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home torna a "Cu2O parte prima" IL PENTITO film-tv diretto da Nando Cicero S C E N A 1 VILLETTA SU STRADA PROVINCIALE. Esterno giorno Una villetta con giardino lungo una strada provinciale. Intorno altre villette simili. Due giovinastri coi capelli lunghi, sdruciti e sporchi, stanno fumando sotto, la palina che annuncia la fermata di un autobus. Uno di loro è il capitano Ferla, sulla trentina. Arriva un'auto. Dentro ci sono altri quattro giovanotti dall'aria poco rassicurante. Scambiano un cenno coi due che stanno sul marciapiede, poi parcheggiano davanti alla villetta. Ferla e il compagno spengono le sigarette e poi, senza fretta scavalcano un muretto e si avviano verso il retro della casa. Tre scendono dall'auto e si avvicinano al cancello della villetta. Ferla e il compagno attraversano il giardino, tirano fuori le pistole e si buttano contro una porta a vetri sfondandola e precipitando nell'interno. Il rumore di vetri infranti scatena l’attacco degli altri tre: pistole in. pugno corrono verso la casa. Uno di loro sfonda la porta d'ingresso mentre gli altri due si tuffano nell'interno attraverso i vetri delle finestre del pian terreno. L'uomo rimasto al volante dell'auto comunica via radiotelefono ma non si capisce cié che dice perché il rombo di un elicottero in discesa supera ogni altro rumore. Un elicottero dei Carabinieri si ferma a mezz'aria a due metri dal tetto della villetta.
S C E N A 2 VILLETTA. Interno giorno TUTTA LA SCENA E' SOVRASTATA DAL ROMBO DELL'ELICOTTERO SOSPESO SOPRA LA CASA. L'attacco simultaneo e fragoroso dei cinque ha colto di sorpresa due donne e un uomo che stanno con le mani in alto al centro del soggiorno davanti alle armi spianate di Ferla e del suo compagno. Le donne gemono terrorizzate e l'uomo, sulla cinquantina, massiccio ma vestito con eleganza, tiene gli occhi serrati e la testa rincalcata fra le spalle aspettandosi la pallottola mortale. Arrivano gli altri tre carabinieri. Uno di loro dice UN CARABINIERE (a voce altissima) Capitano, non c'è nessun altro in casa. Ferla si leva la parrucca e dice all'uomo FERLA (a voce altissima) Gerlando Caruera, siete in arresto. l'uomo lentamente riapre gli occhi, guarda Ferla senza parrucca, poi gli altri assalitori e soffia di sollievo distendendo il collo come una tartaruga CARUERA ( a voce altissima) Madonna mia benedetta ... ho creduto che fossero gli amici ... allunga i polsi per farsi ammanettare con aria quasi giuliva e dice alle due donne ancora sotto shock CARUERA Teresa, Irma... tranquille. E' la polizia... non c'è pericolo ... Ferla ammanetta Caruera e sorride Il Pentito, FERLA (a voce altissima) Se per voi è lo stesso Don Caruera, siamo della, Benemerita... CARUERA (di buon umore) Siete stati bravi a trovarmi. Un lavoro da professionisti.
S C E N A 3 UFFICIO OTTONI. Interno giorno DETTAGLIO dei titoloni di alcuni giornali ARRESTATO UNO DEI BOSS DELLA CUPOLA GERLANDO CARUERA. DIETRO LE SBARRE IL BOSS DI COSA NOSTRA CHIEDE PROTEZIONE PER SE' E PER LA. SUA FAMIGLIA IN CAMBIO PROMETTE RIVELAZIONI SCOTTANTI IL BOSS CARUERA PARLA! COSA NOSTRA TREMA! CARUERA TRASFERITO IN UN LUOGO SEGRETO SARA' ASCOLTATO DAI GIUDICI MALTONI E ORSELLINI Ottoni alza gli occhi dall'ultimo giornale e guarda Ferla che gli sta seduto di fronte e sta scorrendo anche lui i giornali. OTTONI Se quello dice quel che sa vien giti tutta la Sicilia. FERLA E un bel pezzo di Roma appresso ... Ottoni dà un telegramma a Ferla sorridendo OTTONI Coi complimenti del ministro dell'Interno: un'operazione perfetta.
S C E N A 4 PORTO DI GAETA E CARCERE MILITARE. Esterno giorno La fortezza del carcere si erge severa sulla punta del promontorio che chiude il golfo di Gaeta, pieno di barche e di navi. Motovedette dei Carabinieri sono ormeggiate nei moli e due incrociano davanti al promontorio.
S C E N A 5 SALA COLLOQUIO NEL CARCERE MILITARE DI GAETA. Interno giorno Ritto in piedi davanti ad una finestra munita di una pesante grata, Caruera guarda il golfo di Gaeta. E' vestito con una grisaglia elegante, ben rasato e pettinato. Il suo sguardo si abbassa verso una delle piazzole dell'antico forte.
S C E N A 6 PIAZZOLA DEL FORTE DI GAETA. Esterno giorno Come visto dalla finestra della sala dei colloqui: da un furgoncino due uomini stanno scaricando degli scatoloni che portanc nell'interno dell'edificio. Uno di essi, un uomo sulla trentina, alza gli occhi verso la finestra dietro cui sta Caruera.
S C E N A 7 SALA COLLOQUIO NEL CARCERE MILITARE DI GAETA. Interno giorno Caruera incrocia lo sguardo dell'uomo che sta scaricando nella piazzola e si tira indietro di un passo. Si apre una porta alle sue spalle. Caruera si volta. Scortati da due carabinieri della Finanza entrano i giudici Maltoni e Orsellini, con alcuni fascicoli in mano. Orsellini ha anche un miniregistratore. ORSELLINI Meglio che non vi affacciate. CARUERA (con ansia) Allora? MALTONI Sono al sicuro. State tranquillo, non gli succederà niente. CARUERA Avete portato via anche mio suocero? E i cugini di mia moglie? MALTONI Don Caruera, ci avete fatto una lista? E noi abbiamo messo al sicuro tutti quelli che avete scritto nella lista. Caruera annuisce, fissa negli occhi il giudice Maltoni CARUERA Io parlo due motivi: uno che gli amici hanno deciso di ammazzarmi comunque, due perché mi fido mi voi giudice Maltoni. si volta verso l’altro giudice e gli sorride CARUERA Senza offesa, giudice Orsellini. ORSELLINI (sorride) Anch'io mi fido del collega Maltoni. CARUERA Ancora una cosa. Essendo siciliani come me, voi la sapete già ma ve la voglio dire lo stesso: io sono un morto che cammina ma quando vi avrò detto i nomi grossi anche voi sarete come me. Vi ammazzeranno. Adesso, fra un mese, fra un anno, loro o chi li avrà sostituiti. Se ascoltate quello che voglio dirvi, siete uomini morti. MALTONI Don Gerlando, come si dice? Nessuno esce vivo dalla vita. E poi ci avete condannati a morte da un pezzo, no? CARUERA E' vero. Ho votato anch'io contro di voi. Perché in questo Stato di quaquaraqua voi siete due uomini. MALTONI Grazie per la stima. Allora, vogliamo cominciare? I due giudici si siedono e aprono i loro incartamenti. Caruera annuisce. Si siede anche lui. ORSELLINI Niente in contrario se registriamo la conversazione? CARUERA No. Quando canto ho una bella voce. Orsellini pigia i tasti di un registratore a cassetta.
S C E N A 8 GOLFO DI GAETA. Esterno giorno Un gozzo di pescatori passa incrociando una delle motovedette della Finanza. Dalla finestra della tuga, un uomo con una cuffia in testa, punta una macchina fotografica munita di un lungo teleobiettivo verso la costa.
S C E N A 9 LUNGOMARE DI GAETA. Esterno giorno Il furgone che ha portato approvvigionamenti al forte é fermo sul lungomare. L'uomo che ha visto Caruera alla finestra sta parlando con un cellulare UOMO DEL FURGONE La terza finestra del secondo piano, dopo il torrione ....
