LA RIMINI FERROVIARIA
La quarta ed ultima parte della "RIMINI FERROVIARIA" dedicata a tutto ciò che è
diverso dalla Trazione a vapore: locomotive elettriche, locomotive ed automotrici
diesel.
Ogni sorta di locomotore elettrico è transitato oppure si è soffermato nel deposito
locomotive di Rimini; E.424, 444, 428, 626, 636, 645, 646 e 656; locomotori che
hanno fatto la storia della trazione elettrica a c.c. nella nostra penisola. Ma un ti=
po, che vantiamo solamente noi, nella storia dei " binari " emiliano-romagnoli è il
Bolognese E.326, costruito sulla base dell' E.626 per destinarlo ai treni viaggiato=
ri. L'E.326 (rodiggio 2' C 2'), realizzato solamente in 12 esemplari, è sempre sta=
to di casa presso il deposito locomotive di Bologna Centrale. Non voglio entrare
in particolari nozioni tecniche, non è questa la sede più appropriata, ma vorrei
solo presentare brevemente questo piccolo "coccodrillo elettrico" come progeni=
tore del più riuscito gruppo E.428.
Costruito tra il 1930 ed il 1932 dalla Ernesto Breda di Milano, appare a metà stra=
da tra l'E.626 e l'E.428. Doveva essere il locomotore per treni viaggiatori veloci
(150 Km/h) di modesta composizione, ma purtroppo il "326" non ha fatto molta
strada, non nel senso della percorrenza, ma in quello della "carriera".
Difatti lo si ricorda maggiormente al traino di treni viaggiatori locali a composi=
zione non troppo pesante. Le sue possenti ruote da 2.050 mm. di diametro per=
mettevano una buona velocità (per quei tempi) ma al vero la forza di trazione non
era poi così mostruosa.
I suoi servizi erano svolti sulla Bologna-Rimini-Ancona, Bologna-Verona, Bologna-
Padova ed una coppia di locali sulla relazione per Piacenza. A causa del passo
molto rigido non è stato nemmeno utilizzato sulla Rimini-Ravenna al tempo dell'
elettrificazione, avvenuta nel 1978.
La fortuna ha voluto che, nonostante la sua poco brillante carriera, almeno un
esemplare, l' E.326.004 fosse conservato al Museo Ferroviario di Pietrarsa e che,
ben presto sarà trasferito nuovamente in Romagna, sotto il tetto del DRS di Rimini
e sotto la sorveglianza di ATSER/Adriavapore.
I locomotori E.428 ed E.626 sono stati gli "incontrastati" mezzi di trazione per il
traino di lunghissimi convogli merci sulla linea adriatica; i "626" ovviamente come
lo erano in tutta Italia per la loro abbondanza, i "428" anche, facevano la loro parte
visto che i depositi di Foggia, Bologna S.Donato ed Ancona avevano in dotazione
una buona parte dei 242 esemplari costruiti.
Gli E.428 erano molto spesso in sosta al D.L. di Rimini, in tutte le tre serie costruite,
anche perché fino al termine degli anni '70 spesso lì si vedeva al traino di treni viag=
giatori Diretti, Espressi o d’agenzia nei periodi estivi. Come in tutta la penisola i 428
terminarono la loro carriera al traino di treni merci oppure convogli locali.
Nel 1978, con l'elettrificazione della Rimini-Ravenna (nel '79 quella della Ravenna-
Ferrara) gli E.428 si impossessarono del traino della maggior parte dei treni viaggia=
tori su questa linea. Per non dilungarci, non dedichiamo molto tempo agli altri tipi di
locomotori elettrici poiché, nelle diverse livree successive, li ammiriamo circolanti sulle
linee di tutta Italia.
Esaurito il capitolo della trazione elettrica dobbiamo purtroppo ricordare che il declino
della trazione a vapore di una certa consistenza (623, 685, 735) è stato decretato dall’
avvento della trazione diesel, in particolare dalle locomotive TD, siccome le incolpe=
voli automotrici erano già da qualche tempo presenti, tra cui le ALn 772, 880, 990 la
facevano da padrone.
E' verso la metà degli anni '60, che a malincuore incontriamo i primi D.341 che sop=
piantano le gloriose "685" al traino dei più celebri treni viaggiatori estivi ( Adria-Express,
direttissimo Torino-Rimini ed altri nella stagione turistica). Chi sperava di vedere sbuca=
re la 685 dalla curva di Cervia M.M., lato Cesenatico con l'Adria Express, trovava la triste
sorpresa di veder entrare in stazione il treno trainato da un D.341.
La cosa più grottesca è che i locomotori diesel presenti a Rimini, ma in carico a Bologna
C.le, erano tutti in precarie condizioni di funzionamento (in particolare i prototipi
D.342.3001/3002, D.341.4001, D.342.2001 o D. 442.4001) e dovevano sostituire
proprio quelle gloriose macchine a vapore che avevano adempiuto i loro compiti con
grande generosità.
