amore

AMORE...

Capitolo 012

Il pranzo riprese con tranquillità, e finalmente i vecchi amici ebbero la possibilità di ritrovarsi e di lasciarsi andare ai ricordi……


……e quella volta che facemmo sparire i fiocchi dei capelli a Freya?! Quante risate!! Artax che li cercava in tutto il castello e Freya che piangeva!

Smettetela di prendermi in giro!!! Oppure giuro che cucino io per tutto il mese!

No, no per pietà!!



Be! Ora che abbiamo finito io direi di compiere il nostro rituale..

Quale rituale?

Niente di strano. È solo una…tradizione. Lo facciamo tutte le volte che ci ritroviamo insieme!


Uscirono tutti insieme. Thor ed Artax stavano già confabulando, ma Rix li interruppe


- ehi voi due!

Trix, che c'è?

Non m'ingannate con quelle facce d'angelo… ricordate che sono vietati i colpi bassi!!

Noi ingannarti? Non ci permetteremmo mai!!


Le risposero con il solito tono ironico. Trix ricambiò con lo sguardo e un mezzo sorriso.

Ma mi volete spiegare cosa volete fare???


Erano arrivati nel giardino del castello che, come al solito era sommerso dalla neve, ed Ikki iniziò a spazientirsi.


- allora?

Allora…attento alla testa!


Da quel momento s'ingaggiò una furiosa battaglia a palle di neve. I God Warrior, essendo già pronti furono più veloci a schivare le cannonate di Thor e Artax, ma i poveri bronze saint rimasero in mezzo al giardino sommersi dalla neve. Il primo a riprendersi dalla sorpresa fu Ikki.


Ah si!! Allora beccatevi questa!!


Colpì Luxor in pieno volto tra le risate generali, ma non riuscì a schivare la neve lanciatagli da Mime e Rix.

I due si batterono il cinque e scomparvero nell'immenso giardino, trasformando la battaglia di neve in una vera guerra con due squadre distinte: Rix, Mime, Hyoga, Shun, Seiya, Luxor, Syria, Thor e Artax contro Ikki, Shiryu, Megrez, Orion, Freya, Mizar ed Alcor.

I due gruppi si dispersero, e Rix si ritrovò a fuggire con Mime per il giardino per sfuggire alla "furia distruttrice" di Ikki. Trovarono riparo in una buca profonda scavata per piantare qualche albero e ora libera.


Avevano il fiatone e stavano ridendo come pazzi nel modo più silenzioso possibile per non farsi sentire dagli inseguitori.

Ma dopo poco i loro sguardi s'incrociarono ancora, di nuovo come un tempo, quando non esistevano che uno per l'altro. Trix ebbe un tuffo al cuore. Fu Mime ad iniziare il discorso che era già nell'aria da quando si erano rivisti.


Lui non lo sa, vero?

No……

Perché non glielo hai detto?

Non lo so……non era pronto……


Erano vicini. Troppo vicini.

I loro occhi s'incrociarono ancora. Mime si sporse, di poco, come quella volta. Le loro bocche si avvicinarono, cercandosi, come pochi anni prima. Ricordi. Sogni. Speranze. Ricordi. Mime. Hyoga!!



No!


Trix si alzò in piedi e si voltò per non fargli vedere le lacrime che stavano per sgorgare dai suoi occhi:


Scusami Trix…… io……


BECCATI!!!


La voce di Alcor li richiamò alla realtà. Ma più che la voce, fu la caterva di neve che gli arrivò addosso.


Alcor questa me la paghi!!


Mime si alzò di scatto e partì all'inseguimento di Alcor che aveva iniziato a correre. Non si accorse, o forse non volle accorgersi, che Trix non era con loro. Ora doveva pensare. Da sola.



Non sapeva più che fine avessero fato gli altri. Non le interessava più. I pensieri le si affollavano nella mente. Hyoga, piccolo e dolce Hyoga della sua infanzia; ragazzo maturo e virile del suo presente. Mime, tenero e duro nel medesimo istante; Mime che l'aveva fatta sentire a casa, protetta, sicura, donna.

Come poteva scegliere tra i due. Perché aveva dovuto complicare tutto con i sentimenti, prima con Mime e poi anche con Hyoga. Perché? Perché?


Si accorse solo allora di essere arrivata alle sorgenti calde. Mime.

Ma guardando più lontano riuscì a vedere l'ingresso della caverna del vulcano. Hyoga.


Non capiva più nulla. Era troppo sconvolta!


Si sedette sulle rocce e iniziò a pingere. Non poteva fare altro ora. E non aveva neanche nessuno con cui confidarsi. Erano loro il suo mondo ormai. E non poteva certo andare a dire queste cose proprio a loro. Era così stravolta che non si accorse neanche che una persona le si era avvicinata. Lo vide solo quando si sedette accanto a lei.

Ikki.

Lui non le disse nulla. Non le chiese nulla. Non ne aveva bisogno, lei soffriva e aveva bisogno di una spalla per piangere. Questo gli bastava. Gli avrebbe spiegato tutto quando ne avesse avuto voglia, o non glielo avrebbe mai spiegato. Non importava. Lui sapeva che quando si è soli solo il contatto sincero e incondizionato con una persona amica può salvarti dalla disperazione.


Le passò un braccio intorno alla vita e la strinse a sé.


Piangi!


Furono le sole parole. Rix si strinse a lui e si lasciò stringere a sua volta da quelle braccia così rudi e forti ma che ora le sembrarono di una morbidezza unica. Pianse. Pianse fino a non avere più lacrime. Ikki non parlò, e non si stancò. Rimase con lei finché non fu pronta per tornare a casa.


Era ormai sera. Quella notte Rix rimase sola nel buio della sua camera.


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