Partendo da Delhi

Con il nome di Delhi si suole indicare sia il territorio dell'Unione Indiana sia la città che ne fa da capoluogo. Nuova Delhi, così viene chiamata la città nuova, con poco più di 300000 abitanti, che è la capitale istituzionale dell'Unione Indiana, si contrappone alla città vecchia che si estende su un territorio di quasi mille chilometri quadrati e a oltre cinque milioni di abitanti. La regione di Delhi occupa una posizione strategica che fu spesso decisiva a per le sorti dell'intera India: se oggi è un importante snodo stradale è di che ferroviario in passato si è contraddistinta come città di confine attraverso la quale sono transitate tutte le invasioni subite dall'India. Trovandosi in una posizione così "privilegiata", Delhi porta ancora oggi i segni del suo tormentato passato. La plurimillenaria storia dell'India e delle popolazioni che nel corso di secoli si sono succedute su questo immenso territorio si può ripercorrere velocemente visitando la capitale dell'Unione Indiana. Accanto ai futuristici palazzi della città nuova, che, come a voler testimoniare la sua modernità, le pittoresche è costellata di grandi edifici pubblici, alberghi lussuosi e piazze arricchite da parchi e spazi verdi, ereditate dalla dominazione britannica, ci si pone dinnanzi lo spettacolo della città vecchia, caratterizzata dagli edifici di matrice musulmana eretti durante il periodo del sultanato di Delhi e dai tipici mercatini. Il risultato di questo confluire di popoli e civiltà nel corso dei secoli è una città dove i monumenti musulmani, moschee, minareti, forti i militari, si alternano i in modo abbastanza inaspettato con edifici più marcatamente induisti o addirittura in puro stile occidentale. Anche il vasto territorio circostante la capitale, peraltro difficilmente separabile nettamente dalla metropoli indiana, è degno di nota in quanto ricco di rovine e resti di gloriose costruzioni antiche. Dal punto di vista turistico Delhi è una delle città dell'India che è più facilmente raggiungibili e che presenta le maggiori agevolazioni logistiche dell'Unione Indiana ed è in grado di accogliere con il massimo comfort i visitatori. Sono talmente tante le testimonianze interessanti del passato di questa città che per poter dire di averla visitata tutta occorre trascorrervi almeno una decina di giorni ed essere accompagnati da qualche guida turistica qualificata.

Adilabad

Uno dei periodi sicuramente più florido dal punto di vista della realizzazione di palazzi ed edifici nella regione di Delhi è quello comunemente conosciuto col nome di Sultanato. Come si deduce dal nome stesso questo periodo storico ha visto la dominazione di dominatori musulmani e che, succedendosi in diverse dinastie, hanno controllato la zona dal 1191 al 1526 d.C.. La caratteristica fondamentale di questa fase architettonica dei monumenti di Delhi è la loro matrice militare. Adilabad è appunto un forte militare all'interno del quale si trovano numerosi altri monumenti appartenenti sempre al periodo del sultanato. Adilabad è vera realtà un piccolo forte, è considerato il quarto della regione di Delhi, che venne costruito, come era usanza del tempo, per testimoniare il potere militare del sovrano di quell'epoca, che in questo caso era Muhammad Bin Tughlaq, della dinastia dei Tughlaq. Adilabad è una costruzione secondaria che nelle intenzioni del sovrano che ne ordinò la costruzione, doveva affiancarsi alla più poderoso è imponente forte di Tughlaqabad, edificato dai suoi predecessori per rendere ancora più l'intera regione. Il perimetro delimitato da Adilabad, Tughlaq, il piccolo forte di Siri e il complesso di Qutab divenne luogo ideale e per cogliere la città medievale di Jahanpanah, ancora oggi un luogo fuori dal comune che non manca di colpire favorevolmente chi si reca a visitarne le numerose meraviglie. Il palazzo della cittadella all'interno delle mura del forte garantiva a chi di soggiornava una visuale privilegiata che permetteva di scorgere e nemico da grandi distanze. Le cronache dell'epoca descrivono il palazzo come luogo immensamente bello del quale oggi purtroppo non rimangono che delle rovine non beni identificabili tranne per quanto riguarda un misterioso palazzo a struttura ottagonale chiamato Bijai Mandal. Per raggiungere il forte di Adilabad basta recarsi nel distretto meridionale della città di Delhi. Ci sono diversi autobus che permettano di raggiungere questo monumento. In alternativa è sempre possibile affittare un veicolo o farsi trasportare in taxi. Come per molte altre centri monumentali della regione è facile trovare delle guide preparate che parlano l'inglese in grado di illustrare le bellezze del luogo e di guidare di turisti.


Bijai Mandal

Dalle rovine della città medievale di Jahanpanah, protetta dal forte islamico di Adilabad, si erge un curioso edificio: il Bijai Mandal. questo bizzarro monumento, la cui funzione che le cui origini sono tutt'oggi un arcano, venne costruito durante il XIV secolo sotto la dinastia dei sovrani del sultanato di Delhi dei Tughlaq. Il Bijai Mandal è una struttura intrigante che costituisce un maestoso esempio dello stile architettonico tipico della regione di Delhi definito, per la commistione di elementi narrativi induisti con quelli degli invasori islamici, stile indo-islamico. Quello indo-islamico non è solo uno stile che mutua alcuni concetti architettonici delle culture che stanno alla base, ma dev'essere considerato uno stile originale, nuovo e indipendente. Il Bijai Mandal r. Un ottimo esempio di questo stile, mescolando l'uso della base ottagonale, tipica dello stile islamico, con l'impiego di archi falsi secondo l'usanza di induista. Non è semplice descrivere questa misteriosa struttura. Non si tratta di beni di un palazzo me di una torre nel senso stretto del termine. Si potrebbe definire come un edificio o lungo ripartito internamente in diverse stanze che probabilmente veniva sia utilizzato come padiglione dei membri della famiglia reale che vi trovavano ristoro durante i periodi di pace sia, nei momenti di guerra, che in epoca medievale in questi luoghi erano molto frequenti, come datore di avvistamento. Oggi giorno purtroppo non rimane molto a testimonianza dell'antico splendore che caratterizzava il Bijai Mandal e tutta città medievale circostante, ma è ancora estremamente interessante visitare le maestose e misteriose rovine della zona. Il complesso medievale circostante al Bijai Mandal si può facilmente raggiungere servendosi dei numerosi autobus e che con giungono le città della regione di Delhi. e una volta giunti sul posto è consigliabile farsi assistere e condurre a visitare il sito da una delle guide presenti.

