In: La Civiltà Cattolica n. 3786, 2008http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3786/index_3786.html


L'apostolo Tommaso è a Ortona, a cura di Marco Cozza, Rodolfo Giungi, Paola Pasquini, Emilia Polidoro

Ortona, Centro Documentazione Studi San Tommaso Apostolo, 2006


Gli AA. – M. Cozza, R, Giungi, P. Pasquini, E. Polidoro – si propongono di ripercorrere l’itinerario delle reliquie mortali dell’apostolo Tommaso, attraverso antiche fonti e studi medioevali, moderni e contemporanei.

Il volume si apre con un lungo studio storico, dal titolo: «Radici cristiane d’Abruzzo». Il lettore viene accompagnato in un percorso affascinante che si snoda attraverso alcuni passaggi chiave. Dopo la ricostruzione della cultura classico-pagana in Abruzzo e in Ortona ci si confronta con cenni sulla prima diffusione del cristianesimo in alcuni punti nevralgici dell’Impero romano, nonché con le origini e gli sviluppi successivi delle prime comunità cristiane in Abruzzo e in Ortona.

Si scopre, così, come la storia locale si incroci continuamente con la storia più generale: invasioni, guerre, monachesimo, crociate… In ogni caso l’avvenimento più significativo per Ortona, non solo dal punto di visto religioso, è l’arrivo delle ossa di san Tommaso apostolo nel settembre 1258, ad opera di alcuni ortonesi. È l’evento che trasforma la vita cittadina: da quel momento la storia del popolo ortonese si identifica con la vita che si svolge intorno alla tomba dell’Apostolo, grazie alla rapida diffusione del suo culto anche al di fuori dei confini regionali, fino al riconoscimento di indulgenze per la visita alla tomba del santo in Ortona, concesse dai pontefici a cominciare da Innocenzo VI (1359-62).

Per questo assume importanza decisiva un documento storico che attesta la traslazione delle ossa di san Tommaso apostolo a Ortona: è la famosa pergamena, redatta da un notaio di Bari il 22 settembre 1259. La sua redazione fu voluta dall’Università ortonese al fine di attestare in modo inoppugnabile l’autenticità delle reliquie. Tale decisione si accorda con la consuetudine giuridica e la relativa burocrazia agiografica, particolarmente diffusa tra il XII ed il XIII secolo, voluta dalla Chiesa per concedere il culto di un santo.

L’atto, riportato nell’originale in latino medioevale e nella corrispondente traduzione, attesta come veritiera la deposizione giurata di alcuni abitanti dell’isola di Chios, in quel momento prigionieri a Bari, tutti testimoni diretti degli eventi, in quanto in vari modi legati alla chiesa di san Tommaso di Chios. Essi confermano e ricostruiscono storicamente l’itinerario delle ossa di san Tommaso, dall’India a Chios, ma soprattutto l’azione degli ortonesi che portano via da Chios il corpo dell’Apostolo. Il «sacro furto», inizialmente non programmato, avviene ad opera di due ortonesi: Leone e Ruggiero. Trovandosi a Chios come parte della flotta di Manfredi, re di Sicilia, nell’ambito di una spedizione contro i Genovesi, i due ortonesi scoprono che nell’isola è conservato il corpo di san Tommaso e decidono la traslazione delle ossa e della corrispondente lapide tombale.

Ovviamente il volume riserva una particolare attenzione proprio alla pergamena, sia sotto il profilo storico-giuridico, sia ricostruendo l’ambiente storico-sociale in cui nasce questo documento di primaria importanza per la storia della città. Molto interessante è anche la ricostruzione del viaggio delle reliquie dell’apostolo Tommaso dall’India (non quella di oggi ma, più genericamente, la parte più orientale dell’impero romano) a Edessa, a Chios e infine a Ortona. È una ricostruzione basata su varie fonti e testimonianze, tra le quali spiccano quelle di sant’Efrem il Siro e di Egeria, autrice di uno dei più antichi resoconti di pellegrinaggio in Terrasanta: la Peregrinatio Egeriae.

Bisogna dare atto agli Autori che la loro ricerca risulta seria e documentata, in merito all’autenticità delle reliquie del santo, nonché alla storia che le riguarda. Chiaramente il volume risulterà di particolare interesse innanzitutto per gli abitanti di Ortona e per quanti volessero soddisfare specifiche curiosità sull’apostolo Tommaso. Ma anche il lettore non incuriosito dalla storia del santo e della città che ne conserva le reliquie, potrebbe trovare in questo volume spunti interessanti, non strettamente limitati all’argomento principale. Attraverso questo caso storico concreto, infatti, si riscopre ancora una volta l’importanza dei testimoni del cristianesimo anche per la storia laica, con effetti non solo religiosi ed economici, ma perfino «identitari» per intere popolazioni che si riconoscono intorno alla presenza delle reliquie dei santi.

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