Tra un paio di settimane saro' di nuovo
a Korogocho. Ci vivo da cinque anni, per me e' importante,
mi sento un povero diavolo e sento proprio che l'unico
posto in cui posso effettivamente vivere e' proprio nei
sotterranei della vita e della storia. Korogocho e' una
cosa spaventosa. Se ci vivete giorno e notte come faccio
io e vi vedete drammi su drammi, potrebbe succedervi di
non capire piu' nulla. Talvolta la sera ho voglia solo di
sbattere la testa al muro e di dire com'e' possibile, in
un mondo dove sembra esserci tutto, com'e' possibile che
si arrivi a drammi cosi'. Un degrado spaventoso.
Centomila abitanti ammassati, sardinizzati su questa
piccola collina di due chilometri e mezzo per un
chilometro e mezzo di larghezza.
Ma e' solo una delle tante baraccopoli
di Nairobi. Nairobi e' una citta' bellissima, non ho
bisogno di venire qui per parlare del Nord del mondo. A
tre chilometri di distanza da Korogocho c'e' il quartiere
residenziale con delle ville bellissime che voi ve le
sognate, talmente sono belle e talmente la gente e' ricca
a palate. Poche citta' in Africa hanno un passaggio di
soldi come a Nairobi e, secondo l'ambasciata americana
che ha fotografato dall'alto la citta' pezzo per pezzo
con un aereo militare, su 3 milioni di abitanti -- di cui
un milione e ottocentomila vive in baracche, accatastato
nell'1 per cento della terra disponibile -- se ne
prevedono diciotto milioni fra vent'anni. Le bestie
feroci che stanno nel Safari Park di Nairobi e che molti
italiani ogni anno visitano per turismo, sono trattate
meglio degli uomini e le donne che vivono in baracche.
Questo uno per cento di terra non appartiene neppure ai
poveri ma al governo che, a seconda della spinta edilizia,
arriva con le ruspe, spiana tutto e butta i poveri piu'
in la'. Infine, i poveri non hanno neanche le baracche,
perche' vivono in tuguri di piccoli proprietari in
affitto a prezzi carissimi.
Sono andato qualche giorno fa a trovare
don Giuseppe Dossetti che aveva espresso il desiderio,
anche se molto malato, di vedermi e parlare un po' con me.
E Dossetti mi ha detto con un filo di voce: "Vedi
Alex, non pensare che io faccia un mito delle
Costituzione italiana, ma se io ho lottato per essa e'
perche' rappresenta ancora i pochi paletti etici che sono
rimasti in questo Paese". Se scompaiono pure questi
e' una fiumana che ci travolge tutti perche' il problema
non e' la Costituzione e' l'eticita', sono i valori. Non
c'e' piu' nulla. Ecco il nostro dramma. Non importano gli
sbagli, a volte ci ritroveremo ad imitare il sistema ma
non fa nulla, l'importante e' riconoscerlo, pentirsi,
tentare. Ecco un po' il cammino che diventa importante.
C'e' un altro problema da affrontare e
sono le invasioni degli immigrati che ci aspettano. Io lo
dico spesso ai ricchi di Nairobi, e i ricchi se ne stanno
accorgendo. Mi ricordo quando sono andato in giro per
trovare una possibilita' di lavoro per gli uomini e le
donne la seconda comunita' cristiana della discarica, per
chiedere ai responsabili delle multinazionali che gli
facessero vuotare dei rifiuti buoni gli uffici dei grandi
grattacieli su cui i ricchi mettevano le mani, un manager
nero di una grossa societa'mi ha detto: "Alex hai
ragione.
E' possibile che noi ricchi siamo
talmente ciechi da impedire che perfino i rifiuti un po'
piu' utili vadano ai poveri. E' il colmo. Ci stiamo
scavando con le nostre mani la nostra tomba". Quando
succedera' qualcosa a Nairobi vedrete e leggerete i
grandi media italiani che si lamenteranno: "Guardate
i neri che hanno fatto, dobbiamo andare a ricolonizzarli
perche' da soli non ce la fanno". A un certo punto
esplodera' tutto, c'e' un limite all'uomo. E la stessa
cosa vale in chiave mondiale. I poveri li potrete tenere
a freno fino a un certo punto, poi vi scoppiera' tutto. I
primi sintomi sono quelli della penetrazione dell'impero
attraverso le migrazioni. Anche l'impero di Roma non e'
riuscito a tenere con le legioni i barbari. Alla fine,
entra uno, entra l'altro, gli ultimi imperatori romani
erano tutti barbari che hanno preso cosi' l'impero. Il
mondo e' un unico villaggio economico che diventera'
sempre piu' un piccolo villaggio multirazziale,
multireligioso, multietnico.