Ferozshah Kotla e la città di Ferozshah Tughlaq

Come lascia presagire di complicato nome di questo sito troviamo in presenza di edifici di costruzioni r durante il periodo islamico di Delhi. durante gli oltre tre secoli di dominazione islamica della regione in questione si successero diverse dinastie tra cui quella dei Tughlaq ( 1321 - 1414 ) si distinse, oltre che per il valore militare, anche di veri grande impulso che diede all'architettura. Tra i sovrani di questa dinastia una dei clienti in tal senso è fu Ferozshah che, sia per manifestare la propria potenza militare, sia per fortificare ulteriormente il territorio ed avere una base di appoggio da cui partire per ampliare i confini dell'invero, costruì la quinta città fortificata di Delhi, chiamata appunto Ferozshah Kotla. la città fortificata fu progettata per diventare la nuova capitale dell'invero, e venne collocata sulle rive del fiume sacro Yamuna per ovviare all'annoso problema d della mancanza di acqua. La cittadella fortificata e eccedeva nel suo perimetro una serie di palazzi e una grandiosa moschea che le cronache delle in epoca dipingono Kotla come una fortezza di bellezza stupefacente. Purtroppo con l'avvento dell'invasione è di Tamerlano nel XIV secolo la città fu distrutta. L'esercito di Tamerlano saccheggiò gli edifici di Kotla riducendo a scheletri di rapinati dei gloriosi palazzi che costituivano il vanto del sultanato. Ancora oggi, malgrado l'opera di distruzione sia stata veramente devastante, è possibile discernere da ciò che rimane la struttura piramidale seguendo la quale era stata costruita Kotla. per raggiungere i resti della cinta fortificata basta portarsi nella zona nord occidentale della capitale di servirsi dei mezzi pubblici o dei numerosità sia che percorrono il tratto dalla città fino alle sponde del fiume sacro Yamuna. Data la non semplice interpretazione dei monumenti di delle rovine del sito è consigliabile farsi assistere da una delle guide a disposizione dei turisti.

Tughlaqabad Fort

Tra tutti i complessi monumentali del periodo del sultanato islamico con una funzione militare quello che senza dubbio viene considerata la testimonianza più lampante della qualità architettonica dì del potere dell'impero medievale del sultanato è di forte e di Tughlaqabad. malgrado oggi le norme e meravigliosa antica capitale della dinastia Tughlaq sia ridotta a un massiccio cumulo di macerie dei di rovine ancora oggi percorrendo le sassose vie del sito ci si sente come schiacciati dal peso del grandioso passato in questo forte. Osservando con attenzione le collassanti macerie di Tughlaqabad non si può che rimanere stupiti dall'alto livello ingegneristico dei progettisti che vi ressero da sua erezione nel XIV secolo. Il forte aveva passato assolto alla duplice funzione, durante il regno nel primo dei sovrani Tughlaq, di capitale imperiale e nello stesso tempo di procura militare difensiva. Come molto spesso accadde quando si interrogano le guide locali sul passato e sull'origine dei monumenti più suggestivi della regione, si sentono diverse leggende anche sul Tughlaqabad, che sicuramente è il più colossale, terrificante, e rappresentativo esempio architettonico del medioevo islamico. Certo è plausibile che siano fiorite numerose leggende intorno a questa di antica meraviglia, dopotutto è assai improbabile che l'immaginazione della fantasia di chi osserva i bastioni principali del forte, che arrivano a misurare fino a 30 metri di altezza, non inizi a galoppare a briglie sciolte. Il colossale forte a delle mura che in alcuni punti sono successe addirittura dieci mentre e l'impressione generale che se ne ha è di trovarsi di fronte a una creazione realizzata da una civiltà di città o in più dosso che da piccoli comuni uomini. Quando ci si trova in prossimità del forte chiudendo gli occhi pare vi immaginasse i violentissimo in assalti delle truppe mongole che insediarono il regno di si viene come vassalli vi dà un senso di terrore. All'interno delle mura lungo il lato meridionale della foresta si trova la tomba del sovrano che fece costruire Tughlaqabad. è probabile che le guide iniziano a raccontare la legenda associata alla fine disastrosa della fortezza, che imputa di la caduta di di una tale imponente e maestoso costruzione di nonna a qualche invasione di eserciti nemici ma alla maledizione di un santo che, offeso dal sovrano, profetizza ho l'abbandono della fortezza da parte di tutti i suoi sudditi. Per raggiungere forte di Tughlaqabad bisogna, partendo dalla capitale, scordarsi nella zona del complesso architettonico di Qutar Minar. queste due ultime località turistiche sono ben collegate tra di loro da mezzi pubblici e da servizi di taxi privati. la visita al forte è consigliata sia a che si interessa di architettura bellica sia a si nutre una particolare versione per le civiltà orientali antiche, ma anche se siamo dei semplici turisti distratti non potremo rimanere in passibili di fronte a uno spettacolo così suggestivo.


