Viaggio nell'Extremadura
Il nome di Estremadura
storicamente viene fatto coincidere con una regione molto estesa che, attualmente,
sconfinerebbe tra Spagna e Portogallo. In effetti oggi si parla di due distinte
regioni che portano lo stesso nome, la prima è quella portoghese, che
nei suoi confini comprende la stessa Lisbona, e poi quella spagnola. L'Estremadura
spagnola, quella di cui ci occuperemo, è una comunità autonoma
con poco più di un milione di abitanti. Malgrado la notevole estensione
della regione, le proibitive condizioni climatiche di questa zona meridionale
della Spagna hanno fatto sì che si sviluppassero solo piccoli centri
commerciali, piuttosto che grandi metropoli moderne. Le stesse città
di Badajoz e Càceres, capoluoghi delle due province della regione, sono
interessanti dal punto di vista storico e culturale molto più che per
la loro attuale rilevanza economica. Come già accennato, il clima dell'Estremadura,
come lo stesso nome aspro sembrerebbe suggerire, ha un regime molto duro che
non permette un florido sviluppo delle risorse agricole regionali. Forse proprio
a causa della scarsità di corsi d'acqua che la regione è stata
chiamata, in epoca romana, estrema-duera, in quanto terra di confine bagnata
dal fiume Duero. Nonostante l'arretratezza economica l'Estremadura è
una delle regioni sicuramente più interessanti dal punto di vista turistico.
Certo nell'immaginario turistico del popolo dei vacanzieri estivi Spagna è
sinonimo di mare e divertimento sfrenato, ma uno degli aspetti più caratteristici
della Spagna è proprio quello che si riesce a conoscere visitando l'Estremadura.
I numerosi piccoli centri abitati dell'Estremadura nascondono ricchezze archeologiche
e storiche veramente notevoli. Questa regione meridionale è sempre stata
terra di conquista per le popolazioni dominatrici della storia del continente
europeo, e il segno del loro avvento è ancora oggi ben percepibile. L'Estremadura
faceva parte della provincia romana della Lusitania, dopo secoli di civilizzazione
latina furono i Visigoti a lasciare il marchio indelebile del loro passaggio.
Cosa dire poi della secolare invasione araba di tutta la parte meridionale della
Spagna? Dal 1229 in avanti, cioè dalla data della liberazione dal dominio
arabo, la storia dell'Estremadura confluisce in quella della regione del Leòn.
La vacanza ideale da trascorrere nell'Estremadura consiste in un classico itinerario
"on the road". Percorrere le assolate strade semideserte dell'Estremadura
è un'esperienza che, di per sé, già basterebbe per farci
conoscere un altro aspetto della Spagna, quello più rustico legato al
paesaggio. Se poi si scelgono come mete del nostro itinerario le favolose cittadine
di Almendralejo, Trujillo, Placencia e più popolosi centri abitati di
Merida, Badajoz e Càceres non potremo non rimanere ammaliati dal fascino
rustico e aspro di questa regione spagnola tutta da scoprire. Gli abitanti delle
gradevolissime cittadine sono una delle sorprese più piacevoli che ci
riserva la visita a questa regione. Qui tutti sono molto ospitali e danno molta
importanza alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale racchiuso
nelle loro cittadine. Uno degli errori da non commettere quando si parla come
gli abitanti dell'Estremadura spagnola è quella di dirgli che, storicamente,
sono molto più legati al Portogallo che alla Spagna e che le città
più importanti dell'Estremadura, Lisbona ne è un esempio, si trovano
nella parte portoghese della regione. La gente dell'Estremadura è, infatti,
giustamente orgogliosa delle proprie origini, considera molto importante l'autonomia
delle loro comunità urbane ma, nello stesso tempo, si sente a pieno diritto
parte del popolo spagnolo. Armati di spirito davventura e di voglia di
scoprire i tesori poco conosciuti della vecchia europa, che qui come in pochi
altri luoghi ha mantenuto integro il suo fascino, iniziamo un viaggio che attraversa
tutta lEstremadura.
