Viaggio nell'Extremadura

Il nome di Estremadura storicamente viene fatto coincidere con una regione molto estesa che, attualmente, sconfinerebbe tra Spagna e Portogallo. In effetti oggi si parla di due distinte regioni che portano lo stesso nome, la prima è quella portoghese, che nei suoi confini comprende la stessa Lisbona, e poi quella spagnola. L'Estremadura spagnola, quella di cui ci occuperemo, è una comunità autonoma con poco più di un milione di abitanti. Malgrado la notevole estensione della regione, le proibitive condizioni climatiche di questa zona meridionale della Spagna hanno fatto sì che si sviluppassero solo piccoli centri commerciali, piuttosto che grandi metropoli moderne. Le stesse città di Badajoz e Càceres, capoluoghi delle due province della regione, sono interessanti dal punto di vista storico e culturale molto più che per la loro attuale rilevanza economica. Come già accennato, il clima dell'Estremadura, come lo stesso nome aspro sembrerebbe suggerire, ha un regime molto duro che non permette un florido sviluppo delle risorse agricole regionali. Forse proprio a causa della scarsità di corsi d'acqua che la regione è stata chiamata, in epoca romana, estrema-duera, in quanto terra di confine bagnata dal fiume Duero. Nonostante l'arretratezza economica l'Estremadura è una delle regioni sicuramente più interessanti dal punto di vista turistico. Certo nell'immaginario turistico del popolo dei vacanzieri estivi Spagna è sinonimo di mare e divertimento sfrenato, ma uno degli aspetti più caratteristici della Spagna è proprio quello che si riesce a conoscere visitando l'Estremadura. I numerosi piccoli centri abitati dell'Estremadura nascondono ricchezze archeologiche e storiche veramente notevoli. Questa regione meridionale è sempre stata terra di conquista per le popolazioni dominatrici della storia del continente europeo, e il segno del loro avvento è ancora oggi ben percepibile. L'Estremadura faceva parte della provincia romana della Lusitania, dopo secoli di civilizzazione latina furono i Visigoti a lasciare il marchio indelebile del loro passaggio. Cosa dire poi della secolare invasione araba di tutta la parte meridionale della Spagna? Dal 1229 in avanti, cioè dalla data della liberazione dal dominio arabo, la storia dell'Estremadura confluisce in quella della regione del Leòn.
La vacanza ideale da trascorrere nell'Estremadura consiste in un classico itinerario "on the road". Percorrere le assolate strade semideserte dell'Estremadura è un'esperienza che, di per sé, già basterebbe per farci conoscere un altro aspetto della Spagna, quello più rustico legato al paesaggio. Se poi si scelgono come mete del nostro itinerario le favolose cittadine di Almendralejo, Trujillo, Placencia e più popolosi centri abitati di Merida, Badajoz e Càceres non potremo non rimanere ammaliati dal fascino rustico e aspro di questa regione spagnola tutta da scoprire. Gli abitanti delle gradevolissime cittadine sono una delle sorprese più piacevoli che ci riserva la visita a questa regione. Qui tutti sono molto ospitali e danno molta importanza alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale racchiuso nelle loro cittadine. Uno degli errori da non commettere quando si parla come gli abitanti dell'Estremadura spagnola è quella di dirgli che, storicamente, sono molto più legati al Portogallo che alla Spagna e che le città più importanti dell'Estremadura, Lisbona ne è un esempio, si trovano nella parte portoghese della regione. La gente dell'Estremadura è, infatti, giustamente orgogliosa delle proprie origini, considera molto importante l'autonomia delle loro comunità urbane ma, nello stesso tempo, si sente a pieno diritto parte del popolo spagnolo. Armati di spirito d’avventura e di voglia di scoprire i tesori poco conosciuti della vecchia europa, che qui come in pochi altri luoghi ha mantenuto integro il suo fascino, iniziamo un viaggio che attraversa tutta l’Estremadura.