Agar Sain Ki Baoli

Agar Sain Ki Baoli è un monumento realizzato seguendo i dettami dello stile tradizionale induista. le origini di questo stile architettonico risalgono ai tempi della dinastia Gupta (320 - 520 d.C.) ed ha come elementi caratterizzanti i chhatris (una sorta di piccola cupola sostenuta da pilastri con funzione sia ornamentale sia di tetto), le colonne ornate in 20 elaborati con incisioni o rilievi, l'uso di motivi floreali, e la presenza in bassorilievo o altorilievo di figure animali o umane sia sugli elementi esterni sia in quelli interni dei palazzi. Una delle forme della quale si esplica con maggiore successo lo stile architettonico induista è apputo quella dei Baoli, ovvero di una serie di costruzioni più o meno complesse che circondano un corso d'acqua. L'Agar Sain Ki Baoli, un ottimo esempio di questo tipo di monumento, è collocato nel cuore della città di Delhi. malgrado si trovino un punto di della città molto caotico l'atmosfera che avvolge l'Agar Sain Ki Baoli è molto tranquilla e silenziosa. La funzione di questo monumento era in origine duplice: da un lato serviva per trarre l'acqua necessaria per l'irrigazione dei campi, dall'altro era un vero e proprio punto di ristoro dove i viaggiatori potevano riposarsi o gli abitanti del luogo di rilassarsi. L'Agar Sain Ki Baoli è costituita da una struttura ricoperta di pietra di dimensioni non molto grandi. L'estremità nord presenta una piattaforma rialzata coperta da chhattris sostenuta da file di colonne nonna decorate. L'intera costruzione è dislocato a su cinque diversi livelli ognuno dei quali ha di un pavimento e una zona racchiusa tra chi riservata per il riposo. Le da forme sono collegate a questi spiazzi da delle gradinate che i, nel complesso, scendano fino a raggiungere il centro del Baoli, costituito dal pozzo. stretto costruzioni analoghe più imponenti ed elaborate come quelle della Gujarat e del Rajahstan l'Agar Sain Ki Baoli risulta molto più semplice, ciononostante è con ottimo esempio di architettura induista. L'origine e la costruzione di questo Baoli sono avvolte dalla leggenda, e c'è chi dice che ricostruirlo fu nientemeno che il nonno materno di Krishna. Considerata la collocazione nel pieno centro della capitale dell'Agar Sain Ki Baoli non è affatto difficile riuscire a raggiungere questo caratteristico monumento.


Complesso del Qutab


Fra le innumerevoli antiche costruzioni che si ergono nella città di Delhi il momento senza dubbio più un rappresentativo, quello che gli occhi dei propri abitanti come a quelli dei giuristi di tutto il mondo incarna l'essenza della capitale indiana è il Qutab Minar. L'importanza del Qutab Minar, la costruzione più importante appartenente al complesso del Qutab, è, oltre che simbolica, artistica e architettonica. Oltre essere di per sé stessa una meravigliosa costruzione, il Qutab Minar a un ruolo fondamentale nella storia dell'architettura indiana in quanto costituisce il primo esempio di quello stile denominato indo-islamico. questo particolare stile amalgama d'azione umana degli invasori con quelli dello stile induista locale. Il Qutab Minar è una gigantesca torre, la parte più elevata e raggiunge e supera abbondantemente i 70 metri, realizzata completamente in pietra arenaria. L'intera superficie esterna della torre è ricoperta con intricati e versi del Corano. Chiaro valore simbolico questa costruzione contribuisce ad aumentare il fascino del Qutab Minar. la funzione originaria della torre era quella di minareto per gli officianti del rito islamico. Ogni piano della torre a dei balconi molto raffinati e delle decorazioni diverse ma tutte accomunate da una precisione realizzativa, si veda le perfette iscrizioni calligrafiche, senza pari. Il complesso del Qutab presenta diverse altre azioni molti interessanti. La moschea di Quuwat-ul-Islam stata la prima ad essere costruita nella penisola indiana. Chi ne comandò la costruzione si servì di parti di oltre 27 preesistentempi induisti e jainisti. malgrado ormai oggi da la moschea sia di non totale stato di abbandono e possono ancora rintracciare elementiappartenenti di dalla tradizione induista che la caratterizzavano, come la presenza di archi decorati e i motivi floreali. Sul lato occidentale della moschea si trova un'altra costruzione antica, la tomba di Iltutmish, fatta costruire dallo stesso monarca nella 1235. Questa tomba a un carattere totalmente e di innovatore in quando è il primo esempio di grande palazzo adibito a mausoleo. Malgrado la semplicità della struttura esterna la tomba racchiude al suo interno una serie di decorazioni che variano dalle geometrie arabescate più islamiche a singoli rappresentanti il 8 o la ruota desunte dalla tradizione induista. La cupola che un tempo ricopriva la tomba oggi è crollata ma i monumento è tutt'oggi molto interessante per costruire l'origine dello stile indo-islamico. per completare la descrizione del Qutab Minar non si può non accennare dalla misteriosi esima colonna di metallo che si trova di fronte alla moschea. Questa colonna alta da oltre 7 metri e con un diametro di 37 centimetri presenta delle iscrizioni induista risalenti al periodo Gupta. la presenza di questa colonna apparentemente inspiegabile, come è un mistero la tecnica impiegata per costruire la di fatto che malgrado la se sempre rimasta esposta alle intemperie, non si sia arrugginita. Il complesso archeologico di Qutab si trova nella parte meridionale di Delhi, e data la sua importanza e l'elevato numero di visitatori è davvero molto semplice raggiungerla, sia con mezzi privati, sia con autobus pubblici.

