In: La Civiltà Cattolica n. 3787, 2008http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3787/index_3787.html


Giuseppe Sacino, Amica mia. Storia di un amore. Con testimonianze di autorità, parenti e amici,

Copertino (Le), Non Tacere, 2007


Sacerdote, scrittore e giornalista, l'A. ha al suo attivo numerose pubblicazioni, in particolare sulla Parola di Dio. Questa volta si occupa con calore di una figura probabilmente ancora poco nota ai più: Maria Antonietta Alemanno, morta nel 1992 all’età di 33 anni. Il testo, in realtà, è una nuova edizione, rivista e ampliata, dopo che la prima, fra l’altro sollecitata con insistenza da don Tonino Bello, è andata esaurita.

Ma chi è Maria Antonietta Alemanno? Attraverso le brevi note biografiche proposte dall’A. apprendiamo che questa bella ragazza, originaria di Copertino nel Salento, a tutti appare vitale, socievole, ben inserita nel proprio ambiente. È una giovane che denota notevole forza interiore, sicurezza psicologica, serenità. Ama la verità e sa sostenerla con forza. Nelle relazioni interpersonali esige chiarezza. Sempre docile al suo padre spirituale, difende con decisione la propria fede, anche in quei contesti dove questa testimonianza esige coraggio. È fortemente innamorata di Gesù Eucaristia e della Madonna, ed è devota a san Giuseppe da Copertino. La vita spirituale di Maria Antonietta è priva di bigottismo.

Nel 1985 si laurea in Scienza Biologiche. Si inserisce nel mondo della scuola e ovunque guadagna la stima di tutti. Trova sempre il tempo di impegnarsi in parrocchia e tiene corsi di recupero per seminaristi nel seminario diocesano di Nardò. Improvvisamente scopre di avere un tumore: comincia così un vero e proprio calvario. Maria Antonietta l’affronta con una fiducia in Dio che lascia tutti interdetti, a cominciare dai vari medici che la curano. Attaccata alla vita, con serenità lotta fino alla fine contro quel male che, infine, nel 1992 prevarrà su di lei.

Dopo le note biografiche l’A. lascia spazio a diverse testimonianze, in assenza di scritti personali dell’Alemanno. Infatti, sebbene come padre spirituale le avesse chiesto di annotare qualcosa sul proprio mondo interiore, Maria Antonietta non lo ha ritenuto opportuno, perché convinta di essere una persona normale e anonima la cui esperienza non sarebbe potuta servita a nessuno.

In ogni caso gli «Appunti» – del padre spirituale e di un fratello di Maria Antonietta – sono interessanti e contribuiscono a una migliore conoscenza della protagonista. In effetti costituiscono la parte più importante del libro e, fra l’altro, permettono di seguire nei dettagli l’ultimo periodo di questa storia esemplare, che si chiude con una lunga e notevole sofferenza fisica. Ed è proprio durante la lettura di questi appunti che, alla fine, è piuttosto difficile non commuoversi.

Dagli «Appunti» apprendiamo che, due giorni prima di morire, Maria Antonietta emette i voti perpetui di povertà, castità e obbedienza nella famiglia paolina delle Pie Discepole del Divin Maestro. Inoltre, proprio nel finale, si registra un evento difficilmente spiegabile con la sola ragione: l'«apparizione» di don Giacomo Alberiore a Maria Antonietta. Proprio durante questo evento i testimoni registrano gli unici momenti in cui la ragazza, inspiegabilmente rispetto al suo stato terminale, recupera a pieno le energie fisiche e psichiche. Ma non è questo evento insolito a rendere la storia di Maria Antonietta oggetto di attenzione. Lo è piuttosto la sua vita spirituale che, a integrazione del lavoro prodotto dall’A., sembra meritevole di ulteriori approfondimenti.

Il libro è completato da una lunga serie di testimonianze rilasciate da familiari, autorità, religiosi, laici. La storia, scritta con semplicità, colpisce e fa riflettere. In un’epoca che fa convergere l’attenzione generale prevalentemente su falsi miti che finiscono col diventare modelli per tanti, diventa sempre più opportuno proporre storie come quella di Maria Antonietta Alemanno. Sono esistenze pienamente inserite nella realtà, ma contemporaneamente aperte alla trascendenza, alla relazione con Dio.

Ci sia consentito un unico richiamo: avremmo preferito che almeno i due risvolti di copertina fossero dedicati alla protagonista e non, come è stato fatto, ai giudizi sul libro.

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