Il Comento di Landino fu
stampato a Firenze nel 1481 per Niccolò di Lorenzo della Magna e altre
quindici volte nel corso del Quattrocento, da solo o insieme con la
Commedia, e otto nel corso del Cinquecento (tre delle quali insieme con il
commento di Alessandro Vellutello in un'edizione curata da Francesco
Sansovino che rimaneggiò il testo landiniano). Per un'analisi filologica del
testo del Comento è fondamentale Paolo Procaccioli, Filologia ed esegesi
dantesca nel Quattrocento. L'"Inferno" nel "Comento sopra la Comedia" di
Cristoforo Landino, Firenze, Olschki, 1989. Il Proemio è stato pubblicato da
Roberto Cardini negli Scritti critici e teorici del Landino (Roma, Bulzoni,
1974, I, pp. 95-164).
Al commento della Commedia Landino, che aveva già tenuto un corso su Dante
dopo il 1471 e nel quarto libro delle Disputationes Camaldulenses aveva
fatto ampio ricorso al poema, fu spinto dalla stampa del poema dantesco con
il commento del bolognese Iacopo della Lana eseguita a Milano nel 1478 dal
novarese Martino Nidobeato. La Commedia non era ancora stata stampata a
Firenze e l'unico grande commento, tentato e poi interrotto, era stato
quello di Boccaccio. Il progetto di edizione con un nuovo commento di
impostazione moderna voleva dunque essere una reazione tesa a rivendicare
con Dante la tradizione letteraria e civile di Firenze. Da qui la solennità
dell'edizione in folio, con solenne dedica alla Signoria e con le tavole
tratte dai disegni di Sandro Botticelli , e il lungo proemio, eccessivo per
dimensioni e finalità rispetto al commento vero e proprio.
Il proemio, che utilizza in larga parte opere precedenti, si apre con una
breve introduzione ed è diviso in tredici sezioni dedicate ai seguenti
argomenti: apologia in difesa di Dante dai calunniatori, Fiorentini
eccellenti in dottrina, in eloquenza, in musica, in pittura e scultura,
diritto civile, mercatura, vita e costumi del poeta, che cosa sia poesia e
poeta e della sua origine divina, furore divino, che l'origine dei poeti sia
antica, lettera prefatoria di Marsilio Ficino in latino e in volgare, sito,
forma e misura dell'inferno e statura dei giganti e di Lucifero. Lungi dal
costituirne un semplice accesso all'opera, lo scritto contiene l'esposizione
della dottrina estetica dell'autore. È sostanzialmente una rivendicazione
orgogliosa della fiorentinità di Dante e della sua importanza come grande
autore in una tradizione poetica e civile che, passando attraverso le figure
dei grandi umanisti fiorentini (Salutati, Bruni, Alberti, Antonio Manetti,
Ficino), arriva fino all'età contemporanea, ma affonda le sue radici nella
storia e nella letteratura antica.
Alla luce delle tesi sincretistiche della scuola ficiniana, di cui il
Landino è l'interprete più consapevole in campo letterario, il poema
dantesco si propone come depositario di un portato filosofico intorno ai
valori fondamentali della sapienza e della virtù, che viene trasmesso
attraverso le diverse età e resta come messaggio da interpretare per
arrivare alla verità filosofica nascosta sotto l'invenzione poetica, così
come Landino aveva fatto nelle Camaldulenses a proposito del poema
virgiliano. Nel Comento non solo sono ignorate le opere minori di Dante e i
poeti predanteschi, ma Landino si mostra anche disinteressato ad utilizzare
le informazioni relative a fatti e personaggi contenute nei commenti
trecenteschi, che pure utilizza e talora riprende in maniera letterale.
Fuori dagli orizzonti della critica landiniana sono pure i problemi testuali
(il testo stampato è diverso da quello utilizzato per il commento, ed è
deturpato da frequenti lacune e lezioni erronee, problemi interpretativi
sono risolti in maniera superficiale e sbrigativa). Le chiose linguistiche
sono diffuse e di notevole interesse documentario, ma l'obiettivo del
critico è quello di adattare il testo dantesco alla lingua media fiorentina
tardoquattrocentesca, accreditando una sostanziale unità di tradizione.
L'interpretazione del contenuto è condizionata dal metodo allegorico che
soverchia ogni altro tipo di lettura e permea l'approccio al testo fino
nelle cellule minime. Con queste caratteristiche il Comento landiniano si
presenta come la più importante interpretazione umanistico-rinascimentale
della Commedia, destinata a rimanere con autorità sul campo fino alla fine
del Cinquecento, resistendo anche alla ripresa dei commenti eruditi intorno
alla metà del secolo.
Franco Pignatti |
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ALIGHIERI, Dante. La Commedia, comm.
Cristoforo Landino; Rime diverse. Venezia, Piero di Piasi, 18 XI 1491. 2°,
rom., ill.IGI 364, H5950, GW
7970, BMC V, 270, Essl. 542.Comento di christophoro Landino fiorentino sopra
la comedia di Danthe alighieri poeta fiorentino. Cancione dello
excelientissimo poeta dante aldigeri fiorentino Commiciano qui feliciter -
emendato per me maestro piero da fighino dellordine de frati minori. -
Impresso in Vinegia : per Petro Cremonese dito Veronese, XVIII di
nove[m]brio MCCCCLXXXXI. - a10, AA4, B.-Z8, a-q8, r6.300x200 mm. Alla
carta a1r timbro ovale del convent
dComento di christophoro Landino fiorentino
sopra la comedia di Danthe alighieri poeta fiorentino. - Impresso in Vinegia
: per Octaviano Scoto da Monza, XXIII di Marzo MCCCCLXXXIIII. - a10, b-H8,
I-K6.330x220 mm. La carta B3, mancante è stata sostituita da 2 carte
manoscritte di mano diversa da chi ha annotato il testo. Numerazione
manoscritta a inchiostro in alto a destra. Esemplare è stato rifilato a tal
punto che le note e la numerazione delle pagine talvolta sono incomplete.
Chi ha annotato il testo ha riportato alla c.a1r (bianca) un indice della
terza cantica. A margine del testo vi sono note-contenuto formate da parole
tratte direttamente dai canti e precedute da un "no(ta)".
Si ringraziannunzia:
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