Quando si parla
di Carnevale si è portati subito a pensare ai grandiosi avvenimenti festosi
che coinvolgono l'intera popolazione di paesi. Giovani, anziani, uomini, donne,
tutti sfilano lungo le vie del paese seguendo i carri in maschera e gozzovigliando
senza limiti preparandosi in questo modo al lungo periodo di astinenza dai vizi
della quaresima. Il Carnevale più famoso è indubbiamente quello
di Rio de Janerio in Brasile, dove milioni di persone si riversano per le strade
ballando per interminabili giornate di festa nelle quali è concesso davvero
tutto. Anche nella nostra bella Italia però si vive in modo particolarmente
vitale il carnevale, o sarebbe meglio dire "i mille carnevali", che
per originalità e tradizione non hanno eguali al mondo. Si parlava di
mille carnevali appunto perché si può dire che tanti siano i modi
e i luoghi diversi in Italia in cui si festeggia questo gioioso avvenimento.
Sarebbe impossibile riuscire a parlare di come tutti i nostri paesi e le nostre
città festeggiano questa ricorrenza di origine religiose, infatti, oltre
ai famosissimi carnevali di Venezia, Viareggio, Ivrea, Fano, San Marino, San
Remo e quello Ambrosiano, ogni regione italiana vanta una tradizione incredibilmente
antica e variegata. <br>
Prima di addentrarci nella descrizione dei rituali e delle origini storiche
di alcune delle feste carnevalesche più originali sarà bene restringere
il campo a una zona dell'Italia ben delimitata. Avendo il carnevale origini
religiose e in parte contadine, essendo per sua natura una festa che coinvolge
il piccolo borgo o il paesino, sì è voluto dare maggiore evidenza
a quelle manifestazioni del folklore più tipicamente provinciale e si
è circoscritta l'area geografica al sud Italia. Dei comunque moltissimi
carnevali che rimarrebbero da presentare si è scelto di parlare di quattro
di questi che si distinguono per antichità di tradizione e per originalità
nei festeggiamenti.
Carnevale di Palma
Campana
Carnevale di Putignano
Carnevale di Acireale
Carnevale di Sciacca
Carnevale Palese, tra quadriglia e Cuccagna
A Napoli il conte di Ossuna nel febbraio del 1617 organizzò una festa
di proporzioni mai viste, in cui si videro, forse per la prima volta, fliare
per le strade dei ricchi carri pieni di ogni genere alimentare. A tutti i partecipanti
a questa festa, popolani rigorosamente in maschera, era concesso saccheggiare
senza porsi limiti di contegno il ben di dio che veniva loro offerto. Tra le
maschere che già all'epoca si vedevano più di frequente c'erano
Pulcinella, La Vecchia, Il Medico, Don Nicola de la Zeza, Giangurgolo, Il Paglietta
Calabrese e altre figure prese dal folklore dei dominatori spagnoli. Fu poi
un altro personaggio spagnolo, il conte di Ognate, a introdurre un'altra incredibile
novità nei festeggiamenti di quel periodo, la sfilata dei carri creati
dagli artigiani di Napoli. Nel Settecento la componente aristocratica delle
sfilate passò in secondo piano lasciando ai rappresentanti in maschera
delle varie arti e mestieri il compito di scortare i carri da loro stessi creati.
Dato che i carri principali che sfilavano a Palma, dove nel frattempo era stato
spostato il carnevale per evitare problemi di ordine pubblico, erano soltanto
quattro, la sfilata prese il nome di quadriglia, appellativo con cui ancora
oggi si identifica l'avvenimento principale del carnevale di Palma Campana.
Data l'importanza, anche economica, della sfilata delle quadriglie, col tempo
andò accentuandosi la rivalità tra i membri delle arti più
imprtanti che erano affiancati dai componenti delle arti minori e fiancheggiati
da i ricchi mercanti o i nobili turchi che in quel tempo vivevano a Napoli.
