COSPLAY
Pratica che consiste nell'indossare un
costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e
interpretarne il modo di agire.
Poiché il fenomeno ha avuto origine in Giappone,
il personaggio rappresentato da un cosplayer viene spesso scelto tra quelli
individuabili nei manga e negli anime giapponesi, ma non è raro che il campo di
scelta si estenda ai tokusatsu, ai videogiochi, alle band musicali, particolarmente di artisti J-Pop , J-Rock, K-Pop
o K-Rock (musica pop e
rock giapponese o coreana), ai giochi di ruolo, ai film e telefilm e ai libri di
qualunque genere e persino alla pubblicità.
Il termine è una contrazione delle parole
inglesi costume ("costume") e play
("interpretare/recitare"), che descrivono accuratamente l'hobby di divertirsi
vestendosi come il proprio personaggio preferito. Oltre a travestirsi in occasione
di manifestazioni pubbliche come i convegni sugli anime, non è inusuale per gli
adolescenti giapponesi radunarsi assieme ad amici con la stessa passione solo
per fare del cosplay.
La principale differenza tra il cosplay ed il
vestirsi in costume praticato negli Stati Uniti e in Europa è che in
Giappone le persone tipicamente si vestono come i personaggi di anime, manga, o
videogiochi giapponesi, piuttosto che vestirsi come personaggi di Star Trek
o in costumi rinascimentali, anche se ultimamente anche
in Giappone stanno prendendo piede cosplay ispirati ad opere occidentali,
grazie anche al successo internazionale di opere quali Harry Potter
o la trilogia di film del Signore degli Anelli o
la celebre saga di Star Wars. Un'altra differenza è che gran
parte dei mascheramenti negli Stati Uniti e in Europa è legata ad eventi
particolari come convegni e festival.
Il cosplay si è diffuso in tutto il mondo
negli ultimi anni, unendosi al vestirsi in costume per i convegni di fantascienza
in Nord America ed Europa, oltre che ad altri particolari tipi di ritrovi in
costume, come le rievocazioni storiche di certe battaglie o avvenimenti, i
raduni di giochi di ruolo dal vivo
oppure in occasione di halloween.
Una piccola nicchia in questo campo è
costituita dai dollers, il termine
che indica un attore dilettante di kigurumi.
Questi cosplayer indossano maschere (che li fa definire in giapponese
anche animegao, ovvero "faccia da anime") e una calzamaglia
completa per trasformarsi completamente nel loro personaggio.
Una definizione adottata in certi casi è
quella di cross-players, da "cross-dressing" e
"cosplayer": si usa talvolta per indicare coloro che abitualmente
realizzano cosplay di personaggi del sesso opposto rispetto al loro.
Le
migliori cosplayers giapponesi si possono trovare ogni domenica ad Harajuku,
quartiere di Tokyo, dove decine di ragazze e ragazzi si incontrano per
mostrare i propri vestiti ai turisti incuriositi e ai fotografi.
Le ”scenette”
Una parte significativa della sottocultura cosplay
sono le brevi scenette in cui i cosplayer recitano la parte del personaggio di
cui indossano il costume, re-interpretando fedelmente determinati passaggi del
film, fumetto o serie TV da cui il personaggio è stato tratto, o al contrario fornendone
un'interpretazione personale in chiave parodica quando non demenziale.
Va
notato che questo elemento ha un'importanza del tutto marginale nelle fiere
giapponesi, dove solitamente i vari cosplayers si limitano ad un inchino ed ad
una breve sfilata dove posano per le fotografie, mentre al contrario ha
ottenuto un buon successo in diversi altri paesi in cui si pratica il cosplay.
Non è raro vedere alle varie gare di cosplay lunghe interpretazioni spesso
complete di colonna sonora, accessori vari e in alcuni casi dei micro-set che
si rifanno alle ambientazioni della storia. Ormai è quasi una consuetudine
premiare non soltanto gli autori dei costumi più accurati, ma anche le
interpretazioni migliori e più fedeli allo spirito della fonte originale, oppure
elargire "premi simpatia" ai cosplayers la cui interpretazione è
risultata la più divertente e originale.