RINASCE IL SOGNO
Vivendo
a Korogocho, vedo ogni giorno più chiaramente cosa significa il
trionfo della globalizzazione, dell'Impero del denaro: un trionfo
pagato a caro prezzo dai poveri. Per questo abbiamo tentato di
organizzare la resistenza di piccole comunità e gruppi perché
diventino spazi vitali per fare maturare il nuovo.
"Viviamo
nel mercato globale - ha fatto notare Pablo Richard, teologo
della liberazione del Costa Rica - e la resistenza non sta tanto
nel costruire un nuovo sistema macroeconomico, perché è
impossibile, ma nel cercare spazi di vita tra gli esclusi dal
sistema. Si tratta, cioè, di creare una resistenza culturale,
etica e spirituale, cominciando a vivere una cultura della vita
che non sia quella del mercato, un'etica diversa da quella della
proprietà privata e del contratto, una spiritualità che non sia
quella dell'idolatria del mercato".
È
su questa lunghezza d'onda che sono nate le due piccole comunità
cristiane della discarica di Mukuru e i due gruppi che si
occupano dei fertilizzanti e delle mattonelle da ardere, sia le
prime che i secondi imperniati sul riutilizzo dei rifiuti. (Sono
essi i veri profeti di oggi che, con la loro stessa esistenza,
denunciano un sistema assurdo e annunciano il nuovo che nasce...
dai rifiuti!). Lo stesso si può dire delle varie comunita'
legate alla cooperativa Bega kwa bega ("Spalla a spalla"):
Udada, Kindugu, Ghetto Youth, le donne dei Ciondo ("borse di
corda"), Koch Kanga. Non è stato certo facile innescare la
dinamica della comunità laddove regna il più totale
individualismo.
È
nato anche il coordinamento (CBR, riabilitazione su base
comunitaria) dei gruppi più emarginati dentro Korogocho: oltre
quaranta gruppi che vanno dai lavoratori della discarica ai
lebbrosi della Tanzania! Sono gli stessi poveri che, divenuti
soggetti della loro storia, cercano di organizzarsi, di
coordinare le proprie attività. Non c'è altra via.
Alla
globalizzazione dall'alto i poveri rispondono con la
globalizzazione dal basso, utilizzando "la strategia
lillipuziana" (per usare l'espressione dell'eccezionale
saggio Contro il capitale globale). E questo vale non solo per i
poveri, ma anche - e soprattutto - per voi che vivete nel cuore
dell'Impero.
Il
mio recente breve soggiorno in Italia mi ha fatto nuovamente
toccare con mano che il movimento di resistenza dal basso si sta
allargando, ma anche paurosamente frantumando in mille rivoli. È
fondamentale che anche voi che vivete nel ventre della "Bestia",
impariate la strategia della globalizzazione dal basso, se volete
incidere sia in campo economico che politico. Partendo proprio
dalle province e dalle regioni è essenziale che tutti i gruppi
entrino "in rete", almeno a livello provinciale e
regionale (il coordinamento nazionale potrebbe arrivare in un
secondo momento e sulla base di un Manifesto comune).
Si
è ventilata la possibilità di un centro telematico che
favorisca il coordinamento fra i vari gruppi anche a livello
elettronico. Ottima idea! Ma più importante per me è che questi
gruppi e entità diventino vere comunità dove il primato vada
alla relazione, al dialogo, all'incontro, all'essere. C'è
bisogno di una profonda spiritualità per resistere all'impero
del denaro.
Per
i credenti è di vitale importanza il recupero delle Piccole
Comunità di Base, dove la Parola è messa al centro di tutto. La
Parola - che è sempre contro ogni idolatria - se letta nel
contesto odierno porta all'impegno per vivere in maniera
alternativa al sistema. Senza di essa, non si può resistere alla
cultura imperante.
La
dimensione apocalittica di tale Parola è oggi divenuta
essenziale. Scrive Pablo Richard: "Il movimento apocalittico
nella Bibbia è comunitario, cerca di ricostruire la speranza
attraverso la creazione di nuovi miti e simboli. Forse oggi, più
che di profeti, abbiamo bisogno di gente capace di legare
movimenti sociali e coscienza, animando così la società civile".
È
tempo di Apocalisse: tempo di Avvento, di attesa. Manteniamo viva
l'Utopia, rilanciamo il Sogno.