Trujillo
Trujillo è
uno degli innumerevoli piccoli paesi che costituiscono la vera ricchezza turistica
della regione dell'Estremadura spagnola. Anche se si tratta solo di un piccolo
paese di provincia, non bisogna lasciarsi trarre in inganno e ritenere Trujillo
come una meta opzionale del nostro itinerario attraverso le aspre terre del
sud della Spagna. Le testimonianze di civilizzazione della zona urbana di Trujillo
risalgono a tempi antichissimi, addirittura all'età della pietra. Grazie
alla collocazione su un'alta collina granitica, costruire in quel punto una
cittadina era una soluzione che permetteva di avvistare il nemico con largo
anticipo. La collina sulla quale si trova prende il nome di "cabeza de
Zorro" ovvero "testa di volpe", a causa della caratteristica
forma. La discesa di popoli pre-romani in questo territorio, è testimoniata
da numerose vestigia. Qui passarono popolazioni celtiberiche, greche, fenice
e gli onnipresenti romani. Nella contrada di Trujillo sono stati rinvenuti numerosi
resti di necropoli romane, lapidi funerarie, e i resti epigrafici sono diffusissimi
ovunque. Tra le varie teorie sul nome della città c'è chi avanza
l'ipotesi che possa derivare dal latino (Cas)trum Julium. Del periodo visigoto
rimangono i resti delle colonne di un'antica basilica, dei battesimali e alcune
pietre isolate decorate secondo lo stile visigoto e riutilizzate in altre costruzioni
nei secoli seguenti. Gli arabi invadono Trujillo nella 714 e vi rimangono per
oltre cinque secoli. Sotto la dominazione musulmana Trujillo prende il nome
di Torgelo e ridiventa una cittadina fortificata di grande importanza, perno
della maglia difensiva che congiungeva i fiumi Tajo e Guadiana, roccaforte di
importanza paragonabile a quelle di Càceres e Montachez. La liberazione
dalla dominazione araba avviene nel 1165, e, cristianizzata nuovamente, la città
diventa la sede dell'Ordine Militare dei Cavalieri di Trujillo. Dopo questa
data furono numerose le vicende belliche che riportarono Trujillo alternativamente
sotto l'influenza araba o cristiana; le leggende narrano di battaglie durante
le quali la Vergine apparve tra le due torri dando nuova forza all'esercito
cristiano. Nella 1430 Juan II di Castiglia concede lo status di città,
titolo conferito solo ai centri urbani più antichi della Spagna. Trujillo
da sempre è legata alla figura del re, e grazie a questo legame ottenne
in passato numerosissimi privilegi economici. Trujillo era il luogo in cui si
riposavano i re spagnoli che viaggiavano da Madrid a Lisbona. In tempi più
recenti si è provveduto a modernizzare l'impianto urbano di questa cittadina
che, per quanto vanti nobilissime origini, fatica a tenere il passo di una città
dei nostri giorni. Gli abitanti di Trujillo, come del resto tutti gli abitanti
dell'Estremadura, sono molto orgogliosi e, chiedendo loro cosa significhi il
nome della loro cittadina, rispondono prontamente rifacendosi a radici celtiche
e a latinizzazioni come se stessero parlando della cosa più comune del
mondo. Per farla breve la tesi più accreditata è quella che dalla
radice celtica Turuca si sia passato al latino Turgalium, all'arabo Torgelo
e poi via via a Turgiello, Truxiello e Truxillo fino ad arrivare all'attuale,
certamente più spagnoleggiante, Trujillo.
