Lo Spettacolo su San Francesco

Nel maggio del 1999 il nostro gruppo ha organizzato uno spettacolo su San Francesco. Lo spettacolo era molto semplice e si basava su un testo scritto da due ragazzi del gruppo prendendo come riferimento le fonti francescane. Le canzoni presenti nello spettacolo fra una scena e l'altra erano tratte da"Forza Venite Gente", mentre le musiche di sottofondo erano medioevali.

Lo spettacolo, nel suo piccolo, voleva essere un modo di avvicinarci alla figura di San Francesco. Il suo messaggio di carita', semplicita', poverta' ,per un piccolo gruppo come il nostro, ci ha aiutato a crescere insieme lungo la strada del servizio.

San Francesco e il  suo tempo: Carità, Povertà

Letture, dialoghi, canzoni

Presentazione

 Il piccolo spettacolo che abbiamo preparato sarà incentrato sulla figura di S. Francesco. Non sarà una storia vera e propria  ma piuttosto un insieme di piccole racconti che meglio di altri esaltano i temi della povertà come scelta di vita , della carità come servizio agli emarginati e della semplicità come modello di vita e di fede.

 

Musica medioevale di sottofondo

 

Povertà:  Io sono sorella  povertà, sono qui per parlarvi dell'uomo che mi amo a tal punto da rimanermi fedele per tutta la vita: Frate Francesco,  mio fratello e sposo Siamo nel 1200.  La società attraversava un periodo di trasformazione..Dietro a questi cambiamenti  di sviluppo vi era una realtà poco conosciuta: i mutamenti nel campo agricolo portarono  un aumento  della povertà. Gran parte della popolazione viveva in condizione di estrema povertà e  di malnutrizione che favoriva il  diffondersi di epidemie.

Fra tutte le malattie la lebbra era il male peggiore.

Avere  la lebbra significava nel medioevo uscire dal mondo, essere abbandonati da tutti, vivere ai margini della società   di  elemosina fra stenti, sporcizia, freddo, solitudine.

Fu tra queste persone ripudiate da tutti che Francesco, il figlio di un ricco mercante della città di Assisi scoprì la sua vera vocazione. Ora inizia il mio racconto...

Scena I:             San Francesco e il lebbroso

Dialoghi da fare..

Povertà:  Ecco che arriva  Francesco

 [Entra S. Francesco dal fondo e cammina tra gli spettatori  come soprappensiero fa due volte avanti e indietro]

Francesco:  Non capisco.. [cammina ] da tempo cerco qualcosa...[ si siede su un tronco]  Avevo detto: "Sarò cavaliere!" [sorride sconsolato e scuote la testa] Sono partito per raggiungere quel nobile famoso per combattere al suo servizio.... pensavo che avrei potuto combattere verso oriente, avevo sognato le crociate...[china la testa per un attimo] Ma poi ieri   notte...    quel sogno...quella voce...quella voce che mi ha detto

Voce:  Francesco chi è meglio: il padrone ricco  o il servo?"

Francesco: ed io risposi " il signore ricco" 

Voce: E allora perché lasciare il Signore per il servo?"

Francesco: Da quel momento non ho più dormito..  Ho abbandonato l'armatura e i sogni di avventura.... Ho capito che non è questo che sto cercando. [china la testa]

            [Entra lebbroso anche da dietro che cammina strascinandosi tramite un bastone. ]

Lebbroso: [Arrivato a metà strada dice piano] Aiutami, fammi la carità, sono lebbroso...Ha fame, fammi la carità [poi vicino al palco lo ripete forte] Aiutami, fammi la carità, sono lebbroso...Ha fame, fammi la carità ...

Francesco: Vattene, che vuoi!

Lebbroso: Aiutami! [ e si avvicina ulteriormente  a S. Francesco]

Francesco: Perché vieni da  me ?, perché non ti allontani ? [si alza e va verso l'altra parte del palco] Vattene

Lebbroso: Sto male, ho fame.. Aiutami [ arriva a sfiorare Francesco]

Francesco: Vattene... [e gli dà una spinta e il lebbroso cade e francesco fa per allontanarsi andando verso il pubblico] No  cosa faccio... perché allontano ... Quest'uomo ha bisogno di me... quest'uomo apparso così all'improvviso è segno di qualcosa.

