Tesori archeologici nella provincia di Matera

Quella di Matera è una delle province italiane meno conosciute e visitate nonostante si tratti una zona indubbiamente interessante sia dal punto di vista geografico/territoriale sia per quanto riguarda le testimonianze archeologiche che in essa abbondano. Matera è situata su uno sperone calcareo delle Murge e si affaccia su due profonde gole con pareti a strapiombo. I siti archeologici della zona non sono semplici da raggiungere, Matera è infatti l'unico capoluogo di provincia italiano non raggiunto dalle ferrovie, il che si verifica anche a causa della collocazione territoriale della città.
La struttura urbanistica di Matera è assai singolare, soprattutto per via della presenza dei famosi Sassi, ovvero le antiche abitazioni, che si ammassano una sopra l'altra, ricavate scavando il soffice tufo di cui si compone la base rocciosa della città. Questa provincia è stata nei secoli teatro di sanguinosi avvenimenti storici: dopo l'insediamento di popolazioni di origine greca e la fondazione di centri culturalmente ed economicamente molto rilevanti, qui nel V secolo imperversarono gli Ostrogoti di Teodorico, mentre poco dopo Belisario stabilì il controllo bizantino sulla zona. Da questo momento in avanti fu un susseguirsi di scontri e dominazioni da parte dei Longobardi, dei Franchi di Carlo Magno, di Saraceni, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. Le alterne vicende dei numerosi conquistatori della provincia non potevano non lasciare un nutrito numero di testimonianze che, soprattutto grazie agli scavi degli ultimi 40 anni, inducono gli studiosi a rivalutare il valore archeologico dell'intera regione.
Per avere tutte le informazioni più precise e accurate riguardanti le città e i siti archeologici di Matera si può consultare l'esaustivo dizionario archeologico al quale si può accedere direttamente dal sito
http://www.regione.basilicata.it/consiglio/viaggio/archeologia/indice_archeologia.htm .

Policoro

Policoro comprende nel suo perimetro un importantissimo centro archeologico, quello di Siris-Heraclea. Siris, fondata da esuli Troiani, era dedicata al culto di Athena Iliàs. All'interno della città fortificata di Eraclea si trovano delle necropoli tra cui quella del pittore Policoro (V sec. A. C.). La città, come spesso accade per centri urbani tanto antichi, presenta due fortificazioni distinte, una interna all'altra, che coincidono con i due diversi momenti di espansione della sua popolazione. Vicino alla zona archeologica sorge il Museo Nazionale della Siritide, nel quale si fa il punto sulla situazione degli scavi e si rappresenta tramite modellini l'intera area della collina di Policoro. Gli scavi nella zona del castello sono tuttora in corso e continuano a riservare continue gradite sorprese. Accanto al castello, che è anche la sede del museo, sono stati riportati alla luce i resti di un tempio probabilmente dedicato a Dioniso. Ancora prima di chiamarsi Eraclea la città godette di grande fama col nome di Siri, roccaforte ionica in una zona completamente dorica.


Montescaglioso

Poco di certo si conosce sull'origine di questa antichissima cittadina. Presso l'attuale cimitero della contrada Risina sono state ritrovati i resti di un corredo funerario databile intorno al V secolo a.C. . Nella località di Monte Vetere sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti all'età del Bronzo e alla prima metà dell'età del Ferro, mentre di recente sono state scoperte due aree ritenute dagli esperti zone dedicate ai culti religiosi del periodo post ellenico. Il nome della città (Mons Caveosus) va fatto risalire al periodo iniziale del XII secolo, quando il nucleo urbano più antico fu ampliato dai dominatori normanni della regione.


Garaguso

Nell'attuale villa comunale sono state trovate tracce di insediamenti neolitici o eneolitici. Numerose sono le testimonianze di reperti in ceramica, terracotta e metallo (anche monete) provenienti dalla Magna Grecia, in particolare si sottolinea l'importanza di due stipi votive (IV-V sec. a.C.) corredate di numerose statuine rappresentanti figure femminili, da oggetti di ceramica e di metallo. La cittadina è notevolmente ricca di necropoli del IV-III sec. A.C., tanto è vero che se ne continuano a trovarne di nuove ad ogni scavo o lavoro. Secondo gli studiosi dovrebbero essere presenti resti di doppia mura di cinta in stile greco. Innumerevoli sono resti di antiche fornaci. Nel giardino Moles è stato rinvenuto un sepolcreto del VI sec. .


Bernalda

La località di maggiore interesse archeologico di Bernalda è Avenella dove è stata rinvenuta una tomba con resti ossei umani con parti di corredi funebri ancora integri risalenti approssimativamente al IV secolo. Nei confini comunali si annovera la zona del Metaponto, i cui antichi abitanti vantavano origini micenee. Sono presenti resti di quattro templi i più antichi risalenti al VI sec. a.C. . Nella zona di Masseria Sansone è stata scoperta una enorme collezione di monete costituita almeno da un migliaio di esemplari.


Ferandina

I rinvenimenti più interessanti sono costituiti da necropoli di tombe a cumulo. L'insediamento più antico è dell'età del Ferro, mentre nella località di Uggiano c'è un grandissima fortezza medioevale dalla complessa struttura. Nel suo interno si trovano chiese e monasteri, e alcune sue parti si sono conservate molto bene nel tempo. Fino al 1973, per esempio, all'interno della fortezza di ergeva una torre con beccatelli. Dai resti che ancora si possono osservare si ricostruisce una fortezza dotata di ponti levatoi, torri, sotterranei, mura con merli e cortili pavimentati, in poche parole un vero e proprio castello medioevale.

Craco

All'inizio del nostro secolo è stata riportata alla luce una necropoli con sepolcri risalenti addirittura all'VIII-VII sec. a.C. . Per via del suolo franoso gli abitanti di Craco hanno dovuto abbandonare la cittadina. Durante il medioevo Craco fu un centro relativamente importante, dove i signori che la governarono si prodigarono per costruire grandi palazzi nobiliari e risistemare l'urbanistica della cittadina. L'altalenarsi delle vicende politiche e il succedersi di varie famiglie nobiliari ha fatto si che a Craco sorgessero degli splendidi edifici come il Palazzo Grossi (XVI sec.) edificio restaurato nel Settecento prospiciente alla Chiesa Madre (XVII sec.), e lo splendido Palazzo Maronna (XVII sec.) ora caserma dei Carabinieri.

Tricarico

Le testimonianze archeologiche di questo paesino sono davvero notevoli. Sin da subito si notano i resti di una cinta muraria del IV sec. A.C. che racchiude un tempio italico del II-I sec. A.C. poco più a sud si trova una piccola necropoli. Si presuppone che attorno ai nuclei archeologici già rinvenuti si possano effettuare nuove numerose scoperte interessanti.