S C E N A 10 GOLFO DI GAETA. Esterno giorno L'uomo sul gozzo mette a fuoco il tele muovendolo lentamente.
S C E N A 11 CARCERE MILITARE DI GAETA. Esterno giorno Come visto attraverso un teleobiettivo: l'immagine parte dalla roccia del promontorio e sale lungo la costruzione del forte fino al secondo piano e poi si sposta a centrare la terza finestra dopo il torrione. E’ quella con la pesante inferriata a cui si è affacciato Caruera. Lo ZOOM del tele stringe verso l’interno ma riesce solo ad inquadrare il lampadario attaccato al soffitto. lo ZOOM torna ad allargarsi in modo da inquadrare la facciata del forte. L'otturatore che si chiude per un attimo ci dice che è stata scattata una fotografia.
S C E N A 12 SALA COLLOQUIO NEL CARCERE MILITARE DI GAETA. Interno giorno Caruera sta bevendo un caffé e lo stesso fanno Maltoni e Orsellini. Orsellini mette nel proprio caffè una pillolina prima di berlo. CARUERA Signor giudice, s'avvelena da solo? MALTONI (ridendo) No! Mette quella porcheria al posto dello zucchero perché ha il diabete e il medico gli ha detto che se non si cura in vecchiaia non potrà più fottere! Orsellini spegne il registratore e fa tornare indietro il nastro ORSELLINI Questo non lo mettiamo a verbale ... MALTONI Perché no? La tua pillola è un atto di fiducia nelle istituzioni perché prova che pensi di diventare vecchio .... ORSELLINI (ride) Scaramanzia è! Pura scaramanzia. CAMERA Questo é il problema nostro: a noi della vita e della morte ce ne fotte una minchia. MALTONI Questa é filosofia don Gerlando. CARUERA Quale filosofia, signor giudice, questa é la verità. I soldi, il potere, le femmine, certo, fanno piacere, ma, se non si rischia il gioco annoia. MALTONI Allora, don Gerlando, divertiamoci un poco: chi é il misterioso onorevole che ha portato a Hong Kong diecintila miliardi? E dove li ha presi? CARUERA Dei politici non parlo. ORSELLINI E perché? CARUERA Perché direi delle cose che nessuno crederebbe mai. MALTONI Provate. CARUERA Nel vostro stesso interesse: no. Pensiamo prima a Cosa Nostra poi, se saremo vivi, andremo avanti. MALTONI Come volete. Ho qui la lista dei venti latitanti pia pericolosi, se ci potesse dare una mano, don Gerlando ... CARUERA Signor Giudice, tutt'e due. prende la lista e la scorre con lo sguardo CARUERA Sei di questi so dove sono se non cambiano posto stanotte .... di altri tre ho qualche idea ...
S C E N A 13 SEQUENZA A IMPASTO. Esterni interni vari. Giorno e notte Carabinieri fanno irruzione in una baita sull'Aspromonte e snidano banditi. Soldati scendono in un sotterraneo passando attraverso la botola e trovano un uomo che li riceve a mani alzate. Altri carabinieri ingaggiano un conflitto a fuoco ad un posto di blocco e l’auto che tentava di forzare il blocco si rovescia. Alcuni malviventi escono ammanettati da una villa scortati da carabinieri verso le macchine sotto una scarica di flash dei fotoreporter.
S C E N A 14 UFFICIO OTTONI. Interno giorno Sullo schermo di un televisore le ultime immagini della SCENA PRECEDENTE, con. la cattura di alcuni boss. Ottoni, Ferla e il tenente Marini stanno guardando soddisfatti. FERLA Se va avanti così li prendiamo tutti in una settimana! OTTONI Faranno qualcosa per fermarci. Almeno ci proveranno. MARINI I computer son roventi. Siamo in contatto continuo con Caracas, Bogotà, Miami, New York e tutte le capitali europee. Dovremmo fare una bella retata nei prossimi giorni. Ottoni sfoglia un incartamento OTTONI Torniamo a noi. Secondo Caruera una di queste notti dovrebbe arrivare un grosso carico di droga alla foce del Tevere. Te ne occupi tu, capitano? E non accontentarti dei pesci piccoli ormai siamo a caccia di squali.
S C E N A 15 PALERMO. Esterno giorno Panorama di Palermo. II Pentito
S C E N A 16 UFFICIO DEI FRATELLI RASPA. Interno giorno DETTAGLIO: da un ricevitore di fax sta uscendo la riproduzione della foto della facciata del forte di Gaeta con un mirino disegnato sulla finestra della sala dei colloqui. Un impiegato stacca il foglio e si affretta verso una scrivania sul fondo dietro la quale siede un uomo di sessant'anni coi capelli d'argento, dall'apparenza assai per bene. Davanti a lui siede un alto prelato. IMPIEGATO Commendator Raspa, il fax che aspettava. l'uomo prende il fax con un sorriso, gli dà un'occhiata e poi sorride al prelato, alzandosi RASPA Monsignore mi scusi un attimino. Devo dare l’okay ad un'operazione urgente ... Due minuti, poi parliamo della donazione ... PRELATO Dio gliene renderà merito .... Raspa esce dal salone.
S C E N A 17 SALA COLLOQUIO NEL CARCERE MILITARE DI GAETA. Interno notte Il registratore sta incidendo. I giudici Maltoni e Orsellini sono stanchi. Caruera invece é sempre imperturbabile. CARUERA Chi tira le fila di tutta l'organizzazione é sempre Totò Leccia. ORSELLINI Ma sta in galera da otto anni ... CARUERA Non importa dove sta un uomo finche' il suo cervello funziona e può comunicare con gli amici e Totò di amici ne ha tanti, in Sicilia, a Roma e in tutto il mondo.
S C E N A 18 CELLA. Interno notte Dal DETTAGLIO di un tavolo finemente imbandito con candida tovaglia di lino, piatti di porcellana, calici di cristallo, posate d'argento, all'uomo seduto davanti con uno schiacciachele per astici in pugno: siamo in una cella bene arredata con televisore a colori, radio, stereo, videoregistratore, una libreria e un quadro di Santa Rosalia alla parete. Dietro al commensale c'é un carcerato che gli fa da cameriere con tanto di guanti bianchi, ritto davanti ad un carrello su cui sta un bollitore d'argento massiccio. L'uomo seduto al tavolo e' TOTO' LECCIA: piccolo, magro, radi capelli sul capo, nessun carisma finché non solleva il suo sguardo chiaro e gelido sull'uomo che gli sta di fronte. Nello sguardo c'& una forza magnetica d'imperio. L'uomo elegante in piedi davanti a lui tiene aperto fra le mani la fotografia del forte di Gaeta arrivata per fax. Leccia gli fa cenno di metterla via, cosa che l’altro esegue immediatamente. Fa un cenno al cameriere che gli mette un grande astice nel piatto prendendolo dal bollitore. Leccia schiaccia le chele con le pinze traendone rumori macabri. LECCIA Bisogna tagliargli le unghie prima che ce le pianti in gola. Entro ventiquattr'ore non deve parlare più. Per interesse nostro e del gran capo dei quaquaraquà che sta riempiendo i cessi di Montecitorio. UOMO ELEGANTE Dovremo fare un gran rumore, don Totò. LECCIA A Roma hanno già, pronti i silenziatori. Io starò con le orecchie appizzate. Ma. non dategli altro tempo che ci fotte tutti. con un cenno di mano congeda, l’interlocutore e poi ordina, al carcerato che gli fa, da, cameriere LECCIA Bernese. il cameriere gli versa una, cucchiaiata, di salsa, nel piatto. S C E N A 19 FIUMARA. Esterno notte Come visto da uno Starlight: la foce del Tevere é immersa, in una, luce verde. Si distinguono bene le due sponde: quella, sinistra, ingombra delle baracche dei pescatori con le grandi bilance sospese sul fiume e quella, destra, con barche ormeggiate in piccoli cantieri, il grande faro diruto e poi l'immensità del mare deserto. Ferla, abbassa, lo Starlight. E' a bordo di un piccolo motoscafo anonimo, vestito con una, T-shirt e una, giacca, a vento. Accanto a lui il tenente Melani e un paio di carabinieri. Da uno delle baracche dei pescatori si accende un faro molto forte che sventaglia, sulla, riva, e poi punta, il raggio verso il mare aperto. Ferla guarda, da, quella, parte: il Tevere buio, con le poche lampadine accese nei cantieri, e la, linea, delle baracche che si distingue appena, contro il cielo. Ferla, torna, a sollevare lo Starlight e lo punta, sulla, baracca, dov’è acceso il faro. Come visto dallo Starlight: nella, luce verde si vede chiaramente la, sagoma, di una, donna dietro il faro puntato sul mare. La donna spegne e riaccende il faro, come per un segnale. Ferla, sposta, lo Starlight puntandolo verso il mare aperto: la, scia, luminosa, del faro é chiarissima, nello strumento elettronico. Si accende e si spegne altre due volte poi dalla, bruma, verde del mare aperto parte una, luce che si accende e si spegne, rispondendo al segnale. E' una luce forte amplificata dallo Starlight e poco dopo Ferla vede delinearsi un grosso gozzo d'altura in navigazione a luci spente verso la foce. Ferla abbassa lo Starlight e dice al tenente FERLA Melani, accendi il motore. Accostiamo verso l’altra riva, al minimo e senza far casino. MELANI Arrivano? FERLA Qualcuno arriva... il piccolo motoscafo si sposta lentamente attraversando il Tevere, mentre Ferla parla col radiotelefono di bordo FERLA Operazione Acqua. C'è movimento. State in campana...