Non c'e' altra via che l'integrazione
dell'emarginazione. Questa sciarpa che porto indosso
viene dagli indigeni, me l'ha regalata l'ex segretaria di
monsignor Proano, oggi segretaria generale della
Conferenza dei popoli indigeni dell'America latina. In
questa sciarpa mancano tutti i colori primari, e ogni
colore si fonde nell'altro. Nell'insieme e' bellissima. E'
l'emblema di chi lotta per la propria identita' culturale
sentendosi pero' soltanto una parte dell'arcobaleno dei
popoli. E' questo cui noi siamo chiamati ad essere cio'
che don Tonino Bello definiva "la convivialita'
delle differenze" o quello che Desmond Tutu,
arcivescovo anglicano e premio Nobel per la Pace chiama
"il popolo del Dio dell'arcobaleno". O
arriveremo a questo, all'incontro dell'altro diverso da
me, ricchezza per me a quello che Balducci chiamava
"l'uomo planetario", l'uomo nuovo, oppure sara'
la fine.
Spero che il nuovo governo tolga
immediatamente il decreto sugli immigrati -- che e' una
cosa molto grave -- e si vada a una legge quadro in nome
di un popolo italiano che e' stato un popolo di emigranti
per secoli: dal 1861 al 1961 sono andati all'estero circa
60 milioni di italiani, piu' che non gli italiani in
Italia. Siamo andati in tutto il mondo mendicando un
tozzo di pane, ma e' possibile che facciamo cosi' tante
storie sull'1,6 per cento di immigrati in Italia, da
vederli come una minaccia per il Paese? E' grave che dei
politici giochino alla xenofobia per il proprio
tornaconto. Sapevo che noi italiani siamo razzisti, ma
non immaginavo un livello di razzismo cosi' intenso come
ho visto in questo periodo. Quando a "Tempo reale"
mi sono vista proiettata sui megaschermi quella
processione che hanno organizzato a Genova contro i
nomadi nella notte, con quelle fiaccole quell'odio e una
ferocia inaudita, mi e' sembrato di assistere una replica
delle processioni del Ku Klux Clan in America. Sono
fenomeni su cui vigilare.
Che cosa fare? Innanzitutto capire
il sistema. Il sistema del denaro poggia su tre poli: la
finanza, i militari, i mass media. Ognuno aiuta l'altro a
mantenersi saldo. In un incontro interno di un mese fa
dei magistrati romani ho ascoltato l'analisi che ha fatto
un professore sul sistema economico attuale. Oggi il
cuore di tutto e' la finanza, il mondo virtuale della
finanza. Con la telematica spostate in un momento
miliardi di miliardi, guadagnandoli o perdendoli, e
questo in barba a Stati e leggi. Legato a questo polo
finanziario c'e' quello delle armi. Non ci pensiamo piu'
perche' non c'e' piu' lo scontro Est-Ovest in chiave
atomica, ma non bisogna abbassare la guardia perche' le
armi essenzialmente servono a mantenere privilegi,
sfruttamento, e ricchezze.
Il 20 per cento del mondo non
mollera' mai le armi perche' gli permettono di
controllare l'80 per cento delle risorse mondiali. Nei
vostri partiti e' passata in pieno l'idea di un nuovo
modello di difesa. Volete un esercito di professionisti?
Vi hanno tagliato le spese sociali mentre il bilancio
militare e' passato da 25mila miliardi a 31mila miliardi.
E per far cosa? In Italia il polo militare e' legatissimo
ai servizi segreti e alle logge segrete. E' questo il
potere che ha fatto gli ultimi vent'anni di storia di
questo Paese. Vi hanno mai spiegato Ustica? Cos'e'
successo a Bologna? E a Brescia? Avete mai capito cos'e'
successo ad Aldo Moro? Chiedetelo a loro.
Non prendetevi in giro con le parole
"democrazia" o "Stato di diritto". E
il polo dei media? Senza i media l'impero non starebbe in
piedi invece, dove si parla di liberta' di stampa tutto e'
controllato, in Italia da due grossi complessi economici,
negli Stati Uniti da dieci grandi complessi industriali.
Sono la voce del padrone e servono
per creare in ognuno di noi la convinzione che questo e'
l'unico sistema possibile e per renderci tubi digerenti.
Produciamo: dobbiamo consumare. Martin Luther King ha
detto: "Non ho paura dei violenti ma del silenzio
degli onesti". Un gesuita americano ha scritto che
un americano medio guarda la televisione 26 ore la
settimana, che vuol dire per 13 anni di vita. E se
calcolate che il 27 per cento della fascia di maggior
ascolto e' fatto di pubblicita', voi passate tre anni
della vostra vita a vedervi solo pubblicita'. Il potere
immenso del sistema dunque ci modella come ci vuole. Fate
l'opposto.