Mai giunti a Rimini efficienti D.343, D.443. D.345 o D.445, ma , in prevalenza, D.341
provenienti dal sud e che erano già stati sfruttati al massimo nei loro primi anni di la=
voro nelle linee non elettrificate nel comprensorio di Bari, Taranto, Cosenza ecc, ecc,
e che venivano rimpiazzati in loco dai più moderni locomotori diesel.
Avarie o guasti erano abbastanza frequenti; ricordo personalmente, perché n’ero a
bordo il 1 luglio 1970, che quella mattina il locale Rimini Ravenna, trainato da un D.341
raggiunta la stazione di Classe ha dato forfait, continuando il viaggio fino a Ravenna ad
una velocità paragonabile e quella di una persona. Sicuramente se detto treno fosse
stato affidato (come taluni altri in quel periodo di trazione mista vapore/diesel) ad una
625 (le 623 nel '70 erano già "morte"), saremmo giunti a Ravenna nei tempi dovuti.
Ci rallegra in ogni modo il fatto che il "D.341.2027" sarà completamente restaurato
dalle Officine Locomotive di Rimini, dopo esser già stato decoibentato da tempo, e
tornerà, grazie alle cure di ATSER/ADRIAVAPORE, ai suoi antichi splendori nativi
1961) e non sicuramente nello stato di affaticamento di quando giunse a Rimini alla
metà degli anni '60.
Altre comparse "diesel" sono rappresentate dai diversi prototipi tra i quali ricordo il
"D.342.3001" di costruzione OM di Brescia, nato nel 1962 e demolito a Rimini nel
1978 per essere definitivamente radiato dalla rete nel successivo 1979. Unitamente
all'unità gemella (D.342.3002) non riscuoterono mai un gran successo né tra il perso=
nale di macchina né tra quello delle officine che ne curavano gli interventi.
Problemi al circuito di raffreddamento dei motori e frequenti avarie al cambio erano il
tallone d'Achille di queste macchine che limitarono a poco più di 15 anni il loro servizio
utile, compresi i lunghi periodi di sosta per le riparazioni.
Altro prototipo che finì la carriera a Rimini fu il D.442.4001 costruito dai cantieri Ansaldo
di Genova nel 1957: questa era la prima locomotiva diesel da treno con trasmissione
idraulica.Fu utilizzata per lungo tempo sulla Torino-Milano quando ancora questa linea
era prevalentemente esercitata con trazione a vapore. Giunta a Bologna agli inizii degli
anni settanta, era utilizzata sulla linea Ferrara-Rimini fino alla sua radiazione dal servizio
(1978).
Furono sempre i D.341 a fare la parte del leone in questa fase di dieselizzazione nelle
linee del comprensorio Riminese e Ravennate, sia essi facenti parte della prima ( D.341
.1001-1016, D.3412001, 4001) o della seconda serie (D.341.1017-1068 e D.341.2003
-2035). Era spesso possibile imbattersi a Rimini nelle D.342 Ansaldo ( 4001-4017) del
deposito locomotive di Siena che si spingevano fino a Rimini al traino dei treni estivi
Firenze-Rimini via Pontassieve Faenza Ravenna. Le automotrici ALn 880 rimasero in
servizio a Rimini fino alla fine degli anni sessanta rimpiazzate poi dalle più moderne ALn
668, nelle varie colorazioni ed appartenenti sia alle F.S. che alle Ferrovie Padane.
Ultime note degne di interesse sono riferite alle Officine Locomotive di via Tripoli a Rimini.
Negli anni della trazione a vapore erano tra le più qualificate officine italiane preposte a
riparazioni speciali e grandi revisioni. Verso la fine degli anni '50, col progressivo declino
della trazione a vapore, le Officine Riminesi si specializzarono nella lavorazione di mezzi
diesel (prima da manovra poi anche da treno) provenienti da tutta Italia, lavoro che conti=
nuano a svolgere in questi tempi su diversi tipi di locomotori ed automotori.
Termino questa quarta ed ultima puntata della "RIMINI FERROVIARIA" sperando che il
lettore mediti sulla storia dei mezzi più importanti delle Ferrovie Italiane e che sia stimolato
a visitare il Deposito Rotabili Storici di Rimini che una volta all'anno rimane aperto due
giorni (prossimi 4 e 5 giugno 2005) per ospitare tutti coloro che sono appassionati di
Ferrovie.
Quest'anno, inoltre, in questi due giorni verrà pure ospitato il LIV CONGRESSO F.I.M.F.,
che è la Federazione che riunisce tutti i Modellisti Ferroviari ed amatori di Ferrovia.
Informazioni possono essere richieste al sottoscritto (339.6851679) oppure al Signor
Andrea Sottile di Forlì (339.1190774 – sotand@libero.it), o visitando il sito:www.adriavapore.it
Con un caloroso augurio di un Buon Centenario delle Ferrovie di Stato Italiane a tutti gli interessati
ed appassionati.
Bruno Cividini