Ali Darwaza

L'Ali Darwaza è una stupefacente porta di ingresso alla città di Delhi che costituisce uno dei motivi di vanto del complesso del Qutab. Come a tutti i monumenti di questo complesso la loro realizzazione risale al periodo del sultanato islamico ( 1191 - 1526 ) ed è stato costruito seguendo i dettami dello stile architettonico indo-islamico. L'Ali Darwaza in particolare uno degli esempi più rappresentativi di di questo stile. Costruito nel 1311 in origine faceva parte, con altre quattro enormi porte, dell'estensione strutturale della moschea di Quwwat-ul-Islam. delle quattro porte progettate solo questa fu portata a termine a causa della morte prematura dì del sovrano che nel comando la costruzione. L'Ali Darwaza consiste di una grande stanza di circa 15 metri di diametro interni col da un suo figlio mugola che si teneva da terra di oltre 20 litri. Le tre porte di ingresso che danno a est, ovest di sud sono dei massicci archi a punta a forma di ferro di cavallo. L'entrata che da a nord ha invece un uno stile diverso presentandosi con un arco semicircolare. Le proporzioni e l'armonia delle proporzioni perfette dell'Ali Darwaza lo rendono un monumento molto piacevole alla vista. La scelta di servirsi di archi a sesto acuto si dimostrò un'ottima soluzione per riuscire a sostenere una cupola speri sovrastante una camera quadrata. Probabilmente l'esperienza fallimentare della cupola sulla tomba di Iltutmish è servita ai progettisti dell'Ali Darwaza come esempio da non perseguire. La costruzione della cupola è stata possibile grazie all'elevato livello tecnico delle soluzioni architettoniche usate, grazie a numerosi espedienti la struttura di base quadrangolare sfocia in una ottagonale in prossimità della cupola garantendo con sostegno più solido. Internamente tutta la struttura è decorata come incisioni con motivi floreali e geometrici e sia fatto uso massiccio di marmo bianco e parti arenaria rossa per creare un effetto policromo o stupefacenti. Finestre più di pietra perforata contribuiscono a creare dei giochi di luce molto caratteristici, mentre i pannelli in marmo rompono la loro monotonia ripetitiva con delle iscrizioni calligrafica. L'effetto globale delle decorazioni e delle superfici perforate è paragonabile a quello di pizzi di stoffa, considerato soprattutto la presenza di "ricami" floreali. Un discorso a parte va fatto per l'ingresso che da verso nord, dove l'arco semicircolare a una facciata molto elaborata con incisioni sensuali e motivi caratteristici dell'epoca precedente a quella della costruzione dell'Ali Darwaza. . Il complesso archeologico di Qutab si trova nella parte meridionale di Delhi, e data la sua importanza e l'elevato numero di visitatori è davvero molto semplice raggiungerla, sia con mezzi privati, sia con autobus pubblici.

Begampuri Masjid

La moschea di Begampuri Masjid è uno dei numerosi esempi di arte medievale indiana del periodo islamico medievale, in particolare questa costruzione risale ruttare al periodo del sultanato della dinastia Tughlaq. Questo monumento, non molto conosciuto, riflette la concezione architettonica dei sovrani che ne ordinarono la costruzione, e si trova nella parte meridionale della città in un villaggio chiamato Begampur. Anche la Begampuri Masjid ha molti elementi architettonici islamici come imminenti, i grandi cortili, le cupole, e una stanza centrale per la riunione e la preghiera, ma malgrado questo si distacca per originalità dalle altre strutture contemporanee. La Begampuri Masjid è una struttura formale, semplice, solenne, prima a dei e ricchi ornamenti e delle onnipresente e decorazione tipiche delle strutture contemporanee, anche se ed tradisce in alcuni tratti, come la presenza di file di colonne, la sua origineTughlaq. la stanza centrale nella moschea, quella adibita al culto collettivo e alla preghiera congregazionale misura 94 metri per 88 ed è racchiusa da una serie di lunghi corridoi con una serie di finestre per ogni lato. Sui corridoi si elevano delle cupole che confluisconoBegampuri Masjid sovrastante la sala di preghiera. La sala centrale è circondata da una serie di 24 archi. Per raggiungere i cortili si devono salire due rampe di scale. Questo monumento è senza dubbio uno dei meno conosciuti di tutta la regione, vale certamente la pena di visitarlo. La Begampuri Masjid si trova sulla strada che da verso sud chiamata Meharuli Road nei pressi in del villaggio di Begampur. per raggiungerla ci si può servire del servizio di autobus pubblici o affittare una macchina o ancora prendere un taxi.

Hauz-I-Alai

L'Hauz-I-Alai è un'opera ingegneristica idraulica del danno che abbia in pochi precedenti nel suo genere. Costruita nel 1295 dal sultano Ala-ud-din Khilji per ovviare alla mancanza di acqua che era il problema più grave da affrontare per gli abitanti della capitale dell'epoca, la città di Siri. anche essi il bacino artificiale venne di smesso con la fine della dinastia Khiji, la struttura riacquistò importanza con l'avvento di Ferozshah di Tughlaq che anch'io ho il bacino è inoltre fece costruire una serie di parti per palazzi intorno ad esso, rendendo l'intera zona un complesso di stupefacente bellezza. Il bacino di Hauz-I-Alai serviva per raccogliere l'acqua piovana per l'utilizzo quotidiano da parte dei sudditi. Si tramanda che il bacino ai tempi della sua costruzione fosse così ampio e capiente per poter rifornire di acqua l'intera città per oltre un anno, ma la storia più propriamente architettonica dell'Hauz-I-Alai inizia sotto la dinastia Tughlaq, quando nel corso degli anni venne circondata da un grande numero di opere pubbliche come strade, scuole, canali, i palazzi abitati. Il bacino artificiale faceva in passato parte della città fortificata di Siri, ed oggi è l'unico monumento che rimane di questo leggendario porte. Nei pressi dell'area di dell'Hauz-I-Alai si trovano altri due importanti monumenti, la tomba di Ferozshah Tughlaq e gli edifici che costituivano il centro di studi " universitari" fondato da Ferozshah Tughlaq.

