In: La Civiltà Cattolica n. 3790, 2008http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3790/index_3790.html


Alla ricerca di una sana laicità. Libertà e centralità dell’uomo, a cura di Gaetano Quagliarello,

Siena, Cantagalli, 2007


Il testo raccoglie i contributi di alcuni intellettuali, credenti e non credenti, che si confrontano con il discorso tenuto da Benedetto XVI a Verona nell’ottobre 2006, in occasione del IV Convegno ecclesiale nazionale.

Nella Presentazione, il Curatore – Presidente della Fondazione Magna Carta di Roma – chiarisce le ragioni della pubblicazione. C’è innanzitutto l’esigenza di evitare la banalizzazione giornalistica del testo papale e del suo significato, sottoponendoli appunto a un debito approfondimento. C’è poi l’intenzione di dare il giusto risalto alla volontà del Pontefice di approfondire il dialogo sul rapporto tra fede e ragione. Questa raccolta di contributi, allora, si propone come una di quelle iniziative concrete capaci di tenere vivo il dialogo tra credenti e non credenti

I contributi proposti sono stati raggruppati in tre sezioni: «Filosofia e fede. Le convergenze parallele», «Storia e fede. La Chiesa e lo spirito del tempo», «Scienza e fede. Sui fondamenti della conoscenza». Nel loro insieme le riflessioni proposte consentono al lettore di confrontarsi con i vari temi affrontati da Benedetto XVI nel discorso di Verona. E non solo: in vari contributi, infatti, non mancano proposte di collegamento tra questo discorso e i precedenti, soprattutto quelli del viaggio papale in Baviera, e in particolare l’ormai celebre discorso di Ratisbona. Così, partendo da diversi punti di vista, vengono passati in rassegna quelli che si propongono come alcuni tra i temi chiave dell'attuale pontificato.

Le parole di Benedetto XVI stimolano il credente a confronto serio e critico con la cultura contemporanea, accettandone i valori autentici, dalla scienza e la tecnica ai diritti umani, alla libertà religiosa e alla democrazia. Senza però chiudere gli occhi sulle sue contraddizioni e i suoi rischi. Gli elementi critici devono essere ben presenti alla coscienza e all’intelligenza del cristiano: neoilluminismo e laicismo che riducono il vero sempre e soltanto a ciò che è sperimentabile e calcolabile; una visione antropologica che riduce l’uomo a semplice prodotto dell’irrazionale, del caos e della necessità; la libertà individuale senza confini, proposta come valore fondamentale cui tutti devono sottostare; l’etica confinata al relativismo e all’utilitarismo; l’esclusione di Dio dalla cultura e dalla vita pubblica.

Ancor più alla luce della consapevolezza di tali rischi, per il cristiano diventa un dato imprescindibile testimoniare la propria fede e la propria visione dell’uomo ovunque, a cominciare dalla realtà in cui vive, anche quando questa lo contrasta e dà l’impressione di essere convincente e vincente. In una situazione culturale come l'attuale, allora, il cristiano è chiamato a tenere ancora più desta la propria coscienza spirituale, attingendo alla fede e alla ragione, ed è chiamato a testimoniare la propria fede con una vita visibilmente caratterizzata dall’amore.

Il Papa vuole ricordare a tutti i cristiani, a cominciare proprio da quanti vivono in Italia e in Europa, che la vita del credente trae senso fondamentalmente dalla realtà della Risurrezione del Signore, e che questo è davvero il tempo della testimonianza forte e coraggiosa, fonte di speranza anche per chi non crede, come ha affermato a Verona: «Ma non per questo ci perdiamo d’animo. Al contrario, dobbiamo essere sempre pronti a dare risposta (apo-logia) a chiunque ci domandi ragione (logos) della nostra speranza […]. Dobbiamo farlo a tutto campo, sul piano del pensiero e dell’azione, dei comportamenti personali e della testimonianza pubblica».

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