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NOI, DI VIA DEL BABUINO

 

L’odore del caffè entra ogni mattina con l’ingresso della signora Proietti nella mia camera da letto.

Apre le tende e, dalla finestra, con il sole, arriva anche il profumo dei fiori: gardenie glicini, gelsomini.

Dal terrazzo, più in basso, attraverso le enormi vetrate, posso scorgere Elsa Morante che, ancora in pigiama, batte sulla sua macchina per scrivere. Entra la cameriera con il vassoio della colazione, lo posa e se ne va.

Una gamba ciondoloni sul bracciolo della poltrona, sbocconcella la ciambella tenendola con una mano mentre con l’altra regge il foglio appena estratto da sotto il rullo.

È una visione rassicurante. Il successo, lei, lo ha già da tempo.

Dall’altra parte del terrazzo, più in alto, verso Piazza Di Spagna, il grande Giorgio De Chirico, sotto la pergola di rose, dipinge. Irina, la moglie, gli porge la solita caraffa con la limonata.

Sembra che sia suonata, per tutti, la sveglia.

Mi stendo, nuda, sul telo di ciniglia e, riparata dal muretto, mi abbronzo al sole.

Devo girare alcune scene in bikini ed evito così di farmi spalmare di pancake.

Ripeto mentalmente le battute quando squilla il telefono. L’auto della "Titanus" sta arrivando. Corro a farmi la doccia.

Sul marciapiedi intravedo Tonino, il pittore mio dirimpettaio che ha l’ingresso su via Margutta, è appoggiato al muro e sta fumando. Lo saluto con la mano e lui mi grida:

- Allora, quando ti decidi a posare per quel quadro ?-

-  Appena finisco di lavorare.-

Entro in macchina. Saluto Annamaria, la direttrice di produzione che costernata m’informa :

-  Mario Lanza è di nuovo ubriaco…Si è già scolato, prima di cominciare, una cassetta intera di birre. Bisogna ripetere alcune scene perché abbiamo dovute tagliare due sequenze ma in queste condizioni anche oggi non può lavorare -

Dovrei ringraziarlo per tutti i soldi extra che mi sta facendo guadagnare.

Quando entro da" Peppino Lo Zozzone " la tavolata è quasi al completo.

Pericle Fazzini e Lisa entrano poco dopo. Lui sta trascinando un grosso involucro che piazza in un angolo della saletta. Guardiamo incuriositi. Lo scarta: è una statua.

- Bella ! - Commentiamo in coro.

Mentre appallottola i giornali che la ricoprivano entra Peppino con i piatti in mano:

-  Adesso- gli dice Pericle – puoi considerare estinto tutto il debito. Portaci da mangiare –

Peppino dà un’occhiata alla statua, scuote la testa borbottando soffocando un sorriso. E’ diventato un intenditore d’arte a forza di essere pagato con quadri e statue. Chiede:

-  Cosa volete mangiare? –

-  Intanto porta da bere per tutti - Brindiamo allo scultore.

Il giorno dopo scendo al "Baretto" per comprare le mie solite fette biscottate "Gentilini" quando, avviandomi alla cassa , vedo " De Pisis" il pittore che confabula con il signor Proietti, mio padrone di casa che sta mercanteggiando su un suo quadro :

-  Devo comprare il biglietto del treno per tornare a casa questa sera stessa.-

-  Facciamo diecimila e non ne parliamo più. Lo regalerò a mia moglie per Natale.-

Proietti prende il quadro e glielo dà in cambio di una banconota da diecimila lire.

-  Beviamoci un caffè. Allora, buon viaggio- gli augura Proietti soddisfatto.

Sul volto ha un sorrisetto furbastro. Sul portone di casa m’imbatto nella signora Proietti che m’informa:

-  Ha telefonato la " Titanus " il film è stato sospeso perché hanno dovuto ricoverare in clinica il cantante…..-

-  Allora non si gira più, chissà fino a quando! - brontolo un po’ seccata

Torno su, poso il pacchetto sul tavolo e chiamo la produzione per conferma . Proprio così, ho qualche giorno libero, andrò a posare per Tonino.