S C E N A 20 RIVA SINISTRA DEL TEVERE. BOSCAGLIA E SENTIERO. Esterno notte Su un fuoristrada senza contrassegni, due giovanotti vestiti casual. Uno sta rispondendo col radiotelefono AUTISTA FUORISTRADA Punto sei, ricevuto.
S C E N A 21 PONTE DELLA SCAFA. Esterno notte All'imbocco del ponte, sulla destra, C'é un'auto della Carabinieri. L'autista parla al radiotelefono AUTISTA DELLA FINANZA Punto 3. Pronti a intervenire.
S C E N A 22 ISOLOTTO SUL TEVERE. GOMMONE. Esterno notte Tre uomini con indosso giubbetti salvavita, armati di mitragliette, stanno accovacciati su un gommone al riparo dei cespugli che prontendono i loro rami dalle melmose sponde dell'isolotto a poche centinaia di metri dalla foce del Tevere. Uno di loro parla ad un radiotelefono a batteria CARABINIERE SUL GOMMONE Qui punto due. Pronti.
S C E N A 23 GUARDACOSTE BIGLIANI IN NAVIGAZIONE. Esterno notte Un guardacoste Bigliani e' in navigazione davanti alla costiera di Ostia. Nella sala radio, il comandante parla con Ferla COMANDANTE BIGLIANI Non lo battiamo ancora col radar. Dobbiamo dirigere in zona effe? VOCE FERLA A bassa velocità. Nessun intervento senza ordine preciso.
S C E N A 24 FIUMARA. Esterno notte Mentre il motoscafo, di Ferla si arena dolcemente di prua contro la melma del greto, sulla riva sinistra, non lontano dalle prime bilance dei pescatori, Ferla dà gli ultimi ordini col radiotelefono FERLA Restate in zona effe fino a nuovo ordine. VOCE COMANDANTE GUARDACOSTE Ricevuto. mentre uno degli carabinieri lega il motoscafo con una cima ad un palo viscido di un pontile sbilenco, Ferla dice a Melani FERLA Qualunque cosa succeda fermi e zitti. Dobbiamo riuscire a seguire il carico senza allarmare nessuno. MELANI Abbiamo capito, capitano. Ferla scende sul pontile con lo Starlight in mano. Va a sedersi sull'estremità, vicinissimo ad una delle bilance. Guarda il fiume con lo Starlight: nella luce verde, il gozzo d'altura che sta imboccando la foce é visibilissimo. Si distinguono anche due uomini che stanno armeggiando a prua. Ferla abbassa lo Starlight. Senza lo strumento la foce é solo oscurità, perché si comincia a sentire il ronfare di un diesel in avvicinamento. Ferla torna svelto al motoscafo FERLA Son qui. Rimetti in moto e pronto a mollare la cima. prende il radiotelefono e dice FERLA Punto Due, fra tre minuti sono vostri. Tenetevi a distanza. Il gozzo d'altura si vede adesso anche a occhio nudo: la sua sagoma scura sta risalendo il Tevere. Sorpassa la baracca da cui la donna ha fatto segnalazioni col faro. Ferla e i suoi sono immobili a bordo, col motore al minimo. Il rumore di una macchina che avvia, poi il rombo del motore e lo sciabolare dei fari. Sul sentiero che costeggia il greto passa una piccola fuoristrada guidata da una giovane donna. Ferla dice al radiotelefono FERLA Punto sei. Una donna su un fuoristrada. Non perdetela. VOCE AUTISTA FUORISTRADA Vediamo già i fari. Ferla fa un cenno a Melani che molla la cima e il motoscafo risale lentamente il fiume sulla scia del grosso gozzo, tenendosi duecento metri lontano. Il gozzo d'altura passa sotto il ponte della Scafa.
S C E N A 25 PICCOLO CANTIERE SUL TEVERE. Esterno notte La donna che guida il piccolo fuoristrada supera il cancello aperto di un cantiere dall'aspetto abbandonato con un capannone a volta alta al centro di uno spiazzo che arriva fino all'acqua del fiume. Ferma l’auto coi fari puntati verso il fiume: lampeggia tre volte. Dal buio, il gozzo risponde con tre lampeggi e poi dirige verso il punto in cui si é fermata l’auto. I due carabinieri sul grosso fuoristrada si fermano a cento metri dal cantiere. L'autista prende il radiotelefono. Ferla fa segno a Melani di fermare e accostare fra i cespugli mentre si sente la voce del carabiniere che dice VOCE AUTISTA FUORISTRADA Che dobbiamo fare? FERLA (prendendo il microfono) Niente. (a Melani) Vai ancora avanti trenta metri, sotto riva... Ferla punta di nuovo lo Starlight e vede il gozzo che ormeggia davanti lo spiazzo del cantiere, dove c'é l’auto con la ragazza, ma ora dal capannone esce un grosso camion munito di gru e si avvicina all'acqua il più possibile. Estende la gru verso il gozzo su cui adesso ci sono cinque uomini che si dan da fare intorno ad una cassa lunga più di tre metri. Ferla guarda perplesso, poi passa lo Starlight a Melani FERLA Dai un'occhiata ... Melani guarda con lo Starlight e mormora MELANI La droga con la gru!? E quanta ne han portata? Dieci tonnellate? FERLA Non é droga. Dammi il cellulare. Melani gli passa il telefonino e Ferla compone un numero, mentre la gru cala sulla cassa imbragata da una grossa catena, la aggancia e la solleva in aria, poi gira e la porta, ballonzolante, dentro il capannone buio. La grande porta basculante si chiude e dentro si accendono delle tremolanti luci al neon. FERLA Colonnello? ... Mi scusi se la chiamo a quest'ora ma qui la cosa é strana assai.
S C E N A 26 CAMERA DA LETTO DI OTTONI. Interno notte Ottoni stava dormendo. Risponde assonnato al cellulare OTTONI Strana in che senso? Dove sei? guarda l’ora sul comodino: l'orologio segna quasi le tre. Trasalisce a ciò che gli dice Ferla OTTONI (sveglissimo) Una cassa lunga più di tre metri? Sarà un cannone. Non perderli d'occhio. Allerto una squadra speciale e te la mando giù. interrompe la comunicazione e forma un altro numero, mentre scende dal letto e comincia a vestirsi.
