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 La corazza 


Erano tempi lontani ... tanti , tanti anni fa ...
quando ancora i Re erano giusti
e gli Unicorni camminavano sulla Terra


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Esisteva allora un Re saggio e coraggioso
che combatteva il male ed i soprusi ...


Il Re aveva guerreggiato per molto tempo
contro il Tiranno delle Terre Oscure.


Un malvagio oppressore 
che voleva conquistare ogni castello e villaggio
saccheggiando e derubando
per placare la sua tremenda sete di potere e ricchezza.

Il Re si era fatto forgiare dal migliore fabbro del suo regno
una formidabile armatura d' acciaio e d' argento 
e aveva ordinato al suo Mago di corte 
di compiere un incantesimo sulla corazza 
per renderla impenetrabile.


Forte del suo esercito fedele
e fiducioso della sua armatura invincibile
egli continuava la sua lotta senza tregua
contro le orde selvaggie del Tiranno.

Ma gli anni passavano 
e la vittoria sembrava lontana.


Il Tiranno senza scrupoli
saccheggiava le contrade di ogni risorsa
utilizzando i denari per assoldare 
sempre piu' truppe , feroci e sanguinarie.


 

L'esercito del Re invece languiva di stenti 
ed il numero dei prodi soldati 
si assottigliava di giorno in giorno.

Solo il loro coraggio li sosteneva ma 
il Re si sentiva stanco di quella guerra senza fine.

E il tempo della battaglia decisiva 
si stava avvicinando inesorabile.

E fu cosi' che quel giorno
il Re giunse su quella pianura desolata
ove si sarebbe scontrato di nuovo
contro il suo feroce nemico.

I due eserciti si fronteggiavano
schierati uno di fronte all'altro.

Il Re diede l'ordine di avanzare
e alla testa dei suoi uomini
cavalco' incontro alla battaglia.

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Ma egli non sapeva che l'astuto Tiranno
aveva assoldato i migliori arcieri del paese
armati di lunghi e potenti archi 
e di micidiali frecce con la punta d'acciaio.

Gli arcieri tesero i lunghi archi.
Una immensa quantita' di acuminate punte
come uno stormo di uccelli rapaci 
si alzo' dalle file nemiche.

Come una nuvola nera riempirono il cielo,
correndo verso il Re e il suo esercito,
ricadendo su di loro come grandine sul grano.

Una freccia si conficco' nella corazza del sovrano
squarciando il metallo e piantandosi nel suo corpo
apri' una ferita vicino al cuore,che quasi si fermo'.

Vedendolo cadere dal cavallo 
i soldati del Re lo soccorsero,
portandolo lontano dal campo di battaglia,
mentre dall'esercito nemico,a quella vista,
si levo' un urlo selvaggio di vittoria.

Una pioggia gelida e fitta comincio' allora a cadere,
la terra divenne in breve tempo fango
ed una buia nebbia avvolse il campo di battaglia.

Il Re ferito,trasportato nella sua tenda da campo
mando' a chiamare la sua Regina.

Quando ella giunse e lo vide,
esanime sul letto,
sanguinare dalla tremenda ferita,
anche il suo cuore quasi si fermo'.

Il Re apri' gli occhi , la guardo' e disse:
"Mia adorata , la mia corazza mi ha tradito.
Non era magica ed io ho perduto tutto."

La Regina lo guardo' e disse:
"Mio sposo amato, gia' sapevo che
la corazza era solo una illusione.

La vera forza che ti rendeva invincibile
non era un pezzo di metallo, bensi' la tua volonta',
la tua certezza di essere giusto e
di combattere per la verita'.

E tutto cio' e' ancora dentro di te.
Ora alzati e guarda il tuo nemico negli occhi,
perche' uscendo da qui potrai perdere la vita
ma restando perderai tutto cio' in cui credi.

Un sole pallido si levo' nel cielo
illuminando la brulla pianura
ed i due eserciti schierati.

I soldati del Re ,ammutoliti dallo stupore,
videro il loro Sovrano avanzare a cavallo
tra le loro file portandosi alla loro testa.

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E quando fu giunto dinanzi a loro
egli levo' faticosamente la corazza
mostrando le bende ancora sanguinanti.

Da lontano giungevano le grida feroci
dei loro nemici, ormai certi della vittoria.

Ma quando il Re tolse anche le bende
e mostro' la ferita sul suo cuore,
anche quelle grida si placarono di colpo.

Un silenzio di piombo cadde su ogni cosa
mentre il Re alzava la spada verso il cielo.

I soldati esterefatti guardarono 
il loro invulnerabile Sovrano
abbassare lentamente l'arma puntandola verso 
la lontana oscura figura del Tiranno.

Mentre il cavallo del Re avanzava di un passo
tutto l'esercito, come fosse un'unica persona,
fece un passo in avanti.

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E tutta la terra tremo' sotto quel passo
compiuto all'unisono da mille guerrieri.

E il tremore corse veloce sul terreno,
come un'onda di piena
raggiunse le sgomente schiere nemiche,
si inerpico' lungo le loro gambe,
striscio' lungo il loro corpo
si insinuo' dentro lo stomaco ed infine
dentro la loro anima nera.

E insieme a quel tremito giunsero
prima il dubbio e poi la paura.

Essi cominciarono allora ad indietreggiare
sempre piu' , mentre vedevano la loro fine
avanzare lentamente verso di loro.

L'ultimo a girare il cavallo e scappare
fu il Tiranno ,rabbioso ed incredulo.

Ma anche lui ,
come tutto il suo esercito in fuga,
sapeva che non avrebbe mai piu' vinto.
 

E questa e' la fine della storia
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