La fortezza di Siri

Tra i grandi patrocinatori di opere pubbliche e dei cittadelle fortificate del periodo di dominazione islamica della regione di Delhi va ricordato Ala-ud-din Khilji, un potente sovrano della gloriosa dinastia Khilji. Salito al trono nel 1296 si rivelò un forte e deciso monarca che riuscì ad arginare con successo le numerose invasioni delle orde di soldati Mongoli. Per proteggere il suo popolo e per rendere più sicuro il proprio trono Ala-ud-din decise di fare costruire una delle numerose cittadelle fortificate che si trovano a Delhi. La fortezza di Siri, come in effetti era abitudine fare in quel periodo, era una cittadella che assolveva il duplice compito di proteggere la zona nella quale è stata collocata e di contenere nel suo interno palazzi e abitazioni civili. La città di Siri ha un'importanza storica particolarmente accentuata per il fatto di essere il primo centro urbano fondato dai monarchi musulmani. Siri infatti venne eretta anche per essere la nuova capitale del sultanato e per poter così finalmente abbandonare il precedente centro di Lal Kot, città fortificata fondata dagli ultimi regnanti induisti e utilizzata anche dai predecessori islamici della dinasti Khilji. Sempre Ala-ud-din si distinse per la realizzazione dell'Alali Darwaza, il magnificente portale di ingresso al complesso di Qutab, e per l'Alai Minar che nei progetti avrebbe dovuto superare il altezza e in splendore la già esistente Qutab Minar ma la cui costruzione fu interrotta dopo la realizzazione del primo livello. La fortezza di Siri è una costruzione militare di eccezionale resistenza che presentava delle mura di cinta mastodontiche e pareti inassaltabili. Malgrado la cura con cui la fortezza fu eretta le sue doti belliche non furono mai messe alla prova in quanto non fu mai assaltata da nessun nemico, e le condizioni disastrose nella quale oggi versa il sito sono imputabili non alle scorrerie dei Mongoli ma agli stessi sovrani islamici che succedettero a Ala-ud-din, che, in cerca di materiale per costruire altre fortezze, saccheggiarono e smantellarono pezzo per pezzo il forte. Nel periodo di massimo splendore il forte di Siri conteneva nelle sue mura i palazzi reali dove viveva l'aristocrazia nobiliare dei Khilji e numerosi altri monumenti, tra cui spiccava la leggendaria costruzione Hazar Sutun, ovvero il palazzo dalle mille colonne. L'unica struttura conservatasi fino a oggi è l'ampio bacino artificiale di Hauz-e-Alai. Il forte di Siri, o meglio quello che ne rimane, è collegato alla zona centrale della città di Delhi da numerosi mezzi pubblici e si trova nella parte meridionale della città.


La tomba di Humayun

Quando si parla di monumenti indiani la prima immagine che ci viene in mente è quella della moschea del Taj Mahal. Bene, il mausoleo di Humayun è per molti versi il predecessore del più noto Taj. Costruito in un solo anno intorno al 1569 il mausoleo è un meraviglioso esempio di architettura del periodo Mughal ed è costruito in puro stile islamico, ovvero con una cupola a bulbo, motivi geometrici ripetuti, pannelli di pietra forata, imponenti archi e con proporzioni matematiche. Il mausoleo è collocato al centro di un giardino diviso in quattro parti a loro volta ripartite in diverse sezioni geometriche da canali d'acqua secondo la consuetudine persiana alla quale si ispirarono i costruttori Moghul. Humayun volle fortemente essere sepolto in un monumento che si trovasse nella sua amata città di Delhi, dove aveva ereditato dall'imperatore Babur la corona e da dove suo malgrado fu costretto ad allontanarsi in seguito alla discesa di capitani militari Afgani che lo costrinsero all'esilio. Il mausoleo è considerato di pari valore artistico del Taj. Si tratta di una struttura ottagonale in pietra arenaria rossa dal fascino indescrivibile. Nella sua costruzione si è fatto largo uso di decorazioni in marmo bianco e nero, di motivi geometrici, di archi molto alti e dei caratteristici chhatris, ovvero piccoliripari con cupole sostenuti da colonne. Il palazzo è sormontato da un'enorme (43 metri di diametro) cupola di marmo bianco chiuso da una spirale e ha per base due distinti livelli architettonici uniti da rampe di scale. In origine il giardino che circonda la tomba di Humayun era irrigato con le acque del fiume sacro Yamuna, e l'intero complesso giardino-mausoleo ancora oggi è circondato d un'atmosfera inspiegabilmente isolata e tranquilla. Per le sue dimensioni e le soluzioni architettoniche altamente innovatrici il mausoleo è un edificio unico nel suo genere: mai prima di allora si era riusciti a realizzare qualcosa di paragonabile per complessità a questo monumento. Il mausoleo ha ben 72 celle racchiuse da archi dove sono seppelliti i membri della famiglia reale e per molti aspetti è una costruzione ancora insuperata che non può non lasciare a bocca aperta chi vi si reca in visita. La dinastia del Mughal è senza dubbio riuscita a lasciarci un meraviglioso segno tangibile del loro passaggio in terra indiana. Il mausoleo si trova nella parte orientale della capitale indiana molto vicino alla stazione ferroviaria di Nizammudin ed è collegata con autobus pubblici o taxi privati. Per apprezzare al meglio le meraviglie della tomba di Humayun è consigliabile farsi accompagnare nella visita al mausoleo da una delle numerose guide esperte che lavorano in quella zona.