S C E N A 27 PICCOLO CANTIERE SUL TEVERE. Esterno notte Quattro uomini scendono dal gozzo d'altura che si stacca dalla banchina e riprende a salire il Tevere accendendo le luci regolari di posizione. I quattro tirano fuori dalle loro sacche due mitragliette polacche MP3 e due kalashnikof. Uno di loro va verso la donna che scende dalla macchina. Ferla dice piano a Melani FERLA Io scendo. Tu mettiti dietro al gozzo insieme a quelli del gommone. Se fa il giro dell'Isola Sacra per riprendere il mare, chiama il guardacosta. Se si ferma sali a bordo e controlla, arresta quel tizio, l'importante però é che non comunichi con nessuno. MELANI Vuol scendere da solo, capitano? FERLA Tra poco arrivano rinforzi. Ferla scende fra i cespugli e fa cenno a Melani di andare. Melani obbedisce, dà un poco di gas e si porta al centro del Tevere, risalendolo dietro al gozzo. Ferla, tenendosi nascosto fra i cespugli, arriva nei pressi dello spiazzo del cantiere. C'é una recinzione di rete metallica dalla sua parte ma ne solleva un lembo senza troppa difficoltà e ci striscia sotto. Senza far rumore, scivola sul ventre nel buio fino a dieci metri dalla donna. Illuminata dai fari dell'auto Ferla la può vedere bene: é una bella ragazza araba, brunita, molto carina. La ragazza stringe la mano all'uomo sceso dal gozzo AMINA Che Allah sia con te. E' tutto pronto. La testata laser é gia' nel nel capannone. Vado a prendere i piloti: loro la monteranno. Prima dell'alba saremo in volo. Tenete gli occhi aperti. CALO' Che Allah s'abbenedica pure a tìa, Amina... Amina sorride, risale sul proprio fuoristrada e se ne va. I tre scesi dal gozzo con Ca1é si mettono a guardia del capannone, con le mitragliette in pugno. Ca1ò entra. Ferla vede che sul lato interno della riva un grande albero tende i rami sul tetto del capannone e striscia da quella parte.
S C E N A 28 STRADA PER L'AEROPORTO. Esterno notte Amina guida la sua macchina verso l’aeroporto. Data l’ora tarda non c'é quasi traffico e Amina controlla nel suo specchietto la costante presenza di due fari dietro a lei. Infatti i due carabinieri che già conosciamo la stanno seguendo col fuoristrada. Improvvisamente Amina in una stradella sterrata e aumenta la velocità. I due carabinieri si scambiano un'occhiata e poi si lanciano all'inseguimento.
S C E N A 29 SENTIERO CON ALBERI. Esterno notte Il piccolo fuori strada di Amina ballonzola sulle buche del sentiero. Dietro, il più grosso fuoristrada guidato dai carabinieri ha buon gioco. L'auto di Amina sbanda e urta frontalmente contro un albero. La ragazza viene sbattuta fuori dalla macchina e resta inerte a terra. I due carabinieri si fermano, saltan giù e accorrono per aiutarla. Si chinano su di lei. Amina gli spiana a tradimento sul viso una pistola col silenziatore: due colpi sordi e i due uomini cadono morti al suolo, colpiti in mezzo agli occhi. Amina si alza, si riassetta il vestito e si guarda intorno: tutto é buio e silenzio. Si avvicina all'auto dei due carabinieri, spegne luci e motore, butta via la chiavi. Torna alla guida della sua macchina, compie una manovra a U e torna sulla strada asfaltata.
S C E N A 30 TEVERE. ZONA DUE RAMI. Esterno notte Il gozzo di altura si ferma all'imboccatura del ramo del fiume che porta al canale. L'uomo lega la cima e viene assalito e bloccato, dai quattro uomini della Benemerita che si sono accostati come ombre col gommone. Melani salta sul gozzo e illumina la stiva con una torcia elettrica MELANI Qui non c'é più niente ....
S C E N A 31 AEROPORTO DI FIUMICINO. Interno notte La grande hall é semideserta. Tra altri passeggeri, quasi tutti orientali, arrivano due giapponesi. Sembrano caricature del perfetto turista, con valigette e macchine fotografiche. Amina va loro incontro, anche lei ha una samsonite nera AMINA Noi siamo pronti. il due giapponesi si inchinano PRIMO GIAPPONESE Anche noi. I tre vanno via insieme. S C E N A 32 AEROPORTO FIUMICINO. Esterno notte Una Porsche scura si ferma accanto al marciapiede degli arrivi dietro al piccolo fuoristrada di Amina. Amina guida i due giapponesi verso il suo fuoristrada mentre dalla Porsche esce un uomo dalla pelle brunita e si va a mettere al volante del fuoristrada. AMINA (ai giapponesi) Ahmed vi guiderà all'elicottero. Io vado ad illuminare il bersaglio. Sarò lì prima delle sette. PRIMO GIAPPONESE L'alba 6 alle sei e 49. Ci alzeremo all'alba. Saremo sul bersaglio in 38 minuti .... quindi l'appuntamento 6 per le sette e 27. Se tutto va bene avremo pochi secondi, sia precisa. AMINA Siamo tutti professionisti. i due giapponesi si inchinano di nuovo. Loro salgono sul fuoristrada mentre Amina si mette al volante della Porsche. Le due auto partono una dietro l'altra.
S C E N A 33 BIVIO FIUMICINO-ROMA. Esterno notte Il fuoristrada imbocca la strada per Fiumicino. La Porsche con rabbiosa accelerata imbocca l'autostrada per il Raccordo Anulare.
S C E N A 34 PICCOLO CANTIERE SUL TEVERE. Esterno notte Ferla si 6 arrampicato sull'albero accanto al capannone e striscia lungo un ramo ma non arriva ad aggrapparsi al bordo del tetto. Dovrebbe saltare ma farebbe troppo rumore. Si ferma incerto a guardare gRi verso i tre uomini a guardia del capannone che stanno chiacchierando e fumando, con le mitragliette a tracolla. Si assicura meglio il cellulare e la pistola alla cintura, aspettando Voccasione buona per saltare. Da dentro il capannone si sente il rombo del motore del carro gru che si riaccende. Uno dei tre uomini di guardia si affaccia nel buio dell'interno e viene illuminato dai fari del camion gru. Il camion esce lentamente nello spiazzo: la gru 6 piegata e non ha pi@i la cassa. Dalla cabina di guida due uomini fanno un cenno di saluto alle due guardie che ricambiano. Accelerano. La luce dentro al capannone si spegne e Ca16 raggiunge i tre uomini di guardia. Ne approfitta Ferla per saltare sul tetto del capannone. I tre uomini con la mitraglietta chiudono il portone basculante del capannone. Ferla, appiattito sul tetto, striscia verso una delle grandi prese d'aria protette da lamiere parapioggia. Si infila in quella specie di abbaino.
S C E N A 35 CAPANNONE. Interno notte L'interno del grande capannone è quasi buio: ci sono solo una luce rossa e una luce verde a spandere un po’ di lucore. Ferla è appeso con le mani alle travature in ferro del tetto e guarda giù incredulo: sotto di lui c'è un elicottero, le luci verde e rosse sono quelle di via dell'apparecchio. E’ un modello A 109, lungo oltre 13 metri. Contro una parete del capannone sono accatastati dei grossi bidoni e Ferla, come una scimmia, passa da una trave all'altra e arriva a mettere i piedi sulla cima della catasta. Fa un po' di rumore. Si ferma col fiato sospeso. Tutto silenzio. Scende con cautela da un bidone all'altro e raggiunge il suolo. Si avvicina all'elicottero: a fianco c'& la lunga cassa aperta, dentro sono rimasti solo i trucioli dell'imballaggio. Ferla continua il suo esame nella penombra. Tocca L’elicottero e si sporca le mani di vernice verde, ancora fresca. Si ritrae e guarda la fiancata dell’apparecchio: c'è scritto CARABINIERI. Ferla si china: tra le slitte dell'elicottero è stato fissato un cilindro lungo tre metri e di trenta centimetri di diametro: una bomba. Ferla lo tasta con mani tremanti: la bomba termina tronca, senza ogiva. Il capitano si stacca il cellulare dalla custodia che tiene alla cintura e freneticamente compone il numero di Ottoni.