Per organizzare con una certa logica l'enormità di palazzi e chiese e
monumenti da visitare a Trujillo si può tentare di dividere la zona occupata
dalla città in tre diversi settori. Di solito, soprattutto se si giunge
qui macchina, la prima parte della città che si visita è quella
della Plaza, ovvero la piazza principale che costituisce il cuore pulsante della
città nuova. Questo è luogo più attivo nell'intera zona,
ed è qui che si concentrano il maggior numero di palazzi storici. A brevissima
distanza l'uno dall'altro si trovano il Palazzo del Marchesato di Piedras Albas,
il Palazzo dei Duchi di San Carlo, la Chiesa di San Martino, la Casa della Cadena
e la Torre dell'Alfiler, la Casa del Peso Real, il Palazzo del Marchese della
Conquista, il Plazzo di Santa Marta, il Palazzo di Juan Pizarro Orellana e altri
monumenti collocati nella piazza. Il secondo settore nel quale si concentrano
numerosi monumenti è quello della Villa, situata nella parte più
alta della città che è compresa nelle antiche mura fortificate.
Qui si distaccano per importanza la Porta di Santiago, la Chiesa di Santiago,
la Casa-museo di Pizarro, il Palazzo dei marchesi di Lorenzana, il Castello,
il Convento di San Francesco, la Chiesa di santa Maria Maggiore il Palazzo dei
Chavez-Mendoza e numerose altre testimonianze architettoniche risalenti al periodo
della fortificazione araba della città. Le restanti costruzioni antiche
da visitare, tra cui il Convento di San Michele, il Convento di Santa Clara,
il Convento di San Pietro, il Palazzo Municipale, la Chiesa di San Francesco,
si trovano nella terza zona di Trujillo, quella al di fuori delle mura, che
occupa il grosso del territorio di questa sorprendente cittadina.
Plasencia
Plasencia è
una cittadina situata a nord dell'Estremadura, arroccata su un'altura di granito,
a circa 350 metri sul livello del mare e attraversata per una lunga parte della
propria estensione dal fiume Jerte. Nonostante si tratti di una cittadina di
soli 45.000 abitanti, è un importante crocevia, in quanto si trova al
centro di un raccordo di vie di comunicazione che unisce le strade statali che
la congiungono direttamente con Siviglia, Salamanca, Trujillo il Portogallo
e le strade interregionali per Madrid. Plasencia è la città commerciale
più importante di tutto il nord dell'Estremadura, e ha un'economia relativamente
sviluppata. Dal punto di vista geografico-ambientale Plasencia può veramente
vantarsi di essere circondata da contrade di una bellezza non comune. Plasencia
si trova vicinissimo al parco naturale di Monfragüe che, con i suoi otto
secoli di storia, e il patrimonio monumentale di cui è dotato, è
uno dei più interessanti luoghi turistici dell'Estremadura.
La fondazione della città va fatta risalire al re Alfonso VIII che nella
1186 la battezzò col motto "Ut placeat deo et hominubus", ovvero
" che sia gradita a Dio e agli uomini". Sin dalla sua fondazione,
lo scopo principale di Plasencia era quello di servire da fortezza per la difesa
contro eventuali attacchi nemici. Oggi Placencia è una delle città
dell'Estremadura più frequentate dai turisti che qui ricercano, confortati
dalla proverbiale ospitalità dei suoi abitanti, un'armonica sintesi tra
il patrimonio storico e culturale della regione e la bellezza degli scenari
naturali. Placencia è rinomata in tutta Spagna per il clima mite, la
salubrità dell'aria, la genuinità e la varietà dei prodotti
agricoli, la limpidezza delle acque. Il mercato che si tiene da secoli ogni
martedì nella Piazza Maggiore, le bellezze monumentali, il pittoresco
fiume Jerte e la cattedrale sono solo alcuni dei motivi che spingono a considerare
Placencia una tappa obbligata del nostro itinerario turistico nell'Estremadura
spagnola. In effetti l'ideale sarebbe passare qualche giorno a Plasencia e visitare
le stupende valli, come quella del Jerte o dell'Ambroz e le Hurdes, che la circondano.