[ Si china, solleva il lebbroso e lo bacia. Tira fuori il sacchetto di monete  e lo dà al lebbroso. Aiutandolo a camminare escono a sinistra del palco. Mentre stanno uscendo entra la povertà]

 

Povertà: E' così che ho conosciuto Francesco. Egli aveva trovato ciò che stava cercando e da cavaliere mancato di un nobile diverrà cavaliere di Cristo[indica con il braccio i due che stanno uscendo. poi si dirige verso il leggio]

(Con queste parole nel testamento spirituale S. Francesco descrisse questa esperienza: "Il signore dette a me, Frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo). [esce]

[buio]

 

Scena II: San Francesco  tra i lebbrosi

[Musica  triste] [ Alcuni lebbrosi sullo sfondo seduti su due tronchi. Uno mangia degli avanzi di pane, l'altro è intento a cucirsi l'abito]

[Entra la povertà e dice a memoria ]

Povertà: Dopo aver l'incontro con i lebbrosi  Francesco andò a vivere con loro aiutandoli nella malattia procurandogli il cibo. Il mio amico Francesco fu per essi una gioia e una speranza. Anche io ero felice perché avevo trovato  qualcuno che mi amava veramente. Liberamente infatti aveva scelto di essere povero.

 [si sposta e si siede sul bordo del palco a guardare]

Lebbroso 1:  [Indica verso il fondo] E' Francesco!! E' arrivato Francesco!!!

Lebbroso 2:  Dove ?

Lebbroso 1: E' lì  in fondo

 [Francesco è quasi vicino al palco porta un cesto in cui ha pane vecchio e bende]

Lebbroso 2:  Francesco che il Signore ti protegga e ti ricompensi per il bene che fai

Lebbroso 1: Vieni Francesco

Francesco:  Fratelli di che vi stupite, perché gioite così ? Io sono qui ogni giorno e non faccio nulla. Curo le vostre piaghe, vi porto da mangiare, prego per voi. Ma di più non faccio.

Lebbroso 1: Ma Francesco tu sei qui, mentre gli altri non si avvicinano a noi, anzi fuggono perché gli facciamo schifo...

Francesco: Fratelli [sorride], anch'io una volta ...Ma  ora è diverso... Io gioisco quando sono tra coi... Tra voi io incontro il mio signore....

            [Francesco si mette e curare le ferite di uno dei lebbrosi mentre l'altro mangia il pane sullo sondo e due personaggi entrano da un lato della scena e si mettono ai bordi]

Egidio: Si Bernardo, ti dico che è lui, è Francesco

Bernardo: Hai ragione ! Quello è Francesco... Ma perché è qui ? Perché ha lasciato la sua casa e le sue ricchezze ? Cosa lo ha portato  a tanto.

Egidio: Non so....Forse una voce interiore... Forse è Dio che lo ha chiamato a questo...In città tutti credono che sia pazzo. Soprattutto suo padre non riesce a farsene una ragione..

Bernardo: Tu credi che lo sia?

Egidio: Non so, guarda  i suoi gesti.... sembrano pieni d'amore...

[Egidio e Bernardo rimangono fermi mentre la povertà si alza (parte la musica medievale)]

Povertà: Tutti i loro dubbi svanirono man mano che guardavano l'amore che Francesco aveva per me e per la carità. Essi furono i primi di una lunga serie di seguaci: I Francescani. Tutti loro seguendo l'esempio di Francesco si impegnano con semplicità per i poveri.