S C E N A 36 PICCOLO CANTIERE SUL TEVERE. Esterno notte Il piccolo fuoristrada guidato da Ahmed, coi due giapponesi sui sedili posteriori, arriva sullo spiazzo. Ca16 e i tre uomini di guardia puntano le mitragliette. Ahmed balza a terra. AHMED Baciamo le mani a vossia don Calò, ad Allah e al suo profeta. CALO' E' tardi. (ai giapponesi) Avete fatto un buon viaggio? PRIMO GIAPPONESE (scendendo) Ottimo, signore. CALO' Abbiamo poco tempo. PRIMO GIAPPONESE Quello che ci basta, signore.
S C E N A 37 CAPANNONE. Interno notte Ferla sta parlando concitatamente a voce bassa col cellulare FERLA E' una bomba, colonnello, appesa sotto un elicottero dipinto come i nostri! Arriva qualcuno! Fate presto! si apre il capannone e Calò accende la luce: dei tubi al neon lampeggiano per qualche attimo prima di stabilizzarsi e Ferla riesce a rotolare dietro la catasta di bidoni senza essere visto ma il cellulare gli sfugge di mano e resta accanto all'elicottero. Entrano i due giapponesi guidati da Ahmed e Calò, scortati da uno degli uomini armato di mitraglietta mentre gli altri due restano fuori. CALO' Come vedete il lavoro grosso è stato fatto. Il missile è fissato con tamponi esplosivi che salteranno contemporaneamente all'accensione del suo proprio motore, liberandolo. PRIMO GIAPPONESE Dove e' la guida laser? Calò va verso i bidoni e Ferla si ritira nell'interstizio che riesce a trovare nella base della, piramide. Ca1ò prende una scatola e ne estrae un blocco di poliuretano. Comincia a liberare l’ogiva dall'imballaggio. Interviene il secondo giapponese con una certa preoccupazione. PRIMO GIAPPONESE Lui non parla tua lingua, ma molto bravo con guida laser. il secondo giapponese sballa con gran cura l’ogiva e poi passa sotto L’elicottero per calibrarla, collegarla e montarla. PRIMO GIAPPONESE Lui ha bisogno di dodici minuti ... Calò guarda l’ora, nervoso, poi annuisce CALO' Avvertitemi quando siete pronti. si avvia verso l’esterno seguito dall'uomo con la mitraglietta, lo ferma con un cenno CALO' Tu stai qui. Esce. Ferla riesce a vedere un pezzetto della scena attraverso i bidoni e se ne sta con gli occhi sgranati ad ascoltare AHMED Come funziona? PRIMO GIAPPONESE E' un ricevitore laser che guida il missile Sul bersaglio illuminato. AHMED Illuminato? Ma sarà giorno ... PRIMO GIAPPONESE E' modo di dire. Illuminato perch6 qualcuno deve puntare raggio laser Sul bersaglio e il missile lo riceve per riflesso e si fa guidare dal raggio ... Ahmed raccoglie da terra il telefono cellulare che sfuggito a Ferla AHMED E' tuo? PRIMO GIAPPONESE No, io non piace essere chiamato sempre. Ferla si morde le labbra portandosi la mano sulla custodia vuota. Ahmed è in allarme. Mostra il cellulare all'uomo arato di mitraglietta che scuote la testa. Amhed va verso la porta del capannone, seguito dal primo giapponese, e chiama AHMED Ehi, Calò! Sai niente di questo? Ferla, raggomitolato, tira fuori la pistola con una contorsione.
S C E N A 38 CELLA DEL CARCERE MILITARE DI GAETA. Interno notte Caruera sta dormendo sul suo lettino in una cella chiusa da sbarre. Una mano gira una chiave nella toppa e apre il cancello. La mano cala verso Caruera, per un attimo sembra minacciosa, ma poi si posa su una sua spalla e lo scuote. Caruera apre gli occhi e fissa la faccia del giudice Maltoni china sulla sua. Anche il giudice 6 in pigiama MALTONI Don Gerlando, scusate ... mi ha telefonato il capo della superprocura... a Fiumicino invece della droga che avete detto voi è arrivata una bomba lunga tre metri ... ne sapete niente? CARUERA Una bomba? No. Sono anni che non ci occupiamo di armi. il giudice annuisce e fa per andarsene CARUERA Signor giudice, ma a voi chi ve lo fa fare? MALTONI Cosa? CARUERA Tutto. Servire questa Stato di merda e vivere in galera come me. MALTONI E don Gerlando, è la fatalità. Io son caduto da questa parte ... Caruera annuisce convinto. Si passa una mano sul viso e sta per rimettersi a dormire, ma un pensiero improvviso lo coglie, mentre Maltoni sta già, richiudendo il cancello della cella. CARUERA Una bomba avete detto? Una sola? MALTONI Cosi han detto a me ... CARUERA Signor giudice, ma allora è per noi! MALTONI Don Gerlando, non ci sentiamo troppo importanti? Caruera chiude gli occhi offeso e tace. Maltoni lo guarda perplesso, aldilà delle sbarre.
S C E N A 39 PICCOLO CANTIERE SUL rEVERE. Esterno notte Calò esamina il cellulare alla luce forte di una torcia. Accanto a lui Ahmed e il primo giapponese. Calò scuote la testa preoccupato CALO' Qualche estraneo entrò. raccoglie la sua mitraglietta ed entra nel capannone girando intorno il raggio della pila. Davanti al cantiere, silenziosi, si appostano dodici carabinieri delle squadre speciali al comando del capitano MIGLIETTI. UN CARABINIERE Capitano Miglietti, ha visto? C'è un giapponese ... CAPITANO MIGLIETTI (annuisce) Spariamo solo se sparano loro. Tu, tu e tu ... passate dietro e appiccate un fuoco .... poca roba... di sterpi, che sembri accidentale.
S C E N A 40 CAPANNONE. Interno notte Il secondo giapponese sta lavorando, sotto L’elicottero, intorno alla testata della bomba, ormai fissata e passa a controllare i comandi degli alettoni di coda. Calò illumina metodicamente ogni angolo del capannone, spostando scatoloni e casse, la mitraglietta spianata pronto a sparare. Lo segue Ahmed, nervoso. L'altro uomo armato resta fermo accanto all'elicottero. Il primo giapponese va a parlottare con Valtro suo connazionale nella propria lingua. Ca16 guarda anche dentro L’elicottero. Ferla rattrappito, pistola in pugno, ha la fronte coperta di sudore: guarda il raggio della torcia che adesso sta frugando tra i grossi bidoni. Calò si avvicina ai bidoni e illumina gli spazi tra di essi. Non può non scoprire Ferla che sistema meglio il dito sul grilletto della sua pistola. VOCE GUARDIA (da fuori) Cal6! Vieni a darmi una mano! ha preso fuoco l’erba qui dietro! Ahmed sibila a Calò che corre fuori AHMED Attento! Può essere un trucco! (poi ai due giapponesi) Quanto vi manca? E’ meglio anticipare tutto ... PRIMO GIAPPONESE Servono ancora quattro minuti. Ahmed prende il capo di una catena avvolta su un rocchetto e dice al primo giapponese AHMED Agganciala. Il primo giapponese obbedisce e aggancia la catena alle slitte dell'elicottero. Ahmed spinge il rullo di catena verso l’esterno. L'uomo armato di mitraglietta 6 fermo come una statua.
