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Favola
di Primavera
ovvero
"UN
ANNAFFIATOIO … QUASI MAGICO"
Non fu proprio uno
di quei ritrovamenti che passeranno alla storia ma certo e' che la piccola
Greta,
nel momento in cui quasi inciampo' in quell’annaffiatoio arrugginito, gli
fece fare un volo di parecchi metri, mandandolo a ruzzolare dentro il fossato
pieno d’acqua.
“Siamo
alle solite: rifiuti sparsi qua e la’, anche nei prati adesso!
E poi dicono che
vogliono costruire un mondo a misura di bambino…”
E la cosa non sembrerebbe
poi tanto strana non fosse che, appena riemerse dall’acqua, l’annaffiatoio
emise un flebile “ahi!”
che fece restare senza parole la bambina, intenta a rincorrere farfalle.
“Ditemi
che sto sognando, qualcuno mi dia un pizzicotto e mi dica che non ho sentito
nulla, è solo il frutto della mia immaginazione, vero ?”
disse tra se’, intimorita.
Pallida in viso e
tutta sudata, indietreggio’ di qualche passo.
Eppure aveva udito
bene quel lamento, non vi era alcun dubbio.
“Che
sia magico, l’annaffiatoio?
La cosa sarebbe
oltre modo buffa tanto che se la racconti qualcuno potrebbe ricavarne una
notizia da prima pagina”
le fece eco una
vocina simpatica, al di la’ del fosso.
“Ma
oggi cos’e', la giornata delle sorprese ?”
grido' Greta
“Chi
ha parlato ora ?”.
“Eh
eh! Quanto sei buffa con quei codini gialli: mai visto una bambina strana
come te ! Scherzi a parte, mi presento: sono Coniglio,
il custode del campo di carote, piacere di fare la tua conoscenza”.
“Pure
un coniglio che parla!
Ma dimmi, ne sai
qualcosa del gridolino che e' uscito da quel rottame ?”.
“Vedi,
piccola, nel mondo della fantasia tutto puo' succedere, e mai per caso.
Io trascorro tutto il giorno ad osservare il mondo e di cose incredibili
ne ho viste tante, in cielo ed in terra.
Non mi stupirei
quindi più di tanto se, da un momento all’altro, da quella ferraglia
vedessimo uscire … che ne so … per esempio … il Genio della lampada”.
Non avesse mai pronunciato
quel nome …
Tutto ad un tratto…
puff…
una nuvoletta azzurra usci' dall’annaffiatoio ed un personaggio grande
e grosso , e pure molto strano, fece la sua apparizione di fronte a Greta
ed a Coniglio,
increduli e a bocca aperta.
“Acciderbolina
!
Sono tutto zuppo e infreddolito !
A chi è venuta
la brillante idea di scaraventarmi nel fosso ?”
si lamentò
il Genio
mentre tentava di scrollarsi l’acqua di dosso.
“Non è il
momento ora di buscarsi un raffreddore, ho troppo lavoro da fare e poi,
ad essere sinceri, ho già una certa età e gli acciacchi si
fanno sentire, per non parlare poi della mia allergia da fieno…. eeeetcììì
!”.
“Quanto
sei brutto!” disse Coniglio, piegandosi in
due dalle risate alla vista di Greta con gli occhi spalancati come avesse
visto un fantasma e del Genio che sbuffava mentre si liberava le tasche
da guizzanti pesciolini.
“Sei
bello tu, mangia carote che non sei altro”
lo apostrofo' furioso
il Genio.
“Permetti
una domanda: se sei veramente il famoso Genio, che fine ha fatto la famosa
lampada ad olio ?”
domando' sospirando
la piccola.
“Non
dirmi che sei stato licenziato da Aladino & C., o c’e' dell’altro ?”
“Sono
in vacanza, o meglio, in trasferta: anche le menti geniali
come la mia necessitano di riposo ogni tanto.
Pensavo di rilassarmi
tra la quiete di questi alberi e, nel frattempo, dedicarmi alla lettura
del volume N. 35 del “Manuale del perfetto
Genio”, per stare al passo con i tempi, ma
forse ho fatto male i miei calcoli.
Quando si dice la
fortuna..."
Tutto ad un tratto
il viso di Greta si illumino', come quando le vengono in mente quelle strane
idee che la mamma spesso definisce “incredibilmente
pericolose” per il quieto vivere.
Si avvicinò
al Genio e domandò:
“La
storia dei desideri e' sempre valida
o funziona solo
con la lampada magica ?
Ho letto e riletto
quella favola sino ad impararla a memoria: ti sto dando la possibilita'
di mettere a frutto i tuoi poteri e in cambio… bhe'… potrei fare in modo
che il tuo nome guadagni i primi posti nella hit-parade dei personaggi
famosi, ci stai ?”.
Una smorfia sul viso
blu del Genio suggeri' che quella proposta non era delle più allettanti
ma egli, consapevole che non era nella condizione di dettare legge, si
affido' ai voleri di quella bambina così decisa.
“Ti
avverto che non voglio nulla per me e neppure intendo cambiare il mondo
da sola, i grandi non avrebbero abbastanza fantasia per inventarsi un premio
per tale evento”
disse la bimba ridendo,
mentre una farfalla le si poso' sul naso.
“Io
desidero un mondo pulito e colorato come solo noi bambini sappiamo immaginare,
un mondo in cui nell’acqua limpida i pesci sguazzano felici, il cielo sempre
azzurro e le nuvole si rincorrono per giocare.
Voglio un mondo
che sappia voler bene a noi bambini, un mondo che sorride ed e' felice,
un mondo di pace e di salute. Puoi fare questo, Genio ?”.
