In: La Civiltà Cattolica n. 3813, 2009http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2009/3813/index_3813.html


Domenico Pezzini, L’Altro e gli altri. Verso una spiritualità dell’incontro,

Milano, Ancora, 2008


L’A. è un noto pubblicista, studioso di lingua e letteratura inglese medievale e di testi mistici, particolarmente attento ai temi della spiritualità. In questo piccolo volume, che non intende porsi come un trattato, egli si lascia guidare dal desiderio di esplorare il tema della «alterità», conducendo tale esplorazione alla luce del Vangelo. Dal suo accostarsi ad alcune pagine delle Scritture con l’ottica dell’alterità, si aprono piste interpretative inattese e stimolanti, che intrecciano strettamente tra loro il discorso su Dio e quello sulle relazioni umane. Il titolo del volume, in effetti, chiarisce bene il legame profondo che la categoria dell’alterità stabilisce tra il rapporto con Dio – l’Altro – e quello con le persone, che sono «altre» rispetto al singolo «io». Il sottotitolo, inoltre, intende presentare le riflessioni dell’A. come una serie di tappe di un cammino verso una spiritualità, un atteggiamento della mente e del cuore, che abbia in primo piano l’esperienza dell’incontro.

L’A. parte da una constatazione: il Dio della Bibbia è «totalmente altro» ma, con Gesù, è diventato il «Dio con noi», e nessuna delle due caratteristiche cancella l’altra. In tale iniziale sfida dell’alterità, questa tensione tra alterità e somiglianza, l’A. invita a tenere insieme sia la teologia negativa apofatica (Dio non corrisponde a nulla di ciò che diciamo di lui), sia la teologia affermativa catafatica (di Dio si può parlare, per analogia). La prima posizione, in effetti, ci evita di scadere nell’idolatria; la seconda ci evita di rimanere in una sorta di afasia su Dio. È necessario, allora, contemporaneamente affermare e superare la distanza.

Passando in rassegna le pagine del Vangelo che presentano alcuni significativi incontri tra Gesù e gli altri, l’A. valorizza la categoria dell’incontro che, per trasformare le persone esige innanzitutto l’uscita da sé. La riflessione dell’A. si snoda lungo alcuni passaggi chiave: la sfida dell’alterità; l’altro come «una parte che mi manca»; l’alterità come un processo dinamico che implica la pazienza, la capacità di aspettare, di prevenire e risolvere i conflitti relazionali; la creazione di uno stile di relazioni caratterizzato come «convergenza e convivenza delle alterità».

Il discorso scorre via fluido, grazie ad una scrittura agile e ricca di belle immagini, e ad originali interpretazioni di diversi passi del Vangelo. Come nelle aspettative dell’A., il lettore viene provocato, non solo intellettualmente ma anche nella pratica quotidiana, ad una diversa attenzione all’Altro e agli altri.

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