Ho parlato del primato dell'economico.
Ai non-credenti chiedo: "come riuscite a tradurre i
vostri valori laici in scelte concrete, economiche,
oneste e quotidiane?" Tutto il resto sono balle che
raccontate.
Ai credenti: "cosa ne abbiamo
fatto del Vangelo di Gesu'?". Se c'e' una cosa
chiara nel Vangelo, sono i detti di Gesu' sui soldi, su
Mammona. Il cuore del Vangelo e' lo spezzare il pane.
Padre Chiavacci, il miglior moralista in Italia, vi dice
che tutta l'idealita' del Vangelo si puo' riassumere in
due comandamenti: non puoi arricchirti e se hai, hai per
condividere. E noi credenti cosa abbiamo fatto di queste
cose'? Non mi dite che non si puo' fare.
Il magistero ecclesiale sul sesto
comandamento ha tutta la casistica possibile e
immaginabile, anche quella inimmaginabile, fino ad
arrivare a dire che non c'e' neanche "parvita' di
materia" sul sesto comandamento, tutto e' grave, e
questo evangelicamente e' fondato su tre detti soli di
Gesu' sul matrimonio e sul sesso. E' concepibile che io
debba dire a una donna che prende la pillola di non fare
la comunione, e invece a un uomo che ha un miliardo in
banca non possa dire niente perche' sono soldi suoi."
Questa e' moralita' borghese e null'altro. Se la Chiesa
vuole fare profezia sul sesso io ci sto, in una societa'
edonistica come questa e' importante. Ma allora lo faccia
su tutto. Se invece siamo misericordiosi, siamolo con
tutti.
Il commercio equo, il consumo
critico, i boicottaggi sono fondamentali: dovremo gridare:
"consumatori di tutto il mondo unitevi!" Cosi'
potrete avere una forza enorme, politica e economica.
Uscira' a giorni tradotto dall'Emi il "Rapporto
sullo Stato del Mondo" elaborato dagli scienziati
tedeschi di Wupperthal, che lavorano per la "Misereor",
un'organizzazione cattolica tedesca. Chiedono al popolo
tedesco di tagliare i propri consumi del novanta per
cento entro i prossimi cinquant'anni. Questi non sono
discorsi da missionari, parliamo di sopravvivenza! Il
nuovo governo non affrontera' mai questi discorsi perche'
non nascono dal basso, nessun politico riscuoterebbe voti
su questo discorso.
Ecco dove manca una base. Avete
trasformato le vostre feste di prime comunioni in feste
pagane. Vicino a Roma, in una parrocchia, il parroco mi
ha confessato che solo per le prime comunioni la
parrocchia aveva un tabulato economico di 2 miliardi.
Altro che Gesu' Cristo. Non vi parlo dei matrimoni perche'
sono qualcosa di sconcio. A Pisa un padre di famiglia mi
e' venuto a dire che nella chiesa in cui avevo parlato
qualche giorno prima era stato celebrato un matrimonio e
la ragazza aveva indosso un abito da diciotto milioni.
Andate in Comune a sposarvi in queste condizioni, non in
chiesa!
Quanto si puo' fare su questo."
E sulla violenza? La cultura marxista sulla violenza ci
ha tradito, e ha continuato a menarla con il l'atto che
la violenza viene dalla societa', viene dalle strutture.
Quando negli anni Settanta e' uscito il libro di Rene'
Girard "La violenza e il sacro" i marxisti si
sono stracciati le vesti e "Le Monde" gli ha
dedicato pagine e pagine, dicendo che forse era il libro
piu' importante del secolo. Tutto perche' questo libro
ributta tutto su di noi e dice che la violenza parte da
noi. Rene' Girard e' un agnostico, eppure per primo ha
detto che l'unico testo della letteratura mondiale
religiosa da cui la violenza e' completamente assente e'
il Vangelo. Su quella croce c'e' un Dio che non domanda
sangue, che non domanda vendetta, perdona. E' insita nel
Vangelo la non violenza, Gesu' l'ha praticata, Gandhi l'ha
imparata da lui. lo ho saputo da un vescovo molto
altolocato che la Chiesa al Convegno di Palermo era
concorde nel proporre l'obiezione di coscienza come
prospettiva per tutti i credenti. C'e' stato un
intervento dall'alto, da molto in alto, che ha bloccato
tutto. E' concepibile che un cardinal Biffi vi venga a
dire che la nonviolenza non e' un valore evangelico? E'
un tradimento! Quello che chiedo e' la conversione della
chiesa al Vangelo, e il Vangelo e' non violenza.
|