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I racconti
di Andrea
al
mio piccolo Capitano dal cuore grande
Un incontro indimenticabile in
un giorno di vacanza
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Era
una bella giornata ed i raggi del sole riuscivano a penetrare nel fitto
bosco.
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Vedevo
le foglie degli alberi che si muovevano lentamente,
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come
se una brezza leggera le stesse cullando.
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Improvvisamente
si alzò un vento terribile che mi fece cadere per terra,
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io
mi coprii la faccia con la maglietta e pregai che finisse presto.
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Quando
mi alzai, tutto impaurito, cercai subito mio padre, ma al suo posto
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vidi
una volpe non tanto lontana da me.
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Il
suo pelo rossiccio si mimetizzava con le prime foglie secche cadute a terra,
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la
coda pendeva giù, quasi a toccare il suolo.
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Anche
se non ero proprio vicino riuscivo a vedere i suoi denti abbastanza affilati,
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per
poter sbranare le sue prede.
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Gli
occhi furbi e astuti sembrava che brillassero come due fari accesi.
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Io
ebbi un po’ di paura, perché vidi che dalla sua bocca, semiaperta,
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uscivano
degli strani versi.
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Chiusi
gli occhi sperando che andasse via, sentivo i suoi passi avvicinarsi,
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ma
ad un tratto cadde il silenzio, provai ad aprire gli occhi, e la vidi lì
davanti a me.
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Al
primo impatto mi spaventai, ma poi notai che alla sua zampa anteriore destra
vi era attaccata una morsa, allora provai a toglierla.
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Ero
in pena per lei perché vidi persino che stava cadendo sul terreno
morbido e con fatica riuscii a levargliela appena in tempo perché
si stava richiudendo.
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La
zampa sanguinava a dirotto, così corsi in macchina a prendere una
garza ma quando tornai non c’era più: era già in cima alla
collina.
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A
quel punto arrivò mio padre tutto preoccupato per me.
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Io
rimasi scioccato.
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Da
quel giorno quell’episodio è rimasto dentro di me.
Una bestia, una morte improvvisa
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C’era
una volta un ragazzo di nome Jack che insieme a suo padre navigava in cerca
di fortuna. Era un ragazzo forte che non aveva paura del pericolo.
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La
prossima tappa di sbarco era Sydney.
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Il
padre di Jack si chiamava John e secondo lui in Australia sarebbero diventati
ricchi: d'altronde suo padre lo diceva sempre dovunque andavano ma non
succedeva mai.
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Una
notte, mentre Jack stava dormendo nella stiva, sentì la nave che
oscillava velocemente e si svegliò perché veniva sbalzato
di qua e di là.
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Allora
uscì fuori e vide che era in corso una bufera.
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Le
onde arrivavano fino al pontile e poi tornavano indietro,
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la
pioggia anche se era fine gli trapanava la testa,
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come
se gli stessero piantando dei chiodi.
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John stava
cercando con tutta la sua forza di uscire da quella tempesta ma non ci
riusciva.
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Ad
un tratto arrivò un’onda gigantesca che ribaltò la nave;
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Jack
si accovacciò sul pontile e iniziò a pregare.
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Era
terrorizzato al pensiero di morire.
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Non
ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che
venne catapultato in acqua.
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Salì
su un asse che stava galleggiando e chiamò suo padre; ma non rispondeva
nessuno. Iniziò a piangere disperatamente, ma poi si accorse che
non tanto lontano c’era un’isola; così iniziò a remare faticosamente
senza sosta perché pensava che ci fossero degli squali. Quando raggiunse
la riva si gettò sulla sabbia umida e soffice e si mise a piangere
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come
non aveva mai fatto in vita sua.
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Dopo
le lacrime iniziò a dormire pesantemente.
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Il
mattino dopo quando si svegliò pensò che fosse stato un sogno,
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ma
poi si accorse che c’era un lieve venticello;
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così
si sedette sul bagnasciuga a pensare a quello che era successo la notte
precedente.
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Più
tardi iniziò a perlustrare l’isola in cerca di cibo;
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trovò
del cocco, del mango e delle banane.
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Mentre
stava mangiando, sentì improvvisamente dei passi che si avvicinavano;
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così
iniziò a scappare disperatamente verso la riva, perché sapeva
che sarebbe stato più facile vedere chi o che cos’era.
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Quando
uscì dalla fitta vegetazione vide che c’era una palma abbastanza
alta per costruirci sopra un rifugio: e così fece.
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Era
buio,
lui stava dormendo e qualcosa di molto pericoloso era in agguato, pronto
a sferrare l’attacco.
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Lui
come ultima cosa riuscì solo ad aprire un occhio, rimase impietrito….non
ebbe nemmeno il tempo di muoversi che venne divorato da una bestia spaventosa.
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Non
si è mai riusciti a capire che cosa fosse quell’animale, resta il
fatto che non era la prima persona che veniva uccisa da quell’essere.
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