(Nella sua regola  francescana  lasciò  scritto come i frati dovevano comportarsi quando trovavano  tra i miei amati poveri:: "E devono essere lieti  quando vivono tra persone di poco conto e disprezzate, tra poveri e deboli, tra infermi  e lebbrosi e tra mendicanti lunga la strada")

            [Canzone preghiera semplice]

Scena III: San Francesco nella chiesa di S. Damiano

[ Crocifisso appeso ad un muro dei mattoni per fare una specie di muro diroccato]

Povertà: Fino ad ora vi ho raccontato come Francesco aveva incontrato il suo Signore nei Fratelli, ma un altro incontro, diretto stavolta, avrebbe segnato la sua vita. Accadde un giorno, quando entrato a pregare in una cappella diroccata a lui molto cara, si rivolse al crocifisso con intensità e attenzione.

Francesco: [entra e si inginocchia davanti al crocifisso sta alcuni secondi con le mani giunte e la testa chinata. Poi alza lo sguardo verso il Crocifisso ] "Altissimo e Glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore. E dammi fede diritta, speranza certa e carità perfetta, senno e conoscenza, o Signore, perché io faccia il tuo santo e verace comandamento.

[Abbassa di nuovo lo sguardo]

Crocifisso: Francesco...

Francesco: Chi mi chiama ?

Crocifisso: Francesco, va e ripara la mia casa non vedi che cade in  rovina!!!

Francesco: Chi mi chiama [si alza spaurito e di accosta al muro]

Crocifisso: Francesco, va e ripara la mia casa  che cade in  rovina!!!

Francesco: Chi mi chiama ?

Crocifisso: Va' Francesco, e ripara la mia casa !

Francesco: Signore sei tu...[ e velocemente si mette di nuovo in ginocchio, quasi prostrato]

 [passano molti secondi e inizia la canzone Francesco vai.... Francesco si rialza e si mette a ricostruire la chiesa con i sassi mentre la canzone continua]

[Finisce la canzone, esce Francesco]

Scena IV: S. Chiara: la piccola pianta di Dio

Povertà: Da questo momento Francesco si incamminò lungo la strada che lo avrebbe portato alla santità. Ma in questo cammino non fu solo, io, povertà, lo accompagnai. E sempre più persone attirò con sé. Riuscì in questo soprattutto perché gli altri lo vedevano come un uomo semplice, un fratello minore ma nello stesso tempo erano contagiati dalla sua santità. Fra le persone che si  innamorarono della semplicità di Francesco ve ne è una a me tanto cara: Chiara. Anche lei era ricca e bella come Francesco, ma lasciò tutto per seguire Cristo. [Indica con un gesto Chiara e i frati]

[Entra Chiara che cammina con due frati (Egidio e Bernardo), portano dei cesti con del pane e delle vesti dopo un po' dal fondo della sala entra la Balia]

Bernardo: Siamo stati fortunati, al paese sono stati generosi e ci hanno donato tutte queste cose per i nostri fratelli lebbrosi

Chiara: Si Bernardo, la provvidenza di Dio ci ha aiutato

Egidio: Francesco ce lo dice sempre di non preoccuparci, di non temere nulla. Il signore Iddio penserà a noi.

Balia: Chiara !!  Chiara..... Eccoti.. dove ti eri cacciata. Non ci potevo credere quando l'ho saputo: tu, Chiara, fuggita di casa...e perché poi... Tuo padre, tua madre sono disperati. Scandalo, nel paese si grida allo scandalo.

Chiara: Balia cosa dici

Balia: Figlia mia io ti amo come e più di una figlia e conosco la tua purezza... ma tu sei qui, fra questi uomini e fra i mendicanti... con quel Francesco poi....Oh non ti avessi portato a vedere quello che faceva, a parlare con lui di nascosto quando me lo chiesi tempo fa. Come ho potuto sbagliare...

Chiara: Balia cosa dici. dove è lo scandalo, dove hai sbagliato. Io ancora ti ringrazio e ti ringrazierò per tutta la vita di avermi accompagnato. Si, di avermi accompagnato da Francesco tra i lebbrosi... Lui mi ha parlato e tutto è cambiato...

Balia: Ma cosa ti ha detto figliola mia... Non ti riconosco sei cambiata...