Khirki Masjid


Quando nel XV secolo, la dinastia Tughlaq stava per tramontare i suoi massimi rappresentanti decisero di costruire un edificio al quale affidare in eterno il ricordo del loro nome. Naturalmente la scelta della tipologia ricadde sul simbolo assoluto della religione e della società islamica, cioè la moschea. In epoca medioevale la moschea non era solo il luogo preposto alla preghiera collettiva ma anche un importante centro di aggregazione sociale e il centro dove avvenivano le riunioni pubbliche. La moschea di Khirki è davvero un edificio straordinario e assolutamente unico nel suo genere. La particolarità che distingue così nettamente questa piccola moschea a base quadrangolare da tutte le altre è che è completamente ricoperta e non presenta la tradizionale apertura sul cortile dove si riuniscono i fedeli. Le pareti della moschea sono abbellite con delle traforazioni che tuttavia, se paragonate alle monumentali composizioni dell'architettura Moghul, non sono poi così elaborate. Le colonne e altri elementi portanti della costruzione testimoniano una forte influenza dell'arte locale induista. L'elemento più caratteristico, ovvero il tetto che ricopre tutta la moschea, è diviso in quattro parti ciascuna delle quali lascia filtrare la luce solare servendosi di fenditure che si trovano tra le numerose cupole di cui si compone. Le pareti della moschea sono costruite in pietra e ricoperte esternamente da gesso bianco, e l'intera costruzione è raggiungibile percorrendo delle maestose gradinate che permettono di elevarsi al livello della base dell'edificio. In origine la Khirki Masjid era stata eretta per essere adibita a luogo di culto privato di alcune famiglie nobili Tughlaq. L'importanza architettonica della Khirki Masjid è davvero eccezionale in quanto rappresenta la tappa di passaggio tra l'architettura religiosa della civiltà pre islamica e quella della dinastia di Lodhi e, successivamente, quella riccamente elaborata dei Moghul. Per visitare la Khirki Masjid, che si trova nel sud di Delhi nei pressi del villaggio di Khirki, si può prendere un mezzo pubblico di trasporto oppure farsi portare più comodamente da un taxi.

Jantar Mantar

Il nome di questo misterioso luogo sembra avere in se un qualcosa di magico, come se fosse una parte di qualche formula incantesimale. Il Jantar Mantar in effetti è una struttura molto particolare e caratteristica che ai nostri giorni potrebbe essere paragonata, almeno per la sua funzione, ad un osservatorio astronomico. Costruita nel 1724 dal principe dello stato indigeno dell'Amber la Jantar Mantar è una zona circoscritta che presenta diversi bizzarri elementi architettonici che, a ben vedere, non sono altro che strumenti di misurazione astronomica. Oltre a essere un insieme di strumenti per l'osservazione e il tracciamento di mappe stellari la Jantar Mantar ci fornisce indirettamente indicazioni archeologiche sul livello tecnico raggiunto durante "il periodo nero" della storia indiana, cioè in quella fase del XVIII secolo quando la dinastia Moghul era in rapido declino. La Jantar Mantar si inserisce in un più ampio progetto di osservatori astronomici costruiti tutti in quel periodo e collocati nelle città indiane di Jaipur, Ujjain, Varanasi (nota in occidente come Benares) e Madhura. È interessante notare come il sovrano che fece costruire questi osservatori fosse induista e che, così tramanda la leggenda, ne abbia ordinato la messa in opera per dirimere alcune questioni sorte tra gli astrologhi islamici e quelli induisti. La precisione delle mappe tracciate a Jantar Mantar è davvero notevole, per certi aspetti sorprendente considerata la mancanza di mezzi di cui disponiamo oggi. Purtroppo il periodo che stava attraversando l'India in quel momento non era particolarmente felice e le continue guerre impedirono di sfruttare pienamente le potenzialità della Jantar Mantar. Nei sette anni nei quali rimase operativo il centro di osservazione di Jantar Mantar si servì anche di strumenti e dell'opera di studiosi fatti arrivare dall'Europa, in particolare dal Portogallo (all'epoca potenza coloniale con frequenti contatti con l'India). L'elemento più importante di tutta la Jantar Mantar è una gigantesca meridiana solare chiamata Samrat Yantra in grado di misurare la giornata del giorno con un'approssimazione minore di mezzo secondo e capace di calcolare la declinazione degli astri. La meridiana è corredata da due colonne sulle quali cade l'ombra rispettivamente nel giorno più lkungo e più corto dell'anno. Oggi il complesso di strumenti di Jantar Mantar, che per intenderci sono alti qualche metro e su cui si può salire, sono una delle mete preferite dai turisti che arrivano a Delhi. La Jantar Mantar si trova esattamente nel centro della capitale, nelle immediate vicinanze dei palazzi del governo indiano. Forse la meta più fotografata di Delhi e l'insieme di costruzioni più bizzarre della capitale, la Jantar Mantar è una serie di costruzioni che testimonia il livello tecnologico del XVIII secolo indiano e l'interesse per l'astrologia e l'astronomia.


