I
sondaggi geoelettrici rappresentano uno strumento non invasivo che
permettono la ricostruzione del sottosuolo sfruttando le
caratteristiche elettriche delle rocce. Sono particolarmente
indicate per l'individuazione di corpi anomali sepolti, di cavità
sotterranee, di falde acquifere, per delimitare aree a netto
contrasto di resistività elettrica, per ricostruzioni archeologiche.
Unitamente alle indagini geoelettriche possono essere condotte
quelle sismiche a rifrazione o riflessione, indagini con georadar
che possono aiutare in alcuni casi a risolvere problemi legati ai
limti del metodo geoelettrico.
Le
indagini geoelettriche possono essere condotte mediante S.E.V.
(sondaggi elettrici verticali) o mediante S.E.O. (sondaggi
elettrici orizzontali). I primi forniscono dati lungo la
verticale, i secondi, invece, una rappresentazione lungo una
direzione orizzontale sul piano campagna. A seconda delle
necessità imposte dal caso in questione si deve optare per l'uno
o l'altro metodo. Le profondità di investigazione dipendono
essenzialmente dalla lunghezza dello stendimento, dalla
interdistanza tra gli elettrodi di corrente, e dalle
caratteristiche elettriche del terreno. Terreni molto conduttivi
possono intrappolare al loro interno le linee di corrente
impedendo di raggiungere gli strati più profondi.
A fianco è
riportato un profilo di resistività (S.E.O.) e mediante colorazioni
diverse mette in risalto le caratteristiche geoelettriche del sottosuolo
sia nella direzione trasversale che in profondità. I colori tendenti al
rosso indicano rocce molto resistive che non conducono corrente mentre
quelle tendenti al blu indicano rocce conduttive. Si deve precisare che
le rocce di per se non sono conduttive, ma le linee di corrente si
chiudono solo per la presenza di fluidi intrappolati nelle loro fratture
o cavità, nei pori. Pertanto le valutazioni devono essere sempre fatte
tenendo conto della geologia del sito di indagine in modo che la
risposta elettrica sia compatibile con la situazione reale in posto.
Dall'analisi congiunta di più profili di resistività, opportunamente
orientati, è possibile ricostruire una visione multilayer del sottosuolo
alle varie profondità dal piano campagna (vedi foto sotto). |
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Le caratteristiche intrinseche delle rocce consentono in linea di
massima di asserire che rocce calcaree compatte mostrano valori di
resistività apparente molto elevati, mentre terrreni argillosi o
sabbiosi saturi d'acqua presentano valori molto più bassi. Le cose
sfortunamente non sono cosi semplici e schematiche in quanto esistono
problemi di equivalenza e problemi legati al riempimento o meno dei
vuoti da parte dei fluidi. Questo comporta che ad esempio fratture
riempite d'acqua facciano registrare valori di resistività apparente
molto più bassi rispetto alle stesse fratture o cavità completamente
vuote. Per questo motivo è essenziale contestualizzare i risultati
dell'indagine geoelettrica in modo da poter ricostruire una situazione
geologica il più possibile aderente alla realtà. Il metodo geoelettrico
riesce bene a risolvere problemi legati alla presenza di cavità, per
questo motivo viene spesso usata come indagine preliminare prima dello
scavo delle fondazioni. La conoscenza preliminare della distribuzione
delle linee di debolezza influisce sulla scelta del tipo di fondazioni
da adottare. In alcuni casi la mancanza di questi dati comporta un
costo economico maggiore per la realizzazione dell' opera, in quanto se
in corso d'opera vengono alla luce situazioni non ipotizzate, si è
costretti ad intervenire con soluzioni tampone, molto costose, poco
funzionali e non perfettamente integrate con l'idea progettuale di
partenza. |
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