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Herman Hesse - Siddharta
A ogni passo del suo cammino Siddharta imparava qualcosa di nuovo, poiché il mondo
era trasformato e il suo cuore ammaliato. Vedeva il sole sorgere sopra i monti boscosi e tramontare oltre le lontane spiagge popolate di
palme. Di notte vedeva ordinarsi in cielo le
stelle, e la falce della luna galleggiare come
una nave nell'azzurro. Vedeva alberi, stelle,
animali, nuvole, arcobaleni, rocce, erbe, fiori,
ruscelli e fiumi; vedeva la rugiada luccicare
nei cespugli al mattino, alti monti azzurri e
diafani nella lontananza; gli uccelli cantavano
e le api ronzavano, il vento vibrava argentino
nelle risaie. Tutto questo era sempre esistito
nei suoi mille aspetti variopinti, sempre erano
sorti il sole e la luna, sempre avevano scrosciato i torrenti e ronzato le api, ma nel passato tutto ciò non era stato per Siddharta che
un velo effimero e menzognero calato davanti
ai suoi occhi, considerato con diffidenza e destinato a essere trapassato e dissolto dal pensiero, poiché non era realtà: la realtà era al di
là delle cose visibili. Ma ora il suo occhio liberato s'indugiava al di qua, vedeva e riconosceva
le cose visibili, cercava la sua patria in questo
mondo, non cercava la " Realtà ", né aspirava
ad alcun al di là. Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue
sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar
così per il mondo e sentirsi cosi bambino, così
risvegliato, così aperto all'immediatezza delle
cose, così fiducioso. Diverso era ora l'ardore
del sole sulla pelle, diversamente fredda l'acqua dei ruscelli e dei pozzi, altro le zucche
e le banane. Brevi erano i giorni, brevi le
notti, ogni ora volava via rapida come vela
sul mare, e sotto la vela una barca carica di
tesori, piena di gioia. Siddharta vedeva un popolo di scimmie agitarsi su tra i rami nell'alta
volta del bosco e ne udiva lo strepito selvaggio
e ingordo. Siddharta vedeva un montone inseguire una pecora e congiungersi con lei. Tra
le canne di una palude vedeva il luccio cacciare affannato verso sera: davanti a lui i pesciolini sciamavano a frotte rapidamente, guizzando e balenando fuor d'acqua impauriti;
un'incalzante e appassionata energia si sprigionava dai cerchi precipitosi che l'impetuoso cacciatore tracciava nell'acqua.
Tutto ciò era sempre stato, ed egli non l'aveva mai visto: non vi aveva partecipato. Ma ora
sì, vi partecipava e vi apparteneva. Luce e ombra attraversavano la sua vista, le stelle e la
luna gli attraversavano il cuore.
Brano tratto da "Siddharta" di Herman Hesse - Adelphi
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