In: La Civiltà Cattolica n. 3793, 2008http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3793/index_3793.html


Umberto Galeazzi, Tommaso d'Aquino nel pensiero contemporaneo,

Roma, Aracne, 2006


L’A., ordinario di Storia della filosofia presso l’Università degli studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, è un noto studioso di san Tommaso. Con questo lavoro si pone l’obiettivo di mostrare la vitalità del pensiero tommasiano nel dibattito filosofico contemporaneo. La convinzione di fondo è che il contributo critico, euristico e speculativo dell’Aquinate rispetto all’interrogativo sull’uomo, anche oggi sia illuminante e non trascurabile. Il discorso si svolge lungo otto intensi capitoli che, sebbene precedentemente redatti per occasioni diverse, rientrano in un discorso coerente e integrato. Forse è possibile individuare una chiave di lettura unitaria: la confutazione dell’individualismo e dell’antimetafisicismo contemporanei condotta soprattutto alla luce del pensiero tommasiano.

Non a caso, infatti, l’A. parte da ciò che T. W. Adorno ha definito come la «svolta soggettivistica» del pensiero moderno, a partire da Cartesio. Si tratta di una svolta che fonda diverse preclusioni contemporanee rispetto alle possibilità della conoscenza veritativa della realtà, della metafisica dell’essere. Ponendosi nella prospettiva tommasiana l’A. conduce una critica dell’antimetafisicismo contemporaneo, inteso come posizione scettico-relativistica, che «pretende di rinchiudere il soggetto nella mera conoscenza di sé, precludendogli ogni possibilità di conoscenza veritativa dell’altro da sé» (p. 22) e conducendo a quella «patologia della conoscenza» di cui hanno parlato Horkheimer e Adorno. Appoggiandosi anche ai più autorevoli tomisti contemporanei (J. Maritain, S. V. Rovighi, C. Fabro) l’A. pone in discussione il pensiero di J.-P. Sartre che, con le sue radici cartesiane, appare un esempio significativo di quel filone di pensiero che dal razionalismo può condurre al soggettivismo.

Dopo questo inquadramento generale, l’A. presenta una importante interprete del pensiero di Tommaso nel Novecento: Edith Stein. Formatasi a diretto contatto con Husserl e la sua scuola, dopo la conversione al cristianesimo e la conoscenza del pensiero dell’Aquinate, la Stein si ritrova a dover mettere a confronto due mondi filosofici tra loro diversi, mostrando in questo un’intenzionalità veritativa davvero notevole. La sua analisi, critica, coraggiosa e in profonda sintonia con Tommaso, tende a valorizzare soprattutto la posizione realistica del primo Husserl, contro la successiva svolta del suo pensiero in direzione dell’idealismo trascendentale.

Altro autore che il Galeazzi confronta con Tommaso è Charles Taylor. Sebbene non si riscontrino sue citazioni dirette di testi tommasiani, il filosofo canadese presenta una evidente prossimità teorica nei confronti del pensiero di Tommaso in alcuni temi base della sua ricerca. Il riferimento è soprattutto a due argomenti: la tensione al bene come caratteristica dell’identità umana, e la libertà, che Taylor difende contro i vari determinismi psico-ficisi e storico-sociali.

L’A. passa quindi ad analizzare il tema della ragione e delle passioni in Tommaso, proponendo un confronto con il pensiero antropologico ed etico di Kant, punto nodale anche per la filosofia contemporanea. La visione antropologica di Tommaso differisce da quella del razionalismo o di uno spiritualismo disincarnato, soprattutto perché riconosce la piena appartenenza del corpo alla humanitas, in una visione di profonda unità dell’uomo come essere spirituale e sensibile. La sua filosofia morale, inoltre, non si limita alla questione della obbligazione, ma è aperta alla più ampia prospettiva della vita buona, non si occupa tanto di «ciò che è giusto fare» quanto di «che cosa è bene essere». È possibile, così, evitare i due estremi: il moralismo legalistico e l’immoralismo trasgressivo.

L’analisi dell’antropologia e dell’etica tommasiana si sposta poi su quelli che potremmo definire temi più strettamente relazionali: l’amore, il riconoscimento, l’amicizia. L’etica dell’amore in Tommaso, fondamentalmente teocentrica, viene confrontata con alcune posizioni filosofiche contemporanee, in particolare con quella del pensiero debole, che l’A. fa oggetto di una critica serrata e convincente.

Il testo si chiude con un’analisi su Cornelio Fabro, di cui considera in particolare il tema della libertà, indagato anche in relazione al tema del fine ultimo.

Lo sforzo dell’A. non è un’operazione culturale nostalgica e forzata. Si configura invece come un importante contributo allo sforzo di far emergere Tommaso d’Aquino come interlocutore di rilievo nel dibattito filosofico contemporaneo. Con riferimento ad alcuni temi particolarmente rilevanti per l’uomo, infatti, la filosofia tommasiana conserva una sua vitalità e, anche grazie al contributo di alcuni illustri tomisti contemporanei, può fornire utili risposte ai principali problemi che interessano l’uomo di oggi.

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