 

Trujillo

Trujillo è uno degli innumerevoli piccoli paesi che costituiscono la vera ricchezza turistica della regione dell'Estremadura spagnola. Anche se si tratta solo di un piccolo paese di provincia, non bisogna lasciarsi trarre in inganno e ritenere Trujillo come una meta opzionale del nostro itinerario attraverso le aspre terre del sud della Spagna. Le testimonianze di civilizzazione della zona urbana di Trujillo risalgono a tempi antichissimi, addirittura all'età della pietra. Grazie alla collocazione su un'alta collina granitica, costruire in quel punto una cittadina era una soluzione che permetteva di avvistare il nemico con largo anticipo. La collina sulla quale si trova prende il nome di "cabeza de Zorro" ovvero "testa di volpe", a causa della caratteristica forma. La discesa di popoli pre-romani in questo territorio, è testimoniata da numerose vestigia. Qui passarono popolazioni celtiberiche, greche, fenice e gli onnipresenti romani. Nella contrada di Trujillo sono stati rinvenuti numerosi resti di necropoli romane, lapidi funerarie, e i resti epigrafici sono diffusissimi ovunque. Tra le varie teorie sul nome della città c'è chi avanza l'ipotesi che possa derivare dal latino (Cas)trum Julium. Del periodo visigoto rimangono i resti delle colonne di un'antica basilica, dei battesimali e alcune pietre isolate decorate secondo lo stile visigoto e riutilizzate in altre costruzioni nei secoli seguenti. Gli arabi invadono Trujillo nella 714 e vi rimangono per oltre cinque secoli. Sotto la dominazione musulmana Trujillo prende il nome di Torgelo e ridiventa una cittadina fortificata di grande importanza, perno della maglia difensiva che congiungeva i fiumi Tajo e Guadiana, roccaforte di importanza paragonabile a quelle di Càceres e Montachez. La liberazione dalla dominazione araba avviene nel 1165, e, cristianizzata nuovamente, la città diventa la sede dell'Ordine Militare dei Cavalieri di Trujillo. Dopo questa data furono numerose le vicende belliche che riportarono Trujillo alternativamente sotto l'influenza araba o cristiana; le leggende narrano di battaglie durante le quali la Vergine apparve tra le due torri dando nuova forza all'esercito cristiano. Nella 1430 Juan II di Castiglia concede lo status di città, titolo conferito solo ai centri urbani più antichi della Spagna. Trujillo da sempre è legata alla figura del re, e grazie a questo legame ottenne in passato numerosissimi privilegi economici. Trujillo era il luogo in cui si riposavano i re spagnoli che viaggiavano da Madrid a Lisbona. In tempi più recenti si è provveduto a modernizzare l'impianto urbano di questa cittadina che, per quanto vanti nobilissime origini, fatica a tenere il passo di una città dei nostri giorni. Gli abitanti di Trujillo, come del resto tutti gli abitanti dell'Estremadura, sono molto orgogliosi e, chiedendo loro cosa significhi il nome della loro cittadina, rispondono prontamente rifacendosi a radici celtiche e a latinizzazioni come se stessero parlando della cosa più comune del mondo. Per farla breve la tesi più accreditata è quella che dalla radice celtica Turuca si sia passato al latino Turgalium, all'arabo Torgelo e poi via via a Turgiello, Truxiello e Truxillo fino ad arrivare all'attuale, certamente più spagnoleggiante, Trujillo.
Per organizzare con una certa logica l'enormità di palazzi e chiese e monumenti da visitare a Trujillo si può tentare di dividere la zona occupata dalla città in tre diversi settori. Di solito, soprattutto se si giunge qui macchina, la prima parte della città che si visita è quella della Plaza, ovvero la piazza principale che costituisce il cuore pulsante della città nuova. Questo è luogo più attivo nell'intera zona, ed è qui che si concentrano il maggior numero di palazzi storici. A brevissima distanza l'uno dall'altro si trovano il Palazzo del Marchesato di Piedras Albas, il Palazzo dei Duchi di San Carlo, la Chiesa di San Martino, la Casa della Cadena e la Torre dell'Alfiler, la Casa del Peso Real, il Palazzo del Marchese della Conquista, il Plazzo di Santa Marta, il Palazzo di Juan Pizarro Orellana e altri monumenti collocati nella piazza. Il secondo settore nel quale si concentrano numerosi monumenti è quello della Villa, situata nella parte più alta della città che è compresa nelle antiche mura fortificate. Qui si distaccano per importanza la Porta di Santiago, la Chiesa di Santiago, la Casa-museo di Pizarro, il Palazzo dei marchesi di Lorenzana, il Castello, il Convento di San Francesco, la Chiesa di santa Maria Maggiore il Palazzo dei Chavez-Mendoza e numerose altre testimonianze architettoniche risalenti al periodo della fortificazione araba della città. Le restanti costruzioni antiche da visitare, tra cui il Convento di San Michele, il Convento di Santa Clara, il Convento di San Pietro, il Palazzo Municipale, la Chiesa di San Francesco, si trovano nella terza zona di Trujillo, quella al di fuori delle mura, che occupa il grosso del territorio di questa sorprendente cittadina.

