In: La Civiltà Cattolica n. 3806, 2009http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2009/3806/index_3806.html


Storia della direzione spirituale, vol. I: L’età antica, a cura di Giovannni Filoramo;

vol. III: L’età moderna, a cura di Gabriella Zarri,

Brescia, Morcelliana, 2006; 2008


Si tratta di due volumi di una serie di testi dedicati alla storia della direzione spirituale. Ogni volume, curato e introdotto da firme significative, raccoglie i contributi di diversi ricercatori.

Il primo volume si pone innanzitutto un obiettivo: dimostrare che, sebbene la direzione spirituale sia un fenomeno specifico del cattolicesimo moderno, come istituto che prende piede nella Controriforma, la pratica della direzione spirituale preesiste all’epoca moderna. Ecco perché il testo cerca e individua tracce di continuità con le forme precristiane: dalla relazione con i maestri di saggezza nell’epoca arcaica, ai modelli di direzione nell’antichità classica (Socrate, Platone, Epicuro, Seneca…). Il testo affronta, quindi, il tempo del primo cristianesimo e, soprattutto, la svolta decisiva del monachesimo egiziano. A tale contesto si fa risalire il passaggio dal «maestro di saggezza» al «padre spirituale» come lo possiamo intendere oggi. Un’adeguata attenzione viene riservata anche agli importanti contributi di Basilio il Grande, Giovanni Cassiano, Isaia di Gaza, Barsanufio e Giovanni di Gaza.

Uno degli obiettivi del primo volume è quello di individuare e far risaltare la variabilità storica della direzione spirituale. Così facendo, però, finisce col far passare in secondo piano gli elementi comuni alla direzione spirituale pur nella sua indubbia variabilità storica. Inoltre, non viene messa in luce una differenza fondamentale: mentre le forme di direzione precedenti sono, per così dire, autocentrate (motivate dal miglioramento personale o dall’esigenza di non deludere il maestro), la direzione spirituale cristiana è eterocentrata. In questo caso, infatti, il direttore e il discepolo interagiscono in funzione di un terzo – Dio – che dà senso e ordine alla direzione. La loro stessa relazione, pur con le inevitabili implicazioni umane, è sempre finalizzata alla relazione con Dio. E questa, pur soggetta ad una certa variabilità storica, conserva sempre elementi invarianti fondamentali.

Il terzo volume indaga su momenti e aspetti essenziali della direzione spirituale in età moderna, epoca in cui questa pratica si definisce ulteriormente, assumendo caratteristiche rinvenibili anche nella direzione odierna.

Diversi ed importanti i temi trattati in relazione alla direzione spirituale: la Discretio spirituum; il ruolo dei padri predicatori (domenicani), dei gesuiti e soprattutto dei loro esercizi spirituali, dei carmelitani; la mistica; la «democratizzazione» della contemplazione; la libertà dello Spirito; l’obbedienza e l’autonomia di coscienza; la paternità e la maternità spirituale; la direzione spirituale come amicizia e conversazione, con particolare riferimento a Francesco di Sales; il contributo di Alfonso Maria de’ Liguori. Non manca uno sguardo alla cura d’anime nelle confessioni riformate e nel contesto ebraico.

Con riferimento ad ambedue i volumi, si tratta certo di una lettura molto ricca e interessante. Una delle caratteristiche dell’opera è quella di considerare la direzione spirituale anche come istituto privilegiato per la formazione delle idee religiose e dei comportamenti sociali. Tale ottica, non esente da rischi riduzionistici, in fondo non riesce a chiarire la vera realtà della direzione spirituale. In effetti l’inquadramento storico, pur risultando davvero illuminante, non è capace di cogliere l’essenza di un fenomeno così complesso come la relazione tra direttore spirituale e discepolo, e il loro riferirsi a Dio. Ed è così che, molto probabilmente al lettore almeno un poco esperto di direzione spirituale, il confronto con questi studi pone in particolare risalto l’incolmabile differenza tra la «storia» della direzione spirituale ed il suo «vissuto» personale, che tale storia, ovviamente, non riesce a mettere in evidenza a sufficienza.

Si tratta comunque di un’opera importante, ben documentata, capace di dar pienamente conto di quanto sia stato ed è ancora importante l’istituto della direzione spirituale nel mondo cattolico. Alla scientificità dei due volumi contribuiscono anche una bibliografia molto estesa, l’indice delle fonti citate e ben due indici dei nomi. L’opera è consigliata in particolare a quanti si occupano di storia del cristianesimo e della spiritualità, e a coloro che studiano la direzione spirituale, o la applicano o la praticano personalmente.

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