LA STORIA

Prologo:

 

Per raccontare la storia della St.Faggians&Gabbibbis, puntualizziamo subito, più che una pagina web occorrerebbe utilizzare un “libretto nero”: già, perché sarebbe proprio quella la cornice ideale per racchiudere una serie infinita di episodi sfortunati, scelte inopinate e azioni scellerate. Una società destinata alla sofferenza, con pochi ma intensi momenti di entusiasmo, caratterizzata da incredibili serie positive ma anche da immancabili periodi bui, e soprattutto da cronici infortuni prestigiosi che spesso hanno condizionato il cammino della squadra.

Il tutto, sotto la guida del discussissimo manager Matteo Caligo, capitato in una piazza caldissima che vive di pane e calcio, perciò con una comunità molto attenta a quello che accade dentro e fuori dal campo, e con una tifoseria dall’indole violenta che a seconda dell’andamento della squadra si trasforma da elemento determinante a incubo di calciatori e staff tecnico.

Ma andiamo con ordine.

 

2002/2003

 

E’ il 2002 l’anno in cui la St.Faggians&Gabbibbis viene invitata a partecipare al torneo più prestigioso del mondo, la “Lega Fantacalcio Sbancamo”. Ad attenderla, un manipolo di presidenti affamati di vittorie: Valerio Carraro, Luca Vittadello, Nicola Scirè, Daniele Maggi, Andrea Miani, Daniele Maone, Riccardo Voci, Daniele Capponi e la coppia Alberti/Attili.

Sarà un anno assai importante per Caligo, che capirà ben presto che per avere successo in questa lega occorre essere molto preparati, oltre che molto più scaltri in sede d’asta rispetto a quello che il manager di origini friulane immaginava.

Dal punto di vista agonistico, di quell’annata si ricorda ben poco: sempre a fondo classifica, le uniche soddisfazioni che i tifosi isolani riescono a togliersi sono legate ad una clamorosa tripletta di Fausto Rossini a San Siro e ad un Claudio Lopez mozzafiato per tre quarti di campionato. Da dimenticare, invece, un Dario Hubner in forma disastrosa ed un Cristiano Doni che nonostante i 10 goal ha lasciato molto perplesso lo staff tecnico.

 

 

2003/2004

 

L’anno successivo la St.Faggians si presenta ai nastri di partenza con un rinnovato spirito e con la voglia di far bene.

Per fare ciò, la società mette mano al portafoglio e permette a Caligo di usufruire di un organico di tutto rispetto: Sebastian Frey in porta, il Campione del Mondo Cafu e il suo conterraneo Cesar a rafforzare il reparto arretrato, due super campioni come Nedved e Stankovic a dare prestigio ad un centrocampo che viene completato con gli ingaggi di Pinzi e Maresca, un attacco composto dall’Imperatore Adriano, il bolognese Bellucci , il punto di domanda Bothroyd e l’ex pallone d’oro Rivaldo. Ed è qui che si incominciano a vedere contemporaneamente i gravi errori di Caligo e la sfortuna che mai abbandonerà la squadra isolana.

Il manager di San Paolo punta forte su un giocatore in scadenza di contratto reduce da un’annata straordinaria, ovvero Dejan Stankovic. Morale della favola : il serbo ha altri grilli per la testa e la sua stagione si rivelerà appena sufficiente.

Altro errore: Caligo vuole fortemente ed ottiene Bothroyd, attaccante inglese che dopo un precampionato super si dimostra ben poca cosa e ringrazia il mister con soli 3 goal.

Terzo errore: in sede d’asta, Caligo si ritrova con la possibilità di scegliere senza nessuna interferenza tra John Dahl Tomasson e Rivaldo: la scelta ricade sul brasiliano, che si dimostrerà parente lontanissimo del fenomeno ammirato in Catalogna, mentre Tomasson sarà il pezzo pregiato del mercato invernale.

Errore a metà: Nedved, reduce dal campionato migliore della sua carriera, riceve proprio nello stadio della St.Faggians il Pallone d’Oro. Formidabile fino a Gennaio, Nedved tirerà il fiato proprio nel momento più importante. Conseguenza: Caligo si ritrova con un Nedved mediocre per tutta la seconda metà della stagione.

Episodio sfortunato: l’Imperatore Adriano è l’unico punto fermo della squadra. Segna gol a grappoli, è una forza della natura. Finchè, in una piovosa domenica di fine autunno, la compagine di Scirè batte la St.Faggians grazie ad un eurogol di Allegretti, e l’Imperatore si strappa l’adduttore: rientrerà solo a giochi fatti. Sarà il primo di una lunga lista di bomber di cui il mister ogni anno dovrà fare a meno causa infortunio.

