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UFO
INTERCEPTOR
UN MODELLO....
DA IMITARE
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Lidea è nata da due elementi: prima
di tutto la passione sviscerata che ho sempre nutrito per
questo modello della serie, a mio avviso molto più
interessante di tante astronavi presenti nelle attuali
produzioni miliardarie americane.
DIETRO LE
QUINTE.... E IN SCENA!!! |
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Secondo elemento, e probabilmente altrettanto importante,
è stato laver visto numerose volte lunico
modello originale attualmente esistente della versione
"large" dellInterceptor, ora di
proprietà di Phil Rae.
Paolo Malaguti
con l'intercettore di Phil Rae |
Questo modello è stato
ricostruito magistralmente da Phil per circa il 40% della
sua superficie in quanto era stato ritrovato in pessime
condizioni diversi anni fa; pare si tratti proprio di
quello usato dalla DINKY TOYS per realizzare il famoso
die cast.
Nonostante gli anni passati, il fascino e la sensazione
di fantastico che in me suscitava lIntercettore da
bambino risultava ora inalterata se non moltiplicata.
Ebbene, volevo anchio il mio Interceptor, o meglio
una replica il più possibile fedele
alloriginale
.Lidea di trovarne uno
originale o acquistare quello di Phil era da scartare a
priori. |
A
CONFRONTO: ORIGINALE E REPLICA
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Il
modello originale usato in UFO, oggi di
proprietà di Phil Rae
(tutti i
diritti riservati, foto non cliccabili)
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Il
modello "replica" realizzato da David
Sisson, dopo le modifiche e con le decal di Paolo
Malaguti
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La
prima idea è stata quella di farmene costruire uno da un
modellista della mia zona facendo basare il suo lavoro
sulle centinaia di foto che possiedo sia relative al modello di Phil
Rae, sia alle foto sul set, sia a fotogrammi originali
degli episodi in 35 mm., sia alle foto che possiedo
scattate nel 1970 a tutti i modelli usati in UFO per dar
modo al sig. Komatsuzaki di farne i relativi blueprints
per realizzare i modelli della Bandai.
Il progetto è apparso subito arduo, ho capito
immediatamente che non era opportuno affidare il lavoro
ad un professionista che, anche se abilissimo nel suo
campo, non era un appassionato di UFO.
Ho quindi optato per
David Sisson, un modellista inglese abilissimo che, oltre
ad essere un appassionato della serie, aveva già
realizzato per me unottima replica del Lunar
Module.
Purtroppo i tempi sono stati piuttosto lunghi, David ha
impiegato circa 3 anni e mezzo a produrre il modello
basando il suo lavoro, oltre che sulla sua eccezionale
manualità, sulle numerosissime indicazioni che, a
rischio di apparire troppo pretenzioso, gli ho imposto
io.
I materiali utilizzati da Sisson sono resina per il corpo e le alette
del modello, plastica per i dettagli, il cockpit, il
pilota ed il timone di coda e metallo per i pattini.
Una volta portato in Italia il mio Interceptor appariva
fantastico, a parte che il pilota era stato realizzato in
maniera piuttosto grossolana (addirittura senza mani) ed
il cockpit necessitava di numerose migliorie. Il mio
occhio continuava però a vagare sulla superficie del
modello e, col passare del tempo, continuavo ad annotare
dettagli che avrei voluto fossero stati realizzati in
modo diverso.
Decisi quindi di mettervi mano direttamente, lavorando
per circa 2 mesi sul pilota, sulla cabina, sui pannelli
di controllo e sulla strumentazione realizzandola alla
fine tramite inserti fotografici tratti da foto del
cockpit reale del set di UFO.
Prima
e dopo la cura: dal modello di David Sisson allo
stato attuale
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il modellino
del pilota ancora senza braccia, con le foto usate per
ricostruire l'interno dell'abitacolo
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un dettaglio
delle mani del pilota
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il
modellino del pilota subito dopo le modifiche...
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... e dopo
la coloritura definitiva...!
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...prima
e dopo le decal!!!
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Anche
le due aperture posteriori dei motori necessitavano di numerose migliorie che sono riuscito ad apportare
cannibalizzando gli stessi kits usati per altre parti di
quel modello e di altri modelli originali del set di UFO.
La superficie dellInterceptor appariva però troppo
"pulita" e quindi ho curato laspetto
relativo allusura
del modello
"sporcandolo" con vernici adatte sia lungo
tutte le panel lines sia
attorno al bocchettone di accensione delle cariche
fumogene per simularne il decollo verticale.
Anche il pannello antiriflesso e buona parte delle linee
dei pannelli sono state ritoccate o aggiunte dove
mancavano, oltre che sporcate a dovere.
riproduzione
del foglio
decal dell'intercettore:
le scritte qui in azzurro, nell'originale sono bianche
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La ciliegina sulla torta sono state però le decals che,
grazie alla collaborazione del mio amico viennese
Robert Rotter siamo riusciti a riprodurre perfettamente;
il lavoro di identificazione, ricostruzione e
riproduzione di tutte le numerosissime decalcomanie
presenti sulloriginale della versione grande
dellInterceptor è stato lunghissimo ed era
iniziato già un paio danni prima che il modello
stesso fosse terminato; andare a scovare tutti i vecchi
kits da cui erano state asportate le decals per
lInterceptor (UPC Honest John, Revell Gemini
Capsule, Atlas Booster aka Everything is Go! etc
) e
riprodurre tutte le scrittine al tempo composte da
letraset è stata davvero unimpresa ardua.
Il risultato ora si vede, giudicate voi dalle foto e
contattatemi nel caso vogliate consigli per realizzare il
vostro Interceptor personale.
Che ne direste di allinearne tre e costruirvi i relativi
crateri ? Le piattaforme le ho già trovate (erano box
metallici di pellicola Kodak 35 mm.), ora mi mancano solo
altri due Intercettori ed uno spazio libero di almeno due
metri e mezzo per uno e mezzo
..penso mi
accontenterò di un solo Interceptor! |
Altri dettagli del
modello dopo le modifiche di Paolo Malaguti...
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prima
delle decal...
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...e
dopo le decal
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Ed Bishop
e Michael Billington ammirano il modello ultimato
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