La città si sviluppò principalmente nel XIII secolo, e, come già
accennato, ha un marcato carattere medievale, guerriero, fortificato e religioso:
insomma una vera e propria e città medievale di frontiera. Percorrendo
le piccole vie e perdendosi nei meandri dei vicoli poco battuti dai passanti,
sembrerebbe che il tempo a Plasencia si fosse fermato secoli fa. È facilissimo
rimanere stupiti ammirando l'integrità delle costruzioni medievali di
cui è ricca Plasencia, e a volte, sbucando fuori da una piccola strada,
ci si ritrova in piazze semi deserte nelle quali ci si aspetterebbe di vedere
gente passeggiare in abiti medievali.
Il monumento simbolo dell'intera città è, e non poteva essere
altrimenti, la Cattedrale Vecchia, costruita in stile romanico tra il XIII e
il XIV secolo. La parte più importante della cattedrale è la cappella
di San Paolo, anticamente sala capitolare, coperta con una cupola bizantina
a forma piramidale rivestita esternamente di scaglie. Appartengono al XIII secolo
le immagini raffiguranti la Vergine policroma con il bambino in braccio. Di
stile gotico è la parte più recente della cattedrale, la torre
del secolo XIV. Oltre alla Cattedrale Vecchia cè quella Nuova,
unita alla precedente da un chiostro che raccorda la prima a quello gotico della
seconda. Nel chiostro sono conservate le reliquie del vescovo Carvajal. La Cattedrale
Nuova costituisce il luogo di culto più riccamente decorato dell'intera
Estremadura, eretta tra la fine del secolo XV e il XVI. I maggiori architetti
spagnoli di quel secolo parteciparono alla realizzazione della Cattedrale Nuova,
la cui caratteristica principale è costituita dalle enormi colonne interne
che, partendo dal suolo, si innalzano e si incrociano come fossero grandi palme
fino al soffitto della chiesa. La navata centrale culmina nellaltare classico
decorato con opere di grandi maestri del passato. Gli altari laterali sono in
stile barocco. Le panche in legno intagliate del coro della chiesa, sono un
capolavoro di questo tipo di arte. La Cattedrale Nuova, iniziata nel 1498, di
fatto non è mai stata finita. Sono molte le chiese e luoghi di culto
da visitare a Plasencia. La chiesa di San Martino, secolo XIII, è probabilmente
la parrocchia più antica della città. Attualmente è impiegata
come sede per esposizioni di arte. Quasi altrettanto antica è la chiesa
di San Pietro, prevalentemente in stile romanico. Di stile coloniale è
l'Ermitaggio della Salute. Altri ermitaggi di notevole valore artistico sono
quelli di San Lazzaro e della Nostra Signora del Porto, mentre sono davvero
innumerevoli le chiese che meriterebbero di essere nominate. I palazzi civili
più rappresentativi sono la Casa delle Due Torri, risalente al XIV secolo,
il Palazzo Municipale, XVI secolo, il Palazzo del Marchese di Mirabel, costruito
in varie fasi tra il XIV e il XVI secolo, il Palazzo Episcopale (XVIII secolo),
e, per finire, il palazzo del XVII secolo di Almaraz. Malgrado si tratti di
una piccola città, si rimane sempre stupiti dalla quantità di
palazzi e di resti archeologici che abbelliscono Plasencia.
Caceres
Se si tentasse
o si pensasse di poter riuscire a descrivere la bellezza e l'atmosfera della
città di Cacéres servendosi soltanto di parole o fotografie si
rischierebbe di dipingere un quadro obbligatoriamente incompleto di questo stupendo
centro dell'Estremadura. Certo non sarebbe sufficiente sapere che la città
è stata proclamata Patrimonio dell'Umanità, né tanto meno
servirebbe elencare gli infiniti tesori archeologici e architettonici di cui
si compone il tessuto culturale di Cacéres per condividerne la smisurata
bellezza. Per quanto, comunque, sia possibile, proviamo a farci unidea
approssimativa di quello che si può vedere visitando di persona questa
città.
