La scrittura |
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Quanti di voi hanno visto un notiziario dove venivano trattate notizie dell' estremo oriente, un cartone animato giapponese o magari visto semplicemente un bugiardino di un medicinale e si sono domandati come diavolo riescano a capire tutte quelle strane "casine" che sono riportate in modo, a primo approccio, disordinato? E allora facciamo chiarezza a riguardo. E' bene esplicitare, per chi non lo sappia o lo ignora (e essendo romano, so che molti qui lo ignorano), i giapponesi sono un popolo diverso dai cinesi e anche se la loro storia spesso si è intrecciata tra guerre e invidie anche oggi il Giappone è un' isola asiatica del Pacifico mentre la Cina è presente sull' Asia continentale. La scrittura giapponese è molto complessa e si avvale di 2 alfabeti sillabici, il katakana che viene usato per esprimere le parole o i nomi di provenienza estera e l' hiragana che si usa per le parole di origine nipponica e sono affiancati da un ulteriore alfabeto, di origine europea (romanica) poco usato che serve per esprimere suoni non esistenti nella lingua Giapponese che prende il nome di Romaji e di un numero imprecisato di ideogrammi, chiamati kanji, che si aggirano tra i 45.000 e 50.000. Il Romaji è un alfaberto del tutto uguale al nostro e sul quale quindi non serve dilungarsi troppo, basti sapere che viene usato negli scambi diplomatici per far comprendere il giapponese anche a chi lo sa solo parlare ma non scrivere. L' hiragana e il katakana hanno numero diverso di sillabe che si differenziano in scrittura e che vengono utilizzati nei modi sopra esposti. Ciascun alfabeto ha le 5 vocali espresse separatamente e una sola consonante isolata, la 'n' e tutto il resto va inteso come gruppo sillabico. Quando si avrà la necessità di fare una doppia consonante sarà sufficiente aggiungere una piccola 'tsu' nel katakana o nell' hiragana (poi si spiegherà cosa è) prima della sillaba contenente la consonante da raddoppiare. Come detto alcuni suoni, nel giapponese NON ESISTONO, e quindi li si deve esprimere con altri suoni mentre ne esistono altri che in italiano non esistono e con cui ci si deve fare l'abitudine. Per esempio la consonante 'L' non esiste e al suo posto si usa la R indistintamente (notare la differenza con i cinesi che non riescono contrariamente a pronunciare la 'R'), come invece in italiano non siamo abituati ad avere l'accento su una consonante, per esempio il nome "Sasuke" si legge eliminando la u e ponendo un accento sulla 's' come a dire che sarebbe sulla u l'accento, se si leggesse. A complicare le cose si deve aggiungere una cosa chiamata 'nigorizzazione' che consiste nell' apposizione di due trattini paralleli sulle sillabe che sporcano il suono arricchendo questi due alfameti. Quindi ad esempio 'ta,te,ti,to,tsu' apponendo " su ciascuna di queste si avrà 'da,de,di,do,du' la stessa cosa varrà anche per 'ta' che diviene 'da' e così via e per le altre. L' hiragana è un alfabeto che, a differenza del katakana, si è consolidato e ha fissato un numero di sillabe. Per raddoppiare una consonante si pone prima una piccola 'tsu' っ (diversa dalla normale 'tsu' つ): |
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Il katakana è un alfabeto che si amplia sempre di più aggingendo nuove sillabe che siano sempre più conformi a rappresentare le parole estere, per raddoppiare si pone prima ッ(diversa da ツ): |
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Ora veniamo alla parte più complicata e "irrazionale", quella dei kanji. I kanji sono originali della cultura cinese e furono introdotti nella scrittura giapponese a seguito di influenze passate di questo popolo. Alla fine della 2 Guerra Mondiale in Giappone iniziò un periodo di riforme che lo portò ad adottare dei canoni più vicini ai paesi europei e a quello americano tanto che ci furono grandi controversie su alcune proposte che furono avanzate per "semplificare" l' interpretamento della lingua nipponica. Una di queste riforme doveva proprio abolire progressivamente i caratteri kanji dalla lingua giapponese. Al momento della decisione ufficiale, però, il governo in carico dovette fare una parziale marcia indietro su questo argomento per via delle perplessità che furono riscontrate della popolazione che vedeva in questa iniziativa una sottomissione della cultura e della identità nipponica, senza contare le difficoltà proprie nel formulare un testo che potesse essere decifrato in modo corretto. Si decise quindi di regolamentare i kanji limitandoli a circa 2.000 riconosciuti e tutelati (anche oggi il ministero dell'educazione giapponese se ne occupa) mentre formalmente non consentendo ma tollerando l'esistenza dei restanti 50.000. Le perplessità della popolazione e dei critici studiosi del giapponese era più che fondata perchè nel giapponese non esiste il concetto di spazziatura tra le parole come non esiste punteggiatura (ora esiste anche se minima) e quindi l'esistenza degli ideogrammi rende la frase più fruibile e il contenuto più chiaro, ricordiamoci che possiamo trovare insieme katakana, hiragana e kanji senza neanche uno spazio! I kanji non hanno una relazione biunivoca con il suono ma lo hanno con il significato (opposto all'italiano) , ogni kanji significa esattamente una cosa a prescindere da come lo si legge. Infatti un idiogramma ha varie pronunce a seconda se: è all' inizio di una parola, alla fine o rappresenta una parola di origine cinese. Quindi saper riconoscere un ideogramma ti da la certezza del significato ma non ti dice nulla rispetto a come si legge.. se volessimo fare un esempio anche se non molto corretto in italiano pensiamo di inventare nella nostra scrittura il carattere ' <3 ', vedendolo potremmo capire che significa cuore ma si potrebbe leggere come "cuore" oppure, se dopo la parola 'organo', si potrebbe leggere 'cardiaco' e quindi "organo caridiaco". Notiamo invece che, in italiano, la parola "corso" può avere ben 5 significati differenti a seconda dell'accento o del contesto! E allora come fare a leggere in modo corretto un ideogramma? I giapponesi adulti e formati non hanno di questi problemi perchè maturano la dote di riconoscere il contesto, mentre per i bambini e noi occidentali si è soliti apporre sopra ciascun ideogramma dei piccoli "furigana" (oppure yomigana) che altro non sono che la pronuncia delle parole esplicitate in hiragana. La conoscenza dei 2.000 ideogrammi è talmente importante che il ministero dell' istruzione giapponese stila un vero e proprio calendario e numero di kanji che devono essere appresi in ogni anno a partire dalle scuole minori fino alla maturità, in poche parole i giapponesi impiegano parte della loro istruzione nell' apprendimento di questi caratteri. Ovviamente non mi metto a postare i 2.000 e più kanji che sono necessari a comunicare in giappone, ma vi posto i primi e più importanti 100 kanji essenziali ma non sufficienti per passare il grado 5 del jlpt, a solo scopo di curiosità con il significato in italiano e senza spigazione sulla pronuncia: |
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