Masjid Moth, la moschea della lenticchia

Quando si parla della Masjid Moth è abbastanza raro fare riferimento alle prorpietà artistiche e architettoniche di questa moschea. In effetti la Masjid Moth non è certo una delle vette più alte raggiunte dagli architetti indiani del medioevo, infatti si tratta di una piccola moschea del XVII secolo, costruita sotto la dinastia dei Lodhi, priva di tutti quegli elementi strutturali che hanno decretato la fortuna dello stile indo-islamico dell'arte indiana. La moschea è piccola e non reca iscrizioni calligrafiche ne ricchi nimareti, e la sua struttura la rende più simile a una copia meno elaborata e in scala ridotta della grandiosa porta di accesso all complesso del Qutab, l'Ali Darwaza. La Masjid Moth fu costruita in un periodo di decaqdenza culturale e artistica, e nel suo piccolo è una interessante testimonianza del risveglio architettonico e del rinnovato interesse per i monumenti della dinastia di Lodhi. Realizzata in arenaria rossa con qualche inserto di marmo bianco e dei pannelli di pietra traforata, probabilmente era nata per permettere ai ministri del sultanato di pregare in un luogo privato. Se la Masjid Moth non è uno dei capolavori dell'arte indiana, è tuttavia davvero curiosa la leggenda che è nata rigurdante la sua costruzione e il suo bizzaro nome. agli inizi del XVI secolo la zona dove sorge la moschea era una rigogliosa foresta. Mentre il regante si trovava a passeggiare per questi boschi con il suo primo ministro scese da cavallo e raccolse da un cespuglio un seme di moth ki dal, ovvero una varietà di lenticchia, e la diede come regalo al suo fedele ministro. Ritornando a casa il primo ministro si domandava quale fosse il senso di quel regalo e quale la funzione della lenticchia: buttarla via sarebbe stato irrispettoso, e conservandola in tasca si sarebbe deteriorata. Il giorno dopo decise così di piantarla nel giardino. Come nelle favole note in occidente si narra che questa lenticchia abbia originato in poche ore una pianta molto grossa e che da questa si sia ottenuto un raccolto prodigioso. Nel corso degli anni da quella pianta ne nacquero molte altre, e i frutti erano così abbondanti che si decise di erigere una moschea per celebrare il prodigio. In poco tempo la moschea fu costruita e chiamata Masjid ki Moth, ovvero la moschea della lenticchia. La Masjid Moth si trova nella parte meridionale di Delhi esattamente tra le colonie residenziali di Uday Park e la "South Extension". La zona è collegata da pulman pubblici e da mezzi privati.

Lal Quila (il forte rosso)

Il forte rosso è uno degli elementi architettonici che più caratterizzano il paesaggio della città di Delhi. La sua costruzione, con un chiaro significato simbolico, risale al 1638 quando l'ìmperatore Mughal Shahjahan decise di trasferire la capitale da Lahore a Delhi. Quando venne costruito il forte voleva testimoniare la potenza militare dell'impero, mentre oggi lo stesso monumento è considerato dagli indiani il simbolo per eccellenza dell'indipendenza nazionale. Quando nel 1947 l'India divenne indipendente dall'impero Britannico la bandiera nazionale fu alzata prorpio a Lal Quila e dai suoi torrioni fu proclamato il primo discorso dell'India libera.
Il soprannome della maestosa Lal Quila deriva dalla pietra di arenaria rossa utilizzata per costruirne le mura. La fortezza era collocata sulle rive del fiume sacro Yamuna (oggi il suo percorso è stato deviato) e le sue poderosa mura si estendono per un perimetro di 2 km, raggiungendo la mastodontica altezza di 33 metri. Per entrare nella fortezza si passa da due ingressi, il Lahori Gate e il Delhi Gate. La più imponente delle due porte è quella di Lahore, entrata che si dirige verso l'omonima città, oggi appartenente al Pakistan. L'interno della fortezza è un luogo dove ferve l'attività umana, è infatti sede di un grande bazaar e di una grande piazza per le pubbliche riunioni. La sala privata dove gli imperatori tenevano udienza è chiamata Diwan-L-Khas ed è ricavata da marmi bianchi e da sale decorate lussuosamente. Ancora oggi si può notare lo splendore delle sale private imperiali che,malgrado siano andate perse le pietre preziose che decoravano le pareti, è tuttoggi in buono stato di conservazione. l centro della sala di ricevimento si dice che si trovasse il trono imperiale, costruito in oro puro. All'interno della zona imperiale della fortezza ci sono moltissimi monumenti di eccezionale valore, come i bagni privati reali (tre stanze coperte da cupole con fontane centrali e ricoperte di marmi bianchi) la Shahi Burj (la torre reale a base ottagonale), il Rang Mahal (palazzo dell'imperatrice), la Moti Masjid (la moschea della perla) e numerosi altri palazzi privati dei membri della famiglia reale. Uno di questi palazzi, il Mumtaz Mahal oggi è adibito a sede del museo permanente delle testimonianze archeologiche e artigiane dell'epoca Mughal. Il forte rosso si trova all'interno della città di Delhi ed è pertanto raggiungibile molto facilmente.

