Dipinti ad olio su tela realizzati interamente a mano
Nel 1928 divorzia dal marito e ben presto si lega al barone Kuffner, che sposerà nel 1933. In seguito a una profonda crisi esistenziale, l'artista comincia a dipingere soggetti di contenuto pietistico e umanitario. Amò però anche molto ritrarre se stessa, come nel celebre "Autoritratto" del 1925 in cui si rappresentò, bella, seducente, ricca e annoiata, a bordo di una lussuosa Bugatti verde, in perfetto stile ruggenti anni Venti, simile al personaggio di Daisy creato dalla fantasia dello scrittore americano F. S. Fitzgerald nel "Grande Gatsby".
Nell'estate del 1939 i coniugi Kuffner partono per New York, dove Tamara organizza una personale alla galleria di Paul Reinhardt. Nonostante i suoi numerosi impegni umanitari, la pittrice continua ad allestire mostre a New York, Los Angeles e San Francisco. Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1957 presenta le sue nuove opere a Roma alla Galleria Sagittarius.
L'artista realizza in questi anni una serie di composizioni astratte, cui fanno seguito dei dipinti a spatola che non incontrano il consenso della critica. La mostra, allestita nel 1962, alla Galleria Jolas di New York è un fallimento. Dopo la morte del marito, avvenuta nel novembre di quell'anno, Tamara lascia New York e si trasferisce a Houston, dove vive la figlia Kizette. Nel 1969 torna a Parigi e riprende a dipingere. Una grande mostra antologica, organizzata presso la Galerie du Luxembourg (1972), riporta al successo l'anziana pittrice. Nel 1978 Tamara si trasferisce in Messico, a Cuernavaca, dove muore il 18 marzo 1980. Secondo le sue volontà testamentarie, le sue ceneri vengono sparse sul cratere del vulcano Popocatépetl.
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