 

 

2004/2005

 

E’ l’anno della svolta per la Lega Fantacalcio Sbancamo: regole più ferree, mercato controllato, non si può più sgarrare.

In questo clima di rinnovamento, Caligo intuisce che potrebbe essere un’annata favorevole. Perciò si riunisce ben presto con la sua equipe di specialisti del Mercato e pone le basi di quella che sarà la St.Faggians&Gabbibbis 2004/2005: una delle più clamorose mine vaganti che il calcio ricordi, poco talento ma tanto cuore, e una vittoria svanita solo nelle ultime giornate che avrebbe garantito a Caligo e ai suoi giocatori un posto nella leggenda.

Il mister di origini nordiche allestisce un organico privo di prime donne, ma munito di una serie di buoni giocatori, con la giusta alternanza tra giovani e vecchi.

In porta non vengono ingaggiati grandi nomi, piuttosto ci si affida ad elementi provenienti da campionati inferiori come Pavarini e Calderoni. Proprio quest’ultimo sarà fonte di grandi gioie per il mister. In difesa il fiore all’occhiello e Chivu, che rientrerà a febbraio dopo un infortunio estivo, nel frattempo ci si consola con l’esperienza di Sensini, Gigi Di Biagio, Balleri, Torrisi e Galante(questi ultimi due ingaggiati a Gennaio), e si prova a sorprendere tutti con Bega, Biava, Loria e Rullo.

A centrocampo Caligo vuole sostanza, perciò si assicura Davids, Maresca,  Muntari, Giacomo Tedesco e Barone, mentre per le rifiniture sceglie Pirlo, Baronio e Gioiellino Montolivo.

Capitolo a parte merita Nelson Abeijon: nonno Abe si carica sulle spalle sin da subito la squadra e grazie al suo carisma la porterà dove mai era arrivata. E’ proprio dell’uruguaiano quello che tutti ricordano come il gol più bello della storia della St.Faggians&Gabbibbis: rovesciata sotto il sette ed esplosione della curva.

In attacco Caligo è convinto che Cassano farà la stagione migliore della sua carriera: anche qui incappa in un grosso errore, perché il fenomeno di Bari Vecchia è in scadenza di contratto e la sua stagione sarà molto travagliata.

Fantasmi del passato: Bojinov fa impazzire le difese di tutta Italia fino alla sosta: 11 reti, è il re di St.Faggians. Poi la malasorte si riabbatte sull’isola. Crack, stagione finita. E chissà cosa sarebbe successo…

Acquistato per puntellare l’attacco, si rivelerà l’uomo della riscossa: è David Di Michele, 15 goal in campionato ( record personale ) di cui ben 11 nel girone di ritorno.

Ma non si può parlare di questa stagione senza soffermarsi su Capitan Gigi Di Biagio.

9 goal ed un rendimento principesco, Gigi verrà per sempre ricordato sull’isola di St.Faggians come una specie di Messia. E c’è chi ancora aspetta il suo ritorno…chissà…

In conclusione, l’annata 2004/2005, conclusasi con un secondo posto alle spalle del SGR Jobinho di Capponi, rimane senz’altro il picco più alto raggiunto da mister Caligo: quest’ultimo infatti, spesso utilizza esempi riguardanti quel periodo per catechizzare i suoi giocatori ed inculcare loro la giusta mentalità.

 

 

 

2005/2006

 

Dopo il successo sfiorato l’anno precedente, mister Caligo si presenta ai blocchi di partenza della stagione 2005/2006 con un qual certo ottimismo: crede che ormai il periodo di gavetta sia finito e che pensare in grande sia doveroso, perciò si fida ciecamente del suo istinto e costruisce una squadra forte ma poco concreta, e nel tentativo di dare una svolta rovina tutto al mercato di riparazione. Ma andiamo con ordine.

Julio Cesar in porta è una scelta poco azzeccata, infatti il brasiliano farà una stagione mediocre e verrà spesso sostituito da Toldo e a volte addirittura da Berti!!!

In difesa Thuram, Barzagli e Cassetti avrebbero dovuto rappresentare una sicurezza, invece solo il nazionale italiano è stato all’altezza della situazione. Pisano si è rivelato uno dei più scarsi nel ruolo, Franceschini è stao una delusione.

E’ a centrocampo che Caligo ha dato il meglio di se scoprendo nuovi talenti: sotto le sue direttive Sergio Bernardo Almiron è diventato un signor giocatore, ed è esploso il talento di Pasqualino Foggia. Capitano Sergio Volpi non ha fatto mai mancare il suo apporto e spesso ha anche contribuito in fase realizzativa. Chi ha deluso è stato Mimmo Morfeo, perno del progetto tecnico ideato da Caligo; pochi lampi, nel complesso un campionato anonimo. Donati e Daniele Conti sono stati appena sufficienti, D’Agostino invece disastroso.