Purana Quila

Il forte vecchio, così viene anche chiamata la fortezza di Purana Quila, è la costruzione che all'epoca dell'imperatore Mughal Humayun venne progettata per proteggere la nuova capitale dell'impero, la città di Dipanah. La realizzazione del complesso città/fortezza/palazzi imperiali era il sogno di Humayun che voleva lasciare alle generazione future un segno tangibile della potenza militare e dello splendore artistico della dinastia Mughal. La Purana Quila è uno degli esempi più maestosi di architettura medioevale militare con una funzione, stranamente considerata l'usanza dell'epoca, più pratica che simbolica. In nome della massima funzionalità la Purana Quila venne costruita come una vera e prorpia città fortezza, assolutamente inespugnabile e priva di quelle frivolezze e quelle decorazioni, piacevoli alla vista ma militarmente inutili, delle strutture architettoniche del precedente perioso del sultanato islamico di Delhi o dei contemporanei, e futuri, monumenti Mughal. Humayun, succeduto al dinasta Babur nel 1530, portò la capitale imperiale a Dipanah e in pochi anni fece costruire tutte le strutture principale della Purana Quila, una fortezza tanto imponente e massiccia da poter essere paragonata solo a quella di Tughlaqabad. Pochissimo tempo dopo la fine dei lavori di costruzione un capitano militare afgano invase Dipanah sccciando i Mughal e si insediò nella fortezza distruggendo alcuni monumenti e costruendoni altri, come la splendida moschea di Qal'a-l.Kunha e la torre ottagonale Sher Mandal. Malgrado le alterne vicende belliche e gli scontri che avvennero a Dipanah ancora oggi possiamo ammirare la poderosa presenza delle gigantesche porte di Lal Darwaza e Khooni Darwaza. Purtroppo lo stato di conservazione della fortezza non è ottimale, ciononostante è ancora possibile rendersi conto delle dimensioni e delle proporzioni mastodontiche dell'antica capitale Mughal i cui sconquassati resti delle enormi mura si distendono per una superfice di oltre 3km. La fortezza è vicina allo zoo di Delhi, sulle rive del fiume sacro Yamuna e per raggiungerla basta prendere uno cei numerosi mezzi pubblici che partono dalla piazza centrale dell capitale indiana.

Quila-i-Kunha Masjid

Nei brevi bellicosi anni della dominazione Afgana del capitano Sher Shah Suri di Delhi, questi si distinse per l'impulso dato alla costruzione di monumenti di grande valore architettonico. I due esempi più eclatanti di questo interesse artistico si trovano entrambi nella fortezza di Purana Quila e sono la Quila-i-Kunha Masjid e la Sher Mandal. La Quila-i-Kunha Masjid è una moschea in stile indo-islamico eretta in poche settimane nel 1541. La moschea è un edificio solenne e privo di frivolezze, tuttavia decorato secondo lo stile indo-islamico e realizzato in pierta arenaria con piccoli inserti di marmo. La sala centrale per la preghiera ha un perimetro di circa 130 metri e vi si accede da cinque diverse entrate costituite da archi. L'entrata principale è decorata più riccamente delle altre, e malgrado la scarsità di marmo impiegata per la costruzione della Quila-i-Kunha Masjid, che in origine era stata progettata interamente in marmo, l'effetto cromatico globale è molto accattivante soprattutto per via del contrasto tra il rosso dell'arenaria e i più candidi bianchi marmi. Le nicchie della moschea sono decorate con archi concentrici mentr el'unica cupola della costruzione non raggiunge i fasti delle migliori altre strutture religiose islamiche della zona. Benchè il complesso della Purana Quila sia conservato in pessimo stato la moschea di Quila-i-Kunha ancora oggi si presenta, se non come ai tempi del suo massimo splendore, con decadente dignità ed i suoi elementi principali, tranne forse per una fontana centrale che oggi non esiste più ci sono acnora tutti. Per visitare la Quila-i-Kunha Masjid basta recarsi nella zona della città fortificata di Dinpanah, ragiungibile con i mezzi pubblici che partono dalla città di Delhi.

Sher Mandal

Sembra incredibile ma ancora ai giorni nostri a volte ci si interroga sul significato e la funzione di alcuni antichi monumenti indiani. Una di queste misteriose strutture, misteriose perchè non se ne comprende lo scopo a cui fu adibita e per la leggenda della morte di un imperatore che ad essa è legata, è la torre di Sher Mandal, costruita nel XVI secolo durante la brevissima parentesi afgana di Sher Mandal dell'impero Mughal. Quell che è certo è che non si tratta di una moschea ne' di un luogo di culto perché vicinissimo ad essa si trova la gloriosa Quila-i-Kunha Masjid, non è un mausoleo perché non vi è custodita nessuna reliquia e non si può definire neanche una torre nel senso tradizionale del termine. Tanto per farsene un'idea, è una struttura a base ottagonale su due piani in stile indo-islamico. La Sher Mandal è costruita con arenaria rossa e presenta delle piccole decorazioni in marmo che si concentrano principalmente nella struttura a padiglione che ricopre la torre. la Sher Mandal è troppo piccola per essere servita da palazzo reale, e la funzione per cui è stata costruita ancora non è nota, ciò che si sa però è che al ritorno dal suo esilio forzato l'imperatore Mughal Humayun adibì la struttura a biblioteca e osservatorio astronomico. La morte di Humayun, misteriosamente caduto dal secondo piano della Sher Mandal, è una delle leggende più affascinanti che avvolgono le melanconiche rovine della antica città fortificata di Purana Quila: si dice che sia caduto rimanendo impigliato nei vestiti preso dalla fretta di rispondere al richiamo per la preghiera del muezzin. Le spoglie di Humayun dopo un periodo di permanenza nella Sher Mandal furono costruite nel maestoso e monumentale capolavoro dell'arte indo-islamica conosciuto come "la tomba di Humayun". Per visitare la Sher Mandal basta recarsi nella zona della città fortificata di Dinpanah, ragiungibile con i mezzi pubblici che partono dalla città di Delhi.