Cacéres è la capitale della provincia dell'Estremadura che porta
il suo stesso nome. È situata su una collina della catena montuosa della
Mosca, e la sua economia si basa prevalentemente sull'agricoltura e sui servizi.
La vera ricchezza di Cacéres è, però, costituita dall'eredità
storica che qui, come probabilmente in pochissimi altri luoghi al mondo, è
in uno stato di conservazione a dir poco perfetta. Per non cadere nell'equivoco
di considerare questa città come una normale nella quale si scorgono
ogni tanto monumentali resti dei secoli passati, va subito detto che, nella
realtà, tutta Cacéres va considerata un unico grande resto storico.
Entrare a Cacéres equivale a compiere un viaggio nel tempo in una città
medievale perfettamente conservata.
L'origine della cittadina risale al periodo Paleolitico superiore, come testimoniano
alcune pitture risalenti a 20.000 anni fa. Il nome della città deriva
dalle continue deformazioni e arabizzazioni dell'appellativo Castra Caecilia,
che le conferirono i dominatori romani. Successivamente alla dominazione romana
Cacéres ha attraversato un periodo di decadenza come dimostra l'assenza
di resti di dominazioni visigote, tipici di tutte le città più
importanti dell'Estremadura. Nel 1229 Cacéres fu definitivamente liberata
dal dominio arabo, e da quel momento la città fu popolata da membri della
classe aristocratica del regno di Castiglia, Leòn, Aturie e Galizia.
E' a questo periodo che vanno fatti risalire i prestigiosi e numerosissimi palazzi
medievali che ancora oggi si possono ammirare nel loro integro stato originario.
Nei secoli XIV e XV, Cacéres, destinata in seguito a un rapido declino,
raggiunse il massimo splendore.
Dal punto di vista storico-archeologico-architettonico la ricchezza di questa
città è semplicemente incommensurabile. Le vestigia più
importanti e più antiche sono, senza dubbio, le pitture rupestri e della
cava di Maltreviso, nel pieno centro urbano. Purtroppo, in seguito a spiacevoli
incidenti, non è di fatto più possibile visitare l'interno della
cava. Del periodo romano Cacéres conserva l'Arco di Cristo, l'unica porta
romana rimasta in piedi dei tempi della colonizzazione. Sono numerosi i resti
delle mura del III secolo e alcune statue conservate oggi nella Museo Archeologico
Provinciale. Il sostrato arabo medievale è visibile nelle mura di cinta
che gli Almohaidi costruirono sui resti di quelle romane, aggiungendo numerose
torri e una fortezza. I monumenti religiosi più importanti sono: la chiesa
gotica di San Juan, quella di Santa Maria (nella 1957 nominata concattedrale),
la romanica Santiago e il Monastero di San Francesco. Parallelamente all'architettura
religiosa nel corso dei secoli, in particolare nel periodo tra il XIV e il XVI,
sono stati eretti numerosi palazzi civili: il Palazzo Episcopale, il Palazzo
di Toledo-Montezuma, Los Perero, il Peredes-Saavedra, Las Veletas (oggi museo
di Arte Contemporanea), i Golfines de Arriba e molti altri ancora. L'atmosfera
semplicemente indescrivibile nella quale ci si immerge una volta superate le
mura di cinta di Cacéres, ha colpito talmente tutte le autorità
turistiche mondiali che hanno avuto modo di visitare la città che, nel
corso degli anni, questa città ha ricevuto una serie di attestati e riconoscimenti
a dir poco impressionante. Per conoscere e lasciarsi pervadere dalla surreale
atmosfera di Cacères, non si può far altro che andarla a visitare
di persona.