In attacco, tornano di gran moda gli errori di valutazione del mister di San Paolo: Vincenzo Iaquinta è alle prese col rinnovo del contratto è vive una stagione molto travagliata. Ibrahimovic è reduce da un’annata molto prolifica, ed era prevedibile che non si sarebbe ripetuto. Voti ottimi, molti assist, ma pochi gol.

Chi fa volare la curva è Emiliano Bonazzoli. Il pupillo del mister regala 8 perle ai tifosi della St.Faggians, ma a fine Dicembre, come da copione, il suo ginocchio fa crack. Stagione finita.

La stagione comunque non è compromessa perché l’albanese Bogdani sta aiutando Caligo a non pensare all’infortunio di Bonazzoli. Ma sta arrivando il momento delle decisioni estreme.

Al mercato di riparazione il mister vuole tentare di dare una scossa all’ambiente per cercare di levarsi dalla metà della classifica: perciò vende alla A.C.Voi in Giro, e io… Ibrahimovic, Foggia e Thuram in cambio di Adriano, Kroldrup e Daniele Franceschini. La speranza è che Adriano ritorni l’Imperatore, ma ciò non accade, anzi, è Ibra che torna sui suoi livelli e Foggia torna a fare il fenomeno. Per i ragazzi di Maggi sarà scudetto, per quelli di Caligo una discesa inesorabile verso il fondo della classifica.

 

 

2006/2007

 

La stagione 2006/2007 può essere considerata come quella della “svolta italiana”. Caligo punta su un manipolo di giocatori nostrani, il più prestigioso dei quali è ovviamente Francesco Totti, e decide di ingaggiare una serie di giocatori che aveva sempre desiderato avere ma che mai alla fine si era ritrovato ad allenare.

In porta da registrare il grande ritorno di Alex Calderoni, da sempre pupillo del mister, che insieme a Manninger e Sicignano vogliono dire un ritorno alla politica del 3x1 tipica di mister Maggi, che a Caligo aveva portato bene due anni prima.

Il reparto arretrato punta assennatamente su Cesare Natali, una delle note liete della stagione, e su Ivan Cordoba, che invece ha un po’ tradito le aspettative. Parisi è stata la vera delusione, Castellini e Rivalta sono stati ottimi in rapporto a quanto sono stati pagati, Talamonti ha risposto sempre bene, così come Balestri, garantendo alla difesa una costanza di rendimento inusuale per la squadra dell’isola ( se si fa eccezione il periodo con Di Biagio-Chivu ).

Il centrocampo registra la conferma di Volpi e l’acquisto del duo Gasbarroni-Semioli tanto voluto dal mister; mentre il secondo farà una discreta stagione, il primo è stato una vera e propria meteora tanto che è stato ceduto al mercato di gennaio. Ma questo non potrà che essere ricordato come l’anno di Fabio Caserta: visionato da Caligo durante l’estate e portato senza clamori in maglia St.Faggians, Caserta è la conferma dell’ottima visione prospettica del mister di origini friulane nei confronti dei centrocampisti: 6 gol e dosi di grande calcio per questo calciatore diventato in poco tempo l’idolo della curva isolana.

Poco da dire sul resto del reparto, eccezion fatta per il riorno di Abeijon, il discreto rendimento di Baiocco e lo scarso utilizzo di Turbo Gobbi.

Quest’anno un attacco atomico ha contraddistinto la St.Faggians&Gabbibbis: Totti-Amauri hanno incantato, poi il brasiliano si è ovviamente infortunato prima della sosta togliendo a Caligo la gioia di vedere in campo il trio che sarebbe stato completato da Nick “Provvidenza” Amoruso, che si è presentato a gennaio segnando gol a grappoli( 18 alla fine ). Luca Saudati ha provato a metterci una pezza, ma nonostante il suo ottimo bottino ( 14 reti ) ci si chiede a quanto sarebbe arrivato Amauri se il ginocchio non l’avesse fermato,e ci si chiede anche cosa sarebbe successo se Totti avesse sbagliato qualche penalty di meno. Domande che hanno disturbato le notti del Mister, che sa di aver dovuto rinunciare per cause di forza maggiore ad un potenziale che l’avrebbe potuto portare molto in alto. Invece, sull’isola ci si è dovuti accontentare di un misero settimo posto, dovuto anche ad un allentamento della tensione nelle ultime tre giornate.

 

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