Brano tratto dall’opera del Vasari:
LE VITE DE' PIÚ ECCELLENTI
ARCHITETTI,
PITTORI, ET SCULTORI ITALIANI,
DA
CIMABUE INSINO A' TEMPI NOSTRI
Nell'edizione per i tipi di
Lorenzo
Torrentino - Firenze 1550
di Giorgio Vasari
JACOPO DI CASENTINO
Pittore
Già molti anni s'era udita la fama et il romore delle pitture di Giotto
e de' discepoli suoi perché molti, volenterosi di arricchire nella
povertà per mezzo dell'arte della pittura, caminavano inanimiti dalle
speranze dello studio e dalla inclinazione della natura, e si pensavano,
quella esercitando, avanzare di eccellenza e Giotto e Taddeo e gli altri
pittori. Et infra molti che ebbero questo pensiero cercò porlo ad
esecuzione Iacopo di Casentino, da molti scritto e creduto essere stato
de la famiglia di m<esser> Cristofano Landino da Prato Vecchio. Costui,
mentre che Taddeo Gaddi lavorava al Sasso della Vernia la capella delle
Stimite, da un frate di Casentino, allora guardiano in detto luogo, fu
acconcio con esso lui ad imparare il disegno et il colorito di
quell'arte. Per il che in Fiorenza condottosi in compagnia di Giovanni
da Milano per li servigi di Taddeo lor maestro, molte cose lavorando,
fece il tabernacolo della Madonna di Mercato Vecchio; similmente quello
su 'l canto della piazza di San Niccolò della via del Cocomero, et a'
Tintori quello che è a Santo Nofri su 'l canto delle mura dell'orto
loro, dirimpetto a San Giuseppo. Fece in San Michele in Orto alcune
pitture, et in Casentino, in Prato Vecchio et in tutte le chiese, molte
cappelle e figure, che seminate in diversi luoghi per Casentino si
veggono ancora. Lavorò in Arezzo nel Duomo Vecchio; e per il capitolo
della pieve, nella chiesa di | San Bartolomeo fece la facciata dello
altar maggiore; e nella pieve stessa sotto l'organo la storia di S.
Matteo, et in Santo Agostino due altre cappelle ancora et in San
Domenico. E cosí faccendo per tutta la città opere di sua mano, mostrò
<a> Spinello Aretino i principii di tal arte insegnata interamente da
lui a Bernardo Daddi fiorentino, il quale nella città sua molte cose
lavorando, quella onorò e da' cittadini suoi, che di bonissimo governo
lo stimorono, fu ne' magistrati adoperato assai. Furono le pitture di
Bernardo molte et in molta stima, e prima in Santa Croce la cappella di
San Lorenzo e di Santo Stefano de' Pulci e Berardi e molte altre pitture
in diversi luoghi di detta chiesa. Sopra le porte della città di
Fiorenza da la parte di dentro quelle dipinse e, d'anni carico morendo,
in Santa Felicita gli fu dato onorato sepolcro l'anno mccclxxx. E Iacopo
di Casentino in vecchiezza venuto, nella badia di Santo Angelo, fuor del
castello di Prato Vecchio in Casentino, fu sepolto d'anni lxiiiii,
dolendo a molti la morte sua e massimamente a' parenti, i quali da le
fatiche di lui di continuo traevano utile, onore e fama. E nel mccclviii
gli fu dato sepoltura. Né gli mancò dopo la morte questo epitaffio:
PINGERE ME DOCVIT GADDVS; COMPONERE PLVRA
APTE PINGENDO CORPORA DOCTVS ERAM.
PROMPTA MANVS FVIT, ET PICTVM EST IN PARIETE TANTVM
A ME: SERVAT OPVS NVLLA TABELLA MEVM.