Catania - Siracusa

  

Catania: la storia della città

Piazza Duomo - CataniaCatania , "la città dell’elefante", è la seconda della Sicilia con i suoi 333.000 abitanti, adagiata sul mare Ionio, ai piedi del vulcano attivo, Etna, da cui dista 28 chilometri. Secondo la testimonianza di Tucidide, pare sia stata fondata da coloni calcidesi nel 729 a.C., con un primo insediamento sull’acropoli della città, dominata oggi dalla chiesa di S. Nicolò e dal grandioso convento dei Benedettini. E’ una città fondata sulla lava, rinata dopo l’eruzione del 1669 e interamente ricostruita dopo il terremoto del 1693. Il suo stemma è un elefante di lava, posto - dopo il sisma del 1693 - ad ornamento della fontana monumentale di piazza Duomo. L’elefante era oggetto di culto in un tempio di riti orientali all’interno di una città consacrata alla dea plurimammia, Iside, venuta, per mare, dall’Egitto con le armate dei Siracusani che la conquistarono nel 476 a. C e le mutarono il nome da Katane in Aitna. La rappresentazione dello stemma vede l’elefante sormontato da una "A" che gli studiosi più accreditati vogliono sia riferita e alla dinastia aragonese e alla santa patrona, Agata ( i cui festeggiamenti esplodono in un mirabolante giuoco di fuochi d’artificio e di allegria spensierata per i primi cinque giorni del mese di febbraio). Nel 263 a. C. cadde nelle mani dei Romani che la innalzarono a rango di "colonia romana" nel 21 a.C. con l’imperatore Augusto. In seguito alle invasioni barbariche subì il dominio gotico da cui si sottrasse nel 535 d.C. con la conquista di Belisario grazie alla quale fu incorporata nell’impero bizantino per tre secoli fino all’invasione araba che larghe tracce lasciò nel patrimonio linguistico, nelle tecniche di irrigazione e di distribuzione delle acque, e nell’introduzione di alcune colture. Nel 1071 i Normanni occuparono Catania che, ribelle, fu riconquistata nel 1081 mentre era in costruzione la Cattedrale, una chiesa-fortezza sulla costa, munita di torri e muraglioni, a difesa del porto e a minaccia dei suoi abitanti che insorsero nel 1232 contro Federico II° di Svevia. L’imperatore l’abbandonò al saccheggio, la privò nel 1239 della giurisdizione del vescovo-conte, per farne una città regia su cui fece incombere la mole minacciosa del Castello Ursino, la cui postazione originaria, a picco sul mare, fu modificata dall’eruzione del 1669. Con gli aragonesi Catania ritornò in auge; fu sede del Siciliae Studium Generale, l’Università, la più antica dell’isola, fondata nel 1434 da Alfonso il Magnanimo. Le posizioni acquisite sotto gli Aragonesi cominciarono a perdere peso con l’unificazione delle corone di Aragona e di Castiglia sotto Ferdinando il Cattolico e poi, più marcatamente, con il suo successore, Carlo V°. Nel gennaio del 1693 un violento terremoto distrusse la città che fu ricostruita interamente nel suo assetto urbanistico con strade larghe e rettilinee sull’asse principale di via Etnea. Nel 1713 Catania passò, con tutta la Sicilia, dal dominio spagnolo a quello di casa Savoia (1713-1720), e poi agli Austriaci (1720-1734), prima di pervenire alla dinastia dei Borbone. L’interesse monumentale e architettonico ruota attorno agli edifici della ricostruzione del XVIII° secolo. La Fontana dell’Elefante si staglia sulla vista della Cattedrale in piazza del Duomo. Fu realizzata del 1736 dall’architetto Giovan Battista Vaccarini autore tra il 1733 e il 1761 del prospetto principale della Cattedrale. Contiene i sepolcri dei re aragonesi, la tomba di Vincenzo Bellini. E’ dedicata a S.Agata e fu costruita sui resti delle romane Terme Achilliane tra il 1078 e il 1093. Le tre absidi, il transetto sono d’epoca normanna. Il campanile fu innalzato nel 1868 dall’architetto Carmelo Sciuto Patti, mentre la balaustrata che corre attorno ai due lati della cattedrale fu realizzata nell’ ‘800. Accanto alla Cattedrale fu aperta nel 1696 Porta Uzeda ( dal nome del Viceré che ordinò al duca di Camastra la ricostruzione della città), attraverso cui si giungeva al mare ed ora al Giardino Pacini. Oltre il seminario dei Cherici si colloca la Fontana dell’Amenano , dell’antico dio fluviale dell’Amenànos (per i catanesi: acqua ‘o linzolu, acqua che scende a lenzuolo) alle cui spalle si stende un breve tunnel che ospita la Pescheria, antica sede del mercato del pesce. La via Garibaldi, che si immette in Piazza del Duomo, alla fine presenta Porta Garibaldi,( ‘u futtinu, il fortino) un arco trionfale - eretto nel 1768 per commemorare le nozze tra Ferdinando IV° e Maria Carolina d’Austria, composto da bugne di calcare bianco e da fasce di lava, in accordo con la caratteristica impronta cromatica della città bianco-nera, il bianco della pietra di Comiso che contrasta con il nero della pietra lavica. Di pietra di lava è fatta la gran parte delle strade e delle strutture portanti degli edifici settecentesci, assieme all’architettura di tantissimi comuni pedemontani. La lava che, eruttata dal vulcano, ha seminato distruzione è servita alla costruzione degli edifici e all’intonacatura dei prospetti nella versione dell’azolo grigio (lava sottostante tritata in polvere) e dell’azolo rosa (lava di superficie). Sulla parallela via Vittorio Emanuele si trovano il Teatro Romano e, accanto, l’Odeon. Da lì si può facilmente giungere al Museo belliniano dove si custodiscono strumenti usati dal grande compositore Vincenzo Bellini, lettere, cimeli, composizioni autografe ed altro. Su via Garibaldi si slarga piazza Mazzini , anticamente sede del mercato settimanale. Vi fanno bella mostra portici con arcate che poggiano su 32 colonne di marmo provenienti da una basilica romana. Per un piccolo tratto di strada si giunge a piazza Dusmet, attraverso cui si accede al Museo, sale Via Crociferi che, superato l’arco di S. Benedetto, propone un magnifico scenario di edifici religiosi dal caratteristico barocco catanese. Villa Cerami, sede della Facoltà universitaria di Giurisprudenza, chiude magnificamente il barocco religioso di via Crociferi. Questa è attraversata da via di S. Giuliano che porta, in alto verso Piazza Dante e il Monastero dei Benedettini, ricostruito egregiamente e sontuosamente nel 1703, di straordinario interesse architettonico; in basso via di S. Giuliano incontra via Etnea che alterna edifici religiosi con altri patrizi, fino all’Anfiteatro d’epoca romana. Oltre, si svolge l’architettura della Catania ottocentesca e novescentesca. Di sicuro interesse sono la Villa Bellini e gli edifici di via Umberto, che interseca via Etnea, dove è rappresentata degnamente la stagione del liberty presente più abbondantemente in altri punti della città. Continuando per via di S.Giuliano, in direzione del mare si perviene alla ferrovia e a quella che per tutto l’Ottocento è stata la zona industriale catanese, dominata dall’attività di trasformazione dello zolfo a cui recentemente è stato tributato un cenno di archeologia industriale con la costruzione del Centro Culturale Fieristico nei pressi della Stazione ferroviaria, in Viale Africa.