Sui carri venivano trasportati figure mitologiche o allegoriche, derrate alimentari
che potevano essere saccheggiate e maschere che cantavano e ballavano. Particolarmente
importanti erano le canzoni, diverse a seconda della quadriglia di appetenza,
che venivano scritte in dialetto da poeti di professione e avevano lo scopo
di spiegare il significato dei carri allegorici. I "cartelli" ovvero
i testi delle canzoni, erano copiati su folgi di carta o di seta e venivano
distribuiti ai popolani o ai nobili. Col tempo si passò dalla semplice
processione ad una sfilata che si concludeva in una piazza, dove si trovava
comodamente seduto il re, nella quale erano stati sistemati quattro pali. Al
cenno del re tutti potevano saccheggiare i carri e potevano cimentarsi in una
gara per scalare gli altissimi pali unti di grasso o i palazzi circondati da
fossati sulla cui sommità venivano appesi ricchi premi.
Per informazioni
sulle date e il programma della manifestazione del 2000 si possono consultare
i siti internet:
http://www.carnevalepalmese.com/
http://www.fastcom.it/palma/folk.htm
oppure rivolgersi direttamente al Comune di Palma Campana, Via Municipio
Tel. 081-8241107/8241193/8241377/8241426
Fax 081-8246065/8246103
Carnevale di Putignano e i suoi riti
Putignano è
la cittadina pugliese dove ha luogo il più grande carnevale del sud Italia.
Oltre a essere eccezionale per dimensioni, anche la durata dei riti del Carnevale
di Putignano è molto estesa. Il 26 dicembre inizia infatti con la "Propaggine"
quella serie di riti e di manifestazioni, di origini per lo più religiose,
chesi conclude solo nella seconda metà inoltrata di febbraio. Il punto
di forza e la caratteristica più originale del carnevale di Putignano
consiste appunto nella varietà ed eterogeneità degli eventi che
lo compongono. Il giorno di Santo Stefano (26 dicembre) come abbiamo detto si
tiene la prima festa del carnevale, quella chiamata Propaggine. Durante questa
estrosa sfilata i propagginanti, cioè dei gruppi di "poeti"
scelti come rappresentanti del popolo, salgono su un palco da dove si permettono
il lusso di schernire le autorità locali e di farsi beffa di alcuni loro
sfortunati concittadini. La festa dell'Orso è stata da pochi anni reinserita
tra le feste ufficiali del Carnevale di Putignano con lo scopo di celebrare
dei riti più vicini alla tradizione pugliese. La festa consiste nel passaggio
di un orso in catene, vero in passato, sempre più spesso oggi una maschera
indossata da un uomo, tra la folla che gli getta cibo o, a volte, lo percuote.
Come molte altre manifestazioni festive legate al periodo del carnevale anche
la Festa dell'Orso deriva dagli antichi riti dionisiaci il cui scopo era quello
di propiziare la fertilità del terreno, quindi ha radici contadine. Anche
la maschera tipica di Putignano, Farinella, una specie di giullare, rispecchia
questa matrice popolare persino nel nome, che indica un piatto povero della
cucina pugliese che in passato stava alla base dell'alimentazione dei contadini.
L'estrema unzione del carnevale è il rito che viene celebrato il penultimo
giorno di festeggiamenti. Si tratta di una processione per il paese nella quale
un finto alto prelato accompagnati da falsi incensori che indossano altrettanto
poco credibili paramenti sacri attraversano il paese recitando assurde preghiere
dialettali infarcite di versi satirici. Altri personaggi grotteschi, come la
vedova del Carnevale o i finti parenti, arricchiscono la rappresentazione farsesca
del funerale del carnevale che si conclude con incenerimento in piazza di un
fantoccio. Il giorno dopo si svolge la vera e propria processione funebre che
sancisce la fine della festa e l'inizio del periodo di quaresima. La descrizione
delle feste principali del carnevale di Putignano non sarebbe completa se non
si accennasse alle maestose sfilate di carri allegorici, il vero fulcro dell'intero
periodo di festa. Gli artigiani che lavorano per mesi la cartapesta per creare
le gigantesche figure trasportate dai carri sono considerati, come i colleghi
di Viareggio, tra i migliori al mondo.
Il programma del carnevale di Putignano varia parecchio di anno in anno, quindi
per essere sicuri di avere dati attendibili si può consultare i siti
http://www.media.it/putignano/ , http://www.carnevalediputignano.joynet.it/default.asp
Carnevale di Acireale, semplicemente il più bello!