Badajoz
Badajoz è
città più grande e popolosa di tutta l'Estremadura, ed è
collocata in prossimità del confine col Portogallo. La città sorge
sulle rive del fiume Guadiana, corso d'acqua che scorre a sud est dell'altopiano
castigliano. Badajoz è la capitale di una delle due province nella quale
viene divisa la comunità autonoma dell'Estremadura, e la sua fondazione
va fatta risalire ai tempi preistorici, ben prima dell'avvento nella regione
delle genti romane e visigote. Badajoz è diventata, col tempo, la città
di importante della regione proprio grazie alla sua collocazione geografica
strategica: si trova nel pieno centro di un avvallamento che si apre fra i monti
del Montachez e il corso del fiume Guaiana, praticamente l'unico passo percorribile
per raggiungere la zona. Oltre a ciò bisogna considerare che Badajoz
domina dalla sua posizione il percorso più breve che congiunge l'altopiano
iberico all'Atlantico, e non bisogna ugualmente trascurare il fatto che si trovi
a metà strada tra Lisbona, Madrid e Siviglia. Dunque da sempre Badajoz
è stato il crocevia di alcune delle rotte economiche più battute
nei secoli passati. La conseguenza immediatamente visibile del glorioso passato
della città sono i numerosi resti archeologici e architettonici che rendono
Badajoz una città di sicuro fascino per il turista più attento.
Qui dinastie arabe fecero prosperare una corte di poeti e filosofi. La dominazione
araba ha lasciato numerosi resti della propria presenza nella regione: la parte
vecchia delle mura della città, le lapidi e gli oggetti i contenuti nel
museo, gli edifici della cittadella con la porta ad arco, e quella che viene
chiamata la torre di Espantaperros, non sono che la minima parte dell'eredità
eredità araba in di Badajoz. In seguito alla riconquista cristiana sorsero
qui numerosi conventi e la città vide nascere edifici di funzione religiosa
che, col tempo, resero Badajoz un centro ecclesiastico tra i più importanti
della regione. Le piazze Alta, di San José costituiscono i centri nevralgici
della città, anche se, a dire il vero, la forza folcloristica di Badajoz
risiede nelle numerosissime e incantevoli piccole piazze secondarie. Parlando
con la gente del posto il consiglio che viene dato più spesso, quando
si chiede loro cosa visitare per conoscere lo spirito della città, è
quello di vagare a caso per le piccole stradine e per le caratteristiche piazzette.
Se poi si vuole visitare il monumento simbolo della città non si può
non recarsi a vedere la cattedrale, al cui interno sono custoditi ricchi tesori
di antichissime origini. Per completare il quadro culturale di Badajoz ci si
deve recare a visitare il museo Archeologico Provinciale che ha sede in una
bellissimo antico palazzo nobiliare, e quello Provinciale di Belle Arti, attualmente
uno dei più importanti della sua categoria di tutta la Spagna. Badajoz
è un centro che, pur non dimenticando le proprie gloriose origini, si
proietta totalmente nel futuro. Ben lungi dal farsi inglobare e risucchiare
nelle sfere di influenza di Lisbona o Siviglia, Badajoz si dimostra particolarmente
attiva anche nel campo degli eventi culturali e commerciali. Qui infatti si
tengono il Festival Iberico della Musica, quello Internazionale della Folclore,
la Settimana del Teatro, la Fiera di Informatica, la Fiera Ispano-Portoghese
e moltissime altre manifestazioni di caratura internazionale. La vivacità
culturale è testimoniata anche dai numerosi musei, archivi e bibblioteche,
oltre che dalla presenza di un'università. Anche solo menzionare i moltissimi
monumenti storici e religiosi di Badajoz sarebbe un'impresa ardua: tra monasteri,
torri, porte, giardini, chiese, palazzi arabi ed ermitaggi si rischierebbe per
perdere presto il conto!
Almendralejo
Almendralejo è
la capitale dellestesa e fiorente contrada della "Tierra de Barros".
Dato che quello che stiamo idealmente percorrendo è un itinerario "on
the road" non va trascurata la collocazione geografica di questa cittadina.
