La bugia della speranza: Gli affari dietro lo slogan "azzeriamo il debito" Il nuovo buonismo lascia invariata l'oppressione economica in Africa. Il nodo è quello degli "aggiustamenti strutturali"
dal manifesto di sabato 11 marzo 2000
- ALEX ZANOTELLI -
V ivo a Korogocho, una enorme baraccopoli (100.000 abitanti circa) di Nairobi, la splendida capitale del Kenya. Vivendo con i poveri tocco con mano (non c'è bisogno di statistiche) i disastri del neo-liberismo e degli aggiustamenti strutturali imposti dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario. Solo due esempi nel campo dell'educazione e della sanità. Il 45 per cento dei bambini di Korogocho e dintorni non riesce ad andare in prima elementare: costa troppo. Così buona parte della popolazione di Korogocho non può permettersi il lusso di andare all'ospedale Kenyatta di Nairobi: costa troppo. Non resta che morire. Ma molti poveri non riescono nemmeno più a seppellire i loro morti nel cimitero di Langata (Nairobi): costa troppo.La situazione dei poveri diventa sempre più pesante e drammatica. Questo in barba alle "buone notizie"che ci vengono dai centri di potere sia da Washington come da Londra, sia da Parigi come da Roma.Mi è giunta notizia che il 29 settembre il presidente Clinton, parlando a Washington all'assemblea della Banca Mondiale e del Fondo Monetario, ha promesso di andare oltre le dichiarazioni dei G8 a Colonia. "Oggi ordino alla mia amministrazione -ha dichiarato testualmente Clinton - di condonare al 100 per cento il debito che queste nazioni hanno con gli Usa, qualora questo denaro venga usato per finanziare bisogni umani fondamentali". Gli ha fatto seguito, poco dopo, il ministro delle finanze del governo britannico, Gordon Brown, che ha dichiarato che l'Inghilterra si accoderà all'America: condono al 100 per cento. "Buona novella"anche dall'Italia dove il 19 dicembre il governo D'Alema ha varato un disegno di legge per la cancellazione di 3000 miliardi di lire che corrispondono a tutti i crediti (inesigibili) dei Paesi che abbiano un reddito inferiore ai 300 dollari l'anno. Tutte decisioni che cavalcano l'onda di Colonia dove i G8 avevano deciso lo scorso giugno il condono di 25 bilioni di dollari ai Paesi Poveri più Indebitati (Hioc). "Buona novella" o specchietto per le allodole?. Per capire quanto siano ipocrite le dichiarazioni di Clinton basta pensare che poco dopo, cioè il 3 novembre, il senato americano varava la legislazione conosciuta popolarmente come "Nafta for Africa"perchè simile all'Area di libero scambio nordamericano (Nafta). La camera l'aveva già approvata il 16 luglio. Il "Nafta for Africa" è il Mai (Accordo Multilaterale sugli Investimenti) in pillole, purtroppo, ancora più amare per questo travagliato continente.Questa legislazione prevede che il Presidente degli Usa potrà stipulare un accordo economico -commerciale con ogni capo di stato in Africa che permette l'apertura totale del paese alle multinazionali che potranno comperare, sfruttare. Fare quello che desiderano. Mentre ai governi dell'Africa è richiesto di privatizzare sanità, educazione, trasporti. Per me questa legislazione è un genocidio pianificato. Altro che condono dei debiti. Faccio mia la riflessione di un pastore del Sud Africa, il reverendo Molefe Tsele, coordinatore del Jubilee 2000 del suo paese, apparsa sulla rivista Challenge diretta dal più importante teologo cattolico dell'Africa, il domenicano Albert Nolan. "Se ci sono voluti 300 anni per le chiese per arrivare a proclamare l'apartheid peccato - mi disse quando lo incontrai nel 1995 a Johannesburg - di quanti secoli avranno bisogno le chiese per proclamare l'attuale sistema economico peccato?"Molefe fa un'analisi impietosa del summit di Colonia. L'iniziativa di Colonia non è un passo in avanti e nemmeno un incontro a metà strada. Il condono di 25 bilioni di dollari rappresenta solo il 25 per cento del debito totale e il 12 per cento del debito dei paesi più indebitati". Il debito globale (esclusi i paesi dell'Est) si aggira oggi sui 2.030 bilioni di dollari."L'iniziativa di Colonia promette speranza senza disturbare le coscienze dei ricchi, promette un nuovo inizio senza cambiamenti fondamentali allo status quo."E' una speranza bugiarda" afferma sempre Molefe. Il fatto grave di Colonia è che legando il condono dei debiti agli aggiustamenti strutturali, i G8 hanno finalizzato il loro controllo totale sui popoli impoveriti. C'è perfino chi sospetta che questa mossa sia una magistrale manovra per ottenere i soldi non più dai paesi impoveriti (non li possono più pagare) ma dalla stessa Banca mondiale."Questo tipo di condono dei debiti - afferma sempre Molefe -lascia intatta tutta la struttura dell'oppressione economica. Anzi è uno strumento efficace per rafforzare il ladrocinio di quel poco che rimane nel sud del mondo". E aggiunge: "Questo è ancora più vero in quanto tutta l'operazione di condono dei debiti non ha mai affrontato il nodo di fondo degli aggiustamenti strutturali. Anzi ai paesi più impoveriti è stata posta come condizione di introdurre gli aggiustamenti strutturali per avere i debiti condonati". Poi con estrema lucidità il pastore sudafricano smaschera l'ipocrisia dei ricchi: "Non è questione di condono o di carità, ma di giustizia. L'indebitamento del sud non può essere separato dall'attuale sistema economico globale che ha visto il trasferimento di risorse naturali nazionali dal sud al nord su scala senza precedenti nella storia umana. Il sud afferma che il debito è già stato ampiamente pagato. Non dobbiamo più nulla. Infatti è il nord che deve restituire al sud". E Molefe mette tutti in guardia: dobbiamo vagliare attentamente le varie campagne per il condono dei debiti. "Alcune sono buone, altre no. Vi sono campagne dei ricchi che servono solo l'interesse dei ricchi. Chiediamo a tutti i movimenti che si ispirano al Giubileo di distanziarsi da quelle campagne per il condono dei debiti in cui le decisioni sono prese dai governi creditori o dagli stati per i loro interessi.Il Giubileo infatti è la continuazione delle lotte storiche mondiali per la giustizia economica, sociale, tra i sessi. In queste lotte siamo sostenuti dal Dio dei poveri e non dubitiamo che questo Dio che ha affrontato l'agonia della croce e non ha preso la via facile per evitarla, sarà con noi fino alla fine".Purtroppo il Giubileo che stiamo celebrando è un "Giubileo sporcato" come ha avuto il coraggio di dire il cardinale Tettamanzi di Genova. Il nostro è un Giubileo funzionale al sistema economico imperante, all'impero del denaro. Vorrei invitare anche la chiesa italiana a ripensare radicalmente la sua campagna sul debito. La Chiesa, in questo Giubileo, è chiamata ad essere voce critica, profetica: decisa a rimettere in discussione un sistema che crea sempre più poveri, sempre più morti.Da questa Korogocho dove tocco con mano la sofferenza nella carne del Cristo vivente, una sofferenza immane, chiedo a tutti voi di darvi da fare per cambiare il Sistema. C'e' bisogno di giustizia,non di carità. "La giustizia prevarrà - grida Molefe - Il grido dei poveri sarà ascoltato. Il loro Giubileo arriverà".