Chiara: Tu dici che sono cambiata, forse sono solamente diventata ma stessa. Il Signore [ guarda in alto], tramite Francesco, mi ha chiamato. E come avrei potuto dire di no...

Balia: Chi ti ha chiamato... Per cosa?  tu sei giovane e bella. Tu eri il sogno di ogni uomo, la più  perfetta delle spose, la più perfetta delle madri....

Chiara: Balia, vedi, io ho scelto...Ho  scelto di seguire la povertà. La vita di prima gli sfarzi e le ricchezze non sono fatti per me. Ora sono la sposa del Signore.

 [inizia la canzone di S. Chiara, Egidio, la Balia e Bernardo escono, Entrano le due cantanti con un telo]

 

(Povertà: Quella di Chiara fu scelta autentica. Da quel giorno anche Chiara divenne mia fedele sorella . Fino al punto da chiamare me, la povertà, privilegio. Ella sentiva che la sinistra dello sposo celeste era sotto il suo capo, per sorreggere le sue debolezze, per aiutarla....Chiara era convinta assieme a Francesco che colui che nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo non gli avrebbe fatto mancare nulla...)

 

Scena V: Frate leone e la perfetta letizia...

Povertà: Ora il mio racconto inizia a volgere alla fine. Vi voglio però ancora raccontare un altro episodio che meglio di altri spiega come Francesco di affidasse e Dio e come trovava la felicità nelle cose semplici. Una volta d'inverno mentre  Era  in cammino verso S. Maria degli Angeli con il suo amico prediletto Frate Leone  volle spiegare a frate Leone, suo amico e confessore, il segreto di quella che lui chiamava "perfetta letizia". Era una giornata particolarmente fredda....

[ Vento di sottofondo, Francesco e Leone entrano  da dietro e si siedono sui due tronchi ]

Frate Leone: Francesco ti prego dimmi quale è il segreto della "perfetta letizia"...

Francesco: Prova a dirmi tu cosa è perfetta letizia...

Frate leone: Perfetta letizia è essere empio di santità e rettitudine

Francesco: No, Frate leone questa non è perfetta letizia.

Frate Leone: Allora è vincere ogni male e convertire tutti gli infedeli

Francesco: No neppure questa è perfetta letizia

Frate leone: Forse perfetta letizia è in chi ridà la  vista ai ciechi e fa udire i sordi, sana gli ammalati e resuscita i morti.

Francesco: No fratello non è questa

Frate Leone: Me allora Francesco dove pensi che sia la perfetta letizia: nel conoscere  tutte le lingue e tutte le scienze e saper parlare agli animali.

Francesco: Se anche uno conoscesse tutte le lingue e  tutte le scienze e sapesse parlare agli animali, questa non sarebbe perfetta letizia...

frate Leone: Francesco, ma qual'è la vera letizia ?

Francesco: Ecco ti dico cosa è per me eterna letizia: Immagina...  Noi torniamo da Perugia e, a notte fonda, giungiamo a S, Maria degli Angeli ed è un inverno freddissimo E noi, tutti nel fango, nel freddo  e nel ghiaccio giungiamo alla porta del convento  e  bussiamo.

Frate: Chi è?

Francesco: E noi rispondiamo: "Frante Francesco e Frate Leone"

Frate: Andatevene !  Non è l'ora decente di andare in giro, non si può entrare

Francesco: Ma noi insistiamo: "Per favore, fa freddo, facci entrare

Frate: Andatevene siete dei semplici idioti. Qui non ci potete venire ormai. Noi siano tanti  e  non abbiamo bisogno di voi!

Francesco: E noi rimaniamo davanti alla porta e lo preghiamo ancora: Per amor di Dio, accoglieteci

per questa notte"

Frate: No. Andate all'ospizio e chiedete là.

Francesco: Ebbene se noi avremo avuto pazienza e non saremo rimasti turbati, io ti dico che  qui è la perfetta letizia e la vera virtù dell'anima.

 

Canzone: Perfetta letizia

 

Scena Finale con canto finale

[Uno alla volta si entra con una candela attorno al  Francesco che giace a terra morto e  si canta la canzone]