S C E N A 41 PICCOLO CANTIERE SUL TEVERE. Esterno alba Ai primissimi chiarori dell'alba stanno bruciando degli sterpi dietro il capannone e la guardia, con la mitraglietta li sta affannosamente calpestando per spegnerli. Da dietro arriva Calò, in allarme, la, mitraglietta spianata: guarda il fuoco e poi si guarda intorno. Davanti al capannone Ahmed aggancia la catena al gancio di traino del fuori strada. Poi si mette al volante e accende il motore. La guardia pestando l’erba in fiamme si avvicina alla recinzione di rete: dal buio, dietro un lembo di rete divelta, la faccia di uno dei carabinieri delle squadre speciali col mitra puntato CARABINIERE Se alzi le mani ti salvi la vita. la guardia alza le mani ben stese al cielo, pur reggendo ancora la mitraglietta. Calò lo vede e spara una lunga micidiale raffica che colpisce sia il compagno che uno dei baschi verdi. Gli altri due baschi verdi aprono a loro volta il fuoco e Ca16 crolla al suolo crivellato di colpi. Irrompono gli altri carabinieri sul piazzale. CAPITANO MIGLIETTI Siete circondati! Tutti fuori con le mani in alto! Svelti!
S C E N A 42 CAPANNONE. Interno alba L'uomo armato di mitraglietta la spiana contro i due giapponesi e chiede con rabbia al primo giapponese che va a sedersi con calma ai comandi dell'elicottero UNA DELLE GUARDIE Non puoi dire al tuo amico di sbrigarsi? PRIMO GIAPPONESE Lui avere ancora bisogno di un minuto e cinque secondi. Poi partire. UNA DELLE GUARDIE Tra un minuto e cinque secondi saremo già morti! A bordo! Tu accendi il motore! Il primo giapponese obbedisce e le pale dell'elicottero cominciano a girare. La guardia armata urla UNA DELLE GUARDIE Vai Ahmed!
S C E N A 43 PICCOLO CANTIERE NAVALE SUL TEVERE. Esterno alba Ahmed fa partire il fuori strada che mette in tensione la catena e tira l’elicottero verso l’esterno. CAPITANO MIGLIETTI Fermo o sparo! Ahmed prende una mitraglietta dal sedile dell'auto e la scarica su Miglietti e sui carabinieri. Miglietti è ferito, gli altri carabinieri fanno saltare il parabrezza e colpiscono Ahmed al petto, ma egli continua a far avanzare il fuoristrada tirato l’elicottero lentamente verso l’esterno. S C E N A 44 CAPANNONE. Interno alba L'elicottero con le pale giA in lento moto sta uscendo dal capannone tirato dalla catena collegata al fuoristrada. Alle spalle dell'uomo armato suona la voce di Ferla FERLA Butta quella pistola e alza le mani! Ferla e' uscito dal suo nascondiglio e tiene l'uomo sotto tiro. Ma all'improvviso fuori esplode l'inferno: le vampe di alcune bombe fanno tremare il capannone e scagliano detriti contro L’elicottero che sta uscendo. La guardia ne approfitta, si volta e spara. Ferla si butta a terra e spara anche lui. Ahmed 6 ferito. Si aggrappa alle slitte dell'elicottero. I due giapponesi sono ai posti di pilotaggio. Il Pentito 57 S C E N A 45 PICCOLO CANTIERE NAVALE SUL TEVERE. Esterno alba I Da un gozzo sul Tevere alcuni uomini sparano colpi di bazooka contro i carabinieri che rispondono, colti di sorpresa. Il fuoristrada di Ahmed è travolto da una delle esplosioni, ma ormai l’elicottero è fuori e Velica ruota forte. L'elicottero si alza portandosi appresso per alcuni metri l'uomo ferito da Ferla che poi cade sul piazzale. Sul fiume cala un elicottero dei Carabinieri, anch'esso un A 109 A II, gemello del pirata, e spara contro il gozzo una salve micidiale facendolo esplodere mentre l’elicottero pirata con le false insegne dei Carabinieri, lo incrocia e si innalza. Ferla si sbraccia al centro del piazzale e L’elicottero si abbassa in mezzo allo sfacelo e ai morti. Ferla sale sull'elicottero urlando FERLA Bisogna abbattere quell'elicottero là! Non è dei nostri! E ha una bomba a guida laser attaccata sotto! L’elicottero invece atterra e Ferla urla FERLA Presto che li perdiamo! sullo spiazzo arrivano due auto della Benemerita e i carabinieri corrono a soccorrere i feriti. Il Pentito Il pilota dell'elicottero è incerto, fissa Ferla stralunato PILOTA ELICOTERO Dobbiamo portare all'ospedale i feriti ... FERLA Tenente! Le ordino di decollare e mettersi all'inseguimento di quell'elico-ttero! il pilota scambia uno sguardo angosciato col suo secondo e poi obbedisce PILOTA DELL'ELICOTTERO Sì, signore ... L’elicottero si alza.
S C E N A 46 ELICOTTERO IN VOLO. Esterno alba Il secondo pilota dell'elicottero dice a Ferla SECONDO PILOTA ELICOTTERO Che è successo ... quei feriti 1A sotto ... FERLA Il colonnello Ottoni comanda l’operazione. Chiamate lui. Lo vedete ancora l’elicottero di quei bastardi? SECONDO PILOTA ELICOTTERO No. Ma si è diretto per sud sudest. Segue la costa. FERLA Dobbiamo raggiungerlo e abbatterlo. il pilota dà un'occhiata di traverso a Ferla, col sospetto che sia impazzito. Intanto il secondo gli passa una comunicazione in arrivo SECONDO PILOTA ELICOTTERO Il colonnello Ottoni in linea ....
S C E N A 47 SALA OPERATIVA. Interno giorno Ottoni è pallido, tirato, ma assolutamente determinato. Parla al radiotelefono, mentre alle sue spalle sulla grande carta magnetica dell'Italia si dA la caccia all'elicottero allertando tutte le navi in zona. VOCI DI SFONDO ... in volo per sud sudest ... elicottero classe A 109 A II ... attenzione, dipinto con le insegne della Carabinieri e ha una grossa bomba attaccata sotto . ... alle unità di Anzio, Terracina, Gaeta... se avvistate un elicottero A 109 che vola sud sudest e non risponde al primo avviso radio, abbattetelo ... Ottoni risponde con un altro microfono all'elicottero su cui è Ferla OTTONI Tenente Sacchi non discuta gli ordini del capitano Ferla. E mi tiri giù quel maledetto elicottero!
S C E N A 48 STRADA DI SPERLONGA. Esterno primo mattino La Porsche guidata da Amina corre lungo la strada panoramica che porta a Sperlonga e poi a Gaeta. Sul sedile accanto ha la grossa samsonite scura. Amina accende la radio in cerca di notizie, ma trova solo musica o annunci pubblicitari. Guarda l’ora: sono le sette e tre minuti. Accelera rabbiosamente.
S C E N A 49 PORTO DI ANZIO. Esterno primo mattino Due guardacoste escono dal porto. Le antenne radar ruotano alla ricerca dell'elicottero.
S C E N A 50 PORTO DI TERRACINA. Esterno giorno Un guardacoste Meattini e uno della Corrubia escono dal porto a tutta velocità puntando verso nord. Hanno i radar in funzione. 11 Pentito 64 S C E N A 51 LARGO DELLE COSTE LAZIALI. GUARDACOSTE BIGLIANI. Esterno giorno Un guardacoste Bigliani in navigazione con il radar in funzione.
S C E N A 52 GUARDACOSTE BIGLIANI. SALA RADAR. Interno giorno Sullo schermo radar appare un puntino. OPERATORE RADAR Forse ce l'abbiamo, signor comandante. Coordinata due Otto uno ... VOCE AVVISTATORE Elicottero con le nostre insegne classe a 109 a ore undici ... il comandante parla al radiotelefono COMANDANTE BIGLIANI Guardacoste Bigliani a sala operativa... S C E N A 53 SALA OPERATIVA. Interno giorno La sala operativa è in piena funzione. Tutti gli schermi sono accesi. Ottoni è al radiotelefono OTTONI Lo tiri giù comandante! Lo abbatta! VOCE COMADANTE BIGLIANI Vola basso, colonnello! Si avvicina al centro abitato, potremmo fare una strage! OTTONI Lo deve abbattere comandante! Lo faccia prima che arrivi su Anzio! un operatore porge a Ottoni un altro telefono OPERATORE Colonnello, dal Capitano Ferla. OTTONI E' su Anzio! Continuano volare verso sud! Raggiungetelo! Nessuno ha idea di cosa vogliano fare!
