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Sondaggi geoelettrici ultimo aggiornamento 02/01/05

I sondaggi geoelettrici rappresentano uno strumento non invasivo che permettono la ricostruzione del sottosuolo sfruttando le caratteristiche elettriche delle rocce. Sono particolarmente indicate per l'individuazione di corpi anomali sepolti, di cavità sotterranee, di falde acquifere, per delimitare aree a netto contrasto di resistività elettrica, per ricostruzioni archeologiche. Unitamente alle indagini geoelettriche possono essere condotte quelle sismiche a rifrazione o riflessione, indagini con georadar che possono aiutare in alcuni casi a risolvere problemi legati ai limti del metodo geoelettrico.

Le indagini geoelettriche possono essere condotte mediante S.E.V. (sondaggi elettrici verticali) o mediante S.E.O. (sondaggi elettrici orizzontali). I primi forniscono dati lungo la verticale, i secondi, invece, una rappresentazione lungo una direzione orizzontale sul piano campagna. A seconda delle necessità imposte dal caso in questione si deve optare per l'uno o l'altro metodo. Le profondità di investigazione dipendono essenzialmente dalla lunghezza dello stendimento, dalla interdistanza tra gli elettrodi di corrente, e dalle caratteristiche elettriche del terreno. Terreni molto conduttivi possono intrappolare al loro interno le linee di corrente impedendo di raggiungere gli strati più profondi.

A fianco è riportato un profilo di resistività (S.E.O.) e mediante colorazioni diverse mette in risalto le caratteristiche geoelettriche del sottosuolo sia nella direzione trasversale che in profondità. I colori tendenti al rosso indicano rocce molto resistive che non conducono corrente mentre quelle tendenti al blu indicano rocce conduttive. Si deve precisare che le rocce di per se non sono conduttive, ma le linee di corrente si chiudono solo per la presenza di fluidi intrappolati nelle loro fratture o cavità, nei pori. Pertanto le valutazioni devono essere sempre fatte tenendo conto della geologia del sito di indagine in modo che la risposta elettrica sia compatibile con la situazione reale in posto. Dall'analisi congiunta di più profili di resistività, opportunamente orientati, è possibile ricostruire una visione multilayer del sottosuolo alle varie profondità dal piano campagna (vedi foto sotto).

Le caratteristiche intrinseche delle rocce consentono in linea di massima di asserire che rocce calcaree compatte mostrano valori di resistività apparente molto elevati, mentre terrreni argillosi o sabbiosi saturi d'acqua presentano valori molto più bassi. Le cose sfortunamente non sono cosi semplici e schematiche in quanto esistono problemi di equivalenza e problemi legati al riempimento o meno dei vuoti da parte dei fluidi. Questo comporta che ad esempio fratture riempite d'acqua facciano registrare valori di resistività apparente molto più bassi rispetto alle stesse fratture o cavità completamente vuote. Per questo motivo è essenziale contestualizzare i risultati dell'indagine geoelettrica in modo da poter ricostruire una situazione geologica il più possibile aderente alla realtà. Il metodo geoelettrico riesce bene a risolvere problemi legati alla presenza di cavità, per questo motivo viene spesso usata come indagine preliminare prima dello scavo delle fondazioni. La conoscenza preliminare della distribuzione delle linee di debolezza influisce sulla scelta del tipo di fondazioni da adottare. In alcuni casi la mancanza di questi dati  comporta un costo economico maggiore per la realizzazione dell' opera, in quanto se  in corso d'opera vengono alla luce situazioni non ipotizzate, si è costretti ad intervenire con soluzioni tampone, molto costose, poco funzionali e non perfettamente integrate con l'idea progettuale di partenza.