In: La Civiltà Cattolica n. 3794, 2008http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3794/index_3794.html


Carmelo Mezzasalma, La parola alta della vita. Cultura, anima, fede nel postmoderno,

Panzano In Chianti (FI), Feeria, 2007


Il volume intende celebrare due eventi: il decimo anniversario della nascita della Comunità di San Leolino (1997-2007) di Panzano in Chianti, e i ventidue anni di vita del periodico Feeria. Rivista per un dialogo tra esodo e avvento, curato dalla stessa comunità. Appare appropriata, allora, la scelta di affidare il ricordo dei due eventi all’A., considerato il suo doppio ruolo di superiore della comunità e di direttore della rivista ed estensore dei suoi editoriali. Non a caso, allora, i testi che compongono questo libro sono una selezione degli editoriali di «Feeria» apparsi nel corso di più di dieci anni, redatti dall’A. Vengono raggruppati in tre parti.

La prima parte – «L’inverno del nostro travaglio» – raggruppa alcuni editoriali che si propongono come una lettura critica del nostro tempo. Ovviamente trovano spazio soprattutto temi come l’indifferenza religiosa, il nichilismo, il relativismo, il neognosticismo. Non manca il richiamo all’onestà e alla coerenza del pensiero, a quella che l’A. definisce una «cultura sincera», che andrebbe difesa dalle «parole non reali» che tradiscono la sua stessa identità. E si affronta il rapporto tra libertà umana oggi così assolutizzata e la grazia divina.

Con la seconda parte, intitolata – «Fede, cultura ed evangelizzazione» – il lettore si trova inserito nel complesso dibattito sul rapporto tra fede e cultura nel mondo di oggi, profondamente caratterizzato dalla secolarizzazione, e in cui il cristianesimo sperimenta una vera e propria «crisi della trasmissione». Senza una visione pessimistica del nostro tempo né una superficiale condanna della modernità, l’A. pone in risalto l’esigenza di un rinnovamento che salvi l’essenziale della fede incarnando il messaggio di Gesù nella cultura attuale. Ha ben presente il nichilismo, il tarlo dell’indifferenza, la crisi della speranza, le false idealizzazioni del passato. L’A. propone, quindi, un vero e proprio elogio del cristianesimo, soprattutto contro la posizione anticristiana dei laicisti.

Così come non manca di mostrare la necessità di ricucire lo strappo che il Novecento ha attuato nei confronti della tradizione, finendo con il provocare un acritico abbandono di ogni tradizione e identità. Propone, poi, una equilibrata difesa della tradizione, con una valutazione critica sia del tradizionalismo cieco e immobile, sia del progressismo privo di discernimento e che, per principio, è schierato contro la tradizione. Questa seconda parte si chiude con un’analisi che cerca di rispondere a una domanda oggi molto importante: l’Europa è davvero contro Dio? Per l’A. il nuovo anticristianesimo pone in evidenza il soggiacente conflitto che agita l’Europa, che è un conflitto spirituale.

La terza ed ultima parte del volume, dal titolo – «Sulla barca di Pietro» – presenta alcuni significativi momenti della vita della Chiesa contemporanea, anche attraverso tre suoi grandi protagonisti: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. Al centro c’è la riflessione sul mistero della Chiesa e sulla sua identità. L’analisi è condotta con uno sguardo realistico, attento alla santità nella Chiesa, ma anche pienamente consapevole della presenza ingombrante della fragilità umana, del peccato.

I saggi che compongono il libro sono ovviamente legati a eventi storici significativi e quindi, risultano storicamente connotati. Ma, proprio questa caratteristica, che potrebbe apparire uno svantaggio in un’ottica editoriale, a nostro parere può tradursi in un vantaggio. Gli editoriali curati da Mezzasalma, infatti, descrivono bene la complessità del vivere da credenti nel postmoderno, pienamente inseriti in quella realtà che il cristiano è chiamato a migliorare. Lo sguardo dell’A. è certamente dotato di capacità critica ma non sfocia in un ottuso negativismo a tutti i costi. È un’analisi che si mantiene sempre serena e capace di salvare la speranza. Ma, quando necessario, si dimostra anche decisa e definita, senza mai fare l’occhiolino al relativismo. Fra i diversi elementi che si potrebbero porre in evidenza, in particolare risaltano la consapevolezza dell’importanza del cristianesimo, probabilmente ancor più nell’oggi postmoderno, e la necessità di un serio confronto con la cultura.

Come negli intenti della Comunità di San Leolino, la lettura degli editoriali rende conto innanzitutto del cammino e dell’identità della rivista «Feeria», in particolare del suo obiettivo di: «tornare sempre di nuovo a far comunicare, nell’humus vivo della cultura, l’esodo della condizione umana e della sua ricerca di senso, con l’avvento della rivelazione cristiana, quella parola alta della vita, che la illumina e la orienta verso la salvezza e la pace» (p. 11).

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