S C E N A 54 ELICOTTERO PIRATA IN VOLO SULLA COSTA LAZIALE. Esterno giorno L'elicottero con la bomba appesa sotto vola a bassa quota seguendo la linea della costa nei presi di Anzio.
S C E N A 56 ELICOTTERO PIRATA IN VOLO. Interno esterno giorno Guida L’elicottero pirata il primo giapponese, mentre il compagno gli siede tranquillo a fianco. Il secondo giapponese indica al pilota qualcosa in basso alla sua destra. Il pilota guarda:
S C E N A 57 GUARDACOSTE BIGLIANI IN NAVIGAZIONE LUNGO LE COSTE LAZIALI. Esterno giorno Come visto dall'elicottero pirata: il guardacoste sta puntando la mitragliera di prua contro L’elicottero.
S C E N A 58 MITRAGLIERA DI PRUA. Interno esterno giorno Sullo schermo di puntamento, il reticolo di centramentro rincorre l’elicottero per porlo esattamente in mira. VOCE OPERATORE DELLA MITRAGLIERA Quasi ce l'ho ... quasi ce l'ho ... All'improvviso l’elicottero scivola in diagonale e sparisce contro la linea del suolo. L'operatore abbandona i comandi di puntamento per guardare fuori OPERATORE DELLA MITRAGLIERA Porca puttana...
S C E N A 59 COSTE LAZIALI. Esterno giorno L'elicottero pirata sta ora volando radente al suolo, tenendosi nascosto al mare, dietro le case e i piccoli rilievi.
S C E N A 60 SALA OPERATIVA. Interno giorno C'è grande agitazione. Ottoni e' davanti la carta elettronica della zona d'operazioni *e risponde al radiotelefono OTTONI Ho capito comandante! Ho capito! Continuate a costeggiare verso sud pronti a far fuoco se vi ricapita l’occasione! Ottoni dà il microfono ad un operatore e ordina in un altro OTTONI Fate alzare i Piaggio P 166! E gli elicotteri NH 500 che sono pi@i veloci! Il bersaglio 6 un A 109 A II appesantito da una bomba, non potrà superare i 200 all'ora. Cos! carico ha meno di tre ore di autonomia e vola giA da una ventina di minuti! L'ordine 6 sempre lo stesso: abbatterlo ad ogni costo!
S C E N A 61 CARCERE MILITARE DI GAETA. SALA COLLOQUI. Interno mattino In piedi, stando a lato della finestra, Caruera guarda il cielo e poi abbassa gli occhi sul mare.
S C E N A 62 PORTO DI GAETA. Esterno mattino Come visto dalla finestra della sala dei colloqui: Nella zona antistante l'antico forte oltre ai due guardacoste, pattugliano adesso il mare anche alcune vedette veloci da inseguimento. Il mare è punteggiato da piccole imbarcazioni da diporto. Un gommone spinto da un fuoribordo costeggia il promontorio: alla barra del motore, una ragazza bruna con una giacca cerata sulle spalle. VOCE MALTONI Don Gerlando, buongiorno. S C E N A 63 CARCERE MILITARE DI GAETA. SALA COLLOQUI. Interno mattino Caruera si volta e saluta i giudici Maltoni e Orsellini che appoggiano sul tavolo i loro incartamenti CARUERA Buongiorno a voi. Orsellini posa sul tavolo il miniregistratore ORSELLINI Stanotte abbiamo messo le mani, grazie a voi, sui fratelli Galliani e su Turtichedda di Siculiana. CARUERA E quella storia della bomba poi come fini? GIUDICE MALTONI Non ho idea. Li avranno arrestati, credo.
S C E N A 64 GAETA. PROMONTORIO DEL FORTE. Esterno mattino Il gommone guidato da Amina urta dolcemente contro le rocce del promotorio cu cui sorge il forte. Amina scende con una sacca sugli scogli e si arrampica per alcuni metri raggiungendo un folto di cespugli. Amina guarda il proprio orologio: mancano cinque minuti alle sei. Il sole appena sorto non scalda e Amina apre la sacca e tira fuori una specie di cannocchiale montato su un treppiede telescopico e lo poggia accanto a s6, poi pesca nella borsa un panino e inizia a mangiarlo con avidità.
S C E N A 65 ZONA TEMPIO GIOVE ANXUR. TERRACINA. Esterno mattino L'elicottero guidato dai due giapponesi sbuca bassissimo da dietro il tempio di Giove Anxur che domina Terracina, spaventando mattutini visitatori. Punta verso Gaeta. Ma ecco sbucare dal lato opposto della montagna l’elicottero su cui c'è Ferla.
S C E N A 66 ELICOTTERO PIRATA IN VOLO. Interno esterno giorno Il pilota dice qualcosa in giapponese al compagno che annuisce. Punta una mitraglietta dal finestrino laterale e sgrana una lunga scarica contro l'altro elicottero.,
S C E N A 67 ELICOTTERO A 109 DEI CARABINIERI IN VOLO. Interno esterno giorno I finestrini dell'elicottero vengono bucati dal alcune pallottole. Istintivamente Ferla si abbassa, poi vede che il secondo pilota 6 ferito e cerca di aiutarlo SECONDO PILOTA Non è niente capitano, solo un braccio .... Preme il pulsante di fuoco e l’elicottero esplode una lunga raffica.
S C E N A 68 ZONA TEMPIO GIOVE ANXUR. TERRACINA. Esterno mattino L'elicottero pirata si tuffa sulla piana con una manovra molto pericolosa, seguito dall'elicottero gemello dei Carabinieri. Il giapponese da bordo esplode un'altra raffica. L'elicottero dei Carabinieri,lanciato all'inseguimento, sta guadagnando aria e gli & quasi sopra.
S C E N A 69 ELICOTTERO A 109 DEI CARABINIERI IN VOLO. Interno esterno mattino Il pilota dell'elicottero lancia un messaggio radio PILOTA ELICOTTERO Atterrate! Atterrate! Non avete scampo. Atterrate! Un’altra scarica di mitraglietta investe l’elicottero dal basso.
S C E N A 70 ZONA TEMPIO GIOVE ANXUR. TERRACINA. Esterno mattino L'elicottero pirata punta dritto contro il versante di un dirupo e all'ultimo istante si alza evitandolo. Anche l’elicottero dei Carabinieri fa la stessa manovra.
S C E N A 72 ELICOTTERO PIRATA IN 'VOLO. Interno esterno mattino Il secondo giapponese 6 raggiunto al petto dal colpo di Ferla. Risponde ugualmente al fuoco con la mitraglietta.
S C E N A 73 ZONA SPERLONGA. Esterno mattino L'elicottero pirata si tiene sulla linea di terra e punta contro Gaeta, passando dietro alla montagna di Sperlonga. L'elicottero dei Carabinieri va invece verso il mare, più lentamente.
S C E N A 74 ELICOTTERO A 109 DEI CARABINIERI IN VOLO. Interno esterno mattino Ferla grida al pilota FERLA Che succede?! Cos! ci scappa! PILOTA Stiamo perdendo carburante, capitano ... il sergente 6 ferito ... Segnaliamo la nostra posizione, io devo atterrare. Ferla ha un gesto di rabbia. Guarda fuori mentre il secondo parla col radiotelefono SECONDO PILOTA Ingaggiato scontro a fuoco. Siamo in avaria e dobbiamo atterrare. Il bersaglio vola sulla linea Terracina Gaeta, molto basso, in mezzo alle ondulazioni del terreno. Ferla ha un'illuminazione FERLA Gaeta! Maledizione ! Dove ci sono i giudici Maltoni e Orsellini che interrogano Caruera! Senti tenente, a velocitA ridotta, puntando dritto su Gaeta, tagliando il golfo, arriviamo sul promontorio del forte? P ILOTA Non lo so. Non posso quantificare la perdita di carburante con esattezza. FERLA Tu prova! Quel bastardo vuole distruggere il forte! PILOTA Ma allora è stronzo! Io ho fatto la scuola di mare a Gaeta! Capitano, ci proviamo!