Plasencia

Plasencia è una cittadina situata a nord dell'Estremadura, arroccata su un'altura di granito, a circa 350 metri sul livello del mare e attraversata per una lunga parte della propria estensione dal fiume Jerte. Nonostante si tratti di una cittadina di soli 45.000 abitanti, è un importante crocevia, in quanto si trova al centro di un raccordo di vie di comunicazione che unisce le strade statali che la congiungono direttamente con Siviglia, Salamanca, Trujillo il Portogallo e le strade interregionali per Madrid. Plasencia è la città commerciale più importante di tutto il nord dell'Estremadura, e ha un'economia relativamente sviluppata. Dal punto di vista geografico-ambientale Plasencia può veramente vantarsi di essere circondata da contrade di una bellezza non comune. Plasencia si trova vicinissimo al parco naturale di Monfragüe che, con i suoi otto secoli di storia, e il patrimonio monumentale di cui è dotato, è uno dei più interessanti luoghi turistici dell'Estremadura.
La fondazione della città va fatta risalire al re Alfonso VIII che nella 1186 la battezzò col motto "Ut placeat deo et hominubus", ovvero " che sia gradita a Dio e agli uomini". Sin dalla sua fondazione, lo scopo principale di Plasencia era quello di servire da fortezza per la difesa contro eventuali attacchi nemici. Oggi Placencia è una delle città dell'Estremadura più frequentate dai turisti che qui ricercano, confortati dalla proverbiale ospitalità dei suoi abitanti, un'armonica sintesi tra il patrimonio storico e culturale della regione e la bellezza degli scenari naturali. Placencia è rinomata in tutta Spagna per il clima mite, la salubrità dell'aria, la genuinità e la varietà dei prodotti agricoli, la limpidezza delle acque. Il mercato che si tiene da secoli ogni martedì nella Piazza Maggiore, le bellezze monumentali, il pittoresco fiume Jerte e la cattedrale sono solo alcuni dei motivi che spingono a considerare Placencia una tappa obbligata del nostro itinerario turistico nell'Estremadura spagnola. In effetti l'ideale sarebbe passare qualche giorno a Plasencia e visitare le stupende valli, come quella del Jerte o dell'Ambroz e le Hurdes, che la circondano. La città si sviluppò principalmente nel XIII secolo, e, come già accennato, ha un marcato carattere medievale, guerriero, fortificato e religioso: insomma una vera e propria e città medievale di frontiera. Percorrendo le piccole vie e perdendosi nei meandri dei vicoli poco battuti dai passanti, sembrerebbe che il tempo a Plasencia si fosse fermato secoli fa. È facilissimo rimanere stupiti ammirando l'integrità delle costruzioni medievali di cui è ricca Plasencia, e a volte, sbucando fuori da una piccola strada, ci si ritrova in piazze semi deserte nelle quali ci si aspetterebbe di vedere gente passeggiare in abiti medievali.
Il monumento simbolo dell'intera città è, e non poteva essere altrimenti, la Cattedrale Vecchia, costruita in stile romanico tra il XIII e il XIV secolo. La parte più importante della cattedrale è la cappella di San Paolo, anticamente sala capitolare, coperta con una cupola bizantina a forma piramidale rivestita esternamente di scaglie. Appartengono al XIII secolo le immagini raffiguranti la Vergine policroma con il bambino in braccio. Di stile gotico è la parte più recente della cattedrale, la torre del secolo XIV. Oltre alla Cattedrale Vecchia c’è quella Nuova, unita alla precedente da un chiostro che raccorda la prima a quello gotico della seconda. Nel chiostro sono conservate le reliquie del vescovo Carvajal. La Cattedrale Nuova costituisce il luogo di culto più riccamente decorato dell'intera Estremadura, eretta tra la fine del secolo XV e il XVI. I maggiori architetti spagnoli di quel secolo parteciparono alla realizzazione della Cattedrale Nuova, la cui caratteristica principale è costituita dalle enormi colonne interne che, partendo dal suolo, si innalzano e si incrociano come fossero grandi palme fino al soffitto della chiesa. La navata centrale culmina nell’altare classico decorato con opere di grandi maestri del passato. Gli altari laterali sono in stile barocco. Le panche in legno intagliate del coro della chiesa, sono un capolavoro di questo tipo di arte. La Cattedrale Nuova, iniziata nel 1498, di fatto non è mai stata finita. Sono molte le chiese e luoghi di culto da visitare a Plasencia. La chiesa di San Martino, secolo XIII, è probabilmente la parrocchia più antica della città. Attualmente è impiegata come sede per esposizioni di arte. Quasi altrettanto antica è la chiesa di San Pietro, prevalentemente in stile romanico. Di stile coloniale è l'Ermitaggio della Salute. Altri ermitaggi di notevole valore artistico sono quelli di San Lazzaro e della Nostra Signora del Porto, mentre sono davvero innumerevoli le chiese che meriterebbero di essere nominate. I palazzi civili più rappresentativi sono la Casa delle Due Torri, risalente al XIV secolo, il Palazzo Municipale, XVI secolo, il Palazzo del Marchese di Mirabel, costruito in varie fasi tra il XIV e il XVI secolo, il Palazzo Episcopale (XVIII secolo), e, per finire, il palazzo del XVII secolo di Almaraz. Malgrado si tratti di una piccola città, si rimane sempre stupiti dalla quantità di palazzi e di resti archeologici che abbelliscono Plasencia.

