20 OTTOBRE 1944

LA SCUOLA DI PRECOTTO

 

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A DIFFERENZA DI GORLA, LA SORTE DELLA SCUOLA DI PRECOTTO PUO' ESSERE CONSIDERATA MIGLIORE, POICHE' VENNE SI COLPITA DA UNA BOMBA E COMPLETAMENTE DISTRUTTA, MA I PICCOLI, CHE QUI ERANO 280, FECERO IN TEMPO A METTERSI IN SALVO NEL RIFUGIO SOTTOSTANTE, DA DOVE VENNERO ESTRATTI CON GRANDE FATICA DAL SACERDOTE DON CARLO PORRO E DA ALCUNI GENITORI; LE PERDITE UMANE FURONO IN QUESTO CASO MIRACOLOSAMENTE MINIME: DUE BIDELLE E UN PADRE RIMASERO SOTTO IL CROLLO DELLE SCALE CHE PORTAVANO AL RIFUGIO QUANDO ORMAI I BAMBINI ERANO AL SICURO.

ECCO LA TESTIMONIANZA DI UNA SOPRAVVISSUTA:

 

Da allora è passato molto tempo, avevo solo otto anni, ma di quel giorno non dimenticherò mai l'angoscia e la paura che provai trovandomi sepolta nel rifugio sotto le macerie della scuola di Precotto.

C'erano 280 bambini.

Ricordo di aver sentito la sirena del cessato allarme, tutti i bambini erano radunati nell'atrio del rifugio pronti per uscire, quando cominciarono invece i bombardamenti.

Subito si sollevò un gran polverone ed io mi sentii scaraventata violentemente tra i miei compagni.

Improvvisamente il buio e la paura, tutti urlavano terrorizzati, e non capivamo cosa fosse successo.

Non so quanto tempo sia trascorso, non si vedeva nulla, quando ad un tratto da un finestrino, l'unico rimasto intatto nel crollo, filtrò una lama di luce: sembrava polvere d'oro ...

Cercammo in tutti i modi di richiamare l'attenzione mentre dall'esterno si sentivano le grida di disperazione delle persone accorse per salvarci, tra cui mio padre.

Affannosamente cercavano di spostare le macerie cercando di creare un varco per farci uscire e finalmente ci riuscirono.

Schiacciata contro un muro mi trascinarono verso quella via di salvezza, fui la 123° ad uscire quando mi accorsi di avere ancora in mano, non so come, la mia cartella, due lire ed il colletto.

I bambini si salvarono tutti mentre due bidelli ed un papà (si chiamava Lecchi) rimasero uccisi nel crollo delle scale.

Stretta tra le braccia di mio padre sentivo intorno a me urla strazianti, imprecazioni contro i responsabili della guerra, confusione e disperazione.

C'erano morti sparsi in strada e sul tram fermo davanti alla scuola.

La bomba creò una voragine in mezzo al viale Monza e le rotaie del tram sembravano quelle di un ottovolante.

Mio padre mi disse che Don Carlo Porro entrò nel rifugio per controllare che tutti fossero salvi e appena tornò fuori tutto crollò.

 

MARCHIORI NERIS Maria

nata a Milano il 24 Giugno 1936

 

 

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