William Burroughs - Il Pasto Nudo

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SCHAFER: - Si , si, naturalmente... eppure... Non riesco a mandar via quel puzzo dai polmoni...
BENWAY (irritato): -Nessuno di noi ci riesce... Non ho mai annusato nulla di neppure lontanamente simile... Dov'ero rimasto? Ah si, che risultato si otterrebbe a somministrare del Curaro plus polmone d'acciaio durante la mania acuta? Forse il paziente, incapace di scaricare la propria tensione in attività motoria, soccomberebbe sul posto come un topo della giungla. Una causa di morte interessante, no? Schafer non sta ascoltando. -Sapete -dice impulsivamente -penso che tornerò alla semplice chirurgia all'antica. Il corpo umano è scandalosamente inefficiente. Invece di una bocca e di un ano, perché non avere un solo buco buono a tutti gli usi per mangiare ed espellere? Potremmo tappare naso e bocca, riempire lo stomaco, e praticare un foro per l'aria direttamente nei polmoni dove avrebbe dovuto essere fin dall'inizio...
BENWAY: -Perché non una massa buona a tutti gli usi? Ti ho mai detto dell 'uomo che aveva insegnato a parlare al suo sedere? Tutto l'addome si muoveva su e giù capisci scorrèggiando parole. Non ho mai sentito nulla di simile. " Questo sedere aveva una specie di frequenza viscerale. Ti prendeva giù in basso come se dovessi andare. Sai quando il vecchio colon ti dà di gomito e ti senti qualcosa di freddo dentro, e sai che tutto quel che ti resta da fare è andare? Bene, questo modo di parlare ti prendeva là, un suono denso, gorgogliante e stagnante, un suono che potevi odorare. "Quest'uomo lavorava in un luna park, capisci, e tanto per cominciare era una bella novità come ventriloquo. Proprio divertente, da principio. Faceva un numero che si chiamava The Beffer Hole, che era una cannonata, te lo dico io. Non lo ricordo più tanto bene ma era una cosa intelligente. Come: "Ehilà, dico, sei ancora laggiù, vecchio?" "Nooh! Ho dovuto andare a liberarmi." "Dopo un po' il sedere cominciò a parlare da sé. Lui si presentava senza dover preparare nulla e il sedere improvvisava o rispondeva alle sue battute. "Poi gli si svilupparono dei piccoli uncini ricurvi rasposi simili a denti e cominciò a mangiare. Lui pensava fosse una bella cosa e ci mise su un numero, ma il sedere si aprì una finestra attraverso i pantaloni e cominciò a parlare per la strada, gridando che voleva l'uguaglianza dei diritti. Si ubriacava, anche, e quando era sbronzo dava in ismanie che nessuno gli voleva bene. Alla fine si mise a parlare di continuo giorno e notte, e da parecchi isolati di distanza si poteva sentire il tizio che gli gridava di star zitto e lo colpiva col pugno, ma nulla serviva e il sedere gli diceva: "Sei tu che alla fine ti azzittirai. Non io. Perché non abbiamo più bisogno di te qui in giro. Io posso parlare e mangiare e defecare." "Dopo di che il tipo cominciò a svegliarsi la mattina con una pellicola trasparente come la coda di un girino su tutta la bocca. Questa pellicola era quello che gli scienziati chiamano T .in-D., Tessuto Indifferenziato, che può trasformarsi in qualsiasi tipo di carne sul corpo umano. Se la strappava dalla bocca e i lembi gli rimanevano attaccati sulle mani come uno strato di nafta infiammata e ci crescevano sopra e crescevano da per tutto finché cadevano, brano a brano. Alla fine la bocca gli si chiuse ermeticamente, e tutta la testa gli si sarebbe amputata spontaneamente (sapete che c'è una malattia che si manifesta in certe parti dell'Africa e solo tra i Negri, e per cui i mignoli dei piedi si amputano spontaneamente?) se non fosse stato per gli occhi, capisci. Una cosa che il sedere non sapeva fare era vedere. Aveva bisogno di occhi. Ma le connessioni nervose erano bloccate e infiltrate e atrofizzate in modo tale che il cervello non poteva più dare ordini. Era prigioniero nel cranio, chiuso ermeticamente. Per un po' si vide la silenziosa, disperata sofferenza del cervello dietro gli occhi, poi alla fine il cervello dovette morire, perché gli occhi si spensero, e non vi era in essi più vitalità che nell'occhio di un granchio all'estremità di un'antenna. " Quello è il sesso che sfugge al censore, che si infiltra fra un ufficio e l'altro, perché nelle canzoni popolari e nei film di seconda categoria c'è sempre un po' di spazio che rivela il basilare marciume americano e butta fuori come un foruncolo suppurato, facendo schizzare tutt'attorno lembi di quel T.in-D. che cadono dappertutto e si trasformano in qualche rigogliosa forma degenerata e cancerosa, riproducendo una orribile immagine casuale. Alcune sono fatte interamente di tessuto erettile, altre di visceri appena coperti di pelle, grappoli di tre o quattro occhi messi insieme, intrico di bocche e di ani, membra umane agitate e versate come vengono. "Il risultato finale della rappresentazione cellulare completa è il cancro. La democrazia è cancerosa, e gli uffici sono il suo cancro. Un ufficio mette radici ovunque nello stato, diventa maligno come l'Ufficio Narcotici, e cresce e cresce, riproducendone altri dello stesso tipo, fino a che soffoca il suo ospite se non viene dominato e tagliato. Gli uffici non possono vivere senza qualcuno che li ospiti, essendo organismi parassitari. (Una cooperativa, d'altro canto può vivere senza lo stato. Ecco la strada da seguire. Formare organismi indipendenti per venire incontro ai bisogni di coloro che ne fanno parte. L'ufficio funziona in base al principio opposto di inventare i bisogni per giustificare la propria esistenza.) La burocrazia è un male come il cancro, un allontanamento dalla direzione dell'evoluzione umana di infiniti potenziali e azioni differenziate e indipendenti, verso la parassitarietà completa del virus.
Brano tratto da "Il Pasto Nudo" di William Burroughs - Sugarco edizioni