Caceres

Se si tentasse o si pensasse di poter riuscire a descrivere la bellezza e l'atmosfera della città di Cacéres servendosi soltanto di parole o fotografie si rischierebbe di dipingere un quadro obbligatoriamente incompleto di questo stupendo centro dell'Estremadura. Certo non sarebbe sufficiente sapere che la città è stata proclamata Patrimonio dell'Umanità, né tanto meno servirebbe elencare gli infiniti tesori archeologici e architettonici di cui si compone il tessuto culturale di Cacéres per condividerne la smisurata bellezza. Per quanto, comunque, sia possibile, proviamo a farci un’idea approssimativa di quello che si può vedere visitando di persona questa città.
Cacéres è la capitale della provincia dell'Estremadura che porta il suo stesso nome. È situata su una collina della catena montuosa della Mosca, e la sua economia si basa prevalentemente sull'agricoltura e sui servizi. La vera ricchezza di Cacéres è, però, costituita dall'eredità storica che qui, come probabilmente in pochissimi altri luoghi al mondo, è in uno stato di conservazione a dir poco perfetta. Per non cadere nell'equivoco di considerare questa città come una normale nella quale si scorgono ogni tanto monumentali resti dei secoli passati, va subito detto che, nella realtà, tutta Cacéres va considerata un unico grande resto storico. Entrare a Cacéres equivale a compiere un viaggio nel tempo in una città medievale perfettamente conservata.
L'origine della cittadina risale al periodo Paleolitico superiore, come testimoniano alcune pitture risalenti a 20.000 anni fa. Il nome della città deriva dalle continue deformazioni e arabizzazioni dell'appellativo Castra Caecilia, che le conferirono i dominatori romani. Successivamente alla dominazione romana Cacéres ha attraversato un periodo di decadenza come dimostra l'assenza di resti di dominazioni visigote, tipici di tutte le città più importanti dell'Estremadura. Nel 1229 Cacéres fu definitivamente liberata dal dominio arabo, e da quel momento la città fu popolata da membri della classe aristocratica del regno di Castiglia, Leòn, Aturie e Galizia. E' a questo periodo che vanno fatti risalire i prestigiosi e numerosissimi palazzi medievali che ancora oggi si possono ammirare nel loro integro stato originario. Nei secoli XIV e XV, Cacéres, destinata in seguito a un rapido declino, raggiunse il massimo splendore.
Dal punto di vista storico-archeologico-architettonico la ricchezza di questa città è semplicemente incommensurabile. Le vestigia più importanti e più antiche sono, senza dubbio, le pitture rupestri e della cava di Maltreviso, nel pieno centro urbano. Purtroppo, in seguito a spiacevoli incidenti, non è di fatto più possibile visitare l'interno della cava. Del periodo romano Cacéres conserva l'Arco di Cristo, l'unica porta romana rimasta in piedi dei tempi della colonizzazione. Sono numerosi i resti delle mura del III secolo e alcune statue conservate oggi nella Museo Archeologico Provinciale. Il sostrato arabo medievale è visibile nelle mura di cinta che gli Almohaidi costruirono sui resti di quelle romane, aggiungendo numerose torri e una fortezza. I monumenti religiosi più importanti sono: la chiesa gotica di San Juan, quella di Santa Maria (nella 1957 nominata concattedrale), la romanica Santiago e il Monastero di San Francesco. Parallelamente all'architettura religiosa nel corso dei secoli, in particolare nel periodo tra il XIV e il XVI, sono stati eretti numerosi palazzi civili: il Palazzo Episcopale, il Palazzo di Toledo-Montezuma, Los Perero, il Peredes-Saavedra, Las Veletas (oggi museo di Arte Contemporanea), i Golfines de Arriba e molti altri ancora. L'atmosfera semplicemente indescrivibile nella quale ci si immerge una volta superate le mura di cinta di Cacéres, ha colpito talmente tutte le autorità turistiche mondiali che hanno avuto modo di visitare la città che, nel corso degli anni, questa città ha ricevuto una serie di attestati e riconoscimenti a dir poco impressionante. Per conoscere e lasciarsi pervadere dalla surreale atmosfera di Cacères, non si può far altro che andarla a visitare di persona.

