In un paese uguale a tanti altri paesi, c’era
una volta un ragazzo, come tanti ragazzi e ragazze, con un pessimo carattere.
Suo padre, stanco di riprenderlo per i continui
litigi con gli amici, un giorno arrivo' con un sacchetto pieno di chiodi
e disse :
" Sono stanco di sentirti dire mi dispiace
ogni volta che bisticci con un amico. Prendi questo sacchetto di chiodi
e, ogni volta che perderai la pazienza o bisticcerai con qualcuno, pianta
un chiodo nella palizzata del giardino "
Il ragazzo sapeva che aveva un pessimo carattere,
e capi' che doveva ascoltare suo padre, cosi' ubbidi'. Il primo giorno
pianto' 37 chiodi nella palizzata. Alla sera guardo' sconsolato il legno
pieno dei suoi chiodi e ricordo' il motivo per cui aveva piantato ogni
chiodo.
Ogni sera osservava quanti chiodi aveva piantato,
e comincio' ad imparare a controllarsi. Infatti il numeri dei chiodi piantati
nella palizzata diminui' di giorno in giorno: il ragazzo scopri' che era
piu' facile e meno faticoso controllarsi che piantare tutti quei chiodi.
Finalmente arrivo' il giorno in cui il ragazzo
non ebbe bisogno di piantare nessun chiodo. Orgoglioso del suo successo
ando' dal padre e disse :
" Oggi non ho avuto bisogno di piantare nessun
chiodo, perché non ho mai perso la pazienza e neanche bisticciato
"
Suo padre si complimento' molto per il suo miglioramento
e lo abbraccio' stretto, poi lo guardo' severo dicendogli :
" Sono felice che tu stia imparando. Ora puoi
togliere un chiodo dalla palizzata per ogni giorno che trascorri senza
perdere la pazienza. Ricordati, pero', che devi continuare a piantare un
chiodo per ogni volta che la perdi. "
Trascorsero molti giorni, il ragazzo era felice
quando alla sera poteva togliere un chiodo. Certi giorni invece era un
disastro, e doveva piantare nuovi chiodi, buttando all’aria il lavoro dei
giorni precedenti. Quelle sere dormiva male e si riprometteva di impegnarsi
di piu' il giorno successivo. Non poteva dimenticare l’importanza del compito
che il padre gli aveva assegnato, vedere i chiodi piantati nella palizzata
che venivano tolti e a volte ripiantati, lo aiutava a capire quanto dipendesse
solo da lui potersi migliorare.
Non fu facile, ma una sera, si presento' dal padre
raggiante.
" Non e' rimasto neanche un chiodo, sono riuscito
a levare tutti i chiodi dalla palizzata. "
Il padre fu molto felice e quella sera mangiarono
assieme il dolce e anche le fragole con la panna, e fece raccontare al
figlio tutte le fatiche e i cambiamenti che aveva dovuto affrontare per
non piantare piu' chiodi.
Al mattino il padre ando' a svegliare il figlio
di buon ora e assieme si diressero alla palizzata.
" Figliolo, ti sei comportato bene ma guarda
quanti buchi hai lasciato."
Fece toccare al ragazzo i fori e le schegge di
legno che erano state tolte insieme ai chiodi.
" Questa palizzata non sara' mai piu'
come prima. "
continuo' il padre
" Quando litighi con qualcuno e gli dici delle
cose cattive, gli lasci delle ferite come queste. "
Il ragazzo ascoltava cercando di togliere le schegge
di legno, ma comprese che quei segni non sarebbero mai potuti scomparire
del tutto, neanche stuccando, o levigando e verniciando di nuovo. Il legno
non avrebbe piu' potuto tornare integro.
Il padre cinse il figlio per le spalle avviandosi
verso casa.
"Puoi infilzare un uomo con un coltello, e
poi toglierlo, ma lascerai sempre una ferita, una cicatrice rimarra' sempre.
Poco importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarra'. Ricordati sempre
che le parole possono essere come coltelli affilati e una ferita verbale
e' altrettanto dolorosa di una fisica."
Il ragazzo non dimentico' mai piu' l’insegnamento
del padre.
.
Questa storia risulta scritta da
Isabelle GUERRY,
ne ho trovata una trasposizione
di SYLVIE SIMONEAU in rete.
L’ho semplicemente adattata per
essere raccontata,
senza cambiare nulla del senso
del racconto.
Felix