Quando si chiede
a un siciliano, sempre che non sia spinto dalla faziosità tipica di una
terra così ricca di paesi di grandi tradizioni, quale sia il carnevale
più bello non potremo sentirci rispondere altrimenti: "Il carnevale
di Acireale". Appunto come "il più bello" viene definito
dai siciliani questa festa le cui origini risalgono al XVII secolo, quando squadroni
di contendenti duellavano scagliandosi addosso uova marce. Nel secolo successivo
si passò a un tipo di festeggiamenti più raffinati ma sempre goliardici:
gli abbatazzi, ovvero dei poeti di strada, gareggiavano nell'improvvisare rime
e piccole poesie nelle piazze affollate da nobili e popolani. Bisogna aspettare
un altro secolo prima che Acireale divenga sede di sfilate di carri. La cassariata,
cioè la sfilata di carrozze trainate da cavalli sulle quali sedevano
i nobili che lanciavano ai popolani pugni di confetti. Il quadro della situazione
veniva completato da giochi giullareschi, alberi della cuccagna, corsa coi sacchi
e tiro alla fune, tutti elementi che negli ultimi anni sono stati riproposti
copiaosamante. È nel nostro secolo che però il carnevale diventa
un momento di forte richiamo turistico che spinge parechi visitatori a recarsi
ad Acireale. Dopo la prima guerra si iniziano a vedere i carri con le maschere
di cartapesta e le rappresentazioni satiriche. Con l'avvento dell'automobile
le vecchie carrozze vengono sostituite da messi meccanici che vengono addobbati
artisticamente con ricche coperture floreali. Dal 1948 il carnevale di Acireale
viene riconosciuto come una delle feste italiane più rappresentative
e viene inserito tra le manifestazioni turistiche promosse dall'assessorato
regionale.
Per informazioni di carattere turistico o più specificatamente relative
al carnevale si può visitare http://acireale.gte.it/indexi.htm , mandare
una email a informa@comune.acireale.com o rivolgersi direttamente all'Assessorato
Comunale Turismo - Palazzo di Citta' - Via Lancaster - Tel. 895273 / 601720
Carnevale di Sciacca, piccola vitale realtà.
I documenti storici
testimoniano l'esistenza del carnevale di Sciacca sin dal XVI secolo. Gli studiosi
fanno risalire l'origine di questo piccolo ma interessantissimo carnevale all'ancora
più antico e fastoso carnevale medioevale fiorentino. Sin dai primi anni
in cui Sciacca festeggiò il carnevale questo si distinse per la vitalità,
l'ironia e il legame con l'attualità. Il punto di forza di questo carnevale
è costituito senza dubbio dal calore della gente di Sciacca che, da bravi
siciliani, non sono secondi a nessuno per quanto riguarda il folklore e la voglia
di divertirsi. Agli inizi del Novecento agli elementi più radicati nella
tradizione carnevalesca cittadina si aggiunge la sfilata dei carri allegorici
e dei gruppi mascherati. Un denominatore comune che attraversa tutte le edizioni
della festa, dalle origine hai nostri giorni, e la identifica rendendola unica
nel suo genere è il senso dell'ironia e dello sberleffo che la pervade
in ogni suo avvenimento. Neanche le autorità possono sottrarsi agli sberleffi
della gente di Sciacca, è in occasione del carnevale che infatti le classi
più deboli avevano la possibilità di reclamare i loro diritti
senza temere di incorrere nelle ire dei governanti.
La festa e le sfilate ruotano intorno alla figura di Peppe 'nappa, la maschera
della tradizione di Sciacca. Benché venga rappresentato ogni anno in
modo leggermente diverso il personaggio rappresenta l'essenza del carnevale,
quindi è ironico e ritratto in pose che tradiscono un amore viscerale
per il vino e i divertimenti sfrenati. Mentre sfilano i carri alla gente vengono
offerti vino e salsicce, caramelle e dolcetti siciliani, insomma una festa anche
per il palato! Non potevano mancare poi le canzoni, scritte a tema in base al
carro che accompagnano, tutte rigorosamente in dialetto. Da qualche anno accanto
ai carri più importanti possono sfilarne altri più piccoli e artigianali
che rendono ancora più vari e ricchi i festeggiamenti.
Per informazioni
riguardanti il programma della settimana del Carnevale di Sciacca si possono
consultare i siti http://www.comune.sciacca.ag.it/menu.htm e http://sciacca.mediatel.it/servizi/carnevale/carnevale.htm
oppure telefonare direttamente al comune.