 

Badajoz

Badajoz è città più grande e popolosa di tutta l'Estremadura, ed è collocata in prossimità del confine col Portogallo. La città sorge sulle rive del fiume Guadiana, corso d'acqua che scorre a sud est dell'altopiano castigliano. Badajoz è la capitale di una delle due province nella quale viene divisa la comunità autonoma dell'Estremadura, e la sua fondazione va fatta risalire ai tempi preistorici, ben prima dell'avvento nella regione delle genti romane e visigote. Badajoz è diventata, col tempo, la città di importante della regione proprio grazie alla sua collocazione geografica strategica: si trova nel pieno centro di un avvallamento che si apre fra i monti del Montachez e il corso del fiume Guaiana, praticamente l'unico passo percorribile per raggiungere la zona. Oltre a ciò bisogna considerare che Badajoz domina dalla sua posizione il percorso più breve che congiunge l'altopiano iberico all'Atlantico, e non bisogna ugualmente trascurare il fatto che si trovi a metà strada tra Lisbona, Madrid e Siviglia. Dunque da sempre Badajoz è stato il crocevia di alcune delle rotte economiche più battute nei secoli passati. La conseguenza immediatamente visibile del glorioso passato della città sono i numerosi resti archeologici e architettonici che rendono Badajoz una città di sicuro fascino per il turista più attento. Qui dinastie arabe fecero prosperare una corte di poeti e filosofi. La dominazione araba ha lasciato numerosi resti della propria presenza nella regione: la parte vecchia delle mura della città, le lapidi e gli oggetti i contenuti nel museo, gli edifici della cittadella con la porta ad arco, e quella che viene chiamata la torre di Espantaperros, non sono che la minima parte dell'eredità eredità araba in di Badajoz. In seguito alla riconquista cristiana sorsero qui numerosi conventi e la città vide nascere edifici di funzione religiosa che, col tempo, resero Badajoz un centro ecclesiastico tra i più importanti della regione. Le piazze Alta, di San José costituiscono i centri nevralgici della città, anche se, a dire il vero, la forza folcloristica di Badajoz risiede nelle numerosissime e incantevoli piccole piazze secondarie. Parlando con la gente del posto il consiglio che viene dato più spesso, quando si chiede loro cosa visitare per conoscere lo spirito della città, è quello di vagare a caso per le piccole stradine e per le caratteristiche piazzette. Se poi si vuole visitare il monumento simbolo della città non si può non recarsi a vedere la cattedrale, al cui interno sono custoditi ricchi tesori di antichissime origini. Per completare il quadro culturale di Badajoz ci si deve recare a visitare il museo Archeologico Provinciale che ha sede in una bellissimo antico palazzo nobiliare, e quello Provinciale di Belle Arti, attualmente uno dei più importanti della sua categoria di tutta la Spagna. Badajoz è un centro che, pur non dimenticando le proprie gloriose origini, si proietta totalmente nel futuro. Ben lungi dal farsi inglobare e risucchiare nelle sfere di influenza di Lisbona o Siviglia, Badajoz si dimostra particolarmente attiva anche nel campo degli eventi culturali e commerciali. Qui infatti si tengono il Festival Iberico della Musica, quello Internazionale della Folclore, la Settimana del Teatro, la Fiera di Informatica, la Fiera Ispano-Portoghese e moltissime altre manifestazioni di caratura internazionale. La vivacità culturale è testimoniata anche dai numerosi musei, archivi e bibblioteche, oltre che dalla presenza di un'università. Anche solo menzionare i moltissimi monumenti storici e religiosi di Badajoz sarebbe un'impresa ardua: tra monasteri, torri, porte, giardini, chiese, palazzi arabi ed ermitaggi si rischierebbe per perdere presto il conto!

