ma fu solo un attimo.


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