S C E N A 75 SALA OPERATIVA. Interno mattino Tutta la sala operativa 6 al lavoro. Sulla carta elettronica si accende un puntino rosso a pochi chilometri da Gaeta, verso Terracina. Ottoni è al radiotelefono OTTONI Ho capito, Ferla! Il forte di Gaeta! Gli daremo addosso con tutto quello che abbiamo!
S C E N A 76 SCOGLIERA DAVANTI AL FORTE. Esterno mattino. Amina ha montato lo strano cannochiale col treppiede e ora lo punta verso la facciata del forte che dista quattrocento metri da lei. Amina guarda dentro lo strumento:
S C E N A 77 FACCIATA DEL FORTE. FINESTRA SALA COLLOQUI. Esterno mattino Come visto attraverso il congegno di puntamento dell'illuminatore laser: il reticolo dell'apparecchio si fissa esattamente al centro della finestra della sala colloqui. Si sente un ronzio: al centro della finestra si disegna un piccolo cerchio rosso.
S C E N A 78 SCOGLIERA DAVANTI AL FORTE. Esterno mattino. Amina si stacca dallo strumento, stringendo bene le viti del puntamento, poi guarda Vora: sono le sei e nove minuti. Scruta il cielo: da sopra il forte appare, alto un elicottero. Amina sorride soddisfatta.
S C E N A 79 ELICOTTERO PIRATA IN VOLO. Interno esterno giorno Il secondo giapponese ha tutta la camicia sporca di sangue ma continua ad eseguire con calma le sue mansioni di controllo. Impugna un comando a pulsante e annuisce al pilota. La radio annuncia un ultimatum VOCE RADIO Elicottero pirata atterrate! Atterrate! Siete in linea di tiro! Atterrate o saremo costretti ad abbattervi! il secondo giapponese prende il microfono e parla un perfetto italiano SECONDO GIAPPONESE Qui elicottero pirata. Va bene. Ci arrendiamo. Non sparate. sorride all'altro e spegne la radio.
S C E N A 80 PROMONTORIO DI GAETA E GOLFO. Esterno mattino L'elicottero pirata si porta sul mare, proprio davanti alle mitragliere dei guardacoste.
S C E N A 81 SCHERMI DI PUNTAMENTO DEI GUARDACOSTE DETTAGLIO: il reticolo 6 perfettamente centrato sull'elicottero che 6 quasi fermo, sospeso in aria a un miglio dal forte. VOCE Pronti al fuoco. su un secondo schermo il reticolo va a centrare L’elicottero VOCE Non può più scappare. Pronti all'abbattimento.
S C E N A 82 PROMONTORIO DI GAETA E GOLFO. Esterno mattino L'elicottero A 109 dei Carabinieri con a bordo Ferla arriva, basso sul mare, a posarsi su una piazzola naturale fra gli scogli. Ferla balza a terra. Guarda verso il mare e vede L’elicottero pirata fermo a mezz'aria sotto la mira delle mitragliere dei guardacoste. Si volta disperato a guardare la scogliera e vede Amina china sul suo strumento. Si arrampica disperato verso di lei, ferendosi mani e piedi. Amina si stacca dallo strumento e inforca un paio di occhiali scuri e pesanti: in tal modo il raggio laser che ella ha acceso diventa visibile. Il raggio rimbalza contro la finestra della sala colloqui e poi va verso l’elicottero sospeso sul mare. Ferla è quasi su di lei quando la ragazza se ne accorge. Estrae una pistola e gli spara. Ferla risponde al fuoco. Amina corre di lato sparandogli continuamente. Ferla e' costretto a coprirsi e a risponderle.
S C E N A 83 ELICOTTERO PIRATA IN VOLO. Interno esterno mattino Anche il pilota ha ora degli occhiali scuri e pesanti. Su uno strumento si evidenzia il canale di guida laser che ha raggiunto l’elicottero. L'orologio segna le sei e undici minuti. Il pilota annuisce al compagno che spinge il pulsante. Quattro piccole cariche esplodono sotto l’elicottero liberando la bomba intelligente che cade per qualche metro e poi accende il proprio motore partendo verso il forte.
S C E N A 84 GUARDACOSTE IN NAVIGAZIONE. Esterno interno giorno P.P. di un comandante che urla COMANDANTE Fuoco! DETTAGLIO delle mitragliere che sparano. DETTAGLIO di uno schermo di puntamento: L’elicottero centrato esplode.
S C E N A 85 MODELLINO DI ELICOTTERO A 109 . Esterno giorno L'elicottero esplode centrato da più parti trasformandosi in una nuvola di fuoco e di detriti.
S C E N A 86 EFFETTO SOGGETTIVA DI MISSILE. Esterno giorno BIANCO E NERO Come visto dal missile in avvicinamento alla finestra della sala dei colloqui col proprio reticolo ben fisso al centro della finestra, oltre la quale si vedono le facce di Maltoni e di Orsellini che si affacciano curiosi. E' un precipitarsi verso il bersaglio.
S C E N A 87 PROMONTORIO DI GAETA E GOLFO. Esterno mattino L'illuminatore sul suo treppiede, puntato contro la finestra dei colloqui, viene centrato in pieno da un colpo di pistola e la canna dell'apparecchio punta adesso verso l’alto. Ha sparato Ferla da dietro una roccia, centrandolo.
S C E N A 88 EFFETTO SOGGETTIVA DI MISSILE. Esterno giorno BIANCO E NERO Come visto dal missile: La finestra dietro cui si intravedono i giudici vicina. Con scarto improvviso il reticolo si sposta oltre il forte, verso il cielo.
S C E N A 89 PROMONTORIO DI GAETA E GOLFO. Esterno mattino Una grande esplosione nel cielo. La bomba si annullata nell'aria. Ferla si volta a cercare Amina e la vede correre con grande agilita' fra le rocce. Si lancia all'inseguimento gridandole FERLA Fermati o sparo! Amina scompare dietro una roccia. Ferla si fa guardingo. VOCE AMINA Va bene, mi arrendo! Ferla resta fermo con la pistola spianata FERLA Butta la pistola e vieni fuori con le mani in alto ... Amina appare da dietro le rocce a torso nudo, seno al vento, con le mani in alto, palme aperte. Ha un cinturone di cuoio pesante intorno alla vita, sopra lo slip. E' bellissima. FERLA Ferma dove sei ... AMINA Hai paura di una donna disarmata? FERLA Ho detto ferma dove sei. Amina continua ad avanzare sorridendo bellissima a seno nudo. Ferla ne è affascinato e non può spararle. Alle spalle di Amina qualcuno fa fuoco. Amina colpita alle gambe cade sulle ginocchia. Con un ghigno cattivo strappa qualcosa dal cinturone che esplode disintegrandola. Ferla gira via la faccia nauseato mentre il pilota dell'elicottero gli si avvicina con la pistola in pugno PILOTA DELL'ELICOTTERO Peccato. Una gran figa. Però da dietro si vedeva bene che aveva una carica di plastico alla cintura. E davanti com'era, capitano? Ferla non risponde.
S C E N A 90 CARCERE MILITARE DI GAETA. SALA COLLOQUI. Interno giorno I giudici Maltoni e Orsellini sono alla finestra. Dietro a loro c'6 Caruera. ORSELLINI Che è stato? MALTONI Non lo so ... forse qualcuno ha cercato di farci saltare in aria... CARUERA E qualcun altro ci ha salvato. La prossima volta difficilmente avremo tanta fortuna. Orsellini e Maltoni sono visibilmente scossi. Lentamente girano intorno al tavolo e si siedono. Restano per un attimo a capo chino. Caruera li guarda e chiede CARUERA Che vogliamo fare, signori giudici? Maltoni alza lo sguardo sul mafioso e si stringe nelle spalle MALTONI E che possiamo fare, Don Gerlando? Continuiamo.
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