In: La Civiltà Cattolica n. 3740, 2006http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2006/3740/index_3740.html


Ignazio Sanna (ed.), L’eredità teologica di Karl Rahner,

Roma, Lateran University Press, 2005


Alla dimensione antropologica viene riservata una particolare attenzione in questo volume. In occasione della ricorrenza del centenario della nascita di K. Rahner, si è voluto dedicare uno studio al suo pensiero. Il volume, che non ha intenti puramente celebrativi, propone una lettura critica della teologia di Rahner, con l’obiettivo di porre in evidenza attualità e problematicità delle sue tesi principali. Partendo dalla convinzione che il fulcro della sua produzione teologica sia la questione antropologica, «si è inteso adottare il plesso tematico dell’antropologia come filtro di lettura in modo particolare dell’epistemologia, della dottrina trinitaria e della cristologia» (p. 5) rahneriane. Obiettivo di tale lettura critica è quello di valutare l’attualità dell’impostazione rahneriana di queste discipline e l’eventuale contributo all’interpretazione delle istanze della teologia contemporanea.

Il volume si compone di tre parti. Nella prima, I. Sanna sottolinea le linee portanti della visione antropologica di Rahner, mentre M. Schneider, M. Seckler e P. Zulehner ne definiscono le coordinate concettuali. Risaltano, così, la spiritualità ignaziana come fonte del suo pensiero teologico, la dimensione filosofica come metodo di elaborazione e sviluppo del suo pensiero, la dimensione pastorale come sua preoccupazione principale e sua finalità ultima.

La seconda parte esamina criticamente alcune delle principali tesi di Rahner. La prima riguarda la plausibilità di utilizzo del metodo trascendentale in teologia e l’elaborazione di una teologia trascendentale. K. H. Neufeld, G. Lorizio e R. Fisichella esaminano l’eventuale attualità e fecondità di utilizzo del metodo trascendentale in teologia. La seconda tesi riguarda la dottrina trinitaria e la teologia sacramentaria. S. Del Cura Eléna, P. Coda ed E. Farrugia affrontano la delicata questione se la ontologia trinitaria di Rahner possa fondare un’antropologia della reciprocità e della relazione, e se il veicolo concettuale del suo pensiero sia la categoria del simbolo o quella del mistero. La terza tesi esamina il cristianesimo anonimo e il modello inclusivista della teologia delle religioni. L. Ladaria, M. McDermott e A. Amato si chiedono se, in un’epoca di pluralismo religioso, la tesi dell’inclusivismo cristologico rispetti sia l’unicità salvifica di Cristo sia il ruolo salvifico delle religioni.

Nella terza parte, più breve, M. Bordoni, S. Zucal e G. Colzani esaminano l’influsso della riflessione di Rahner sulla teologia italiana, in particolare sulla cristologia e l’antropologia. Con particolare riferimento a quest’ultima, I. Sanna si dice convinto che l’orizzonte antropologico costituisca la dimensione principale del pensiero rahneriano, e sintetizza intenti e contributo di Rahner ad alcuni ambiti della teologia contemporanea. In riferimento all’ambito teologico-trinitario, suo intento è stato quello di «ridare Dio all’uomo e l’uomo a Dio, di riconciliare, cioè, l’antropocentrismo con il teocentrismo» (p. 11), dando un forte contributo al ritrovamento del senso dell’uomo.

Quanto all’ambito cristologico, la teologia rahneriana «ha dato Cristo all’uomo e l’uomo a Cristo» (p. 18). Come ribadisce Rahner, a partire dall’Incarnazione l’antropologia andrebbe letta come una cristologia incompleta e la cristologia come un’antropologia compiuta: in Gesù si manifesta storicamente e in modo insuperabile cosa e chi sia l’uomo. Infine, per quanto riguarda l’ambito pastorale la teologia rahneriana ha «ridato il mondo a Dio e Dio al mondo» (p. 26), cercando di fondare teologicamente la simpatia per il mondo.

I contributi raccolti nel presente studio mettono in evidenza possibili interessanti prospettive per la ricerca teologica contemporanea, con riferimento soprattutto al problema della razionalità postmoderna, alla fecondità dell’ontologia trinitaria, al ruolo salvifico di Cristo. Per la qualità dei contributi il testo si indirizza non solo a quanti si interessano al pensiero di uno dei più grandi teologi del secolo XX, ma più in generale a quanti si occupano di problematiche teologiche e pastorali.

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