“Ci
possiamo provare, piccola”
e così dicendo
la invito' ad esprimere per intero il suo primo desiderio.
Greta lo fisso' dritto
negli occhi e con tutta la dolcezza della quale era capace chiese:
“Puoi
farmi il favore di ricoprire questi prati di tanti
grandissimi
fiori colorati ?”
Il Genio incrociò
le braccia, sbatté gli occhi e, come d’incanto, i fiorellini che
pigramente si dondolavano tra l’erba iniziarono ad alzarsi verso il cielo,
schiudendo i petali al tepore del sole.
“Ohhh
!!”
esclamò esterefatta
la bambina
“E’
meraviglioso, Genio ! Una distesa colorata… Non si vede neppure più
il verde dei prati: chissà come saranno contenti gli insetti e le
api !
Ed ora il secondo
desiderio: vorrei tu ripulissi questo posto dai rifiuti e dalle cartacce
che i grandi –ripeto- i grandi lasciano maldestramente
e vergognosamente a terra. Puoi ?”
Il Genio, trattenendo
il respiro, sbatte' gli occhi per la seconda volta e, all’improvviso, un
forte vento si abbatte' sui prati e i boschi, alzando una miriade di rifiuti
che andarono a formare, tutti insieme, una insolita montagnola accanto
al fiume.
“Ohhh
! Tutto pulito adesso ! E’ meraviglioso, Genio !
E senza alcuna fatica,
grazie . Quanto invidio Aladino !”.
La piccola si portò
una mano al mento, pensierosa, alzò gli occhi al cielo e continuò:
“Ora
il terzo ed ultimo desiderio.
Uhm.. fammi pensare,
non vorrei sprecare un’occasione così importante..
Ecco, ho trovato
!”
Così dicendo,
schioccando le dita, saltellò a pie’ pari davanti al Genio
e domandò:
“Vorrei
che tutti i grandi tornassero bambini, cosi’ tutti insieme potremmo giocare
e divertirci.
Hai presente che
bello senza i rimproveri della mamma quando non vogliamo mangiare e il
papa’ che controlla i compiti la sera ? Puoi, Genio ?”.
Ancora una volta
il Genio, a mani giunte, chiuse gli occhi nel tentativo di esaudire il
desiderio della piccola amica ma, al contrario dei precedenti, la trasformazione
non funziono’: il mondo continuava ad avere tanti papà e tante mamme.
Sbalordito,
l'omone riprovo’ ancora, tentando di concentrarsi al meglio: nulla.
Come se cio' non
bastasse, all’improvviso Greta si trovo’ circondata da un pacifico esercito
di insetti dei prati, di api e farfalle che, lamentandosi, le dissero:
“Greta,
e' successo il finimondo, non vedi anche tu ?
Poi c’è
stato un forte vento che ci ha scaraventati tutti lontano lontano, ed abbiamo
faticato tanto per tornare alle nostre case, che abbiamo ritrovato poi
completamente distrutte.
Che guaio, cosa
possiamo fare ora?”.
Solo allora Greta
cominciò a capire.
Il Genio prese la
parola e dolcemente le disse:
“Bambina
mia, non possiamo con un semplice gesto sconvolgere la natura delle cose,
non credi ?
Se i fiori non sono
alti due metri ci sarà un motivo, sai ?
La natura ha provveduto
affinche' essi siano ognuno al posto giusto per svolgere il proprio compito.
Anche piccolini
sono belli, non trovi ?
Guarda quelle margheritine
che graziose che sono !”
E riprese dicendo:
“Non
basta un colpo di vento per cancellare il disordine ma devono essere le
persone ad avere il buon senso di mantenere puliti i prati e i boschi,
non lasciando cartacce e rifiuti ovunque. E poi… “
Il Genio si avvicino
alla piccola che, con lo sguardo a terra, era dispiaciuta dell’accaduto.
“Io
volevo soltanto vivere in un mondo simile a quello che disegno a scuola,
quando la maestra ci dice di dar sfogo alla fantasia”
rispose la bambina.
“Ed
è bellissimo quello che dici, Greta, ti fa onore. Vuol dire che
sei sensibile e ami la natura e le persone”,
replicò il
Genio.
“I
bambini hanno bisogno di mamma e papa', come loro hanno bisogno di voi:
altrimenti tutto l’amore che avete nel cuore, tutta la voglia di crescere
e di imparare, che fine farebbe?
Le cose ci sono
perche' hanno motivo di esistere: i fiori, i prati, gli insetti, i bambini,
le mamme e i papa', ognuno al proprio posto, in assoluta armonia”.
Anche Coniglio, che
aveva assistito in disparte, commento':
“Ci
sono dei sogni che costa fatica realizzarli, non e' così, Genio
?
Ma una volta diventati
realta' … hai presente che soddisfazione ?”.
E saltellando, saluto'
gli amici per tornare al suo campo di carote.
“Vuol
dire che allora faro' di tutto per diventare una persona buona e rispettero'
sempre tutto cio' che mi circonda”
disse Greta e, rivolgendosi
al Genio:
“Senti
un po', non e' che ti spiace se mi siedo accanto a te e leggiamo insieme
il Manuale N. 35 ? Hai visto mai che imparo qualche trucco del mestiere
pure io ! Anche se ho capito la lezione.. io continuo a sognare, sai ?”
E con un sorriso
grande cosi' si sedette sotto l’albero accanto al Genio, ed inizio' a leggere
le prime righe:
“Capitolo
N. 1 – Come far capire ad Aladino, con le buone maniere, che con Greta
e i suoi amici bambini ci si diverte di piu' a fare il Genio …“
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