Magico Catania

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Catania: Albo D'oro delle migliore vie\zone\piazze

1994    Via Gisira

1995    Via San Giuseppe al Duomo

1996    Cortile Amichevole (di Via Vittorio Emanuele)

1997    Cortile Amichevole (di Via Vittorio Emanuele)

1998    Villa Bellini

1999    Via Crociferi

2000    Piazzale Asia (Le Ciminiere)

2001    Via San Giuseppe al Duomo

2002    Parco Gioeni

2003    ?  

Dal 1994 al 2001 hanno vinto un premio speciale le seguenti vie: via Etnea, via Vittorio Emanuele, via Garibaldi, via Sant'Anna (tranne 2001) e Via Santa Maria delle Grazie.

Siracusa: la storia della città

Cattedrale (Piazza Duomo) - SiracusaSecondo la tradizione fu la seconda colonia greca nell'isola. Nel 734 a.C. nacque infatti sull'isoletta di Ortigia. Il nome fu derivato da quello di una vicina palude, Syraka. Le discordie interne tra nobili e popolo, e l'espulsione dei primi, diede l'occasione a Gelone, tiranno di Gela, di impadronirsi di Siracusa. A lui si dovette la floridezza e l'ampliamento sulla terraferma della città. Dopo la vittoria di Gelone sui Cartaginesi ad Imera, Siracusa divenne la principale città della Sicilia. Gli successero il fratello Ierone, valoroso sovrano, e più tardi il fratello Trasibulo. Questi fu espulso dai Siracusani che si diedero un governo democratico. La città dominava ora su quasi tutta la Sicilia e ciò gli valse la rivalità di Atene, che fu comunque sconfitta in una grandiosa battaglia navale nel 414 a.C. Nel 405 i Cartaginesi minacciarono la città, la quale presa dal panico si diede in mano a Dionigi. Questi concluse la pace con i Cartaginesi ed eresse poi grandiosi opere di fortificazione che difesero la città alla ripresa delle ostilità. Dionigi abbellì Siracusa con splendidi monumenti, ampliò il porto e affermò la propria supremazia su tutta la Magna Grecia. Alla morte di Dionigi ci fu un periodo di confusione di cui approfittò Agatocle per impossessarsi del potere. Questo crudele e odiato tiranno rese la città potente quasi quanto lo era al tempo di Dionigi. Un periodo di oscure tirannie e alterne alleanze ora con Cartagine ora con Roma seguì alla morte violenta di Agatocle, finché, nel 212 a.C. fu definitavamente sconfitta e saccheggiata dai Romani.La successiva storia della città è intessuta di alti e bassi. Le dominazioni comuni alla Sicilia toccarono anche Siracusa, che non raggiunse però mai più la passata potenza. La festa tradizionale più importante a Siracusa è quella di S. Lucia che si svolge il 13 dicembre e la prima domenica di maggio. Da segnalare inoltre la festa in onore di S. Sebastiano, il 20 gennaio.


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Ultimo aggiornamento: 12/12/02