Almendralejo

Almendralejo è la capitale dell’estesa e fiorente contrada della "Tierra de Barros". Dato che quello che stiamo idealmente percorrendo è un itinerario "on the road" non va trascurata la collocazione geografica di questa cittadina. Almendralejo è un nodo di comunicazione che si trova sulla via dell'argento e che congiunge la parte interiore dell'Estremadura con la confinante regione della Andalusia. Oltre essere un centro di raccordo tra quelle che sono normalmente le vie commerciali più percorse della regione, Almendralejo è baciata dalla fortuna anche per quanto riguarda la produzione agricola. Avvicinandosi ad Almendralejo si rimane stupiti dall'interminabile susseguirsi di vigne e oliveti. I poeti hanno paragonato Almendralejo ad un'isola che emerge da un mare di alberi. Quando ancora ci si trova immersi negli oliveti il primo segno della presenza della cittadina di Almendralejo è la torre della chiesa di Nostra Signora della Purificazione che si scorge tra fonde verdi. Almendralejo ha da sempre colpito l'immaginario dei visitatori che, nel tempo, l'hanno definita città del romanticismo, città della cordialità, o città del vino.
La fondazione di Almendralejo va fatta risalire a al periodo in cui l'Ordine di Santiago, in seguito alla riconquista spagnola, decise di popolare un territorio semi desertico, altrimenti troppo facile preda delle popolazioni arabe. Data la collocazione geografica di questa cittadina, fondata probabilmente nel 1327, che si trovava al centro di un vastissimo campo di mandorli (che in spagnolo si dice Almendros) e le piccole dimensioni del centro urbano originario, la città si chiamò col diminutivo del nome delle piante nella quale si trova immersa. In effetti soltanto dal 1851 Almendralejo è diventata una vera città, essendo prima considerata solo un piccolo centro agricolo sotto la giurisdizione di altre città. La crescita urbana è stata molto lenta, e l'aspetto che ha oggi Almendralejo è quello di una città con grandi strade abbellite da stupendi giardinetti che culminano nel meraviglioso Parco della Pietà. I parchi di Almendralejo sono caratterizzati dalla presenza di deliziosi gruppi scultorei come quelli dedicati alla Pace o quello eretto in onore della figura tipica dei lavoratori locali, il Vendemmiatore. Orgogliosi come tutti gli altri abitanti dell'Estremadura, anche quelli di Almendralejo celebrano le loro figure più rappresentative in maniera fragorosa. in questa ottica va interpretata la presenza della statua del grande poeta del Novecento José Espronceda, gloria cittadina. Anche la grande religiosità e il patriottismo di Almendralejo è testimoniata da una scultura, quella rappresentante Cristo in Croce, dedicata a tutti quelli che perso la vita durante le guerre spagnole. Dal punto di vista architettonico il monumento più interessante è la chiesa della Purificazione, caratterizzata dalla maestosa e antica torre, esempio di sincretismo di stili barocco e gotico rinascimentale. La chiesa, riccamente ornata epigraficamente, possiede un poderoso altare del XVII secolo ricostruito fedelmente dopo l'incendio del 1936 che lo distrusse completamente. Oltre questa chiesa ne vanno menzionate almeno altre due: quella di San Rocco e quella modernista di San José. In aggiunta alle chiese parrocchiali si annoverano altri luoghi di culto come il convento francescano di San Antonio, costruito nel 1652, composto da una enorme complesso edile che la giunta dell’Estremadura ha dichiarato bene storico e artistico nazionale. Il convento di San Antonio è nato in origine come distaccamento del più antico convento di Nostra Signora del Amparo, fondato nel XVI secolo, che, malgrado sia esteriormente modesto, internamente è complesso e ricco di sorprese.
Altri palazzi di interesse storico e architettonico sono quelli in cui in passato hanno dimorato i nobili possidenti terrieri locali. Nell'ultimo secolo -probabilmente il periodo più florido dell'economia di Almendralejo- sono stati realizzati numerosi edifici importanti come quello della Società "El Obrero Extremeño", o il circolo mercantile ed agricolo o ancora il teatro Carolina Coronado.