Almendralejo è un nodo di comunicazione che si trova sulla via dell'argento
e che congiunge la parte interiore dell'Estremadura con la confinante regione
della Andalusia. Oltre essere un centro di raccordo tra quelle che sono normalmente
le vie commerciali più percorse della regione, Almendralejo è
baciata dalla fortuna anche per quanto riguarda la produzione agricola. Avvicinandosi
ad Almendralejo si rimane stupiti dall'interminabile susseguirsi di vigne e
oliveti. I poeti hanno paragonato Almendralejo ad un'isola che emerge da un
mare di alberi. Quando ancora ci si trova immersi negli oliveti il primo segno
della presenza della cittadina di Almendralejo è la torre della chiesa
di Nostra Signora della Purificazione che si scorge tra fonde verdi. Almendralejo
ha da sempre colpito l'immaginario dei visitatori che, nel tempo, l'hanno definita
città del romanticismo, città della cordialità, o città
del vino.
La fondazione di Almendralejo va fatta risalire a al periodo in cui l'Ordine
di Santiago, in seguito alla riconquista spagnola, decise di popolare un territorio
semi desertico, altrimenti troppo facile preda delle popolazioni arabe. Data
la collocazione geografica di questa cittadina, fondata probabilmente nel 1327,
che si trovava al centro di un vastissimo campo di mandorli (che in spagnolo
si dice Almendros) e le piccole dimensioni del centro urbano originario, la
città si chiamò col diminutivo del nome delle piante nella quale
si trova immersa. In effetti soltanto dal 1851 Almendralejo è diventata
una vera città, essendo prima considerata solo un piccolo centro agricolo
sotto la giurisdizione di altre città. La crescita urbana è stata
molto lenta, e l'aspetto che ha oggi Almendralejo è quello di una città
con grandi strade abbellite da stupendi giardinetti che culminano nel meraviglioso
Parco della Pietà. I parchi di Almendralejo sono caratterizzati dalla
presenza di deliziosi gruppi scultorei come quelli dedicati alla Pace o quello
eretto in onore della figura tipica dei lavoratori locali, il Vendemmiatore.
Orgogliosi come tutti gli altri abitanti dell'Estremadura, anche quelli di Almendralejo
celebrano le loro figure più rappresentative in maniera fragorosa. in
questa ottica va interpretata la presenza della statua del grande poeta del
Novecento José Espronceda, gloria cittadina. Anche la grande religiosità
e il patriottismo di Almendralejo è testimoniata da una scultura, quella
rappresentante Cristo in Croce, dedicata a tutti quelli che perso la vita durante
le guerre spagnole. Dal punto di vista architettonico il monumento più
interessante è la chiesa della Purificazione, caratterizzata dalla maestosa
e antica torre, esempio di sincretismo di stili barocco e gotico rinascimentale.
La chiesa, riccamente ornata epigraficamente, possiede un poderoso altare del
XVII secolo ricostruito fedelmente dopo l'incendio del 1936 che lo distrusse
completamente. Oltre questa chiesa ne vanno menzionate almeno altre due: quella
di San Rocco e quella modernista di San José. In aggiunta alle chiese
parrocchiali si annoverano altri luoghi di culto come il convento francescano
di San Antonio, costruito nel 1652, composto da una enorme complesso edile che
la giunta dellEstremadura ha dichiarato bene storico e artistico nazionale.
Il convento di San Antonio è nato in origine come distaccamento del più
antico convento di Nostra Signora del Amparo, fondato nel XVI secolo, che, malgrado
sia esteriormente modesto, internamente è complesso e ricco di sorprese.
Altri palazzi di interesse storico e architettonico sono quelli in cui in passato
hanno dimorato i nobili possidenti terrieri locali. Nell'ultimo secolo -probabilmente
il periodo più florido dell'economia di Almendralejo- sono stati realizzati
numerosi edifici importanti come quello della Società "El Obrero
Extremeño", o il circolo mercantile ed agricolo o ancora il teatro
Carolina Coronado.