-  Solleva un pochino la testa…perfetto, ferma così.- Sbircio, il ritratto procede bene. Dopo due ore smettiamo.

-  Ti preparo il tè. Ho comprato le fette biscottate dolci che ti piacciono tanto, le hanno appena sfornate.-

Buono il tè, squisite le fette biscottate.

-  Sei molto gentile, grazie. Allora ci vediamo stasera alla "Taverna Margutta" – gli dico nel salutarlo - Il gruppo ha deciso di festeggiare " Marino Moretti". Per la pubblicazione del suo libro. Ci saremo tutti, vieni anche tu, vero? –

-  Naturalmente! –

-  A stasera, allora.-

 

Ancora non si gira. Per fortuna essendo a disposizione della casa di produzione mi pagano anche le giornate di fermo. Sto mettendo i soldi da parte per comprarmi tutto il terrazzo e costruirci il mio appartamentino come ha fatto la "Morante".

Tra una settimana ci sarà la mostra a Via Margutta. Vado a "Piazza Goldoni" per comprare una tela e qualche tubetto di colore ad olio. Inciampo in "Dario Treves" che, anche lui, sta scegliendo dei colori.

"Consolazione" il pittore amico del proprietario della galleria "La Fontanella "gli ha detto che a lui piace il mio stile di pittura e mi farebbe dare una saletta gratis per una personale se gli portassi trenta quadri, ma io non ho trenta quadri e gli prometto che mi darò da fare appena finito il film.

Tornando a casa incontro il pittore " Giovanni Omiccioli " che mi saluta e mi mostra un quadretto :

-  Ti piace ?…Te lo regalo. Parteciperai alla Mostra ? -

-  Quanto è carino! Grazie. Ho poca roba pronta, giusto qualche ceramica…e un paio di quadri - Non lo conosco bene e gli sorrido imbarazzata.

-  Comunque ci vedremo domani .-

-  Certamente. – rispondo. Mi sembra un po’ timido

-  Vai a casa ? Ti accompagno, facciamo la stessa strada.

-  Va bene.- ci avviamo.

-  Il mio stand è vicino a quello di "Novella Parigini" ricordatelo.- mi dice prima di salutarci.

-  A domani, allora. –

Salgo le scale fino all’ultimo piano, non c’è l’ascensore e bisogna farle a piedi

È già il tramonto . Seduta accanto al glicine schizzo un abbozzo sulla tela.

Socchiudo gli occhi e inspiro il profumo che si è fatto più intenso con l’umidità incipiente ma li riapro quasi subito, curiosa, sentendo dei .passi: trafelato ed ansante per la ripida scala a chiocciola , sta arrivando Tonino. Lo guardo interrogativa.

-  Ivano non può venire…- s’interrompe per riprender fiato.

-  L’ho incontrato " Al Baretto". Deve partire per Belluno perché il padre sta morendo…

-  Voglio dargli qualche soldo per il viaggio. So che sperava di vendere almeno un quadro per racimolare qualche lira, deve pagare la pigione …

Scendiamo di corsa e lo troviamo seduto da" Nothegen".

Il proprietario del "Baretto " cerca di consolarlo .Ivano sta piangendo. Sentendoci arrivare solleva la testa , tra i singhiozzi ci dice:

- L’ultima volta che l’ho visto, - la voce gli si affievolisce – ci ho litigato…voleva che tornassi a casa…forse stava già male! – Si copre il volto con le mani.

-  Parti subito? – gli chiedo.

-  Sto aspettando i soldi del biglietto. Ho dato un quadro alla "Fontanella"…Il tempo di fare la valigia. Avvertite voi gli altri? –

-  Non ti preoccupare, ci pensiamo noi. – gli infilo i soldi in tasca – Ti possono servire durante il viaggio. Tornerai a Roma… dopo? –

-  Non lo so. – mi guarda smarrito.

Gli faccio una carezza sui capelli. Lo abbracciamo forte. La sera è scesa su di noi.

- Ho freddo.- dico rabbrividendo. Una profonda tristezza mi stringe il cuore. Non l’ho più visto, in seguito.

Era la prima volta che sentivo parlare di morte.

fine

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