Merìda

Sulla costa sinistra del piccolo fiume Guadiana sorge la cittadina monumentale di Mérida, arroccata su una collina che sovrasta una grande pianura. Mérida è sicuramente una delle capitali di origini romane più importanti della penisola iberica, la sua fama inizia dirittura nel 25 a.C. con il ruolo di roccaforte latina, per la conquista della penisola da parte dell'esercito romano. Ben presto divenne capitale della provincia Lusitana, una delle tre macro zone in cui i romani divisero la penisola iberica. In seguito al declinare dell'impero romano, con sorgere del cristianesimo, fecero la loro comparsa i conquistatori barbari di etnia alana e sveva. Dopo periodo il visigoto Mérida fu conquistata nel 713 dai Mori, ma, nonostante ciò, mantenne una forte autonomia e rimase capitale della provincia. Alfonso IX trasferì la sede episcopale da qui a Santiago de Compostela. Nel corso dei secoli Mérida fu spesso volte conquistata dai portoghesi. Nessuna altra città spagnola ha conservato così tanti resti romani come Mérida, e il suo teatro è considerato il più bello dei 13 presenti in Spagna. Il teatro romano venne eretto nel 24 a.C. e presenta gradinate semicircolari, che potevano ospitare fino a 5.500 persone. La facciata del proscenio è semplicemente spettacolare, e le 32 colonne di marmo e le numerose statue interposte tra le colonne sono delle fedelissime riproduzioni degli originali conservati nel museo. Unitamente al teatro si può visitare l’adiacente anfiteatro, luogo di celebrazione degli spettacoli circensi e delle lotte dei gladiatori. Qui potevano entrare addirittura 14.000 spettatori. Oltre a questo maestoso reperto a Mérida si trovano varie case romane, i templi pagani di Diana e di Marte (quest'ultimo fa parte oggi della cappella di Santa Eulalia) e i viadotti che sfociano nei bacini artificiali del meraviglioso parco naturale delle vicinanze di Mérida. Al periodo musulmano risalgono le costruzioni edificate in nell'835 per difendere il ponte sul fiume Guadiana. Una tappa obbligata del passaggio a Mérida è la visita al Museo Nazionale di Arte Romana, inaugurato nel 1986, luogo dove sono esposti tutti i più importanti resti archeologici risalenti all'epoca romana rinvenuti nella regione. L’edificio che ospita il museo, data la sua monumentalità, è da considerare un'opera d'arte in sé, capace di dialogare direttamente con i prospicienti resti del teatro e dell'anfiteatro. Mérida, pure essendo comunque una piccola città, è probabilmente il centro urbano più importante di tutta l'Estremadura.
Dal XVI secolo in avanti, per vari motivi, ha attraversato un periodo di lungo e doloroso declino, trascorso pacificamente e, apparentemente, con rassegnazione. In seguito alla guerra civile e all'avvento della democrazia Mérida ha saputo risollevarsi e, attualmente, è capitale della comunità autonoma dell'Estremadura. Qui risiedono le sedi industriali e agrarie del tabacco e del cotone che trainano l'economia dell'intera regione. Non bisogna tuttavia pensare che la presenza di queste industrie renda la capitale una metropoli industriale come la intendiamo noi: Mérida va in tutti i sensi considerata una cittadina "a misura d'uomo".
I luoghi più interessanti da visitare a Medina sono, alcuni già citati: i bacini artificiali che il parco naturale di Cornalvo, il Museo Nazionale di Arte Romana, il teatro romano, l'anfiteatro e il Circo Massimo, i tempi di Diana, l'arco di Traiano e il tempio di Marte, gli acquedotti romani, il ponte sul fiume Albarregas e il maestoso ponte romano in legno (60 archi) sul Guadiana, il chiostro della Casa Conventuale dell'Ordine di Santiago, i sepolcri dei maestri di Santiago, il convento di San Francesco e, per finire, la piazza Mayor. Considerata l'enorme ricchezza artistica e culturale della cittadina sicuramente sarà rimasto fuori da questo elenco qualche altro luogo altrettanto interessante!