Merìda
Sulla costa sinistra
del piccolo fiume Guadiana sorge la cittadina monumentale di Mérida,
arroccata su una collina che sovrasta una grande pianura. Mérida è
sicuramente una delle capitali di origini romane più importanti della
penisola iberica, la sua fama inizia dirittura nel 25 a.C. con il ruolo di roccaforte
latina, per la conquista della penisola da parte dell'esercito romano. Ben presto
divenne capitale della provincia Lusitana, una delle tre macro zone in cui i
romani divisero la penisola iberica. In seguito al declinare dell'impero romano,
con sorgere del cristianesimo, fecero la loro comparsa i conquistatori barbari
di etnia alana e sveva. Dopo periodo il visigoto Mérida fu conquistata
nel 713 dai Mori, ma, nonostante ciò, mantenne una forte autonomia e
rimase capitale della provincia. Alfonso IX trasferì la sede episcopale
da qui a Santiago de Compostela. Nel corso dei secoli Mérida fu spesso
volte conquistata dai portoghesi. Nessuna altra città spagnola ha conservato
così tanti resti romani come Mérida, e il suo teatro è
considerato il più bello dei 13 presenti in Spagna. Il teatro romano
venne eretto nel 24 a.C. e presenta gradinate semicircolari, che potevano ospitare
fino a 5.500 persone. La facciata del proscenio è semplicemente spettacolare,
e le 32 colonne di marmo e le numerose statue interposte tra le colonne sono
delle fedelissime riproduzioni degli originali conservati nel museo. Unitamente
al teatro si può visitare ladiacente anfiteatro, luogo di celebrazione
degli spettacoli circensi e delle lotte dei gladiatori. Qui potevano entrare
addirittura 14.000 spettatori. Oltre a questo maestoso reperto a Mérida
si trovano varie case romane, i templi pagani di Diana e di Marte (quest'ultimo
fa parte oggi della cappella di Santa Eulalia) e i viadotti che sfociano nei
bacini artificiali del meraviglioso parco naturale delle vicinanze di Mérida.
Al periodo musulmano risalgono le costruzioni edificate in nell'835 per difendere
il ponte sul fiume Guadiana. Una tappa obbligata del passaggio a Mérida
è la visita al Museo Nazionale di Arte Romana, inaugurato nel 1986, luogo
dove sono esposti tutti i più importanti resti archeologici risalenti
all'epoca romana rinvenuti nella regione. Ledificio che ospita il museo,
data la sua monumentalità, è da considerare un'opera d'arte in
sé, capace di dialogare direttamente con i prospicienti resti del teatro
e dell'anfiteatro. Mérida, pure essendo comunque una piccola città,
è probabilmente il centro urbano più importante di tutta l'Estremadura.
Dal XVI secolo in avanti, per vari motivi, ha attraversato un periodo di lungo
e doloroso declino, trascorso pacificamente e, apparentemente, con rassegnazione.
In seguito alla guerra civile e all'avvento della democrazia Mérida ha
saputo risollevarsi e, attualmente, è capitale della comunità
autonoma dell'Estremadura. Qui risiedono le sedi industriali e agrarie del tabacco
e del cotone che trainano l'economia dell'intera regione. Non bisogna tuttavia
pensare che la presenza di queste industrie renda la capitale una metropoli
industriale come la intendiamo noi: Mérida va in tutti i sensi considerata
una cittadina "a misura d'uomo".
I luoghi più interessanti da visitare a Medina sono, alcuni già
citati: i bacini artificiali che il parco naturale di Cornalvo, il Museo Nazionale
di Arte Romana, il teatro romano, l'anfiteatro e il Circo Massimo, i tempi di
Diana, l'arco di Traiano e il tempio di Marte, gli acquedotti romani, il ponte
sul fiume Albarregas e il maestoso ponte romano in legno (60 archi) sul Guadiana,
il chiostro della Casa Conventuale dell'Ordine di Santiago, i sepolcri dei maestri
di Santiago, il convento di San Francesco e, per finire, la piazza Mayor. Considerata
l'enorme ricchezza artistica e culturale della cittadina sicuramente sarà
rimasto fuori da questo elenco qualche altro luogo altrettanto interessante!